ANNO 2007 Maggio - Giugno

 

 

 

"A r s P o e t i c ae"
(L'Arte della Poesia)

 

 

Foglio periodico letterario - artistico.
(Qui canit arte canat...)

 

Fondato e redatto a cura da:
Sandro Ciapessoni
Via Dignano, 6 - 35135 - PADOVA
Telef. 049612286

 

 

Edizione cartacea non in commercio

 

 

Tutti i testi qui contenuti sono di proprietà
dei vari Autori;
pertanto sono tutelati a norma di Legge.

 

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CONTENUTO:

Siti Web Autori

Articolo: su G. d'Annunzio: di Antonia Miglioresi

Poetica:

Monia Mariani
: Petali d'infanzia e Buccia di luna
Migliaresi Antonia: Rimpianti… e La ruota della vita
Daniella Pasqua: E dentro me gioisco… e No… non parlare…
Matilde De Martino: Signora nostalgia… e Vai oltre il buio…
Mariangela Fumagalli: Ottobre… e In fondo al viale…
Sandro Ciapessoni Il pettirosso… e Io ti ritrovo ancora…

Corrispondenza Lettori

Antonia Migliaresi
Matilde De Martino
Daniella Pasqua
Dino Cagnolini

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Siti Web Autori:

Sandro Ciapessoni: http://digilander.libero.it/ciapessoni.sandro
E-Mail: sandrocps@ciaoweb.it
E-Mail: sandrociapessoni1@virgilio.it

Migliaresi Antonia: http://amoillario.blog.tiscali.it
E-Mail: anto.resi@libero.it

Daniella Pasqua: http://www.daniellapasqua.it
E-Mail: maria-dani@libero.it
oppure:
Daniella Pasqua:
http://it.geocities.com/daniella_pasqua_poesie
E-Mail: maria-dani@libero.it

Mariangela Fumagalli: http://www.geocities.com/Fumagallimar
E-Mail: fumanet@libero.it

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Visita al "Museo casa natale di Gabriele d'Annunzio" di Antonia Migliaresi
attraverso la descrizione dello stesso Poeta tratta dal suo libro "Notturno".

In corso Manthonè, tra i vicoli della vecchia Pescara, una volta borgo di pescatori, è situata la casa natale di Gabriele d'Annunzio. Detto stabile è stato dichiarato Monumento Nazionale con Regio Decreto del 14 aprile 1927 per tutelarlo come edificio di importante interesse storico e per commemorare la Madre del Poeta, Luisa De Benedictis, che qui visse fino al 1917. Lì, d'Annunzio nacque il 12 Marzo 1863 e trascorse l'infanzia fino all'età di 11 anni quando si iscrisse alla prima classe ginnasiale presso il collegio Cicognini di Prato.
L'edificio ha subito diversi restauri; l'aspetto attuale è dovuto a Giancarlo Maroni architetto del Vittoriale che gli diede un'impronta celebrativa e solenne. Questa casa ha costituito sempre un punto di riferimento importante per il Poeta e, come egli stesso dice "[... ] la casa per me è un santuario, antro pieno di una santità vivente". Dall'ingresso si accede al cortiletto con l'antico pozzo che il Poeta ricorda così: "Penso non so perché, al suono dell'antica mia voce quando, fanciullo, sollevato il coperchio ferrato del pozzo e, sporgendomi dalle sponde di pietra solcate dalla corda, gittavo un grido verso il fondo ove intravedevo il mio viso nell'acqua che luceva."
Da una scala esterna ed un ballatoio si giunge alle stanze del primo piano che, una per una, sono presentate con frasi scritte dallo stesso Poeta nel suo libro "Notturno", raccolta di meditazioni e ricordi, in forma di prosa lirica, redatta nel 1916 durante un periodo di immobilità e cecità.
Entrando in queste stanze si respira un' atmosfera particolare e i vari cimeli e ricordi della vita del d'Annunzio ci fanno quasi sentire la presenza del bambino che anche da adulto, mai si staccò col pensiero da quei luoghi e dai suoi anni d'infanzia e dalla sua città. Come dice egli stesso in una lettera a Innocenzo Cappa:
"Non soltanto la mia infanzia, e la mia puerizia, ma tutte le mie età vivono in ogni pietra, in ogni mattone, in ogni fil d'erba in ogni ago di pino della mia città natale e fatale". E in un'altra lettera indirizzata al Commissario del Comune della neonata Pescara, il Poeta scrive: "[…] forse la mia gente pensa che io la dimentichi; e della mia gente e della mia terra soffro ogni attimo; e in ogni pietra della mia casa rivivo e rimuoio con una vicenda che estenua la mia forza."
Nonostante il suo peregrinare, al di là del fatto affettivo la sua infanzia è stata praticamente l'unico punto fermo di tutta la sua esistenza piena di vicende tanto clamorose quanto occasionali. Questo attaccamento alla sua infanzia e alla famiglia d'origine potrebbe essere interpretato quasi come un processo froidiano di "reifetazione" (regressione), nel senso che, insoddisfatto della realtà che lo circonda, l'Artista tenta di ritornare ai periodi felici e sereni della fanciullezza.
In fondo, la super-attività di d'Annunzio, il superomismo, l'esibizionismo, non erano altro che modi di ubriacarsi di potenza per cancellare questo segno di debolezza.
Proseguiamo la nostra visita, stanza dopo stanza guidati per mano dallo stesso Poeta attraverso pensieri tratti dal "Notturno":
"La prima stanza è deserta. La felicità d'una volta non vi lasciò se non coltelli affilati per dilaniarmi."
"La seconda stanza è deserta. Ci sono i libri della mia puerizia e della mia adolescenza. C'è il leggio musicale del mio fratello emigrato. C'è il ritratto di mio padre fanciullo col cardellino posato su l'indice teso."
"Nella terza stanza c'è il mio letto bianco; c'è il vecchio armadio dipinto, con i suoi specchi appannati e maculati; c'è l'inginocchiatoio di noce dove mi sedevo in corruccio e rimanevo ammutolito, con una ostinazione selvaggia, per non confessare che mi sentivo male."
"Nella quarta stanza c'è il piccolo Gesù di cera dentro la sua custodia di cristallo; c'è la Madonna dalle Sette Spade; ci sono le imagini dei santi e le reliquie raccolte dalla sorella di mio padre santamente morta; e ci sono le mie prime preghiere, quelle del mattino così dolci, quelle della sera ancora più dolci..."

