Sandro Ciapessoni

 

 
LA ROGGIA




                                                                               
      ... allora, era tutto così bello, puro, genuino.
                                                                                       Anche l'aria era profumata, e nei campi verso
                                                                                       Brenno, l'odor d'erba appena tagliata, mi
                                                                                        faceva capire che quello, solo quello era il
                                                                                        mio vero Paradiso!...
                                                                                                                  
                                                                                       Sandro Ciapessoni.

 

 

Sui giunchi che incorniciano lo stagno
non son tornate più le capinere
e i pettirossi coi calenzuòli verdi
han disertato i boschi
e il quieto lor ristoro.

Ai nidi abbandonati
nella stagion del gelo,
tra gli arcareggi e gronde
dei cascinali antichi,
ritorneranno -forse- in primavera
i balestrucci neri
a ringioir le sieste della sera.

Attenderem sereni
la notte silenziosa delle stelle;
attenderem gioiosi
erranti lucciole
che danzeranno ancora
sui rami delle siepi
con timido chiaror di fioche luci,
schiarite dal pallor di poca luna.

Quieto e modesto
è il borgo della roggia,
adorno di colline sempre verdi;
poggi e radure intiepidite al sole
ove natura regna e ci consola
con fronde profumate di robinie
nella stagion di giovin primavera.

In quella chiara roggia
dentro nei boschi ascosa,
limpida scorre l’acqua
fornita da sorgente
che ai giunchi dà dimora.


Scorre tra siepi e rovi
sfiorando piode lise,
rinvigorisce i campi
e non disdegna il fiore.

Piccolo "ponte"
dà il benvenuto all’ospite cortese.

Anticamente un pino e l’ombra sua,
eran richiami e segni di frescura;
or da quel verde simbolo del ponte
resta soltanto... una memoria oscura.

Nei boschi e tra betulle dei giardini,
poche e smarrite tremanti lucciole
ci doneran domani ancor la gioia
del fragil lor brillare
la notte misteriosa
sotto quel cielo scuro,
schiarito sol di stelle
cui... tanto amor ci dona.

Nel verde stagno
e appresso ai rovi e ai giunchi,
sui bordi della roggia e del canneto,
il gracidar di scarse rane
frammisto al canto stridulo del grillo,
ricorderan... le notti delle stelle,
le notti di promesse al chiar di luna,
le notti di speranze e di tremori...
ma il "ponte" senza il pino,
è come... senza nome.

 

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