Da un’idea lanciata da una coppia di amici, ha preso corpo e forma , quella che sarà una missione a scopo benefico in favore dei bambini presso l’orfanotrofio di Tuzla in Bosnia.

Non nascondo le preoccupazioni che accompagnano i primi approcci e le “ voci “ non fanno altro che aggiungere timori circa la sicurezza del posto e ciò che di negativo potremmo trovare ,ma in ogni caso quel che sarà lo vedremo di lì a poco, alea iacta est,disse un amico del passato e usando la medesima espressione ci tuffiamo nell’avventura.

Il momento è arrivato,sto riempiendo i grossi sacchi impermeabili di quaderni , pennarelli , tempere, matite colorate, pelouches, tutto ciò che spero possa donare un sorriso a un bambino, che forse queste cose non ha mai visto

Ogni oggetto che inserisco mi da una stretta al cuore, perché ho gli occhi lucidi? perché le lacrime mi solcano le guance?perché queste emozioni?in realtà sono felice di poter dare il mio contributo.

I due sacchi da 63 litri ciascuno sono pronti, sono enormi ,ora dovrò fare delle prove di carico per mantenere in sicurezza la moto e poi riempire le valige fisse fino all’inverosimile, toglierò il mio abbigliamento, tutto ciò che ritengo superfluo per me, farò più spazio per loro , perché ogni piccolo oggetto in più che riuscirò a caricare , spero possa trasformarsi in un sorriso.

Un pensiero anche a voi compagni di viaggio, anche per voi è arrivato il momento, spero che anche voi stiate vivendo le stesse mie sensazioni, si perché non sapevo o non ricordavo quanto è forte ciò che provo , sentire una lacrima che scorre sulla guancia mentre per la felicità con gli occhi sorrido.

Buon viaggio amici,ci vediamo a Spalato


Sono le 05.45 di mercoledì 27 luglio quando il motore inizia a borbottare, alle 07.00 mi incontro a Brescia con un altro componente la missione ;faremo il viaggio insieme via terra fino a Spalato dove incontreremo le altre 6 moto provenienti con traghetto da Ancona.

Il viaggio procede tranquillo verso Est, decidiamo di attraversare Trieste città affascinante ed entriamo in Slovenia dalla dogana di Muggia.

Dopo il breve tratto Sloveno ci attende la Croazia, fino a Rijeka in mezzo ai boschi e poi il mare, calmo ,piatto, di un intenso azzurro con le molte isole che emergono prive di vegetazione,ma di una bellezza unica.

La giornata scorre fra le curve incastrate nei piccoli fiordi, una strada sapientemente guidata ,dal mio compagno di viaggio che fa da apripista ,intervallata da brevi soste per catturare immagini .

Dopo avere immagazzinato per ore il desiderio di entrare in quelle acque cristalline, decidiamo alle 18.30 di piantare le tende e dargli soddisfazione ; voi potete solo immaginare……….

Una frugale cena a base di risotto con frutti di mare e grigliata mista di pesce chiude il primo giorno.

L’alba non ci coglie impreparati, un bagno nel meraviglioso mare e “muli e giovenchi in un momento sotto il giogo fur pronti”disse l’amico Omero ; Spalato ci attende per il randez-vous.

Sono le 16.00 quando le altre cavalcature escono dalla pancia del traghetto ed espletate tutte le formalità alle 17.00 si parte la vera avventura.
Il passaggio della frontiera tra Croazia e Bosnia-Erzegovina che ci teneva col fiato sospeso,si è invece rivelato semplicissimo e senza contrattempi, spalancando innanzi a noi le bellezze di un paese ancora ferito ,ma abitato da un grande popolo .

Decidiamo di fermarci a Kupres, località sciistica nel bel mezzo delle Alpi Dinariche, buono l’ albergo scelto per la notte ed eccezionale il menù offerto dal ristorante dello stesso ,dove ce la caviamo con con una spesa irrisoria.

Il mattino muli e giovenchi in un momento sotto il giogo fur pronti, ma uno di questi ha bisogno di medicazione ed un componente la spedizione cerca di porvi rimedio, ma purtroppo inutilmente.

