"PRESENTAZIONE PER LA PRIMA MOSTRA DELL'ARTISTA"
a cura del Dott. ROBERTO TALLERINI

"Non è facile per un “non addetto ai lavori” del mondo artistico avventurarsi in un opera così delicata qual è, a mio avviso, la presentazione di un artista. Dopo il primo momento di entusiasmo iniziale ed una forte vena d’orgoglio per essere stato ritenuto degno di questo compito mi è subentrato un sacro e reverenziale timore al pensiero di poter cadere in banalità o dire cose completamente fuori luogo. D’altronde non vorrei abusare del metodo e dei termini di lettura dell’essere umano che sono abitualmente uso ad applicare nello svolgimento del mio quotidiano lavoro in ascolto dell’animo umano.
Certamente non posso nascondere che proprio la mia naturale “curiosità” mi ha portato a cogliere nell’opera di Cinzia l’attento e scrupoloso studio dell’anima attraverso il volto. Così da subito ho tentato di rubare competenza andando a cercare un’improbabile “cultura artistica” fai-da-te precotta e di pronto consumo almeno per fare bella figura e devo ammettere che mi sono poi reso conto dell’improponibilità ed inutilità della cosa. Così ora mi pongo di fronte ai ritratti di Cinzia semplicemente come un visitatore che si lascia coinvolgere da quei volti e da quelle espressioni che l’autrice stessa ha voluto comunicarci.
A questo punto mi chiedo perché Cinzia ci chiami così lontano, per quale motivo abbia scelto di “esporsi in un luogo così particolare. Credo di poter dire che la forza vitale della terra caraibica si sposi inevitabilmente con la spinta interiore che ha portato noi e l’artista a questo appuntamento con la sua arte.
Possiamo cogliere questa spinta lungo il percorso evolutivo che caratterizza il dipanarsi dell’espressione attraverso il ritratto.
Leggo come movimento evolutivo il passaggio dalla scelta di modelli staticizzati dalla posizione e dal ruolo sociale che pure mostrano uùa certa parte di sé alla ricerca personale del “modello” da ritrarre andando a pescare nel mondo vivo e vitale della propria esperienza, dei propri contatti umani. Il contatto non si ferma però alla superficie nè si esaurisce nella pur ricca sensibilità personale ma si spinge oltre e diventa momento comunicativo profondo, ricerca nell’intimo di sé attraverso la porta dell’anima che è data dallo sguardo e dal volto dell’altro. C’è un guardare e un essere guardate, c’è un sentire e un essere sentite, c’è un interiorizzare per essere interiorizzate. C’è fondamentalmente la ricerca di sé attraverso ciò che è altro da sé, c’è quella ricchezza vitale che proviene dal dialogo io-tu, dal riconoscersi ed essere riconosciuti. C’è il desiderio e la capacità di toccare l’altro attraverso un gesto caldo ed avvolgente che non sia solo fisico e tattile ma che si arricchisca di quel particolare valore semantico e comunicativo che è l’atto creativo, quella “carezza” che sola può penetrare nell’animo umano perché frutto di un’esperienza vissuta e approfondita in sé. Cinzia ci guarda e vuol farsi guardare.
Il contatto visivo è il primo atto di riconoscimento che il neonato compie verso il mondo esterno e contemporaneamente verso il mondo interno alla ricerca di ciò che possa nutrirlo e soddisfare il proprio bisogno esistenziale. Nella ricerca di tale soddisfacimento incontra lo sguardo della persona che di lì a poco gli offrirà gli elementi che placheranno per un po’ il suo bisogno. Così Cinzia sembra riportarci all’essenzialità del contatto visivo e alla possibilità di vivere questo contatto come una forma di nutrimento dell’anima. Questo contatto vivificante che ci pone di fronte all’altro non come esseri passivi e dipendenti bensì come persone che attivamente cercano un senso e danno un senso al rapporto così come ben ci ricorda M. Buber ricordandoci il principio dialogico che è in fondo principio sul quale si fonda poi la vita stessa sempre tesa tra due poli complementari che si unificano e si differenziano in continuazione.
È proprio bello notare come Cinzia ci attiri verso la forza vitale dei colori e dei sapori caraibici, verso la sensualità e fisicità dei rapporti umani caldi e semplici al tempo stesso quasi che volesse esaltare il contrasto o forse meglio la continuità tra contatto sensoriale e materico e percorso interiore che ci rianimi anche attraverso il contatto umano e più squisitamente spirituale, intimo e fecondo offrendoci una via preferenziale verso il nostro sé più profondo, più vero, più essenziale che solitamente, a causa di una vita spesso priva di contatti così intimi con altre anime, resta relegato in uno spazio psichico inaccessibile persino a se stessi.
Desidero così ringraziare Cinzia per avermi ricondotto con forza ed intensità all’essenzialità del rapporto umano che sempre è portatore di “anima” e che anche uno che come me crede, in virtù del mestiere che esercita, di avere ben chiaro può perdere di vista offuscato dalla necessità di far bene il proprio lavoro o dal timore di non ottemperare all’impegno preso con l’altra persona.
Cinzia con il suo lavoro ci ricorda che questa ricerca non si esaurisce mai e la ricchezza e l’essenzialità del suo stile sono uno stimolo costante a guardarsi dentro con onestà e coraggio riconoscendo che l’incontro con l’anima è contemporaneamente punto di arrivo e punto di partenza dell’umana avventura, del viaggio interiore che l’opera d’arte provoca in chi la contempla.
Ringrazio Cinzia per avermi fatto dono di questo prezioso biglietto di viaggio."

Dott. Roberto Tallerini
(Psicologo - Psicoterapeuta)