Sandro Ciapessoni

 

 

 L U I S A

 

                                                                     ... campagna eccitante e morale della mia gioventù,
                                                                      campagna toscana magra ed asciutta, fatta di pietra
                                                                      serena e di pietra forte, di fiori onesti e popolani, di
                                                                     cipressi risoluti, di quercioli e di pruni senza moine...

                                                                      (da: "Un uomo finito")
                                                                      G. Papini.

 

 

Dolce Luisa di Romagna bella!
Di mia giovinezza chiara
tu fosti l’ultima de’ miei rubati amori;
di te conservo il casto tuo ricordo
del dolce tuo sorriso;
fresca purezza del giovanil tuo viso.

Ma ancor di te rammento
l’onesto tuo parlare
quando degli anni tuoi
sbocciava in te l’amore.

Nei verdi prati ai pie’
della tua rocca antica
fioriva l’asfodèlo,
e tu, modesta e ben gentile
scendevi la collina
della tua valle amena.

Nel giglio di Fiorenza
tu mi rendevi il fior di tua passione.
Vissi con te le gioie
del puro tuo pensiero,
e tu, esile fanciulla,
dentro quel bianco giglio
e in estasi rapita,
vivevi il mio respiro...
sognando... sognando il paradiso.

Di quei felici giorni io ben ricordo
forbito, il tuo bel dire.
Dalla città del fiore
noi ci portammo un dì
fra le turrite mura
di Vincigliata ombrosa,
e in quei momenti che il solo ripensar
oggi m’aggrada, soltanto il nostro cuore...
- ricordi?..., ricordi ancor Luisa? -,
tacito, parlava.

Rammenti ancora quel caldo sol di maggio?...
La sera, alle "Cascine"?
Il fresco frusciar di foglie
e il gaio mormorar d’Arno
non lungi dall’ "Indiano"?

Silvestre eran le vie
che andavano a Candéli
e tu, ben vi sostavi
fra il biancospino in fiore,
mentre tua rosea mano, io ti stringevo...
e... inteneriva il cuore.

L’Arcetri e il Bellosguardo!...

In silenziosa quiete la bella conca
allora io ti mostravo;
Santa Maria del Fiore e San Miniato
e più lontano a manca
Santa Maria Novella...
(quel luogo... ancor m’è caro!)
ma oggi... oggi... Luisa..., in me fiorisce
di quei preziosi istanti
un dubbio mio tenace:

quale maggior beltà mi colse
sotto quel cielo amato?
fu la vision superba
di sì gioiosa valle?...
Oppure il tuo sorriso onesto,
la bocca tua vermiglia,
romantico il tuo sguardo?

Io non rivedrò mai più Rimaggio
e poi Candéli; di lor conserverò
il ricordo cui...
dolcissima Creatura
che presta al mio richiamo,
quando il tramonto
con l’iridato manto
volle indorar quelle colline amate,
lieve scendeva allor dalla infiorita calle,
e tutta tremante... fra le mie braccia...
nell’imbrunito volger della sera...
un bacio... una carezza...
un sogno.... e un pianto... noi ci donammo!

Or che il tramonto incupirà la rocca
appresso tua dimora,
forse rammenterai quell’ore
di quel solare amore.

Rammenterai di Fiesole la strada
e i dolci colli, cui mai la notte oscura.
Promesse, e ancor promesse
scambiate con dolcezza infinita nella sera...
mentre fra le tue ciocche nere
io ti posavo quel candido bel fiore
raccolto sulla via.

Oh Poggio Gherardo,
l’Incontro e Rovezzano!...

Colline dei miei ricordi cari!
Armonie!...
Armonie del mio lontano amore!

Dimmi Luisa... dimmi!
"Tu non rimpiangi mai quei dolci istanti
cari? Quando fra noi, ivi sostando
a rimirar le stelle, nell’animo
virtù sincere fiorivan sconosciute?...

Quando l’amor sbocciava onesto
come il tremante bacio
ch’io ti donavo sulle tue calde labbra
sazie del saporito amore per la vita?".

Dolce Luisa di Romagna bella...
pulito amore, ed oggi.... in me risorto!
come asfodèlo amaro
mi condurrai sul carro di mia sorte.
 
 

Torna a :Rime