Sandro Ciapessoni

 

 

NOTTURNI

Per l'ultima volta in quel giorno le tre
beatrici m'apparvero congiunte sotto
la luce  di un medesimo cielo.

da: "Le vergini delle rocce"
G. D'Annunzio.

 

 

Timida falce, solca il nostro cielo.
Brillan le luci, nell' affrescato ammanto.
Faranno il dì le stelle
insieme ai tuoi pensieri.

Nell' intimo create
e in fondo ai nostri cuori,
volan nell' aere
in forma di comete
ed ombre di desiri,
romantiche armonie.

Su fra le stelle,
figlie dei nostri sogni,
il modulato canto del tuo cuore,
poetico diffonde e melodioso
l' estatica catarsi del suo dire.

Nell' oasi terrena dei ricordi
fioriscono così, serene e grate,
corrusche di purezza e di candore,
memorie consolanti nel dolore,
oniriche visioni, carezze di passioni,
tramonti turbinosi ed infuocati
di rinnovati e mai sopiti amori.

Notturni!...
che al chiaror di poca luna
il varco aprite all' intimo dei cuori!
Per contemplar gioiosi e uniti
le stelle su nel cielo del bell' agio
su quelle piane rive al centro lago
non porgerò la mano alla mia diva
la notte del domani.

Ma in quella notte
io cercherò nel cielo
lo scrigno dei tesori,
ivi porrò quel palpito...
ristoro ai nostri cuori,
mentre sul "lungo viale"
tra le chiomate acanfore
e in luce alla mia diva,
il mio pensier si posa.

Or che la luna è falce
e timida qual velo,
nella silente pace
del pallido lunare,
io sognerò nel cielo ancor gemmato,
un volto... un volto chiaro
di fanciulla amata
cinta di caprifoglio roseo,
giù, nella verde conca innata.

Ed altra ancor, cortese e antica
sovra quell' onde io sogno!
Nata da nobile natura,
già avvolta nell' alone
di mistica ventura;
consunta dal patire
-anima mesta e frale-,
talor si aggira inquieta
tra i platani di "Melzi" sul bel viale.

Spirito mesto! Indugia
a rimirar quel glicine frondoso
che specchia sulla riva
le smorze sue speranze,
le attese di fanciulla
cui l' Angelo... seco volle in sua dimora.

Sommesse nubi
voglion sopire il raggio della luna,
ma deste son già l' ore
che scuotono il mattino dell' aurora.

Pudìche faci
voglion le acanfore chiomate,
mira or laggiù nel fondo...
pudìche faci stanno
sul ciglio d' Arconati.

 

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