E qui il racconto si fa quasi mistico e risalta il connubio affettivo tra la casa natale e la Madre. Entrambi costituiscono per il Poeta una specie d'immagine simbolica: la vita serena e la spensieratezza dell'infanzia è rappresentata dalla casa, l'affetto familiare e la parte migliore di sé è rappresentata dalla Madre. Ma leggiamo come il d'Annunzio stesso ci presenta la stanza dei genitori:
"Tre gradini salgono alla quinta stanza, come tre gradini d'altare. È piena d'ombra, sotto la volta arcuata. Rimbomba. Il cuore batte le mura con l'urto cieco del destino. Il vasto letto la occupa, dove fui concepito e generato. Credo di udire dentro di me le grida di una madre che, quando nacqui, non penetrarono le mie orecchie sigillate."
La sesta stanza era adibita a soggiorno ed arredata con mobili ottocenteschi. Oggi vi sono stati collocati alcuni pannelli didattici con foto, lettere e citazioni di opere del Poeta che fanno riferimento a paesi, luoghi e monumenti abruzzesi.
Termina la visita e riecheggiano nella mia mente le parole scritte all'ingresso della casa del Vate :
"Porto la terra d'Abruzzi, porto il limo della mia foce alla suola delle mie scarpe, al tacco dei miei stivali".

Antonia Migliaresi.

Argomento, tema principale dell'articolo della Scrittrice e Poetessa A. Migliaresi, è il "Notturno" che l'Autore, G. d'Annunzio lo ricordava come "Commentario delle tenebre". In un primo tempo (1916) scritto in obbligata assoluta cecità su strisce di carta denominati "cartigli" -circa duemilacinquecento - .

Una mia breve succinta cronaca per presentare al Lettore la sintesi del "Notturno" o "Commentario delle tenebre".
Pescara, terra d'Abruzzo commemorata anche al Vittoriale dove posto è il: "Fontanone del Delfino", a cui d'Annunzio dedica l'iscrizione: "O Santo delle mie terre lontane / Santo Rocco piagato dal tuo cane / io che ho il mastino che mi morde / muro due sassi al nostro mal concorde /." San Rocco è infatti il Patrono di Pescara.
D'Annunzio pone all'inizio del suo volume il seguente inciso: All'amore al dolore e alla morte di mia madre queste pagine scritte col sangue consacro - et in tenebris. Come chiusura dello stesso volume, pone il seguente inciso: Vide cor meum (Guarda il mio cuore).
Il 16 gennaio 1916 l'idrovolante partito da Grado per una missione su Trieste, con a bordo in qualità di Ufficiale osservatore Gabriele d'Annuncio e pilotato dal Tenente di Vascello Luigi Bologna, è costretto ad ammarare per tentare di riparare un piccolo guasto. Durante detta manovra a causa del luccichio e del riflesso di luce sul mare, l'idrovolante sobbalza violentemente sull'acqua. Nell'impatto, d'Annunzio piegato su se stesso, urta fortemente il viso sulla mitragliatrice di bordo, procurandosi così l'infortunio all'occhio destro. Successivamente, il 21 febbraio 1916 si fa visitare all'ospedaletto da campo di Cervignano. La diagnosi è impietosa: "distacco della retina e della coroide dell'occhio destro, con versamento retroretinico"; a essa si accompagna all'occhio sinistro, un'oftalmite simpatica derivata dal trauma dell'altro lato. il 22 febbraio, amorevolmente assistito dalla figlia Renata (Sirenetta) d'Annunzio si mette a letto. Vi resterà senza interruzioni fino al 30 marzo dello stesso anno. Nonostante le cure, l'occhio destro è definitivamente perduto. In tali condizioni, assistito dalla figlia Renata, inizia la stesura del "Notturno" che sarà dato alla stampa negli anni a venire, cioè nel novembre del 1921.
Lo spirito patriottico del Poeta è fortemente presente in questa suo grande lavoro, ma soprattutto spiccano evidenti e dominano tutto il "corpus" dell'Opera, tre Immagini principali: la Madre, la figlia Renata, la Gente della sua terra. Le sue avventure amorose non sono presenti in quest'Opera. Egli nomina solamente come semplice ma fugace presenza: Nerissa, la Duse, Cinerina (Romaine Goddard Brooks) e Natalia (de Goloubeff). Un ruolo importante riconosciuto alle Donne di Famiglia ed in preminente parte alla madre: "Uno squasso atroce che sradica me da me, e mi scaglia in un orrore incognito di sangue e di spirito, dove non so se io rinasca o rimuoia. /Uno schianto senza urlo che è come uno sforzo sanguinoso di generare, che è come il talione della madre sopra il figlio del suo strazio ./ E' mia madre! E' mia madre! E' mia madre che s'appiglia alle mie ossa, si rivolta nel mio buio, si rifà carne della mia carne, peso del mio calvario. / Era in me, […] ".
Su d'Annunzio, quanto ancora dovrei scrivere!… Me lo concedete?

