Sandro Ciapessoni

 

 

TERRA CHE MI CULLASTI…

 

E dal letargo di malinconico
silenzio, mi desto e penso
a quel lontano cielo
nell'ora cui dal rugiadoso letto
la bella figlia d'Iperione e Tea,
dispiega mollemente le sue dita
fra i bianchi nembi
per tinger di corallo
l'immensa sua dimora.

Così mi appaiono dipinti
nella mia mente,
gli alti crinali delle cime amiche,
i gioghi ancor nevati
delle pietrose Grigne,
mentre la calda stella del mattino
riflette il tremolante raggio porporino
sull'onde mosse da silenziosa
e fresca "breva"…

carezza lieve qual… bacio di vento
su mia lariana dolcissima riviera.

Solo così io so pensare
a mia fiorita perduta Terra,
all'alpe del Galbiga e del Crocione,
alla rupestre e mai dimenticata Grona,
alle brillanti stelle della notte
che dall'eterno vegliano le vette…

il mio ricordo amaro,
l'esilio mio terreno.

Oh Terra che mi cullasti fin da fanciullo
ed or t'ho persa,
solo memoria resti al mio rimpianto.

 

 

Torna a sommario