La locale polizia, che aveva seguito le operazioni, ci offre spontaneo aiuto ed in breve tempo l’esperto chiamato risolve il problema chiedendo ed ottenendo quale onorario un giro di “ambrosia” per se ed i sostenitori nel bar vicino.

Sono le dieci e trenta e contenti affrontiamo l’ignoto che poco dopo si manifesta con circa una cinquantina di chilometri di strada sterrata, la polvere sollevata dagli autocarri crea una cortina di nebbia così fitta da impedire la vista del fondo stradale creando ad alcuni non pochi problemi.

A Novi Travnik ,un ridente paesino ,durante la sosta biada per le cavalcature,veniamo intercettati da un motociclista del posto che ritorna poco dopo con una Dea locale parlante italian/bolognese, ci invitano a seguirli nel bar del centro dove ci offrono da bere e ci informano che la settimana precedente vi era stato un motoraduno internazionale , mancavano solo gli italiani.

Prolungando così la loro festa ci offrono patch del locale motoclub e decidono di premiare il più saggio (anziano) della compagnia con una medaglia.

Sono le 16.00 del pomeriggio con il termometro che aveva toccato 44° C , quando arriviamo sull’obiettivo, Tuzla .

I responsabili dell’Associazione Tuzlonska Amica ci accolgono e dopo averci rifocillato cominciano a preparare i pacchetti ,con gli oggetti da noi portati, che verranno poi consegnati ai bambini.
Sono le 18.00 quando entriamo nell’orfanotrofio e dopo un attimo che è servito per rompere il ghiaccio, iniziamo a fraternizzare con i bimbi ed i ragazzi ed ha così inizio la “ festa della nutella”, gonfiamo i palloncini, vengono distribuiti i pacchetti con i regali e per alcuni , i più grandi,vi è la possibilità di fare un giro sulle moto nel piazzale interno, mentre i più piccoli e le femmine hanno solo potuto sedersi sui selloni, ma non per questo meno contenti.
La festa dura a lungo e c’è la possibilità di scambiare impressioni con i ragazzi che parlano anche un po’ di italiano, grazie alle insegnati dell’organizzazione italiana presenti sul posto.
Le espressioni dei visi sono cambiate dal momento del nostro arrivo , ad alcuni ragazzi sembra siamo riusciti a donare un po’ di felicità, lo speriamo.
Impossibile dimenticare quegli sguardi.
Facciamo fotografie che invieremo via internet ed altre che svilupperemo ed invieremo via posta, fotografie che aiuteranno a non dimenticare.

Salutati i ragazzi ritorniamo alla sede dell’Associazione dove passeremo la notte dopo aver cenato in un ristorante della zona alle condizioni già descritte in precedenza.

E’ sabato 30 luglio quando arriviamo a Srebrenica , dieci anni e qualche giorno (11 luglio) dopo
dal massacro più atroce della guerra bosniaca, la popolazione sta ricostruendo lasciando alcune costruzioni dilaniate a monito di quanto accaduto.
IL tardo pomeriggio e la serata sono dedicate alla visita di Sarajevo la magnifica capitale ritornata alla normalità, con la parte vecchia ricostruita fedelmente ,mentre alcuni palazzi sventrati, sul tristemente famoso viale dei cecchini,rimangono a testimoniare il recente passato; non tralasciamo nemmeno di fare due chiacchiere con una pattuglia di Carabinieri incontrata mentre svolgeva servizio alle porte della città.


Domenica 31 luglio è il momento dell’addio, il gruppo si smembra , chi rimane per continuare la vacanza in zona, altri che ripartono per luoghi di vacanza diversi, altri ancora diretti alle rispettive città perché la vacanza inizierà poi.


Riattraversiamo le Alpi Dinariche percorrendo altre meravigliose strade “motociclistiche” arrivando a Sinj sul litorale croato ; il mattino seguente riparto da solo e concludo a Milano il mio viaggio.


Cari amici motociclisti se invece di solcare le solite rotte allungate verso sud-est per andare in una realtà che pensate non sicura o inadeguata, penso che potreste avere sorprese piacevoli e inaspettate e sicuramente trarne esperienze inimmaginabili.

le foto:

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mauro
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KOG