Sandro Ciapessoni.

Opere poetiche:

Con mio piacere, presento ai Lettori, una nuova Collaboratrice: la giovane Poetessa Signorina Monia Mariani di Sansepolcro (AR). Inizia così la sua collaborazione al Periodico con due Poesie: "Petali d'infanzia…" e "Buccia di Luna…" . Poetessa che sa esporre con efficaci immagini un chiaro tessuto poetico, dipanando un linguaggio ritmico efficace e nello stesso tempo dolcemente armonioso. In questi due saggi, vi sono esempi di buonissima alternanza strofica, dove i temi si susseguono seguendo con sviluppata logica tutto il contesto poetico riservando così al Lettore, il piacevole senso dell'ordinata stesura ritmico - musicale. Buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

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PETALI D'INFANZIA…

Un diamante, arde sull'orizzonte
spento ed imbronciato.

Inginocchiata sull'erba
accarezzo una mela.

Nella sua lucida buccia…
gocce d'estate.

Un filo di lana rossa
tra le mie dita.

Abbraccio le piume violacee,
m'appisolo tra striduli
tintinni d'ali.

Impaurita
del gracile ronzio di un'altalena
e miscredente,
accenno uno sguardo.

Lastricato è il firmamento
di stelle odorose.

sul nero asfalto
teneri sono i petali d'agrifoglio

Monia Mariani

.***

Un endecasillabo (11 sillabe) inizia il primo verso che immediatamente va a legare col successivo verso senario. E' già questa una colorita immagine che abbinata alla successiva strofa di due versi, crea una scena, un dipinto e la Poetessa ce lo raffigura in maniera efficace e dolce. Ed ora, ecco l'ordinato svolgersi del contesto; e siamo così giunti alla terza strofa. Su questa base si svolge il tema trattato riservando poi alla chiusura, un'altra colorita immagine da meditare: Sul nero asfalto / teneri sono i petali d'agrifoglio"/. Il contrasto dei due aggettivi… A Lei le mie congratulazioni.

Sandro Ciapessoni.

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BUCCIA DI LUNA…

Pesce leggiadro
tra cupe onde del cielo.

Fragile chiarore;
abbagliante meteora senza volto.

Vacillante brama
nell'effimero meditare,
affoga nella notte.

Monia Mariani.

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"Abbagliante meteora senza volto" .Endecasillabo stupendo, e gli altri versi; sono di profonda considerazione.

Sandro Ciapessoni.

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Antonia Migliaresi di Roma, affermata Poetessa. In questo numero è presente con due sue Liriche: "Rimpianti…" è la prima e "La ruota della vita… ", la seconda. In entrambe le Liriche sono presenti due temi principali: nostalgie e delusioni. Un'anima sensibile quale è la Poetessa (e lo abbiamo notato anche nelle altre sue precedenti Opere pubblicate) non è immune da questa forma di estrema emotività. In queste sue due composizioni, ancora si riconferma tale. Poesie che se lette con attenzione, in esse riemergono i luoghi amati… Auguro alle Lettrici e ai Lettori, buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

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RIMPIANTI…

Ti rivedo su nudi sentieri
che il tempo ha gelato,
in aridi prati già percorsi,
su laghi opachi di nostalgia...

Ti scorgo nel palpito della primavera,
nella prima timida gemma,
nell'arsura estiva,
in sogni irripetibili,
in sorrisi sforzati…
interminabili noie.

Ti sento tra lenzuola
macchiate di rimpianto,
in amplessi madidi di pianto
ove il ricordo distrugge la fantasia
e le ali si arrendono al vento.

Vivi nell'Eden del cuore,
consumato frutto di passione,
dove la nostalgia mi distrugge
e la rassegnazione…
speranza rimane.

Antonia Migliaresi.

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.LA RUOTA DELLA VITA

Cadono i sogni
e, come meteore incandescenti,
s´infrangono toccando crude realtà...

Immagini radiose del pensiero,
costruzioni della fantasia:
crisalidi che muoiono nel cuore
senza mai librarsi in volo.

Desideri intensi nell'anima:
castelli di carta
che crollano al minimo alitar di vento.

S´aprono finestre di gioia
ma, brevi parentesi,
si chiudono lasciando rimpianti...

E la ruota della vita
continua il suo giro,
tra sogni ed illusioni.
Gli anni fanno il loro corso...

I frutti non raccolti
nella giusta stagione
marciranno per sempre
a contatto con l´arida terra.

Migliaresi Antonia.

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"Rimpianti…" In versi di metrica variamente alternata, la Poetessa ha elaborato, o per meglio dire - ci ha trasmesso - il suo stato d'animo rievocato nei momenti dei lieti ricordi per cui, sorge inevitabile la nostalgia e il rimpianto. In quest'Opera vi sono immagini che raffigurano efficacemente il pensiero: "Ti rivedo sui nudi sentieri/ che il tempo ha gelato /… " e che si tormentano al confronto con la realtà dei fatti. Personalmente reputo quest'opera fortemente meditativa. E' il dito che nella piaga si affonda… e che rende la lettura più meditativa

Sandro Ciapessoni.

