Anno 2006 Novembre - Dicembre

 

"A r s P o e t i c æ"
(L'arte della Poesia)

 

Foglio periodico letterario - artistico.
Qui canit arte canat…

 

Fondato e redatto a cura di:
Sandro Ciapessoni - Via Dignano, 6 - 35135 - Padova
Telefono: 049612286

 

***** *****

 

SAFFO è la più grande poetessa della letteratura greca. Nata nell'Isola di Lesbo (ad Ereso, vissuta a Mitilene) sei secoli prima di Cristo, appare ancora oggi creatura "miracolosa" . L'antichità e l'età moderna hanno accumulato sul suo conto (perché donna e donna eccezionale, vissuta in uno speciale clima storico) leggende e figurazioni che ne hanno deformato l'immagine vera, ma essa ci appare nel suo reale essere di grande poetessa, anzi di grande donna, che non può essere sminuita per il mal costume che alcuni le attribuirono e tuttora le attribuiscono, e non soltanto in grazia dei meriti poetici. Le stesse deviazioni sessuali, cioè i suoi amori per le amiche e le fanciulle dell'ambiente in cui visse, debbono essere giustificate e interpretate storicamente, come un costume generalmente ammesso e che non suscitava scandalo nella Grecia antica, e anche nell'Atene del V sec. a. C. Tutta la letteratura greca classica, (si pensi a Fedro platonico, ad alcune orazioni di Lisia, al Convito di Senofonte, per citare i più noti) è piena di accenni a passioni di tale natura. Così si può spiegare in Saffo l'esaltazione della propria vocazione poetica e dei propri amori, che si risolve nell'affermazione della propria individualità, accompagnata dalla gelosia ombrosa per i meriti personali e per quelli del sesso a cui apparteneva. Ma c'è di più: Saffo esprime con accenti delicati l'amore per la figlia Cleide e per il fratello Carasso, tanta è la sua ricchezza affettiva: e del resto nei frammenti erotici che ci sono rimasti, non troviamo alcun termine o espressione che offendano il nostro senso morale: delle giovani compagne non ricorda e non rappresenta che il dolce ridere, il soave parlare, l'incedere aggraziato, il lume dello sguardo, il gesto soave di intrecciare ghirlande di fiori; tutte visioni, rese più lievi e come attenuate nel ricordo, accompagnate da un senso velato, quasi pudico, del proprio sentire, di sensazioni e immagini: purificate dalla poesia.
Una leggenda conosciuta della tarda antichità, narra il suicidio della poetessa per amore: Saffo, secondo una tradizione assai diffusa non sarebbe stata una donna piacevole.
"Se la natura crudele mi ha negata la bellezza..."/ "Sono piccola e nera...". Innamorata perdutamente di Faone di Lesbo, e respinta per la sua non bellezza fisica, si sarebbe gettata in mare per disperazione dalla rupe di Leucade. La filologia moderna, ha spiegato l'origine letteraria di questa leggenda, mettendo in evidenza gli elementi attinti alla poesia di Saffo stessa e combinati dai commediografi greci del IV sec. a. C. "gettarsi in mare dalla bianca rupe" era per i Greci un'espressione metaforica popolaresca che si trova anche in Anacreonte, e significava liberarsi, con quell'atto, dalla passione d'amore. Indubbiamente la personalità poetica di Saffo è così potente da improntare di sé ogni più piccolo frammento dei suoi carmi, riconoscibili e inconfondibili fra quelli di qualsiasi altro poeta greco. Ma ciò non sarebbe sufficiente. Il mito di Saffo - un mito che si è prolungato attraverso i secoli fino a noi - si è piuttosto costruito sulla sua personalità umana, originalissima e, possiamo dire, romantica ante litteram, così come si delinea attraverso i frammenti della sua poesia (Odi): e: "Alcuni dicono che un esercito di cavalieri, / altri di fanti, altri una flotta di navi / sia la cosa più bella: / io dico che la cosa più bella è ciò che si ama"/ . Con queste parole di una semplicità insuperabile, pur nella loro punta polemica contro l'ideale guerriero ed eroico dell'Iliade, Saffo ha interpretato per sempre l'eterno romanticismo dell'anima femminile. Il motivo dell'amore ricorre in altri celebri frammenti: "Eros che scioglie le membra / di nuovo mi agita, / fiera invincibile dolce-amara"/; "Eros ha sconvolto la mia anima, / come il vento che sopra i monti / si abbatte sulle querce"/. Eppure, nonostante queste confessioni intense e dolorose, prevale in Saffo la gioia, sia pure velata di malinconia della bellezza delle giovinette da lei cantate. Saffo è più che donna quando esprime con veemenza il suo amore di gloria: a una rivale incolta essa dice: "Morta tu giacerai ,/ né più ricordo di te ci sarà né rimpianto: / perché tu non cogli le rose della Pieria :/ e ignota anche nell'Ade vagherai / svolazzando fra oscure ombre di morti " /. Un accento fortemente personale ha l'ode intera rimastaci - l'Inno ad Afrodite, che dell'inno religioso ha soltanto il movimento iniziale e determinati epiteti: ma diventa subito fin dai primi versi preghiera personale di Saffo che in preda al tormento per una passione non corrisposta chiede aiuto alla dea, e ricorda un'altra occasione in cui Afrodite l'esaudì e compì il miracolo: il centro lirico dell'ode è nella descrizione dell'epifania della dea sul carro d'oro che scende dal cielo: l'anima appassionata di Saffo si acquieta nella contemplazione della bellezza divina quasi la goda come aroma inebriante: il sorriso radioso della dea calma la sua pena. Il dono poetico che gli dèi le concessero è un tragico dono: desolatamente e disperatamente sola nella sfera divina dell'Arte, inappagata dello: "sterile alloro, / freddo, senza frutto, senza profumo", / ella si volgerà verso la Vita e accosterà le labbra al "soave calice coronato di fiori": per un attimo l'amore del giovane bellissimo Faone le dà l'illusione di poter essere semplicemente donna amata e amante, di scendere "dalle cime presso le nubi, / nelle ridenti fiorite valli della vita" / per condurre a fianco dell'amato "una semplice esistenza pastorale". Conscia del proprio destino Saffo depone sull'altare degli dèi il "soave calice" a cui aveva solo accostato le labbra, non libato, poi, col mantello di porpora sulle spalle, in capo la corona d'alloro guadagnata ad Olimpia, la cetra dorata in mano, si precipita dalla rupe nel mare tumultuante.


