La Filodrammatica " La Dilettante" - 18-04-03 - Riccardo Affinito |
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La filodrammatica “ La Dilettante “
La filodrammatica “La Dilettante” nacque a Telese intorno alla metà degli anni 50 nell’ambito dell’Azione Cattolica.
A dire il vero, prima ancora che la compagnia teatrale assumesse questo nome ed una veste piuttosto ufficiale, aveva già rappresentato qualche spettacolo minore nel refettorio del vecchio asilo infantile finché, grazie all’impegno e alla passione dei giovani che la fondarono, tra i quali ricordo Lorenzo De Francesco, Mimmo Follo e Elio Di Carlo, si costituì come una compagnia in pianta stabile prendendo, per l’appunto, il nome di filodrammatica “La Dilettante”.
Era il tempo del teatro “fai da te”, il tempo in cui le tavole che occorrevano per allestire il palcoscenico venivano recuperate nel cantieri edili ed i chiodi venivano estratti dalle tavole medesime e prima di essere usati, dovevano essere sottoposti all’operazione di “raddrizzamento”.
Era il tempo di quando con una "esportazione senza filtro" ci fumava tutta la compagnia, il tempo di "famme fa nu tiro", il tempo di "passame stu’ muzzone", il tempo di "aspè!, nun ‘o jettà, ca ce stanno ancora tre o quatte tire".
La prima opera della compagnia, fu rappresentata nel cinema "Assini" ed era intitolata "Le Pistrine", commedia in costume ambientata nell’antica Roma, con la quale si mise in evidenza uno dei più grandi artisti della Valle Telesina, Anselmo Mattei di S.Salvotore Telesino, nella parte dello schiavo Numida.
Seguirono "Scampolo", interpretata magistralmente da Maria Arzillo ed "Addio Giovinezza”, rappresentate entrambe nel teatrino della Scuola Elementare.
La commedia di maggiore spessore fu rappresentata nella vecchia Chiesa ed era intitolata "La Cantata dei Pastori”, una produzione sacra in 3 atti, e raccontava il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme.
I personaggi erano i seguenti:
E fu un trionfo! La commedia fu salutata dal pubblico telesino con grande entusiasmo e con applausi scroscianti all’indirizzo, indistintamente, di tutti gli attori,anche se occorre evidenziare che l’accoppiata comica di Razzullo e Sarchiapone, interpretati rispettivamente dal compianto Elio Di Carlo e da Gino Affinito, ottenne un successo strepitoso, grazie ad una straordinaria “vis comica” dei due protagonisti e ad alcune battute di grande effetto come le seguenti:
- Raz. Quacche animale gruosse? Uh, mamma mia! Scanzamm’ ‘occasione, ca diceva Catone, si nun fuimmo certo avimm’ ‘o cuttone…
- Sar. E nce scardano ‘o mellone!
- Raz. T’aggio acciso ‘o puorco, ‘a porca e tutt’ ‘a purcaria. Ora vedimmo si nzerto a fa st’arte nova, e sì pure ccà passe quacche pericolo, buono faceva ‘a vammana si me sciuglieva lu vellicolo.
- Sar. Fatte na veppeta ‘e brodo casarinola. Che bella cosa! Tenimmo ‘a carn’ ‘e jummenta ca feta ‘a nu miglio luntano….
- Raz. L’aria, l’aria, ca passa lu zì cacciatore. Mo vedimmo si nun me faccio na chianca, o na mmesca de puorce salvateche e scurpiune. Squartare e allacciare voglio a mille a mille…mosche, tavàne e suricille.
- Sar. Oh! Camerata…addio…
- Raz. Gué oh! Che cammarata e cammarata ? Simmo fatto tutt’uno? Parle cu li titole si nun vuò ca te sguarra : nun vide ca armato songo, e me paro Marco Sciarra?
(nella foto) Gino Affinito ed Elio Di Carlo
La storia della compagnia è continuata con grandi commedie come "Non ti pago” di Eduardo De Filippo, "Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta e commedie minori come " ‘A morte ncopp’ ‘o liett’ ‘e Don Felice ” di autore ignoto e "Sik-Sik, l’artefice magico” di Eduardo De Filippo e altro ancora. Naturalmente il merito maggiore sia per la costituzione della compagnia che per la riuscita delle commedie, è da attribuire al grande regista, ideatore e suggeritore Raffaele De Crescenzo, detto “Don Rafele”. Grande intenditore e conoscitore della commedia dell’arte, prediligeva il repertorio napoletano ed in particolare le commedie di Eduardo Scarpetta, di cui era un fine conoscitore. Ma Don Raffaele era soprattutto una persona buona, cordiale, paziente (e solo Dio sa quanta ce ne voleva di pazienza per avere a che fare con tutti noi) ed è stato il maestro artistico di tutti coloro che hanno iniziato a fare teatro negli anni 50/60. A “Don Rafele” i nostri più sentiti ringraziamenti. N.B. Ringrazio il mio amico Lorenzo De Francesco e mio fratello Gino Affinito per la loro preziosa collaborazione per ricostruire le origini della filodrammatica " La Dilettante ".
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