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"La ruota della Vita…" Metrica sciolta, libera ma scorrevole e nello stesso tempo assai musicale. I ritmi si susseguono con armoniosa sincronia grazie alla presenza di versi settenari alternati ad altra misura. Esempio: "I frutti non raccolti / nella giusta stagione / marciranno per sempre / (tre versi settenari) a contatto con l'arida terra / (verso decasillabo) Accorgimento che si presta benissimo alla chiusura della Lirica. Anche in questa efficace e toccante lirica prevale quel senso di rimpianto e nostalgia che mette a nudo la sensibilità dell'Artista.

Sandro Ciapessoni.

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Due Opere della nostra affermata Poetessa Daniella Pasqua di Brescia: "E dentro me gioisco…", l'altra: "No…non parlare…". La prima: espressività che si scatenano per cui si liberano i sensi della gioia; la seconda…. tutta intrisa di dolce sentimento rinchiuso nel silenzio contemplativo degli sguardi che esprimono parole ed intime sensazioni. Poesia che si libera negli spazi sereni della passionalità pura e genuina. Alle Lettrici, serena e contemplativa lettura.

Sandro Ciapessoni.

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E  DENTRO ME GIOISCO…

La volta celeste
mi ha abbracciato la mente
e penso sovente
al tuo viso gaudente;
al canto soave di cigno
che il male ha racchiuso
in un vecchio ed ermetico scrigno.

E mi soccorre il pensiero
al mare in tempesta
che ha messo a tacere
malefici spiriti in cerca di festa.

Ombre su tenera erba
spazzate da tiepido vento
hanno lasciato nel cosmo
un limpido radioso mutamento.

Giorni di inattesa gloria
che hanno regalato
una impareggiabile vittoria.

E dentro me gioisco…
Gioisco alle luci dell'aurora
che sconfiggendo i mali
della notturna ora,
ha fatto rifiorire
gagliardo e fresco
ancora, purpureo… l'ibisco,

Daniella Pasqua.

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"E dentro me gioisco…" è una Lirica che esprime in se stessa tutta la vitalità , il carattere, il sentimento dell' Artista. Opera a schema baciato e alterno, incisivo nell'espressione del suo pensiero con un tessuto poetico che si sviluppa seguendo l'ordinata esposizione dei temi. L'abbinamento del verso settenario col verso principe della poetica italiana, cioè l'endecasillabo, dona a quest'opera la veste classica; inoltre, il pregio di scorrevole lettura e il fascino della sua dinamica costruttiva. Poetessa Signora Daniella Pasqua: è il Suo un pregevole lavoro.

Sandro Ciapessoni

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NO… NON PARLARE!


Vieni…
siediti accanto a me.

Ascolta…
Ascolta il battito d'ali di colomba,
il lieve fremito che lambisce l'onda.

Guarda…
guarda il luccichio di questo cielo
e la profondità lunare
di questo piccolo e caldo
cuore vitale,

No... non parlare!
lascia che sia il silenzio
a dar Vita alla tua Luce,
mi tufferò negli occhi tuoi
e troverò…
l'intensità d'amare.

Daniella Pasqua

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Sedici versi nei quali sono contenute espressioni vitali stilate dal genuino linguaggio dell'affermata Artista. Quattro strofe suddivise in altrettanti temi: "Vieni…"; il concetto del movimento che si sviluppa poi per tutta la tematica della Lirica. "Ascolta…"; è l'annuncio di un silenzio assoluto ma propizio per ascoltare la voce del cuore. "Guarda…"; la visiva bellezza dell'interiore purezza del Creato, e in chiusura dell'Opera: "No… non parlare!"; rinchiuse sono in tre sole parole tutta la sintesi, l'interpretazione non solo letteraria, ma anche emotiva di questa singolare Opera romantica. Affetti, amori, passioni sono qui esposti nella mirabile luce che questa Poetessa a noi offre.

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento: due suoi "ricami letterari" che mi onoro ospitare sul Periodico. "Signora nostalgia… " e "Vai oltre il buio…". Affermata e valente Poetessa, in queste sue due composizioni letterarie, riafferma ancora una volta il raffinato suo stile poetico, per cui in apertura del presente inciso, non ho esitato definire come "ricamo letterario". A voi Lettori, buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

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SIGNORA NOSTALGIA…

Antica custode di memorie e rimandi
pensosa s'aggira
tra quiete di poggio lontano.

Con mani leggere
apre scrigni d'oblio,
rimuove i ricordi
e con grazia raccoglie
quei fili sottili
rubati alla fiamma del tempo.

Li accende su luci di stelle cadenti,
con unico abbraccio
ne trama mantello d'argento
e lo posa sul mondo.

D'attorno si spande il fluire di ombre
minute e silenti
e il passato rinato
diviene racconto.

Un sentire infinito s'accresce,
e si fa voce d'istanti vissuti
di amori perduti
di luoghi smarriti…
si fa volto, sorriso, profumo.

Tra pendagli di sogni
e rimpianti profondi
con arpeggio di note
scorrono rivoli lenti.

Matilde Di Martino.

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Illustrazione perfetta del concetto di "Nostalgia", dipinto con delicate espressioni del pensiero che l'emotività dell'animo della Poetessa, ha qui sviluppato in altrettanta perfetta armonia. Voglio porre la mia attenzione su un particolare endecasillabo di notevole effetto fonico - emotivo: "e si fa voce d'istanti vissuti" preparato dal verso decasillabo precedente "Un sentire infinito s'accresce", e che si intona in perfetta armonia con l'altro verso decasillabo della stessa strofa in sua chiusura: "si fa volto, sorriso, profumo .". Questa piccola "diversità metrica", è tale, da creare una inusitata melodia poetica raramente riscontrabile in altri testi poetici. A Lei Poetessa e miei sinceri complimenti.