Così, ora, a delizia dei miei Lettori, una quartina da:

"Ode ad Afrodite":

"prendevi il cocchio e belli lieti passeri
ti portavano sulla terra nera
fitte agitando le ali giù dal cielo
in mezzo all'aria […]

Dal Frammento 2:

Mi appare come simile agli Dei
quel signore che siede innanzi te
e ti ascolta, tu parli da vicino,
con dolcezza

e ridi, col tuo fascino, e così
il cuore nel mio petto ha sussultato
ti ho gettato uno sguardo e tutt'a un tratto
non ho più voce,
no, la mia lingua è come spezzata,
all'improvviso un fuoco lieve è corso
sotto la pelle, i miei occhi non vedono,
le orecchie mi risuonano,

scorre un sudore e un tremito mi prende
tutta, e sono più pallida dell'erba,
è come se mancasse tanto poco
ed esser morta;

pure mi debbo fare molta forza… […].

Saffo.

***

Buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

***** *****

Della nostra affezionata Poetessa Antonia Migliaresi di Roma, edito in questo numero due sue Liriche: "Dedicata a … quel ramo di Lecco", la seconda: "Scrivendo…". E' noto lo stile poetico che personalmente, voglio definire "Lariano" di adozione quale sentita estimatrice e conoscitrice dei luoghi comaschi. Il suo amore qui cantato in queste rime, è davvero coinvolgente ed ha il pregio di "trasportare" il Lettore, sui luoghi da lei illustrati, grazie alla sensibilità espositiva del suo tessuto poetico. Auguro come mia abitudine ai signori Lettori. buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

***

DEDICATA A… QUEL RAMO DI LECCO...

Tutto m'incanta del Lago di Como
che chiaro si offre alla vista;
dei tre superbi suoi rami
più selvaggio mi appare quello di Lecco.

Maestosi i suoi rocciosi strapiombi
e brillanti le macchie di verde.
Le Grigne si stagliano nel cielo
e incutono rispetto e timore.

Cangianti sono l'acque del Lago
che variano ad un soffio di "breva"
e mentre son verde smeraldo
diventano di mille colori.

E' come se un Arcobaleno
creasse riflessi nel Lario.

Mutevoli sono le correnti
così come le brezze ed i venti.
Si alternano l'onde rabbiose
a placidi spazi di quiete.

I pochi ridenti paesini
risplendono loro antica bellezza.
Non l'adornano ville lussuose
ma solo rustiche case.

E' magia di natura
che s'offre sovrana
a chi naviga quel ramo del Lario.

E' unico, ineguagliabile spettacolo
che s'imprime nel profondo del cuore.

Antonia Migliaresi.

***

Un dipinto! Conosco perfettamente "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, fra due catene non interrotte di monti…" (A. Manzoni -I promessi sposi) poiché la mia famiglia nell'immediato ultimo dopoguerra, ebbe a trasferirsi per parecchi anni a Mandello del Lario. Quanto la Poetessa espone è esatto. In questo "ramo" si ritrova ancora il paesaggio selvaggio; il netto contrario del ramo opposto, cioè quello dell'ampia solare Tremezzina. I versi di questa Poesia illustrano realmente il repentino cambiamento di colori, non solo del lago, ma anche della vegetazione sui fianchi delle montagne, la maestosità non urtante, ma gradevole delle giogaie delle Grigne che invita (e non impone) al silenzio e alla meditazione. Il color rosa che al tramonto assumono quelle pietre è veramente…"magia di natura". Ed è cantato tutto così bene… bravissima Poetessa!

