OPERE POETICHE :
di
Giuseppe Sandro CIAPESSONI.


Autore

BIOGRAFIA.


La raccolta poetica di Sandro Ciapessoni, nato a Tremezzo (Como) nel 1924, assume il titolo: «Versi ». Titolo che non è stato messo a caso, ma vuole essere il frutto delle riflessioni dell' Autore, anzi di più, e cioè una revisione critica della sua poetica, la quale viene ad assumere un linguaggio proprio, apparentemente arcaico.
Si è detto: "apparentemente", giacché si tratta di un linguaggio aulico, in quanto preziosi sono per Ciapessoni, i sentimenti evocativi che lo legano visceralmente alle sue radici geografiche, a quei luoghi che allietarono la sua infanzia prima, e ne accompagnarono l'adolescenza.
Dunque, luoghi e personaggi ormai lontani, ma così vivi e presenti dentro di lui, da traboccare in sentimenti poetici. E tali sentimenti, vuoi per la formazione culturale del poeta, vuoi per il suo stile di vita raffinato, signorile ed elegante, non possono che esprimersi in un linguaggio ricercato, tipico di quella sua giovinezza ancora impregnata dall' eco leopardiana, foscoliana e carducciana.
Ma i suoi versi non si esauriscono semplicemente in una lingua desueta rispetto alla così detta "poesia moderna", giacché in lui, è moderno e nuovo il sentimento del passato, che si fa canto, ritmicamente equilibrato nell' espansione dei polimetri. E' insomma la sua, una poesia robusta, anche là dove sembra che il cuore voglia urlare la sua tristezza e la sua pena per ciò che non ha perduto, poiché gli vive dentro e che tuttavia gli è lontano.
C' è nelle sue pagine, come una sorta di racconto autobiografico, descritto con la dignità ed il decoro di chi sa sorridere dietro la lacrima silente. Ma c' è anche la musicalità dei versi, che è spontanea, connaturata col poeta, per cui piacevole e gradevole ne risulta la lettura, come ad esempio in: « L' incontro... al plenilunio » dove si scioglie un bellissimo endecasillabo: "nella festosa estate che or s' avanza", oppure: "dolce sarà per te mirar le stelle / le stesse che ti furono compagne / nei tempi lieti di tua corta vita".
Sembra la resurrezione del Leopardi, ma a differenza di questi, nei versi di Ciapessoni, non c' è amarezza pessimistica, bensì una rassegnata dolcezza dolorante che si fa preghiera.

 E così in « Calar di sole... »; il morire del giorno non è motivo di disperazione, ma di naturale adesione allo svolgersi dei tempi: "l' ultimo tocco di campana annunzia / l' Ave Maria... è giunta infin la sera / compiuto è il giorno./ Le luci della Terra / son variopinte e belle / ma tuttavia tentano invano / il simular le stelle ". E altrove, come in: « Autunno in Costa-Prada »: "Alta è la notte su nel ciel d' autunno / la notte al gran contorno delle stelle / sfiorano i faggi... i lembi della luna!". Il momento è solenne, e più solenne ce lo rende il linguaggio del poeta.
Ecco perché si è parlato di linguaggio aulico!
Come in « Chiare fanciulle... »; "il solitario canto del ruscello / si perde nel frascato a fondo valle /... ."
E così seguitando, poiché questo è il sui indiscusso stile.
Carducci scriveva: "Guai a quella poesia che sia soltanto musica, ma guai a quella poesia che non sia anche musica. E la poesia di Ciapessoni nel senso classico, è anche musica.

                                                                                                           Prof. Nicola Palazzo

Padova, 20-06-1997

Da il Bimestrale "IL TECNOLOGO": nr 46 -Luglio-Agosto 1998

.... vorrei manifestare la mia stima al Poeta G. S. Ciapessoni di Tremezzo (Como), la cui "Espéra" mi ha veramente colpito per l' ampio respiro e la nobile classica impostazione sostenuta fino in fondo, senza cedimenti.

                                                                                                Prof.ssa Maria Teresa Cortese.


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San Benedetto del Tronto, 27-11-2000
 

Preg. mo Poeta,
Grazie per "Luisa" e "Io ti ritrovo..."; le ho lette con attenzione e commozione, vi ho trovato immagini di altissima poesia; le Sue delicatissime figure femminili fanno respirare un' aura leopardiana (già le notai un' altra volta) e quel gentile pettirosso sulla tuia è un' immagine che rimane nell' anima, così come i versi "più non credevo riveder tue piume / il bel vermiglio a ricoprirti il petto " e "Se un dì mi cercherai..." ... "rammentati!..." per giungere all' apoteosi di " un verde cespo di pungenti ortiche / frammisto alla rosella campagnola / t' indicherà il mio letto a primavera".
 Questi ultimi versi sono così elevati nella loro semplicità che coinvolgono e penetrano nell' anima. Grazie a Lei...

                                                                 Profess. Maria Teresa Cortese -Poetessa.