Sandro Ciapessoni.

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VAI OLTRE IL BUIO…

Non dirmi della strada che percorri
quella di cui graffi la cima nelle sfide,
mostrami la forza del gigante
tra aghi di pino e terra rossa.

Dimmi del mare dell'onda di sale
quando ti corteggia,
del sole che per te
s'arrampica nel cielo,
di scampoli d'azzurro
ritrovati all'ombra delle stelle.

Non dirmi del dolore
che gocciola dal mento
che scroscia come pioggia
che esplode sulla pelle.

Mostrami le gocce d'anima gemmate
i colori del tuo sfuggente arcobaleno.

Parlami di spazi bianchi
solcati nel desiderio del mattino
e se cammini e sfiori sofferenza
stringila forte a te
e nascondimi la mano;

quella che freme
al di là dell'orizzonte
del bosco degli sguardi.

Matilde Di Martino.

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In questa robusta Lirica "Vai oltre il buio…", l'Artista usa un linguaggio adatto al tema che propone il suo pensiero. E' un aprirsi al mondo e lo dimostra subito nel terzo verso dell'Opera: "mostrami la forza del gigante". L'uso di figura rappresentativa della forza, rappresentativa della volontà, rende quest'opera sin dall'inizio, stimolante alla lettura. E lo sappiamo. E' Poetessa della terra dei miti, dei ciclopi; il suo animo è intriso di quei doni che resero famosa quell'Isola "tra aghi di pino e terra rossa" Ma è anche intrisa di quella dolcezza per cui il "mostrami le gocce d'anima gemmate / i colori del tuo sfuggente arcobaleno / , fanno parte della sua vita e del suo essere. Metrica robusta: dodecasillabi ed anche superiori che si accostano magistralmente ai versi minori creando così quella musicalità ritmica propria dell'ode classica.

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa e Pittrice Signora Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como) Due Opere nuove che volentieri entrano a far parte dell'archivio poetico di questo Periodico. "Ottobre…" e "In fondo al viale…" Entrambe le Opere provengono dall'ispirazione lacustre, fonte quest'ultima di sentite nostalgie che in entrambe le Liriche sono presenti e molto bene modulate, grazie all'esperienza di questa affermata Artista. Prevalgono pure i colori (non per nulla è anche Pittrice…) ma con essi spiccano anche gli effetti romantici che in lei vivono e che delicatamente nelle sue Poesie, ci dona. Grazie Poetessa Signora Fumagalli. A voi Lettori, serena lettura.

Sandro Ciapessoni.

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OTTOBRE

Cala veloce il rosso sol d'ottobre
ma c'è ancora Poesia nel mio cuore.
L'estate sta morendo
e si affaccia già l'autunno
con il vivo suo color del fuoco…
e del sole che ancora fa sognare
e l'animo pulsare.

Lontano sono ancora
i giorni grigi e cupi
che annunceranno inverno;
c'è ancora musica nell'aria
con leggiadre gialle foglie.
che nella clessidra dei giorni
lietamente danzano serene.

E la speranza che tutto si ripeta
soffia forte in pieno petto,
giacché pure l'anima
ha bisogno di quiete
ed io, che non ho fretta…
su queste amate sponde…attendo.

Mariangela Fumagalli.

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Poesia descrittiva di un suggestivo passaggio di stagione rappresentata anche dall'abbinamento efficace di tonalità espressive proprio del periodo autunnale. La Poesia si apre con una graziosa confidenza: "C'è ancora Poesia nel mio cuore".Ecco l'espressione di un animo sensibile dal quale possiamo intuire le finezze che seguiranno nello sviluppo tematico. La metrica è prevalentemente libera ma presenti sono pure i versi di metrica classica che la Poetessa predilige. Il Lettore noterà un senso di serena pacatezza, di quasi dolce abbandono contemplativo del descritto tematico. Ed è questo un particolare segno che si nota nella Poesie di questa affermata Scrittrice. La semplicità domina il tutto… è l'indiscusso suo pregiato stile di scrittura.

Sandro Ciapessoni.

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IN FONDO AL VIALE…

In fondo al viale
dove giacciono i silenzi
casette ornate e mute, ascoltano.

La rigogliosa mimosa
confabula coi cipressi aviti e cupi
saggi e viventi ancora
dai tempi antichi.

Esplosa è primavera,
con allegrezza tiene banco
sopra le pietre grigie e dolenti.

S'agitano i pensieri
mescolandosi alla speme
di un riabbraccio futuro.

Sono i passeri a ridestarmi
dal quieto torpore in cui mi giaccio
e la speranza or l'animo mi domina.

Ritorna così il sereno…
Frizzante è l'aere
come fiamma del cuore
che m'accompagna
in fondo al viale.

Mariangela Fumagalli.

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Io immagino quella località… quella contrada… in fondo al viale dove giacciono i silenzi. I silenzi… Ancora un'occasione per sottolineare quel senso di pacatezza e di abbandono che si nota nelle Opere della Poetessa Fumagalli. Ed è una descrizione tutta particolare e minutamente dettagliata. Ne esce un dipinto poetico che personalmente… vorrei su tela! Abbinare quel dipinto a questa Lirica… perché no?. Lo merita Poetessa Fumagalli. Lo merita.

Sandro Ciapessoni.