Sandro Ciapessoni

***

SCRIVENDO…

Mi spoglio dell'anima
e l'adagio delicatamente
su di un foglio
porgendola nuda
alla sensibilità di chi la legge.

Colorandole d'inchiostro
scruto le sue emozioni
rivivendo ad ogni verso
uno scorcio di me.

Creta tra le mie mani
è questo foglio
e lo plasmo con vita vissuta,
vestito con le mie esperienze,
è materia viva che mi parla.

Una parte di me resterà
impressa per sempre
tradotta in poesia
per ricordarmi com'ero.

Antonia Migliaresi.

***

Qui la Poetessa abbandona da descrizione paesaggistica dei suoi dipinti per porre al Lettore la costruzione del nascere, di come lei sente nel proprio animo, la genesi dei suoi poetici sentimenti. Rime gentili di una sensibilità tutta particolare, un ricamo di squisita compostezza abbonda in questi versi; mirabile specchio dell'animo sensibile della Poetessa.

Sandro Ciapessoni.

******

Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento. Con altre due Opere: "L'incanto della valle…" e "I sogni mi portavano lontano…" continuo la presentazione delle Liriche di questa valente Poetessa che ha già al suo attivo una notevole considerazione nel campo poetico - letterario. Incisive e nello stesso tempo dolcemente romantiche, sono le sue rime assemblate in ordinata metrica e in stesura classica che pregia la composizione, donando ad essa la facilità dell'immediato assorbimento del testo durante la lettura. Sono Poesie che onoro piacevolmente in questo periodico, per cui auguro al Fruitore, una buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

***

L'INCANTO DELLA VALLE…

Tripudio in notte d'incanto
simmetria pura di doriche colonne.

Mute preghiere di anime antiche
sopra altari ed incavi di pietra
muovono i passi d'un balzo
ad un lungo cammino,
ad aprire le porte
alle storie taciute
nella nebbia del tempo.

E' la pallida luna
che con orli affilati
prigioniera di una dolce malìa
sfiora l'ala eterna del mito
carezzando il canto dell'arte.

Nella splendida valle
giunge il vento
improvviso
dall'azzurro del mare.

Mi scompiglia i capelli
l'alchimia dell'incanto
mi riporta a svelare
trasparenze di luce
attraverso il lembo di cielo
che ho dentro.

Matilde Di Martino.

***

Coi primi nove versi, ecco un esempio di metrica libera ma ordinata che di fatto chiudono con tre settenari di eccezionale effetto ritmico - poetico, evocando l'arcaica e magica atmosfera di una civiltà a noi pervenuta soltanto tramite le testimonianze di mute pietre e templi.
Seguono altri due versi settenari di un'estrema bellezza lirica: "E' la pallida luna / che con orli affilati / " […] versi che vanno ad impreziosire questa composizione accarezzando miti, regalando ad essa quel fascino emotivo che mai tramonta nell'animo e nel cuore del poeta. Raramente leggo versi di questa levatura… E' come rivivere in sogno antiche civiltà… ed è sublime! Soltanto una Poetessa che vive accanto, porta a porta con simili testimonianze, può cantare quanto sto commentando.

Sandro Ciapessoni.

***

I SOGNI MI PORTAVANO LONTANO...
della Poetessa Matilde Di Martino.

Ho smarrito la chiave
del forziere del sogno
spazio di confidenza
voce di desiderio e fantasia.

Sognare…
era vitalità esplosiva
a tratti esagerata,
bagliore di fuoco e fiume fecondo
abile gioco a specchi di rimandi,
un lanciar sassi in tondo
nell'onde del pensiero.

Prima di cogliere
le inquietudini del tempo
il sogno era farfalla
colore d'opale ed ambra.

Ora è ombra che vaga senza posa,
fantasma muto
tra riccioli di vento.

Matilde Di Martino.

***

In questa prima strofa, i primi due versi espongono immagini ben definite, colorite di rammarico ed in netto contrasto con gli altri due versi che si affidano alla "confidenza" ed "alla voce di desiderio e fantasia";. ed è proprio questo contrasto a donare alla prima strofa, quell'atmosfera intima e nello stesso tempo romantica che riflette in pieno, il caldo e raffinato stile poetico dell'artista Poetessa. Della seconda strofa voglio porre in rimarco il verso: "era vitalità esplosiva"; efficace coronamento ai significati che compongono tutta la strofa nel suo far apparire il movimento di: "un lanciar sassi in tondo" per poi dolcemente acquietarsi "nell'onde del pensiero". L'opera si chiude poi in un alternarsi di raffigurazioni emotive soavemente tinteggiate, quali gli ancestrali colori d'opale ed ambra, ed il leggiadro volteggiare del volo di farfalla.

Sandro Ciapessoni.

*****

Poetessa e Pittrice e Pittrice Signora Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como).Da parecchi anni affermata Poetessa e già conosciuta nell'ambito di questo Periodico. Edito due sue Opere: "E sogno…" ; l'altra: "Verrò… ":Due liriche i cui linguaggi compositivi evidenziano ampi orizzonti argomentativi. La prima a carattere "sociale" la seconda a carattere "romantico e personale". Ai Lettori tutti, felice lettura.

