ANNO 2007 Gennaio - Febbraio

 

"A r s P o e t i c ae "
(L'Arte della Poesia)

 

Foglio periodico Letterario - Artistico
Qui canit arte canat…

 

Fondato e redatto a cura da:
Sandro Ciapessoni
Via Dignano, 6 - 35135 - PADOVA
Telef. 049612286

 

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Edizione cartacea non in commercio

 

 

Tutti i testi qui contenuti sono di proprietà
dei vari Autori;
pertanto sono tutelati a norma di Legge.

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CONTENUTO:


Presentazione e articolo su Tommaso Gallarati Scotti: di Sandro Ciapessoni.

Opere Poetiche:

Sandro Ciapessoni di Tremezzo (Como): ""L'incontro al... plenilunio".
Daniella Pasqua di Brescia; "Alessandra"
Daniella Pasqua di Brescia "Cercami fra le righe".
Matilde Di Martino di Agrigento: "Punti e trame su telaio di vita"
Matilde Di Martino: di Agrigento: "Il ragazzo dai riccioli inquieti…".
Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como) "E sogno..."
Mariangela Fumagalli di Bewllagio (Como) "Lasciarsi cullare…".
Antonia Migliaresi di Roma "Navigando il centro Lario… "
Antonia Migliaresi di Roma "Fuori la porta… ".

Corrispondenza dei Lettori

SITI WEB vari Autori:

Sandro Ciapessoni: http://digilander.libero.it/ciapessoni.sandro
E-Mail: sandrocps@ciaoweb.it
E-Mail: sandrociapessoni1@virgilio.it

Migliaresi Antonia:: http://amoillario.blog.tiscali.it
E-Mail: anto.resi@libero.it

Daniella Pasqua: http://www.daniellapasqua.it
E-Mail: maria-dani@libero.it
oppure:
Daniella Pasqua:
http://it.geocities.com/daniella_pasqua_poesie
E-Mail: maria-dani@libero.it

Mariangela Fumagalli: http://www.geocities.com/Fumagallimar
E-Mail: fumanet@libero.it

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PRESENTAZIONE NUOVA VERSIONE
ANNO 2007

Anno nuovo… Periodico con nuova veste, sicuro di far cosa gradita alle affezionate Lettrici e Lettori. Inizio così questo primo numero del nuovo anno riportando alcuni brani di un testo introvabile sul mercato normale dei libri, perché detto testo è stato ritirato dopo la scomparsa dell'Autore. Si tratta del volume:

"INTERPRETAZIONI E MEMORIE"
dello Scrittore Tommaso Gallarati Scotti,
edito dal: Arnoldo Mondadori - anno 1960.


Si tratta di 'memorie' riassuntive di tutta la sua vita: vita di Letterato, di Storico, Uomo politico nato a Milano nel 1878, morto a Bellagio (Como) nel 1966 all'età di 88 anni. Ebbi la fortuna di conoscerlo personalmente a Firenze, d'aver argomentato con Lui su temi letterari in più d'una occasione. L'argomento che mi accingo a portare a vostra conoscenza riguarda una parte della vita di una sua pro-zia : Bice Melzi d'Eril (a noi nota come la Pisana) e sarà sicuramente d'aiuto a chiarire una volta per tutte, le ultime ore della sua vita, i suoi desideri espressi in punto di morte… e soltanto parzialmente esauditi; desideri che la moderna cultura letteraria… ritiene opportuno ignorare.
Prima però d'iniziare la trascrizione di quanto ho ora accennato, desidero rivolgermi agli Amici carissimi, Signora Franca e Signor Dario Ostinelli di Orsenigo (Como) per porger Loro il mio sentito ringraziamento per avermi omaggiato del libro cui sopra e che da anni ho ricercato invano onde approfondire quanto mi stava a cuore. Ai Signori Ostinelli, dunque, sia tutta la mia gratitudine e riconoscenza

Sandro Ciapessoni.