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Presento ora nella pagina che segue, mie due Liriche. E' la prima volta che oso mettere giù qualche parola ai miei versi. Sono versi dedicati a mia Moglie; sono rime che esprimono dolore, tristezza, rassegnazione. "Chiesanuova" è il Cimitero Maggiore di Padova. Fino al 20 aprile di tre anni or sono, era la mia meta pressoché quotidiana. Era però unico mio conforto. Portate pazienza se vi rattristo. Grazie…

Sandro Ciapessoni.

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IL PETTIROSSO

Muto poeta
o messagger d'ignoto verbo
è il pettirosso audace e solitario
che nel mattino con la brina e il gelo
salterellando allegro e di buon ora
su croci e marmi in "Chiesanuova" , adagia.

Con piume mosse, senza timor palese
e'i mi conforta in tacita maniera
mentre il tombal silenzio della pace
avvolge nella bruma e in fosca luce
la consueta mia preghiera quotidiana.

A un braccio di respiro dal mio viso,
vola sul tondo della tuia amica
non s'allontana, ma solo... s'avvicina.

Quale messaggio intende pormi allora
col suo grazioso manifestarsi lieto?

Muto poeta... o messagger del Fato?

Sandro Ciapessoni.

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IO TI RIVEDO ANCORA...

Ed amando morrò! felice giorno
Quando che sia; ma più felice molto,
Se, come errando or vado a te d'intorno
Allor sarò dentro al tuo grembo accolto.

(da: "La Gerusalemme liberata")
Canto XXII T. Tasso.

Io ti ritrovo ancora
o fragil pettirosso
festoso Amico mio;
sei ritornato ai marmi del dolore
per rinfrancarmi il cuore
e rendermi un sorriso.

Più non credevo riveder tue piume,
il bel "vermiglio" a ricoprirti il petto.
Pur ti pensavo ancora
mentre balzavi allegro
su questa verde fronda.

Se un dì mi cercherai,
io non sarò fra queste croci e marmi;
io non avrò tuia a ricoprir mie spoglie;
forse un disegno amaro
intreccia la mia via.

Più non sarà la tuia che t'accoglie
minuscol pettirosso Amico mio,
ma in altra zolla in quel di "Chiesanuova",
rammentati!...

"Un verde cespo di pungenti ortiche
frammisto alla rosella campagnola,
t' indicherà il mio letto a primavera".

Rammentati, festoso Amico mio!
Rammentati!

Sandro Ciapessoni.

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CORRISPONDENZA LETTORI.
(I commenti che seguono riguardano l'edizione precedente)

Dalla Poetessa Signora Antonia Migliaresi di Roma
Roma 18 febbraio 2007.

Ed ecco un nuovo numero della rivista "Ars Poeticae" che ogni volta mi stupisce e mi affascina per la passione con cui la ha redatta il caro Poeta ed amico Sandro Ciapessoni di Tremezzo (Como). Ogni volta è un prezioso dono di letteratura ed espressione di sentimenti e liricità di versi che si avvicendano nelle opere dei vari Autori.Ancora un ringraziamento per annoverarmi tra le poetesse e scrittrici di alto livello che rendono anche questo numero unico dove, "dulcis in fundo", troviamo la bellissima poesia "Rustiche case" del nostro grande poeta Sandro Ciapessoni. Lì, Sandro ha vissuto un'infanzia felice coccolato dai suoi cari. Quei luoghi li porterà sempre nel cuore, l'accompagneranno giorno dopo giorno nel suo cammino della vita e li canterà con nostalgia in altre sue stupende liriche.

L'articolo "La gloria della foresta" della Poetessa Matilde De Martino di Agrigento, è scritto come sempre con grande maestria e con espressioni di alta letteratura, e che conia con padronanza sulle parole unitamente a profondità di sentimenti. Grazie a lei viviamo in una dimensione antichissima dove l'albero millenario che ha dell'incredibile si racconta attraverso le parole della cara Matilde e ci svela leggende vecchie di millenni piene di misteri e di fascino. E che dire delle due belle liriche che seguono sempre della Poetessa De Martino? Nella prima: "E' tempo di tacere" c'è un desiderio d'antico, di valori veri della vita che sembrano essersi persi per strada, ma la poetessa attraverso versi dolcissimi e incantevoli ci dà una speranza per il futuro, pur essendo ora un momento di tacere nell'attesa. E nell'altra lirica: "Frammenti ad indizi…" dimostra la sua semplicità di intenti, il suo prendere la vita a piccole dosi ,l'essere felice di umili cose assaporando ogni istante la bellezza della natura che è sempre presente nelle sue poesie. Qui viene fuori il suo animo nobile e nello stesso tempo estremamente semplice ed
è sempre affascinante la forma che avvolge un contenuto di grande spessore.
Nella lirica "Volti persi…" la Poetessa Daniella Pasqua di Brescia, con poche e decise pennellate ci fa un affresco di Venezia a colori vivi e la stupenda città ci appare nel suo splendore e nella sua magnificenza attraverso versi incisivi e nello stesso tempo eloquenti per alto lirismo. Molto intensi traspaiono sentimenti di Daniella Pasqua nella poesia: "Angeli in terra, violati…" Qui si avverte tutta la sensibilità del suo animo verso creature deboli e indifese e la poetessa si erge con grande volontà e decisione in difesa di questi bambini sfortunati. Nella sua disapprovazione per chi sfrutta queste anime innocenti a scopo di lucro, si avverte pieno il senso di giustizia e d'altruismo di questa brava poetessa. Ha tutta la mia ammirazione, gentile poetessa Daniella. Molto delicata la lirica: "Foglio bianco…" della Poetessa Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como). L'Autrice trova rifugio in un foglio bianco che diventa un confidente, un "luogo sicuro" dove e quando la vita delude. La poesia intesa come forza interiore , amica intima e questo è solo dei cuori che hanno il grande dono di saper esprimere in versi i loro sentimenti. In: "Pastore blu…" la Poetessa Fumagalli ci dà un dipinto colorato di una scena distensiva, è come se stesse dipingendo un suo quadro con le parole e usa sfumature davvero delicate che toccano nel profondo. Complimenti cara Poetessa Fumagalli.
Voglio poi ringraziare tutte le Persone che hanno commentato le mie poesie; sono davvero commossa per le belle espressioni che hanno usato nei miei confronti.. Grazie ancora a tutti, per gli autentici valori della vita che ci permettono di camminare in luoghi tra fantasia e realtà, e che ci allietano lo spirito.
Un abbraccio a te e a tutte le Poetesse e i lettori