Sandro Ciapessoni.

***

E SOGNO…
Lettori dell'Arti… dedico a Voi tutti.

E sogno braccia lunghe e forti
che mi stringono sotto i tamerici,
mentre il viso
si ricopre di salsedine
e il vento, sfoglia il mio vangelo.

Sogno le città senza grigiore,
bambini che corrono senza tema
sotto alberi magici
colmi di frutti e luci,
e coi nonni che dispensano saggezza.

Sogno un'ipnosi collettiva
che il male strappi dalla terra
riportandoci all'era primitiva,
regalandoci stimoli preziosi
di nuova vita.

Sogno che stelle e luna
danzano con gli angeli,
tutto trascinando
in grande apoteosi...
sui canti, dei musici del cielo.

Mariangela Fumagalli.

***

VERRÒ…

Verrò...
se tu mi guarderai soltanto
al lume di candela,
perché sul mio viso
passata è la vita
e l'esperienza s'è fatta ruga.

Verrò...
se a te non turba
di guardarmi al tramonto
che tutto indora,
anche gli occhi... che hanno pianto.

Verrò... a sera
con le pupille della vita,
cercando di rubare il tuo sapere
con l'entusiasmo della primavera,
il calore dell'estate,
la malizia dell'autunno...
e terrò conto
della temperanza dell'inverno.

Verrò...
se di cose sublimi parlerai
e di carezze, non avrò più credito,

Mano nella mano,
ci lasceremo vincere dal sonno.

Mariangela Fumagalli.

*****

"S T R E N N A N A T A L I Z I A"
P o e s i e di Sandro Ciapessoni - tremezzino della "Sacra Tremezzina!".
e… serena felice lettura.

CHIARE FANCIULLE (Castàlia)
da: "I cantici di levante".

Chiare fanciulle dalle dorate chiome
vestite sol coi raggi della luna,
nelle sorgenti alpine vanno a cercar ristoro.

Son le sembianze loro, indefinite e vaghe;
- tal è l'aspetto occulto -,
eppur desiate assai, son da cantori e aèdi.
Le spensierate amabili fanciulle
sono le "ninfe", alle muse, sacre.
Spiriti eletti sono, all'arti del poetar
e della cetra, e all'arti dei colori
e degli allori.

Questo è il bel sito dove Castàlia intreccia
i sacri lauri pe' i serti dei Poeti;
quivi l'aurata ninfa, fuggì i desiri
del musagète Apollo.

O naiade Castàlia fanciulla delle fonti!
Per ricusar l'iddio, la fonte del Parnaso
assunse al tuo destino.

Alla tua fonte ora, per volontà divina
attingono il sapere Arcadi ed Aèdi.
Alla tua fonte, l'iddio citaredo
con dolce melodia… ma con rimpianto,
empie di Delfi il cielo.

Castàlia fuggitiva al dio dell'Arti belle,
oggi dimora ovunque presso le fonti
baciate dalle stelle.

Là, dove l'acqua dei rivoli montani
in singolar ruscello si conduce
fra il verde degli allori e dei castagni.

Il solitario canto del ruscello
si perde nel frascato a fondo valle,
e nella notte, terse le vie del cielo,
l'illanguidito raggio di Selène
avvolge con dolcezza,
Castàlia e le sue chiome.

La giovinetta sacra
lambita è dalla fonte;
con amorosa grazia ed armonia,
le ciocche bionde... posan leggere
sul delicato seno.

Adorno è il capo di glorioso alloro.
È il serto consacrato
dalla vestal d'Apollo!
Castàlia l' ha costrutto...
la ninfa, a noi lo dona.

Il profumato anelito nell'aere,
ricorda - ascoso -, l'alpestro ciclamino.
L'aulente aroma del selvaggio timo...
Frondoso è il "capelvenere"; dai tufi sporge...
e le accarezza... il viso.

Castàlia, Castàlia fuggitiva!…

Sandro Ciapessoni.

***

GLI AFFETTI
(Il mio dormire da "Poetica lariana")

A notte fonda
quando il silenzio domina la terra,
quando nel cielo
gli astri mostrano lor vita,
talvolta è il mio dormire
lambito dai remoti
fantasmi dei ricordi.

E dolcemente nella mia visione
si vestono di sembianze familiari
le belle rimembranze del passato
e senza ambascia, scuotono il dormire.

Han luce nella notte
e in guisa di pensiero,
le delicate gioie di mia vita,
e i Volti amati e cari...
Immagini impalpabili sul viso.

Gli affetti che rinchiusi son nel cuore,
mi parlano... mi parlano in silenzio
e con amore.

E sul mio viso
è un alitar leggero...
la brezza che soave e lieve
trema le acque del quieto lago
nell'ore... nell'ore del mattino.
Parole di dolcezza,
parole di conforto al mio respiro.