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"SCOPERTA DI UNA ZIA ROMANTICA" Quand'ero ragazzo […] Si trattava che la zia Curti (Caterina) aveva l'intenzione di tenere a battesimo un nascituro mio fratellino - o sorellina che fosse - e proponeva nel caso si trattasse di una femmina, di chiamarla Beatrice, in memoria della "povera Bice" sua sorella. A me quel nome parve subito bellissimo, e alla dolcezza del suono si aggiungeva non so qual mistero e segreto che lo rendeva suggestivo. Tanto più quando compresi che in casa mia esso era accolto con un inesplicabile turbamento di mia nonna paterna. Di quella morta essa era cugina germana: figlie di due fratelli ma evidentemente la vita le doveva avere profondamente divise. Oggi a distanza di tanti anni tradurrei la pensosa malinconia della piissima donna in parole di preghiera (poiché tutto in lei si faceva preghiera): "Povera Bice… che il Signore la possa avere accolta in pace". Nacque invece un maschio e non se ne parlò più. Però col tempo venni a sapere di lei cose che infiammarono le mie passioni di adolescente: zia Bice era morta giovanissima, morta di amore per un poeta, per un eroe garibaldino. Poi sui vent'anni mi capitò tra le mani il romanzo: Le Confessioni di un ottuagenario (allora si intitolava così) e leggendo quella specie di poema dei cento anni di storia dell'anima del Risorgimento, con una avidità solo paragonabile con quella con cui divorai Guerra e Pace, scoprii Bice Melzi e mi parve di poterla confondere con la Pisana, la più potente e poetica figura di donna della nostra letteratura dell'Ottocento.
Da allora - confesso - per tutta la vita fantasticai intorno a quell'ombra, con uno struggimento del cuore, che mi veniva dai legami del sangue (e chi sa definir cos'è sangue), sembrandomi che avrei potuto dir di lei ciò che altri non sarebbe stato capace né di scoprire né di comprendere. Ma Bice era una di quelle rare e grandi silenziose, che passano sulla terra senza far rumore; creature mute, che hanno parlato poco e hanno scritto meno, e bruciato, bruciato perché il fuoco distruggendo le lasciasse sole. Difficile trovare le tracce di una simile vita chiusa.
Quando - come un messaggio dei morti - nel novembre del 1956, mentre mettevo ordine tra vecchie carte, mi venne tra le mani una cartelletta: "Educazione dei Nobili Figli - Donna Beatrice". E un altro plico: "Lettere diverse, scritte e ricevute in occasione del matrimonio di Donna Bice". Non documenti storici, ma fili e vene sottili del suo romanzo vero. […]
Il primo settembre del'53 (1853) quella mia bisnonna, che dai ritratti immaginavo con un viso di perenne malumore, scrive al marito che non vedeva da dodici anni: "Caro marito. Un certo D. Carlo Gobbio di Mantova per mezzo di buoni amici ha fatto inchiesta della mano di Sposa della nostra figlia Bice; rappresentando egli uno stato conveniente assai di sostanza e da tutte le più minute informazioni risultando essere un vero galantuomo giovane d'anni 28 ho creduto di abbracciare il partito". A cui fa seguito la lettera della Bice (dettata, si capisce) "Caro Papà. Mediante i buoni uffici del conte Enrico Guicciardi procuratore della Mamma mi venne proposto per isposo il nobile Carlo Gobbio, nativo di Mantova, giovane di buoni costumi che fu educato dai pp. Barnabiti… […]".
" BICE MELZI E IPPOLITO NIEVO […] A vent'anni, nel 1853, Bice Melzi si sposa col conte Carlo Gobbio. Ippolito ha allora due soli anni più di lei. Nel '61 egli sarà gia morto, trentenne; […] Forse per una prepotente necessità del suo genio di conoscere, di bruciare tutto ciò che è vita, nel presentimento della morte. E anche per un altro e tragico dono di quegli ultimi anni: l'amore - non uno dei soliti amori - ma il definitivo. […] Un luogo poi deve aver avuto gran parte in ciò che di più inquieto andava rivelandosi in loro: Bellagio. I Gobbio vi avevano una casa con una terrazza ricoperta da una pergola sopra i vecchi portici del Borgo - dove è oggi l'Hotel Suisse. Lunghe appassionate le conversazioni sugli avvenimenti politici, sulle speranze dell'avvenire d'Italia, in cui il Nievo esprimeva le idee, […]
Amore e morte si intrecciano così anche nel dramma reale di quelle due vite.[…] . Una lettera del 30 marzo che ho trovato tra le carte di zia Curti, ci porta l'eco del dramma di Bice. Angosciata, Caterina scrive alla sorella: "La Lombardia - Gazzetta Ufficiale - porta in data di Costantinopoli 27 corr. d'uno sbarco di Garibaldini in Albania; vedi che le probabilità di vedere Ippolito crescono. Dio lo volesse per te, per noi tutti, perché la perdita sua sarebbe grave… Coraggio adunque; è nell'avversità che i veri sentimenti si epurano e ingigantiscono". Poi il 5 aprile zia Caterina in una lettera (minuta) si rivolgeva a un "cher Monsieur et bon amì", che non so identificare, pregandolo di far ricerche di Ippolito "dans vos iles ou dans la Grèce" e confidandogli una lettera per il giovane scomparso, nel caso lo si fosse ritrovato. Nessuna risposta venne mai a quest'ultimo messaggio di Bice. Ormai nella disperazione essa non poteva più nascondere nulla della sua tragedia interiore. Moriva di un male scomparso anche dalla poesia - il "mal sottile" - che era poi lo stesso di cui il Manzoni aveva fatto morire per il suo "tremendo amore" Ermengarda. Per quattro anni l'infelice donna languì, si consunse, fors'anche cercò di espiare la sua colpa verso il marito, poiché due anni dopo la morte di Ippolito, mise alla luce un figlio.
Negli ultimi deliri - questa è la verità -chiedeva quasi in sogno che la vestissero con la camicia rossa e le veniva dal cuore su le labbra il canto della Traviata morente.
Si spense nella notte del 23 ottobre del '65 (1865), in Milano nella Parrocchia di S. Francesco da Paola, "di lenta consunzione". Ma la salma fu sepolta a Bellagio. Poi Carolina Curti, depositaria del gran segreto, se la portò a Gravedona nella tomba vicina a Santa Maria del Tiglio, in riva al lago, in faccia all'Alpi, dove io, l'ultimo, che di cose dimenticate sono l'interprete, vado nei giorni del cadente autunno a pregar pace per lei

