Sandro Ciapessoni

 

 
RUSTICHE CASE...

 

Una parte del mio cuore ivi è rimasta, e
all'ombra dei coloriti arbusti lungo le pietre
 fin sotto a grigia rupe, attenderà il tramontar
del "giorno mio..."
Ad memoriam:
A Te Nonna "Mamma-Nina" e Te Nonno "Pà Pepin"
A zia Angelina, zia Pierin, a Te Costantina e senza
dimenticare zia Cecchina, Zio Tugnin; Voi tutti che
mi avete amato col cuore, e che mi avete sempre
ricordato con particolare affetto, e mai dimenticato...
accettate questa mia testimonianza come eterna mia
riconoscenza.
Sandro Ciapessoni, vostro nipote.

 

 

Rustiche case... rustico ristoro.
Un’osteria sul bordo della via
e un pino accanto all’orto sul pianoro.

Lungo il bel prato fin sotto a grigia rupe,
arbusti di campanule violacee
screziate con colori bianco e rosa,
ornavano selvatiche in natura
sconnesse pietre antiche, a mo’ di mura.

Protetto e custodito
come familiarmente avvezzo,
nell’ora cui meriggio
vuol tacita, a diletto,
sotto il bel pino ombroso
gustavo il buon sorbetto.

Nella stagion cui sole si scatena,
sul limitar del prato e l’osteria,
un pergolato verde d’uva spina
il fresco refrigerio mi porgeva,
mentre su libro chino, cannuccia in mano
i primi rudimenti del sapere
aprivano mia mente al mio dovere.

Sul tavolato in pietra
e all'ombra degli intrecci d'uva amara
io qui compresi a ricordar qual pietra,
aste diritte, ed aste... col rampino,
il tondo della "o"  e i segni col puntino;
poi... sulla pietra dura, poggiando mani al viso,
io reclinavo il capo... sognando il mio destino.

Prati, colline e monti!...
Dolci profili familiari e forti
che abbracciano solari l’orizzonte.

Folte robinie e schiere di sambuco
dove la chiara roggia scorre presso il ponte...
io vi conobbi allora,
quando in estate il sole si scatena,
quando cicale e grilli
allietano giornate infino a sera.

Io vi conobbi all’alba
col sorgere del sole,
con l’animo sereno
di candido bambino
guardando un cielo puro
disgombro dalle nubi
e il volteggiar di rondini festanti
e di colombe, in cerca di ristoro...

Guardando amene valli
al tramontar del sole...
i poggi dell’Usèria,
la bianca Casa col segno di Maria,
la cima del Crocino e a fondo valle,
la selva scorticata a pie’ del monte.

Le fredde piode erose e levigate
giù nella rongia poste...
consunte da ginocchia
cui l’acqua lor lambiva,
rubando anche il sudore
che il caldo lor forniva.

Conobbi allora i segni
del ricordar soave e genuino
che infino ad oggi dominan
la via del mio cammino.

Dei personaggi tipici del luogo
ricordo... il Contadino anziano e rosso,
vestito di fustagno liso e smunto;
i baffi rossi attorcigliati e a punta,
il calice di vino poggiato sovra un soglio
mentre bocciando con fragor sul ciglio
centrava quasi sempre il suo bersaglio.

Mi sveglio da quel sogno...
e nello specchio azzurro ed infinito
rivedo i tempi antichi... ma ancor vicini
si, che emozioni amare e sconsolate
invadono con forza le mie vene.

La cima del Crocino è sempre verde!...
i poggi dell’Usèria, immobili e solenni
mi additano lontano lor tramontare eterno.

Nei prati che da Ponte vanno a Brenno
lungo il sentiero dove il sambuco odora,
ancora scorre giovin roggia
antica un tempo... che sempre m’innamora.

Ma sulla fronte mia e sul mio viso,
ahimè, profondi stanno i segni
della trascorsa vita ... e del destino.
 

 

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