La notte della Terra è misteriosa
come nel cielo, arcane son le stelle!
Ecco! È il Gran Carro della mia ventura
che in avvenire, mai non m'abbandona...
è l'Orsa, la Maggiore che lo guida.

A notte fonda
odo il silenzio della mia contrada
e il tremulo frusciar dell'onde
sulla riva.

A notte fonda...


Sandro Ciapessoni.

***

TI GUARDERÒ...
da "Poetica lariana".

Sì!...
Ed io ti guarderò
al lume di candela,
ma sul tuo viso io troverò soltanto
il bianco velo di trasparente
e dolce tua malinconia.

Nullo timore
potrà turbare il mio guardare,
ché i segni della vita,
saran per noi, soltanto,
ombre forbite e care
delle passate gioie e dei dolori;
così, come... "calar di sole..."
si spegne nell'occaso.

Ti guarderò col sole e con le stelle
la sera al plenilunio... al par di Bice!

Nel dì di maggio,
nell'ore tue serene e dei ricordi,
al raggio della luna incantatrice
ti rivedrò in tua contrada antica.

Nel silenzioso immoto della notte
ti svelerò il segreto del sorriso.

Ti guarderò con gli occhi del mio cuore
nell'incantevol pace dei giardini
tra le camelie in fiore
e il lago che le arride.

Saran negli occhi tuoi
le Nàiadi celesti
rinchiuse allor col cielo.

Ti parlerò con semplice dolcezza
delle sublimi essenze del Creato
e pianto alcuno scorrerà sul viso,
se non di gioia e di allegrezza, e tanto!

Saran tue chiome... sfiorate da carezza.

Soffice brezza simile a zefìro,
sotto le stelle bacerà il tuo viso,
e mano nella mano
noi sognerem Morfèo...
col fragile respiro.

Sandro Ciapessoni.

***

PRESSO UNA CROCE…
da "Poetica lariana".
(a "Lei…" dedicata)


Presso una Croce in pietra
in Santo Giacomo protetta,
nella navata a manca sistemata,
io vi sostavo accanto al Padre mio

con l'animo disposto alla preghiera.

Ed ero giovinetto
pur mi sentivo solo
anche se al lato opposto tra la folla
una Consolazione
furtiva mi guardava.

Speranza mi era, dolcissima e serena.

In quella sacra Pietra
io confidavo l'intimo mio segreto,
le mie promesse e il tempo mio futuro…

Tu Santo Crocefisso mi capivi
e il Capo chino Tuo
al cuore mi parlava…
ed io non credevo;
speravo sempre e sempre io attendevo.
Ma il fiume della vita
s'è dileguato intanto
e inesorabilmente
corre al suo destino.

Così come la neve
al bel tepor di maggio
lieve si scioglie nel fondo della valle,
così, fedele diva si spoglia il mio cammino
e nel silenzio sacro del mistico Mistero
innanzi a quella Pietra di Martirio
sempre ti aspetterò ognor tacendo…
Io là sarò, accanto a te… pregando.

Sandro Ciapessoni.

***

ASTRO CALANTE…
da: "Rime".
dedicata a mia Moglie "Gisella"
.

In quest'ovale antico
dentro al granito nero
tu mi sorridi ancora
e mi rammenti Amore.

Profumo di speranza
m'infonde la tua luce
ma il labbro inerte tuo
risveglia il mio dolore.

Tu mi donavi il Giorno
nel tiepido calor della tua mano;
onesto era il tuo cuore
palpito di Vita e Luce
voce che sempre all'animo giungeva.

Giorno non passa ch' io ti parli ancora,
inutilmente attenderei quell'Ora
se al dolce Viso non offrirei preghiera;
esempio m'eri di dolcezza pura,
lenta or mi giunge quella carezza amata
linfa vitale all'ultimo cammino:
astro calante al vespero del Sole.

Sandro Ciapessoni.

***** *****

Bino Rebellato - "Poeta" era nato ma Cittadella (PD) nel 1914. Coltivò assiduamente e con passione molteplici interessi in particolar modo nel campo Artistico e nella Letteratura. Fu anche Editore e negli anni '50 e '60, pubblicò Autori famosi: Bertacchi, Buzzati, Marin, Palazzeschi, Diego Valeri e tanti altri ancora. Aperto alle correnti giovanili, è stato anche fondatore del Premio "Cittadella". E' mancato nel luglio del 2004 all'età di 90 anni. A richiesta dell'Amico mio signor Dino Cagnolini di Padova, raffinato ed esteta del "nitido letterario", pubblico in questo numero, del Poeta scomparso, "ad memoriam", la Poesia:" Non ho mai scritto il verso". Auguro buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

***

NON HO MAI SCRITTO IL VERSO.

Non ho mai scritto il verso
che per tutta la vita
ho sognato di scrivere.

E non ho mai saputo
il vero puro timbro
della mia voce.

Di sorprenderla ogni giorno m'illudo
in attimi di grazia
immacolata come l'alba
prima del mondo.

Dalla mia lingua muta
parla una voce
che non conosco.

Bino Rebellato.