Tommaso Gallarati Scotti.

Opere poetiche:

Bellagio e Gravedona… i ricordi!… Ritornerò a portarTi un fiore, ed anche io... a "pregare…pace per Te".

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L'INCONTRO... AL PLENILUNIO
di Sandro Ciapessoni.

Eterna Bice!
Memoria sempre viva di passioni,
cui Morte, vita volle e non Tua fama!
Romantica "Pisana!"
Nella festosa estate che or s'avanza
Ti voglio ricordar nel niveo dire,
la voce dell'amato Tuo Poeta:

"... Como, il bel lago e il popol suo gagliardo…
e i seguenti emular quelli di prima,
ma il nove giugno fu si bello anch'esso
che per dirne il perché, manca la rima".

Ombra soffusa e inquieta,
riflessa come fiamma su quest'onde,
che spiri i Tuoi tormenti in queste valli...
soffermaTi fra noi
nell'ore dei ricordi!

T'aspetterem le notti... al plenilunio,
non saran vane le speranze Tue;
la notte, rivivrai sul Tuo balcone
l'incontro silenzioso del Soldato.

Illumini la luna
di niveo candore,
l'ombra leggera e vaga
di Bice... la "Pisana".

Dolce sarà per Te mirar le stelle,
le stesse che Ti furono compagne
nei tempi lieti di Tua corta vita.

Il tremulo chiaror di tenua luce
qual... palpito sull'onda come il cuore,
è il bacio della luna sul Tuo lago
e gran conforto al Tuo vagar nel cielo.

Ti saran l'onde... canto di Sirena!
Lor frangersi sui sassi della riva,
è l'evocar la voce a Te sì cara.

Dai grappoli fioriti
del glicine frondoso
che avvince Tua dimora,
s'eleva profumato
lo spirito tenace
d'Ippolito guerriero.
Ti vedo o mia "Pisana..."
Ti vedo al Tuo balcone
avvolta nell'alone
di niveo splendore.

Ti vedo o mia "Pisana"
col Tuo sorriso amaro,
compunta di tristezza e di dolore.

Pietosa Morte... non rapì il Tuo nome.

Ma in questo cielo,
accanto ai monti amati
Tu resterai in eterno o amata Bice!
Io sempre Ti ricordo
e sempre ognor Ti ammiro
le notti dell'incontro... al plenilunio.

Sandro Ciapessoni.

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Due Opere della Poetessa Signora Daniella Pasqua di Brescia, non nuova fra le pagine di questo Periodico. Infatti nel gennaio del decorso anno il Periodico (allora modesto foglio) ospitò due sue Liriche. Ora pubblico altre due Sue composizioni sicuro che anche queste, troveranno l'ampio vostro consenso: "Alessandra", e "Cercami tra le righe…". La prima è composta sull'acrostico dello stesso nome. Vorrei ricordare che la Poetessa Signora Pasqua, ha fin'ora pubblicato due volumi di poesie. Alle Lettrici e ai Lettori, buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

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ALESSANDRA

Avvolta in una nuvola di sogni
liberi la tua tenera innocenza
e, alba nascente
sfoggi i suoi mirabili colori;
segui come favola la vita
appassionata in libero pensiero,
nascondendo nell'animo tuo
delizie d'ineluttabile bellezza…
rosate son le tue graziose gote
al sommo melodiar dell'usignolo.