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San Benedetto del Tronto, 05-04-99

... mi complimento sentitamente con Lei per "Rustiche case" che ho potuto leggere sul numero 48 che non avevo ricevuto a Novembre. Ha un' atmosfera che m' affascina e mi evoca "Il nido" di Giovanni Pascoli in "Romagna" e "L' ombrello di trine" della mimosa che accoglieva il Poeta nelle "ore bruciate" quando "immobilmente galoppava". Oltre ai suggestivi bellissimi squarci di paesaggio, tutta l' impostazione di versi dolenti finali, mi fanno pensare a Pascoli, uno dei Poeti che più sento ed ammiro....

                                                                                                               Maria Teresa Cortese.


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San Benedetto del Tronto, 10-07-1999

Preg.mo Poeta,
ho letto il "Il Pettirosso"e" Luci... ombre... guerra di selve... ", versi che lasciano il segno. Poesie sublimi, di respiro solenne e immerse in un' atmosfera sacrale, perfettamente calata nella nobile classica impostazione da verso...
Con profonda stima,

                                                                                             Prof. ssa    Maria Teresa Cortese.
                                                                                               Scrittrice - Poetessa

Da: "Il Giornale dellEtna" - CATANIA
Pagina «Libri e cultura» del 30 luglio 1999.

Recensioni librarie: La poesia lacustre di Sandro Ciapessoni.

I tre volumetti "Poetica lariana", "Rime", e "I cantici di levante" di Sandro Ciapessoni, raccolgono il meglio della produzione lirica dell' Artista lombardo, nato a Tremezzo - (Como) nel 1924, che pure avvalendosi di una lingua desueta, manifesta una raffinata tecnica e un' eleganza stilistica non certo comune.
La musicalità dei versi, l' uso sagace degli endecasillabi, la pregnanza di evocazione lirica, espressi con un linguaggio aulico e altamente letterario, sono tratti salienti di una poesia che trae ispirazione oltre che dal ricco mondo interiore dell' Autore, anche e in prevalenza dello splendido lago di Como, dalle sue acque, dai suoi panorami, dalle montagne che lo circondano, dalle sinestesie e dalle emozioni e visioni che scatena con incontenibile forza nell' animo del poeta.

                                                                                             Giovanni Pasqualino
                                                                                           Recensore e critico darte.

Catania, 30 luglio 1999

Da "Presentazione" al volume "RIME"..

 .... unico poeta oggi esistente che ha cantato con forte passionalità, misurato lirismo e senza remore alcune, le memorie della sua giovinezza, vissuta in quella terra lariana dove altri sommi poeti si cimentarono in analoga impresa.
Decisamente è giusto affermare che tutto il tessuto poetico delle sue ampie e spaziose composizioni, riflette la propria biografia scritta come se di confessione si trattasse. Ed è una confessione.
I ricordi della prima... vegetazione infantile, sono dedicati alla persona più cara al Poeta; a sua madre, (e a chi altri, se non alla propria madre?) nell' opera: "Angelo di Dio... ". In questa composizione scritta non certamente in giovanile età,- ce lo dimostrano i primi sei versi:
"Confusi e opachi /   talvolta sono i sentimenti umani. /   Disordinati e sparsi /   in irrequieto moto /   come sospiri al vento /   si perdono nel vuoto".
Emerge chiara la confessione di rincrescimento per non aver mai occupato prima d' ora la propria mente, al pensiero più nobile ed intimo verso colei cui deve la propria sua esistenza:
"parole e tenerezze sulle labbra /   sofferte con pazienza nella sera, /   col rosso colorir del sol sulla brughiera".
Potrei dar corso ad una approfondita analisi di tutta la sua opera poetica; molto ci sarebbe da scrivere, - se chi scrive non conoscesse bene il Poeta, ma mi esimo dal farlo,- poiché balza evidente all' esame di tutti, che dall' animo di questi , dal suo profondo "io", scaturisce quella fonte inesauribile di avvincente melodia che notoriamente rende la sua vena poetica, ultimo anello di congiunzione tra i grandi classici di questa fine secolo.
Alcuni illustri Autori dell' antichità, scrissero della loro vita episodi, memorie, occupando in dettagliate esposizioni di fatti, pesanti volumi. Qui, abbiamo il contrario. Un breve, brevissimo scorcio della sua vita in ancora tenera età, ci viene esposto in: "Rustiche case... ".
È il periodo delle vacanze estive trascorse nella casa materna in un piccolo borgo della provincia di Varese. Sarà mai possibile misurare la quantità di affetto prodigata a qual bambino, dai nonni, dalle zie, dalla cugina? Di quel ricordo in lui non è rimasta soltanto una semplice traccia, bensì un profondo solco, sì che lo ricorda come"attuale", dal nono al quattordicesimo verso della citata opera: "Protetto e custodito /   come familiarmente
avvezzo /   nell' ora cui meriggio   vuol tacita a diletto, /   sotto il bel pino ombroso /
gustavo il buon sorbetto".
 Non si deve dimenticare inoltre che il Nostro, da buon lombardo, da buon comasco, ama la propria terra d' origine poiché in quelle montagne ha respirato il primo profumo puro della natura generosa di fiori; dei colori di un cielo visto con gli occhi di un bambino e così a noi li ricorda, melodiosamente poetando: "Prati, colline e monti!... /   Dolci profili familiari e forti/
che abbracciano solari l' orizzonte. /   Folte robinie e schiere di sambuco /...
Io vi conobbi all' alba /   col sorgere del sole / con l' animo sereno /  di candido bambino /
guardando un cielo puro /  disgomgro dalle nubi /  e il volteggiar festante... /".
A quali nubi allude il Poeta? È facile immaginarlo, e se non siamo capaci di capirlo da soli, lui stesso lo dice senza tanti preamboli: "con l' animo sereno/ di candido bambino".
Poeta che si esprime apertaente mettendo in evidenza la verità a lui cara. Poeta al quale dobbiamo guardare con ammirazione e coraggio senza dimenticare quell' anello di congiunzione che ci lega riconoscenti, ai grandi classici di quest' ultimo secolo. Anche per questo al poeta Sandro Ciapessoni dobbiamo riconoscenza.

