Ciò che Dio vuole.

 

 

 

Un re aveva un ministro che gli ripeteva sempre: “Ciò che Dio vuole è per il meglio”. Ma una volta il re restò ferito in battaglia, e anche allora il ministro disse: “Ciò che Dio vuole è per il meglio”. Al sentire queste parole il re andò su tutte le furie: “Come osi dire una cosa del genere proprio a me che sono stato ferito?”. E così fece imprigionare il ministro. Il ministro accettò la prigione dicendo: “Ciò che Dio vuole è per il meglio”. Vinta la guerra, il re tornò al suo passatempo preferito: la caccia. Proprio durante una battuta, mentre cavalcava nella foresta, fu improvvisamente circondato da una banda di briganti, adoratori della dea Kalì, alla quale ogni anno offrivano un sacrificio umano. Il re catturato sarebbe stato proprio la vittima giusta! Per questo fu incatenato e portato nel tempio. Ma la vittima doveva essere fisicamente perfetta: perciò quando il sacerdote della dea Kalì si accorse della ferita del re, decretò che questi non poteva essere adatto per essere sacrificato e lo lasciò libero di tornare al suo palazzo: la ferita gli aveva salvato la vita! Il re, allora, si rese conto che il ministro aveva ragione, e lo fece liberare. Quando fu alla presenza del re, disse ancora una volta:”Ciò che Dio vuole è per il meglio! Se io non fossi stato in prigione, sarei andato a caccia accanto a voi, maestà, nella foresta; i banditi avrebbero catturato me e, dal momento che il mio corpo è intatto, avrebbero sacrificato me al vostro posto!”.

 

 

 

 

 

Tratto da:"Racconti per i voli dell'anima"
di Pino Pellegrino
Mario Astegiano Editore

 

 

 

 

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