Daniella Pasqua.

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Lirica di otto versi costruita con sapiente tecnica metrica. Infatti i primi due versi sono endecasillabi, come pure i due versi di chiusura. I versi centrali con quel pathos tutto particolare che la Poetessa usa, preparano il Lettore ad assaporare la straordinaria dolcezza poetica dei due versi di chiusura. La costruzione dell'acrostico segue in ordine assoluto lo svilupparsi tematico di questo… melodiar dell'usignolo, commovente inno alla giovinezza.

Sandro Ciapessoni.

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CERCAMI TRA LE RIGHE…

Cercami tra le righe
di un romantico libro
e fra le chiome
di rigogliosi larici montani.

Cercami lassù, nel cielo,
fra le candide e soffici nuvole;
nell'aromatico caffè,
mentre tu lo stai sorseggiando.

Cercami la notte,
tra le fresche lenzuola
e nei tuoi sonni più sereni.

Cercami nei tratti
che stai tracciando con la penna
e nel vestito che ogni giorno indossi.

Cercami nel profondo del tuo cuore,
fra le pieghe delle tue operose mani
e negli occhi della tua amata figlia.

Cercami, poiché
non sono altro che… una parte di te.

Daniella Pasqua.

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Ma la mente di questa Poetessa è sempre rivolta verso… i larici montani, verso quella Natura che è il "tutt'uno" con la propria vita. Inoltre: è opera romantica dalla quale emerge l'amore soprattutto verso la figlia, così dolcemente citata nel terz'ultimo verso. Anche in questa Poesia, è prevalente il verso"principe": l' endecasillabo.

Sandro Ciapessoni.

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Anche queste pagine che seguono, contengono la "Materia prima" da cui si ricavano emozioni e sensazioni che soltanto l'animo sensibile sarà in grado di capire. Due Opere della Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento. "Punti e trame su telaio di vita…" , la seconda: "Il Ragazzo dal riccioli inquieti…". Sono qui riportate sul Periodico che, con l'assieme delle altre Poesie formano il concetto delle genuina fonte, del genuino estro poetico che ancora per nostra fortuna… di pochi, è e resta insito nel cuore di pochi Eletti appartenenti al genere umano. Buona lettura!

Sandro Ciapessoni.

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PUNTI E TRAME SU TELAIO DI VITA…

Il cielo reca nuvole sul mondo
agli angoli di strade senza sbocchi.

Prima che la candela si consumi
poggio la fronte su telaio antico.

Fili sottili attorciglio sulle dita
e… scorrono trame lievi.

Candidi gigli
a piccoli punti d'erba azzurrata
tendono timidi all'albero di vita,
grappoli d'uva e viticci
abbarbicati a rossi nodi di amore
a mezzo punto s'intrecciano
fantasmi di pensiero
fatti di vento e piume
aquile e grifoni.

Sfilature a punto d'ombra
s'appressano piangenti
a solitudine e dolore,
intagliata a punto croce
la libertà negata
si lega a catenelle di paura.

Scarsa la seta
aboliti l'oro e l'argento
doni esclusivi degli dei.

Acute punte d'aghi
sulla grezza tela
spilli neri sulla pelle nuda.

Matilde Di Martino.

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In ventisette versi sono contenute descrittive figure poetiche con dovizia di particolari, per cui durante la lettura, s'aprono all'animo e alla mente del Lettore, ampi orizzonti che suscitano emozioni contenute in una forma - vorrei dire - cortese, simile all'antico "dolce stil novo". Riemergono così in rima moderna, dolcemente plasmata, quei ricordi che ci furono maestri a fondamento della poesia italiana. L'uso dei contrasti che la nostra Poetessa qui fa uso (i così detti chiari e scuri) sono in questa lirica distribuiti in maniera armonica rendendo in tal modo la lettura piacevole e di facile assimilazione. I miei sinceri complimenti Signora Poetessa.

Sandro Ciapessoni.

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IL RAGAZZO DAI RICCIOLI INQUIETI…

Suonava l'armonica a bocca
presso la bruna fontana
girando a piedi nudi
attorno al noce.

Ad ogni alito di vento
un soffio intenso
un tremulo vibrare
guizzi in sequenza
in ance d'anima commossa.

Non ingannava il tempo
come grillo ad agosto,
comunicava ai fiori
alle stoppie
alle farfalle,
donava girotondi alle bambine
danze alle donne con le brocche.