Antonia Migliaresi.

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Dalla Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento:
Agrigento, 27/02/07.

"Distinto Poeta Sandro, nel suo ultimo periodico, quello relativo ai mesi di marzo ed aprile, mi ha concesso notevole spazio, per la poesia di Giuseppe Villaroel, per l'articolo sul Castagno dei Cento Cavalli e per due produzioni poetiche, quindi, desidero significarLe un particolare e sentito ringraziamento.
Ho trovato molto interessanti le notizie a livello scientifico e storico che ha aggiunto all'argomento da me trattato, perché hanno avvalorato l'importanza del maestoso Castagno, concessoci con generosità da madre natura siciliana.
Nella galleria dei poeti in cui, gentilmente, ci accoglie, la vedo muoversi come un nobile cavaliere dai modi garbati, ma anche come padrone di casa, attento a dare una luce particolare ad ogni dettaglio, in modo da rendere l'insieme in perfetto equilibrio. I versi che si leggono rispecchiano l'umanità nel suo nascere, divenire e sperare, ed ogni esperienza rappresentata è filtrata da sentimenti di grande respiro, quasi una sintesi magica del pensiero, attraverso la parola che irradia la sua forza espressiva.
"Volti persi" di Daniella Pasqua è una ricerca di presenze significative che tende a ritrovare l'antica radice del tempo, quella su cui si sono mossi i grandi personaggi, e:
"Angeli in terra violati" è una vibrante denuncia contro quella consistente fetta di società che, senza scrupoli, toglie il velo all'innocenza e sfrutta i bambini per fini contrari alla dignità della persona.
Antonia Migliaresi, nella poesia "Il libro dell'infanzia", ci offre pagine aperte sull'età dei desideri negati, sui passi vietati da una educazione esageratamente repressiva, ma nella chiusa comunica la speranza di poter concedere, ancora, spazio reale ai sogni della vita, e: in "Luna sfacciata sul Lario", i suoi versi inneggiano allo splendore dell'astro d'argento, capace di muovere luce di sentimenti nel cuore di chi la vede riflessa tra le acque di uno dei laghi più belli d'Italia.
La poetessa Mariangela Fumagalli, in "Foglio Bianco", esprime la liricità appassionata di chi si raffronta con la scrittura, in modo da potere rappresentare tutte le cose belle che la realtà, spesso, non offre, e in Pastore blu" domina la scena il colore blu, dalle mille sfumature, esso inonda la bellezza del creato e ci riporta alla pace del silenzio e della meditazione.
Signor Sandro, nella Sua pregiata lirica, "Rustiche case…", appare in tutta la magnificenza poetica il generoso flusso dei ricordi.
L'infanzia, gli affetti ricevuti, lo studio, i sogni, le stagioni, le prime vibrazioni d'animo e di cuore, i personaggi dell'ambiente, fino alla struggente chiusa in cui si manifesta la malinconia del tempo passato, sono momenti di grande intensità e procurano variegate emozioni.
La "Corrispondenza dei lettori" assume una connotazione di notevole interesse, è come sentire le vive voci dei poeti che commentano le opere lette e danno a Lei la testimonianza della loro partecipazione emotiva.
La rivista cresce di spessore e diviene un motivo di ulteriore vanto per chi, oltre ad idearla, riesce a gestirla con capacità di grande uomo di pensiero e di azione, pertanto, Le giungano i più sentiti apprezzamenti, oltre che un pensiero di infinita stima e riconoscenza.

Matilde Di Martino.

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Dalla Poetessa Signora Daniella Pasqua di Brescia.
Brescia 25 marzo 2007-

Si parla ancora di natura, la quale come sempre, sa sorprendere e stupire. In questo caso la Poetessa Signora Matilde di Martino, di Agrigento, ha con il Suo articolo, evidenziato un imponente e millenario castagno dal fascino fiabesco, evocando storia e particolari assai interessanti che catturano l'interesse di qualsiasi persona Complimenti Poetessa per l'argomento scelto, sono particelle di cultura che arricchiscono il sapere.
"E' tempo di tacere": […] Brivido di eternità / scorre ora sulla pelle…/ è tempo di tacere. ".Frammenti ad indizi": […] Turbinano i chiaroscuri, / pallidi lampi di luce tra schegge di dolore […]: Due encomiabili Poesie che fanno capire la grandezza e la sensibilità dell'Artista.
"Il Libro dell'infanzia": questa emozionante poesia della Poetessa Antonia Migliaresi, di Roma, mi ha colpito molto, ho percepito il dolore di un infanzia rubata e infelice […] Chiudo quel volume / bruciante tra le mani… […] , un particolare che ci accomuna e che comprendo nella sua pienezza. "Luna sfacciata sul Lario…": un dipinto di innegabile bellezza che fa sognare ad occhi aperti.