***

Commentare il "Poeta" Bino Rebellato…
Fu Maestro e lo è tuttora!

Sandro Ciapessoni.

***

Opere adatte alla prossima ricorrenza: Dell'affermata Poetessa Signora Celeste Travaino di Alessandria (AL) pubblico due sue liriche: "Parco Natale" e "Cari odori…". Di questa nostra Collaboratrice già conoscete il suo stile letterario; mantiene una linea sobriamente pulita e la sua lettura si snoda immediatamente piacevole al Lettore. Voglio altresì ricordare che la Poetessa è attiva Collaboratrice del Periodico "Il Giornalino" edito dalla UNITRE' di Alessandria. Auguro a tutti una serena e buona lettura

Sandro Ciapessoni.

***

PARCO NATALE

Malinconia struggente
di un lontano Natale
smarrito nel tempo.

L'intenso profumo d'agrumi;
gli aghi del pino caduti
sul consunto divano
pungevano le gambe nude
di noi bambine e bambini…

I regali utili
donati col cuore
erano frutto di rinunce,
miracoli dell'amore.
Un Natale parco di cose
ricco di spremute di cuore.

Sarà che son vecchia
e fors'anche fuori moda,
io darei una manciata
dei ricchi Natali di oggi
per un parco Natale d'allora.

Celeste Travaino.

***

CARI ODORI…

Ci sono profumi e odori
che s'imprimono nella mente
e si annidano nel cuore.

Della mia infanzia
ricordo la fragranza
che usciva dalla borsetta
un po' sdrucita, di mia nonna
che mentine dispensava.

Soave era il profumo d'incenso
che con animo puro…
da bambina
al Vespro respiravo.

Più tardi poi…
il profumo della rosa
ch'ebbi in regalo
dal mio primo Amore.

Buono era l'odore del fieno
appena tagliato;
quello del mare
e delle barche
al rientrar dopo la pesca.

Piacevole era l'odore
del pranzo domenicale
che l'anziana Madre
per me, allora cucinava.

Fra tutti,
un profumo speciale esiste!…
Uno che, se in palio
ci fosse un premio,
quello sarebbe il suo.

E' buono, pulito,
dolce, tenero e paffuto…
è il profumo della mia
neonata nipotina.

Celeste Travaino.

***

"Parco Natale".
Opera che inizia subito offrendo al Lettore un velo di "nostalgica malinconia". Nel ricordare l'intimità raccolta negli animi, durante le Solennità di un tempo, la nostra Poetessa ci pone subito in risalto le genuine gioie che stimolavano le nostre emozioni… il profumo degli agrumi, il tanto desiderato Albero di Natale, i doni… il sorriso dei nostri cari mentre ci porgevano quei doni, frutto di sacrifici, ma sacrifici lietamente sopportati poiché era da loro che sorgiva la nostra gioia. Complimenti Poetessa, anche Lei sa scrivere col cuore!

"Cari odori"
… e si presenta come tutto un ricamo di finezze, la giocosità dell'infanzia che viene ricordata come la purezza del profumo d'incenso, il profumo delle rose… la delicatissima fragranza della prima rosa ricevuta dal primo Amore… è una descrizione che evoca un'immagine di splendente nitore. E da ultimo… l'altro profumo, il profumo inimitabile della Vita!… Poetessa Travaino, complimenti sinceri e sentiti per quest'opera di squisita forma letteraria.

Sandro Ciapessoni.

*****

Poetessa Signorina Katia Marionni di Marotta (PU) . Anch'essa già nota ai nostri lettori. Il suo stile poetico è facilmente riconoscibile per la chiarezza del linguaggio, per l'esposizione ordinata di tutto l'assunto poetico ed infine, per quel pathos tutto suo particolare cui le sue liriche sanno esprimere. E' pur presente (ma non in tutte le composizioni) un sottofondo di dolce abbandono e di orientamento alla contemplazione

Sandro Ciapessoni

***

MADRE SANTA

Come fai Madre Santa
a sopportare
la sofferenza dei Tuoi figli…
come vivi in cuor Tuo
l'alienazione e la morte,
consapevole come sei
di un Martirio già vissuto
duemila anni or sono?

Sei Tu
Madre Santa
testimone della Resurrezione
della Carne,
della rinascita dello Spirito,
che si ripete ogni qual volta
si eleva al cielo
il Calice della Salvezza.

Sei Tu
Madre Santa
che perdoni chi Ti offende
poiché non sa veramente
cos'è l'amore Tuo,
poiché non crede
nella speranza della rinascita.

Sei Tu
Madre Santa
che non dimentichi nessuno
e ci osservi ogni momento,
divenendo la Luce - guida
del cammino verso la vita.