In paese
lo chiamavano il muto matto
per il suo do privo di voce.

Duro orecchio di uomini
sordi alla musica
del pianto
e del diletto
delle soste
e dei voli in sconfinate praterie.

Privi di briciole di pane
d'acqua di pozzo
e di chiarore lunare.

Matilde Di Martino.

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Opera si sano sapore campestre dove il pastorale passatempo descritto nei primi quattro versi, ci riporta la memoria all'ascolto della Sesta Sinfonia di Beethoven; l'Allegro del 2° tempo (I Musici del villaggio e la danza contadina) mentre nell'altra strofa che immediatamente segue di cinque versi, riecheggiano i burrascosi aliti di vento e le prime gocce di temporale che annunciano la tempesta.
In tutta questa lirica prevale l'ambientazione campestre in tutte le sue gioiose forme di pure genuine manifestazioni, raffigurate anche dalle lineari esposizione delle rime, della fonetica e del ritmo. E gli ultimi tre versi in chiusura sigillano i due contrasti emergenti in questa nobile composizione.

Sandro Ciapessoni.


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Poetessa e Pittrice Signora Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como), anch'essa affermata Poetessa già nota ai nostri Lettori per le sue poliedriche composizioni che hanno trovato largo consenso nell'ambiente Artistico - letterario. In questo numero sono pubblicate due sue liriche: "E sogno…", e "Lasciarsi cullare…". Lo stile della nostra Poetessa, è piacevolmente sobrio, lineare e di gusto raffinato, per cui la piacevolezza delle sue rime sta proprio nella chiara e ben delineata concretezza di tutto il suo esposto poetico. Ottimo l'abbinamento dei versi novenari, coi settenari che piacevolmente legano con il verso endecasillabo. Tecnica raffinata! Buona e serena lettura.

Sandro Ciapessoni.

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E SOGNO…
Lettori dell'Arti che dedico a Voi tutti.

E sogno braccia lunghe e forti
che mi stringono sotto i tamerici,
mentre il viso
si ricopre di salsedine
e il vento, sfoglia il mio vangelo.

Sogno le città senza grigiore,
bambini che corrono senza tema
sotto alberi magici
colmi di frutti e luci,
coi nonni che dispensano saggezza.

Sogno un'ipnosi collettiva
che il male strappi dalla terra
riportandoci all'era primitiva,
regalandoci stimoli preziosi
di nuova vita.

E sogno che stelle e luna
danzano con gli angeli,
tutto trascinando
in grande apoteosi...
sui canti, dei musici del cielo.

Mariangela Fumagalli.

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Appare evidente il rammarico verso un tempo passato e vissuto sotto un cielo di ben altri colori, di ben altra sostanza e con principi di sana tradizione, in un ricordo volto alle vecchie saggezze dei nonni, nostri maestri di vita e verso i quali è sempre ed ancora rivolta la grata riconoscenza da parte dell'Autrice. Questa lirica è anche "insegnamento di vita" per noi tutti. "Sogno le città senza grigiore / bambini che corrono senza tema /" Due versi dai quali si nota l'immediatezza di un contrasto amaro oggi esistente nella moderna società e nel quotidiano vivere. Ma anche la speranza, la fede e presente in questa importante Opera: "E sogno che stelle e luna / danzano con gli angeli / tutto trascinando /in grande apoteosi… / sui canti, dei musici del cielo." I contrasti cui accennavo prima chiudono degnamente questa composizione che annovero fra le migliori di questa esimia Poetessa.

Sandro Ciapessoni.

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LASCIARSI CULLARE…

Quanti segreti d'amore
trasportati a valle
in preziosa acqua sorgiva
di piena vitale energia,
tu che donasti
origine alla vita!

Quali segreti di storia
conservi nei tuoi fondali;
quante storie vissute… non dette
e quanti tesori conservi
come in ermetico scrigno!

Quali drammi
ai nostri occhi celati;
ai nostri cuori occultati
e che vibrano ancora…
in te immersi.

Sotto la trasparente linfa
quale gioia…
lasciarsi cullare
alle mattutine brezze
con il cuore rapito…
rapito d'amore,
mentre le tue acque
proiettano a specchio
l'intera natura,
regalandoci pace, gioia e vita!

Mariangela Fumagalli.