"Foglio bianco" della Poetessa Mariangela Fumagalli; una opera densa di emozioni e pathos intensi, che portano a meditare sull'animo dell'Artista: Opera superba! "Pastore Blu": la seconda strofa: Orbo di sua luce, / quando gli armenti dormono […] evidenzia con dolcezza la vita dura di un pastore, rendendo poetica questa vita di grandi sacrifici. La mia piena ammirazione.

E che dire del Maestro Ciapessoni?... con la sua mirabile opera: " Rustiche case…" completa in modo sublime questa rivista da lui redatta, con un tocco di grande classe. Un percorso denso di realtà-sogno che fa vivere momenti degni di essere vissuti e scolpiti nel cuore per portarseli con sé, nel lungo percorso di questa nostra vita. I miei complimenti Maestro Ciapessoni, ci delizia sempre più!

Daniella Pasqua

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Nel commento, la Poetessa Signora Daniella Pasqua di Brescia, ha voluto espressamente trascrivere quelle rime che maggiormente hanno colpito la sua sensibilità e che hanno destato in lei, la convinta ammirazione verso le Autrici delle Opere stesse. Questo desiderio mi fu comunicato a voce dalla Poetessa, ed io lo riporto.

Sandro Ciapessoni.

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Dal Signor Dino Cagnolini:
Lettera del 02/03/07

Caro Maestro e amico,
mi sento veramente gratificato della pubblicazione nell'ultimo numero della Sua - per me e non solo per me - leggendaria rivista e dei versi tratti dall'atto V° del "Mercante di Venezia" di Shakespeare.
La mia ammirazione è grande poiché custodivo da più di cinquanta anni quei versi nella mia memoria; sono stati sicuro conforto nei tristi momenti della mia vita. A distanza di così tanto tempo, dubitavo della certa attribuzione all'illustre Drammaturgo inglese della poesia.
Mi è venuto in soccorso quella inesauribile miniera di sapere che Ella è, con la Sua autorevole conferma: "I versi sono di Shakespeare". Ancora grazie! Ora però abusando della Sua ormai smisurata pazienza nei miei riguardi, oso sottoporLe una nuova richiesta.
Ho sfogliato in questi ultimi giorni (sono in pensione e il tempo non mi manca) un mio consunto quaderno di appunti in cui annotavo poesie e commenti sugli autori tratti da riviste letterarie non più ora pubblicate. La mia curiosità si soffermò sull'appunto riguardante un poeta greco: Costantino Kavafis nato da genitori greci nel 1863 e morto nel 1933. Il mio appunto è del 1960 e avevo trascritto del Poeta la Poesia che sono ad esporre. Titolo: "Prima che ci dividesse il tempo"
Molto s'addolorarono / nella separazione / non la vollero mai / le circostanze furono. // Uno di loro un giorno / fu costretto ad andare / via per necessità / New York, Canadà, //. Il loro amore, certo, / non era più lo stesso / affievolito ormai / il loro slancio assai… / ma la separazione / non la vollero mai / le circostanze furono. // o forse si mostrò / artista la fortuna / separandoli prima / che si spegnesse amore / che li mutasse il tempo / e l'uno resterà / per l'altro il bel ragazzo / ventiquattrenne: gli anni / non passeranno mai //.
L'ultimo commento sul Poeta non certamente mio tratto dalla rivista così terminava: "In lui forte sensualità bisessuale e continui richiami alla letteratura neoellenica e classica antica".
E' possibile un paragone con Saffo? ed avere ulteriori notizie del Poeta? Oso troppo? Un caro saluto e gratitudine eterna a Lei Maestro di vita e poesia.

Dino Cagnolini.

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Caro Signor Dino, ecco la mia risposta: La metrica ellenica risalente al VI /IV secolo a.C. che tanto glorificò i sommi Autori del tempo (vedi Saffo, Alceo, ecc…) e che gettò le basi alla successiva metrica latina, è oggi nella cultura moderna, pressoché scomparsa. Quindi, le traduzioni moderne dal greco alla lingua di un altro Paese, non potranno mai, proprio per la ragione della loro intrinseca composizione, rispettare l'intimo pensiero originario dell'Autore. La lirica in questione del Poeta Kavafis la vedo (a mio personale giudizio) più ispirata da alcuni Sonetti di Shakespeare, nei quali emergono questi due elementi: l'amore e il tempo. Il suo linguaggio poetico lo trovo lontano dallo stile della Poetessa Saffo, anche dallo stile di Alceo che in un primo tempo - in lontani ricordi di memorie - mi appariva. Per quanto si cerchi una linea armonica paragonabile anche di riflesso allo stile classico ellenico di quei secoli, quell'armoniosità di cui sopra difficilmente la si trova, almeno, personalmente io non la noto. Diverse Poesie risentono echi dell'antichità greco - romana, ricostruite con l'erudizione e lo scrupolo dello storico e del filologo, in altre prevale il tema dell'omosessualità. La novità del suo linguaggio poetico (forse più prosa che poesia) fu tra le cause del tardivo riconoscimento della sua opera in patria. Voglio riportare in questa occasione le poesie più notevoli della sua linea espressiva: "Voci", "Torna", Lungi" , "Grigio" , "Rammenta corpo", "Sotto la casa" "Dopo le 9".Tra le Liriche d'ispirazione storica: "L'abbandono del Dio" e "Cesarione".

Sandro Ciapessoni.

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