Katia Marionni

***

Poesia di carattere religioso raccolta in versi liberi ma di immediata facile lettura, grazie all'ordinata esposizione del tessuto poetico. Vi sono richiami di sapore dantesco quasi evocanti la preghiera Mariana, e la raffigurazione di fede che ne risulta, emerge ed illumina gli animi umani, volti sempre e talvolta inclini ai dubbi cui tutti noi ne siamo fruitori, a riacquistare quella speranza che sovente riteniamo averci abbandonati.
Di grande effetto alcuni versi novenari ed endecasillabi, e l'esempio migliore lo troviamo dei due versi novenari a chiusura dell'opera: "divenendo la Luce . guida /del cammino verso la vita.
Complimenti, Poetessa Signorina Marionni.

Sandro Ciapessoni.

*****

CORRISPONDENZA  DEI  LETTORI
sulle opere edizione mese precedente.

Dalla Poetessa Signora Antonia Migliaresi:
Roma, 25/08/2006

Ho letto con grande entusiasmo l'ultimo numero della rivista letteraria. Dopo la pausa estiva, la trovo rinnovata e piena di notizie e particolari molto interessanti.
Nelle due stupende poesie della Poetessa Matilde Di Martino, sempre vivo s'avverte il ricordo di un passato che, attraverso la nostalgia si fonde con il presente, pur se si sente un velo di malinconia e rimpianto per ciò che non si potrà più rivivere.
Nella poesia della Poetessa Cortese, c'è un tirare le somme della vita, un porre sul piatto della bilancia il suo passato; purtroppo questo piatto pende pesantemente dal lato del rimpianto e della sofferenza. Tutto espresso con uno stile ed una padronanza di linguaggio davvero encomiabile.
Coinvolgente è la lirica della Poetessa Luciana Bianchi Cavalleri di Como, dove vivo ed intenso risalta l'amore per la sua terra ed il suo lago mentre ci illustra ricordi e tradizioni con versi incisivi e di un perfetto stile poetico.
Che dire della tua bellissima poesia "Espéra", dove ci trasporti nell'atmosfera felice ed incantata della terra di Grecia? E così guidati da Ninfe e personaggi mitologici, riviviamo con te emozioni di panorami, albe e tramonti che canti con tanta passione e partecipazione.
Commovente è la poesia "Stelle" della Poetessa Mariangela Fumagalli , dove risalta il suo cuore nobile e desideroso di spargere amore e pace anche attraverso le lacrime.
Gran dolore c'è invece nella poesia della Poetessa Katia Marionni che fa il bilancio di una vita dove ha prevalso la tristezza e la sofferenza e purtroppo si è smarrita la gioia e soprattutto il "canto". Ella è invitata a riflettere; a godere di tutto ciò che si può.
Infine; rimpianto nella poesia: "Ero nata per volare" della Poetessa Celeste Travaino. Per rispettare regole di conformismo, l'Autrice si è privata della gioia di poter volare e troppo tardi si rende conto che vorrebbe provare. Ormai lei dice: ha lacerato le ali. A questa Poetessa faccio i complimenti per gli incisivi e sentiti versi, ma mi permetto suggerirle che non è mai troppo tardi per volare e che le ali possono rispuntare se solo il cuore lo desidera ardentemente.

Antonia Migliaresi
Roma

***

Dalla Poetessa Signora Matilde Di Martino:
Agrigento, 27 agosto 2006.

Gentilissimo Signor Sandro, trovo finalmente il tempo per scriverLe e significarLe la gioia della lettura di ciò che rappresenta la Sua originale creatura artistica. Qui di seguito proverò a manifestarle tutto ciò che è nato nel mio cuore, approcciandomi con curiosità alle sue pagine.
"Ho tra le mani la rivista Ars Poeticæ, relativa ai mesi Settembre-Ottobre 2006, e vi ritrovo due mie composizioni. E' un grande onore per me fare parte della famiglia del periodico letterario, fondato e redatto con amorevole cura dal distinto Poeta Sandro Ciapessoni, a cui porgo con profonda stima il mio grazie.
Ho gradito l'articolo-ricordo per la triste dipartita di Stanislao Nievo, scrittore poliedrico, noto per la lodevole iniziativa dei Parchi letterari" che in luoghi suggestivi danno vita a movimenti
d'attenzione per alcuni famosi poeti italiani.
Balzano vive le liriche della poetessa Antonia Migliaresi. Il Lario, con la luce delle sue stelle, coi borghi e i monti che ne sono degna cornice per la loro ardita magnificenza, diviene padrone assoluto del suo cuore e soggetto di tratteggi poetici e pittorici di grande rilievo.
La poetessa Maria Teresa Cortese anima, coi ricordi del passato, Sallustio e Puffo,due simpatici gatti, teneri confidenti della sua vita, ricca di luci ed ombre.
Luciana Bianchi Cavalleri, poetessa comasca, ama indulgere su ciò che nel tempo le ha permesso di stupirsi e rievoca con particolare precisione luoghi, avvenimenti e tradizioni, presentando il tutto con immediata vivacità.
L'incedere elegante del Poeta - musico Sandro Ciapessoni ferma di colpo la mia attenzione. I suoi versi, intrecciati dal filo dell'amore e colorati dalla passione per l'arte poetica, nella magnifica "Espéra" si spandono con la stessa maestria con cui l'irresistibile Orfeo suonava la sua lira e giungono al cuore come dolce eco, mentre mitiche immagini, allegoriche, di grande pregio e suggestione, danzano tra la melodia delle parole e risvegliano mille emozioni.
"Le Stelle" della Poetessa Mariangela Fumagalli versano lacrime di calda umanità e appaiono molto vicine alla nostra gioia e alla nostra sofferenza.
La poetessa Katia Marionni crede di avere smarrito il suo canto nella corsa del tempo e della vita, ma noi lettori lo ritroviamo ancora vivo e palpitante di sentimenti.
La poetessa Celeste Travaino compie un gioco di profonda introspezione e rivede il suo cammino,obbligato e stretto in un'unica via; ma può volare verso nuove strade con le ali della sua fervida fantasia.
Ho ancora tra le mani "Ars Poeticæ", una rivista di poche pagine, ma è come se abbracciassi un mondo di sensazioni, un universo variegato di voci e sussurri. La parola, come per magia, si è fatta vivo desiderio e ha mosso i suoi passi verso il sentiero illuminato dalla fiamma della Poesia. Ancora grazie di cuore e particolari saluti a tutti, […].Le rinnovo la mia stima e l'apprezzamento per il suo oneroso impegno.