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Vorrei dividere quest'Opera in due parti; le prime tre strofe assegnarle al senso della considerazione, della valutazione di quanto la Poetessa canta nelle sue rime. Analizzando i sensi in essa contenuti, troviamo segreti d'amore trasportati a valle… segreti di storia conservati, o meglio custoditi in scrigni ben celati… (ma queste sono le figure apparenti) . I drammi dell'Essere umano, noti o ignoti che siano… e il tutto ci appare come una pesante cappa che sovrasta questa angosciata umanità… La seconda parte dell'opera è tutto l'opposto della precedente. E' il riscatto della prima parte; con esultanza è descritto lo spuntare della gioia sotto la trasparente linfa, le ristoratrici mattutine brezze… e ancora, il cuore rapito d'amore! Questa seconda parte trabocca di sentimento purissimo e gioioso, e lo riflette a specchio… chiudendo la lirica in una serena gioia. Opera che sarà certamente apprezzata.

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa Signora Antonia Migliaresi di Roma, ma si potrebbe ormai affermare che è diventata cittadina onoraria del lago di Como. La sua produzione poetica volta ad esaltare oltre che ad illustrare le bellezze di quel Lario, luoghi già resi famosi da illustri Scrittori, ha fatto sì che anche il suo Nome sia noto, allorquando trascorre i periodi estivi in quella terra lacustre. Ora presento due sue Opere: Navigando il centro Lario…" e "Fuori la porta…". Sono due Opere una diversa dall'altra: la prima è una deliziosa escursione turistica su quel lago tanto celebrato, e la seconda verte su riflessioni personali che investono il proprio pensiero, poesia intima dell'anima. Ai Lettori auguro buona e serena lettura.

Sandro Ciapessoni.

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NAVIGANDO IL CENTRO LARIO…

Sul "batèl" m'imbarco dal pontile
della "riva" di Bellagio,
dove sul lungolago, le chiome
dei multicolori oleandri in fiore,
e i vasi di rosmarino,
diffondono nell'aria
gli intensi profumi loro.

Appresso. e nell'ampia pineta
di villa Melzi, i biondi Calicantus
i platani e i pini, incorniciati
vivono lor vita, coi floridi
colori dei rododendri e d'azalee

Loppia!
Ameno è il porticciolo
col bel "comballo" Giulia"
bello…non meno del "Bellagio".
e quieto è il cipresseto a Loppia…
e facile mi rende l'ascendere
i gradini sull'ampia scala.
Cipressi… s'accordano coi silenzi
e coi silenzi, si amalgano i bei pensieri.

In fondo al gran vialone
maestosa in sua bellezza
è "Villa Giulia"di sole colorita,
ma con le stelle,
in invitante penombra… giace.

Naviga il "batèl" verso la punta
audace di Balbianello, e vedo
piccola e sempre amata, la solitaria
spiaggia di Guggiate;
testimone dei giorni d'agosto
giorni lieti e felici
sì che ogni suo ciottolo
è per me caro ricordo.

Sinuoso e dolce alla vista
ora mi appare il golfo di Venere:
mai più appropriato nome di bellezza dea
fu dato a così tanta benevola terra…

Convegno per gabbiani son l'acque di Lenno
Lo sguardo mio si perde nello smeraldo del lago
e fantastico antichi tesori nei misteriosi fondali.

Saluto la silenziosa Campo e passo per Ossuccio.
Gli ulivi dei giardini mi danno pace
e il romanico campanile della "Maddalena",
unico per fattura, mi cattura e incanta.

E L'Isola Comacina… Reliquie è di battaglie
e ruderi d'antichissime Chiese;
storia e leggende...
Attracca il "batél" e il viaggio si conclude

Ma non il mio il pensiero
che abbraccia nel ricordo
meravigliose… le immagini Lariane.

Antonia Migliaresi.

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Già dai primi versi descrittivi, il Lettore ha davanti a sé un dipinto chiaro e netto, un dipinto per cui i colori sono sostituiti dalle parole che illustrano egregiamente tutto l'assieme paesaggistico dei luoghi. La Poetessa ha usato per questa composizione la metrica libera; e bene si adatta al tema trattato poiché qui sono gli effetti visivi immaginati dal Lettore che susciteranno emozioni. E' una descrizione fatta a regola d'arte e lo afferma il sottoscritto che di quelle terre… ha conoscenza perfetta. Mi congratulo Poetessa Migliaresi, altra degna Cantora dei bei lariani luoghi.

Sandro Ciapessoni.

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FUORI LA PORTA…

Rispetto i dolorosi silenzi
e resto ai margini dell'anima tua.

Vorrei entrare in quel mondo
muovere passi silenziosi
esplorando anfratti sconosciuti
senza alterare precari equilibri.

Vorrei chiedere per comprendere,
carezzare per lenire,
coccolare per addolcire.
Vorrei condividere segreti
e allontanare i tormenti.