                                                                                   Prof. Giuseppe Marchianti - Scrittore
Brescia, 8 dicembre 1998.

Da: "IL CLUB DEGLI AUTORI".
Antologia: " Premio De Pisis _ Ediz. 1998".

É nato in Tremezzo (Como) il 28-01-1924, vive in Padova.
Ha partecipato a diverse manifestazioni culturali, ottenendo ottimi risultati in virtù del suo inconfondibile stile poetico forte, incisivo e nello stesso tempo passionale.
Illustra con lo scritto le diverse emozioni provate e che tuttora prova -le dolci e le amare di questo «roveto umano», ma rigorosamente sincere, monde da fiocchi inutili e inservibili orpelli.
Tutta la sua opera rispecchia memorie antiche d'orizzonti puri, quali egli intende ancora oggi vivere.
Ai notevoli riconoscimenti ottenuti, si possono annoverare  varie pubblicazioni delle sue opere, su prestigiose antologie letterarie.

 La poesia di Sandro Ciapessoni - ricca di immagini e risonanze - ha come referente la migliore tradizione e si avvale di una tecnica che riflette l'armonia dei classici: segni distintivi del suo stile sono la coerenza linguistica e la perfezione formale quali elementi in grado di esprimere i sentimenti più significativi dell'animo umano.

                                                                                               Luciano Nanni
                                                                                        Scrittore e Coordinatore della
                                                                                           Rivista " Punto di Vista".
Padova, 22 novembre 1999

Così ha scritto il Giornalista Signor Pier Angelo Marengo del quotidiano: "La Provincia di Como" il 14 febbraio 2004, su: "Il mattino" da Poetica Lariana:
e pubblichiamo questa sua cartolina che illustra, con le tinte tenui e delicate di un acquerello, uno scampolo del nostro lago. Lo facciamo nel giorno di San Valentino, convinti di regalare ai nostri lettori un momento di pura evasione e, diciamo così, di vacanza dello spirito, perché la sua prosa aulica ci ha per qualche istante rapiti, tenendoci sospesi ai remi di quei due anziani pescatori, dipinti con un pennello intinto nella nostalgia dei suoi ricordi e ci auguriamo possa fare anche ad altri lo stesso, benefico effetto...

 

Le liriche del poeta Sandro Ciapessoni, sono lavori tutti di pregevole composizione …il suo stile di scrittura resta inimitabile. (…) Sono versi che restano impressi nella mente e causano appassionate emozioni nell'animo del lettore.

Alfredo Siniscalchi - Torino


Egregio Poeta, ho letto il Suo intervento su "La Provincia di Como": "Il mattino visto dai portici di Bellagio". Mi congratulo per la Sua attività. La dedizione data anche a questa poesia è ammirevole, come del resto lo è anche per le altre liriche che ho letto nel Suo Sito. Complimenti sinceri.

Alessandro Ferroni. Como



Tutte le opere del Poeta Sandro Ciapessoni tendono alla sublimazione dei sentimenti più elevati cui l'animo umano contiene, (…) in tutte le sue liriche affiora un'ombreggiatura di rassegnato dolore, quasi fosse un'indimenticabile vissuta tristezza rimasta scancellata nel suo animo. (…) La sua "Alba Sirena" racchiude in se stessa negli ultimi versi un impenetrabile mistero: Inutile chiedere, ho tentato ma invano. Opera d'ampio valore letterario e artistico.

prof.ssa Lucia Lanzi. Genova.




… e prevale in tutte le Sue Opere, il perfetto esempio di metrica abbinata: verso settenario col verso endecasillabo. (leggere ad esempio: "Il monte san Primo", Catarsi", "Notturni…", "Chiare fanciulle…", Espéra". Gli assunti dei testi: affascinanti, forti, sconvolgenti; la stesura non è di meno, e il Suo estro di composizione dimostra la raffinata sensibilità del vero Artista. Con stima,

prof. A. Fantoni- Milano

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