Sandro Ciapessoni

 

 

 VIGILANDO, ASCOLTO...
 

...le minacciose nubi
che in ribollente cielo, offuscano costanti
le gran Duàrie cime,
ove sul fianco d’esse,
steso, s'acquieta il sole...

 

Eppur amo il Creato
e l'Opera divina,
amo la terra e i fiori,
le delicate tinte
delle dorate aurore;
ma sui tramonti oscuri
si affossa il mio pensiero
nell’assoluto ignoto
del poco mio capire.

Oh Sole!,
tu abbandoni alla deriva
un’ombra fatta zolla da tua vita,
dammi ancor tu, tua luce e gioia
in questa fragil conca
umana sì, talvolta...
purtroppo ingenerosa!

Se scoglio solitario
fu così tanto amato,
orbene, ad esso ancora
io mi sospingo e anelo.

Io mi sospingo,
e anelo limpidi cieli azzurri
e luminose stelle ambire
e l’animo sereno
qual d’innocente figlio
cui s’apre lieto il soglio
del giovinetto mondo.

Erto mi fu il salire
la gran piramide degli anni,
ma sulla verde cima
erbosa e generosa
sotto il tepor della tua eterna fonte
e il bel raggiar degli astri della sera,
io colsi il germogliar
dei segni di speranza,
dei venti di passioni...
le piogge d’illusioni
cui vollero mia vita
incatenar prigione.

Or che discendo "il monte"
dalla riversa china
io m’avvicino sempre
alla mia "terra antica"
e vigilando, ascolto
ogni frusciar di vento
che dalle rive attese,
mi annunci pure il non temuto segno
del conclusivo viatico mio degno.

Forse da un alto poggio
del "Castrum" mio modesto,
contemplerò ancora i bei crinali estesi
delle montagne amiche
che intorno a me,
segnan quell’ampio cerchio
che sembra... sì, interdire
ai miei pensieri, il desiderio
di oltre lor transire.

Attenderò il raggio della luna
col suo tracciar sull’onde
la sua tremante e luminosa scia,
tremante... oh sì!..., come la nostra Fede
nelle Divine sfere
qual’ è da noi compresa... spirti
irrequieti, esitanti e... sempre timorosi.

Chiare rispecchieranno allora
- dal gran profondo Cielo -,
giù, nell’abissale oscuro
della Terra, le mutevoli fragilità
d’arida zolla... larva fugace e brulla
soggetta sempre all’ancestral natura.

Poi calerà furtiva
al suon della celeste tuba,
quieta e velata Notte...
Del lungo suo cammino...
ignoto è il suo destino.
 

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