Matilde Di Martino Agrigento.

***

Dalla Poetessa e Pittrice: Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como)
Bellagio, 22-09-06-

Esimio e caro signor Ciapessoni, quando ricevo "Ars Poeticæ", è come se ricevessi una lettera d'amore; l'aspetto e gioisco perché so che in questo fascicoletto che Lei ci invia gratuitamente, c'è molto per il nostro spirito che sempre più viene annientato da questo tempo storico, difficile per tutti noi: "Solo la Poesia salverà il mondo", diceva un grande Letterato. Credo che sia una grande prospettiva per non naufragare nell'apatia. Così ci è dato di sentirci tutti uniti, dal Sud al Nord in simbiosi con le parole, con i sogni che ognuno di noi cova nel cuore.
Per ognuna di queste Poetesse ci vorrebbe un premio; una pergamena con "Cento e Lode", ma vorrei porre questo quesito: "diciamo mai grazie a chi ci ha creato tale talento?". Perché la Poesia è per tutti e la gratuità è d'obbligo. Se il calore misura la felicità dell'anima, le Poesie sono terapie dello spirito poiché nessuno scrive solo per la gioia, ma è più il dolore a forgiarci unitamente ad un poco di follia che è la vitamina del pensiero. Grazie di cuore maestro Ciapessoni. Lei ci dona molto di più di quanto è scritto nel Suo graditissimo opuscolo. Iddio Le conceda lunga vita. Con stima rinnovata,

Mariangela Fumagalli - Bellagio.

***

Dal Signor Dino Cagnolini di Padova.
Padova, 12/10/2006

Caro Signor Sandro,
mi sento da umile lettore della Sua ormai gloriosa rivista letteraria, in completa simbiosi con Lei.
Questo è a mio avviso il risultato più eclatante da Lei raggiunto. L'infuso miracoloso che Lei sa iniettare nelle nostre anime con la Sua Arte, fa sì che ognuno di noi da semplice lettore si senta un grande Poeta. Lo spessore umano e l'altissima qualità dei Suoi Poeti e Poetessa, incanta.
Le esprimo un mio desiderio: è possibile per Lei reperire e pubblicare una Poesia di Bino Rebellato, Uomo e Poeta alquanto da me frequentato nella mia giovinezza. Grazie di tutto.

Suo Dino Cagnolini.


Ringraziamenti:

Sentitamente porgo il mio ringraziamento alle Signore Poetesse: Migliaresi Antonia, alla Signora Poetessa Matilde De Martino, nonché alla Poetessa Signora Mariangela Fumagalli per i graditi commenti che onorano i Partecipanti in questo Periodico.
Un particolare "Grazie" all'Amico padovano Dino Cagnolini, Persona di alta e qualificata sensibilità artistica e letteraria per il gratificante commento sopra riportato.
Ed è infatti con sommo piacere che ho provveduto a pubblicare in questo numero, una poesia del compianto grande Poeta Bino Rebellato, che fu Maestro a tanti, purtroppo da due anni scomparso.
Formulo altresì a tutti e a cuore aperto… i miei migliori e sinceri

Auguri per un Felice Santo Natale
e felice
Anno nuovo
apportatori di vera gioia, come tutti noi desideriamo ed auspichiamo.

Sandro Ciapessoni.

***

Segnalo all'attenzione delle gentile Lettrici e signori Lettori, che in Internet è attivo il seguente recapito Blog:

http://amoillario.blog.tiscali.it

Troverete trattati argomenti vari dalla Letteratura ad altre discipline. Potrete facilmente esprimere il vostro pensiero ed anche proporre i vostri argomenti. Grazie. Il Sito è molto interessante!

Sandro Ciapessoni.

***

Torna a: Indice Anno e mesi
Torna a Copertina: "Ars Poeticae"
Home page: "Poesie"