Ma resto in punta di piedi
fuori la porta...
resto in attesa che tu l'apra.

Antonia Migliaresi.

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Versi squisitamente contenuti nella sfera del romanticismo ed esposti con discreta delicatezza. Anche in questa Poesia prevalgono le rime in metrica libera, ordinata, nel susseguirsi del ritmo che è sempre mantenuto in costante armonia con la fonetica musicale. Scrittura perfetta dalla quale si nota lo spessore dell'Artista. Complimenti vivissimi.

Sandro Ciapessoni.

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CORRISPONDENZA DEI LETTORI
(I commenti che seguono riguardano l'edizione precedente)
.

Dalla Poetessa Signora Antonia Migliaresi di Roma.
Roma, 24 Ottobre 2006

Caro Sandro, il tuo numero di novembre-dicembre di Ars Poeticæ è davvero un capolavoro oltre che di letteratura, anche per quanto riguarda la grafica.
La rivista si apre con un tuo interessantissimo articolo sulla Poetessa greca Saffo vissuta in epoca remotissima ma ancora attuale come sentire e scrivere. Molto approfondita è la tua analisi del suo modo di essere donna e poetessa.
Un grosso omaggio sono le tue meravigliose poesie dove canti l'amore per persone che hanno contato moltissimo nella tua vita e per i luoghi che ti hanno dato i natali... Preziosa "Strenna natalizia" per noi fortunati lettori.
E altro grosso dono è la poesia del grande Poeta scomparso Bino Rebellato di Padova.
Versi di alto lirismo sono le rime della Poetessa Matilde De Martino di Agrigento che descrive sempre con molto sentimento i panorami a lei tanto cari. Nella poesia "I sogni mi portavano lontano…" racconta il suo passaggio dal mondo immaginario alla dura realtà.. quel momento in cui ha perso la chiave che la faceva sognare.
Sempre nostalgica di un passato in cui tutto era più puro e c'era più gioia, sono le liriche della Poetessa Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como).
La Poetessa Celeste Travaino con la sua lirica "Parco Natale" ci riporta nell'atmosfera magica delle ricorrenze Natalizie che furono; un senso di rimpianto che c'è anche nell'altra sua poesia "Cari odori" dove, attraverso profumi che le sono rimasti impressi dentro, l'Autrice ripercorre tutti i passaggi più salienti della sua vita.
Infine la Poetessa Katia Marionni di Marotta (P. U) ci invita alla preghiera con la sua bellissima poesia "Madre Santa" che è un inno alla Madonna e al suo infinito amore per tutti noi suoi figli e alla sua grande indulgenza.Grazie Sandro di questa tua rivista che è un tripudio dell'Arte Poetica e a cui sono onorata partecipare. Con immensa stima e ammirazione per il tuo immenso amore per la Poesia

Antonia Migliaresi.

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Padova, 03 dicembre 2006.

Poetessa Antonia,
rileggendo il contenuto del testo del tuo gratificante commento, ora, mentre mi accingo a dattilografare questo mio ringraziamento, devo ammettere, confessare, che mi sento commosso per sì tanta tua dedizione alla mia "Creatura", questa umilissima rivista nata un anno fa, stilata nell'umile veste di un singolo foglio. Nelle edizioni che si sono poi susseguite, ho cercato di apportare le migliorie atte a rappresentare degnamente tutte le vostre Opere, i vostri commenti, e tu sempre a tutte le Edizioni, puntualmente e tempestivamente mi hai sempre fatto pervenire il tuo commento. E' questo un "inciso" che voglio rimarcare con forza, per porgerti il mio particolare ringraziamento affinché sia di sprone, di esempio anche per tutti gli altri Fruitori del Periodico. L'uomo non vive solo di pane, ed una parola, una frase scritta con lo spirito che il cuore detta, ha potere benefico, è quel potere che in segno di gratitudine apre tutte le porte…
Grazie Poetessa Antonia, prendo atto della fedeltà che dimostri non solo al sottoscritto, bensì a questa mia "Creatura" cui tengo tanto. Con riconoscenza,

Sandro Ciapessoni.

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Dal Signor Dino Cagnolini - Padova
Padova, 30-11-06

Caro Signor Sandro
Se non sarà possibile pubblicare questo mio scritto, La prego sentitamente di considerare tutto questo in umile omaggio alla Sua grandezza. Le auguro un mese di dicembre sereno e riposante per ritrovarLa in piena forma nel 2007. Tanti, tanti auguri! Con stima e amicizia

Dino Cagnolini.

