Sandro Ciapessoni

 

ACANTO

 

 

... era questo il mio mondo, la mia vera
patria e società di fratelli... (da: "Un uomo finito")
G. Papini.

 

 

Turbato di grigiore
fu l'animo gentil
dell'accorata Musa.

Stille d'acerbo acanto
io vidi sul suo viso
e gli occhi suoi sereni
brillarono di pianto.

Quanto ti avrei donato
in quell'istante amaro
pur dal saperti lungi
dalla mestizia cruda!

Coi fior della glicinia
color degli occhi tuoi,
l'angelico tuo viso
avrei rasserenato.
Coi petali di rose
ricolorito avrei
le pallide tue gote.

Un bacio sulla fronte,
casto, ti avrei donato,
la luce del sorriso
avresti conservato.

Al cuor non si comanda
il cuor non ha padroni,
siam noi suoi servitori
e al suo voler, dobbiamo.

Vivere questo istante
ch'io ti descrivo or ora,
mentre il Gran Carro involve
nella celeste volta.

L'Orsa Maggior, l'eletta,
ci cullerà nel cielo.
Noi rivedrem Bellagio,
la gran contrada antica,
le acanfore chiomate
e gli oleandri in riva,
e i bocci di camelie
col rosso lor vermiglio
fur complici innocenti
discreti e silenziosi...

La "luce" in questo dire
ebbe principio a Campo,
la "Via dei Poeti"
che infino a Lenno è porta,
e i versi che qui leggi...
parole dei miei monti...
che sempre te, vedranno.

 

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