***

Caro signor Sandro,
Questa mia lettera è autorizzata alla pubblicazione del Suo Editore da me preventivamente informato.
Può essere che Editore e Direttore di questa rivista siano la stessa persona. In tal caso, illustre Poeta, questa bi-dizione letteraria non sia di ostacolo alla pubblicazione di quanto sto per dire.
Le rivolgo un sentito ringraziamento per l'immediata pubblicazione sul decorso numero, di una Poesia dell'indimenticabile Poeta Bino Rebellato. Esplicito ora il vero scopo che perseguo con questo appello:
"Cari Poeti e Poetesse e semplici Lettori, la grandezza morale ed intellettuale di Sandro Ciapessoni non è sufficientemente conosciuta ed apprezzata. Egli è a mio avviso degno di avere un riconoscimento a livello Nazionale ed un sicuro inserimento tra i Poeti che onorano l'Italia.
Mi rivolgo umilmente e tutti Voi, affinché nel prossimo numero ognuno di Voi dedichi un pensiero riconoscente a quest'Uomo, anche per festeggiare il primo anno di attività della sua "Ars Poeticæ".
Grazie dell'attenzione,

Dino Cagnolini.

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Padova, 03 dicembre 2006

Carissimo Signor Dino ed emerito cultore della Letteratura,
Pubblico quanto Lei mi ha fornito e nel contempo Le preciso che è proprio il caso di dire che "Editore e Direttore…" (nel mio caso) è somigliante un poco alla Trinità, ma…levando una Persona, (come dire: Padre, Padrino, Padrone…) eludendo però a piacere - una Persona. Quasi- quasi Signor Dino, ne leverei due:, per il mio carattere… uno basta! Due… sono già troppi. La Sua nota, il Suo appello. Noi ci conosciamo non da un giorno e mi risuonano sempre le Sue attenzioni, i Suoi apprezzamenti nei riguardi della mia poetica, del mio modo di scrivere, del mio modo di distinguere la Cultura, dalla cultura di bancarella-mercatino… Proprio per quest'ultima ragione ho rifiutato nel 1998 e nel 2001 prestigiosi riconoscimenti a livello Nazionale, ma non confacenti alla mia dignità personale. Preferisco il mio silenzio attuale ai profumi d'incenso elargiti da turiboli di una cultura che mortifica i nostri grandi Scrittori del passato, che li rinnega, e che praticamente li ignora. Mi basta quanto ho ottenuto, Lei ben sa che per oltre quattro anni ho condotto personalmente la Redazione del Bimestrale "Il Tecnologo", organo ufficiale del Premio Letterario Campania e Gesualdo Bufalino e per quattro anni fui Membro di Giuria. Ho fondato nell'anno 2000 il Premio "Bellagio poetica", altre prestigiose riconoscenze Accademiche mi sono state attribuite, ma poi… il troppo storpia!
Caro Signor Dino, Lei conosce il mio carattere.Più di una volta mi avrà sentito dire: "non vado in Paradiso per far dispetto ai Santi!". Questo è il mio motto, e tale resta. Come resta intangibile, cristallina la Sua e la nostra sincera reciproca stima e cara amicizia. Sono e resto orgoglioso del mio stile di scrittura facilmente apprezzato da pochi, ma veri cultori dell'Arte letteraria: questo è ciò che per me conta; dell'effimero dico: "non ti curar di loro, ma guarda e passa…".
Grazie Signor Dino per il Suo prezioso intervento, tanto noi ci troviamo sempre e con un buon caffè sappiamo fare "salotto". Un caro saluto.
Sempre cordialmente

Sandro.

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Per la Signora Poetessa Matilde Di Martino di Agrigento
Padova 03 dicembre 2006.

Grazie Signora Poetessa per la conversazione telefonica fra noi intercorsa nel decorso mese di novembre nella quale Lei mi ha espresso con la Sua consueta squisita cortesia, il Suo apprezzamento per la … (posso dirlo?… ormai appartiene anche a voi gentili Poetesse) nostra "Ars Poeticæ" Le Lettrici che mi leggeranno prenderanno atto del Suo sempre costante intervento, (questa volta a mezzo telefono a causa del problema alla vista). La ringrazio di cuore e come ho scritto alla Poetessa Antonia, esprimo pure a Lei la mia riconoscenza per la costante e mai mancata Sua partecipazione alla vita di questo Periodico. Le auguro così, Poetessa Signora Matilde una presta completa guarigione. Una cordiale stretta di mano e tutta la mia incondizionata stima. obb.mo

Sandro Ciapessoni.

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