Sandro Ciapessoni

 

SCENDE LA SERA…

 

Scende la sera e subito è Tramonto,
ma tu sei l'alba e luce, che in gaudio
la cristallina rugiada,
annunci del mattino.

Forse sei l'Astro discesa sul pianeta,
angelo gentile o fiore come il giglio;
forse miosotide del monte
fragile sì, non dove il bel tuo piede poggia
il camminar tuo lieve, e lesto.

Ti immagino silente e solitaria
nel meditar pensieri in Poesia,
ora mirando il cielo ed orizzonti,
o trasognando…
mirar le vellutate tinte
che innanzi a te
Natura madre e generosa,
agli occhi tuoi e in gran dovizia, dona.

Nella mia mente, sola ancor ti vedo
sull'erto noto tuo familiar sentiero;
volto lo sguardo verso il lontano segno
dove i crinali si baciano col cielo.

Così ti vedo, ritta nel tuo osservare
scrutando quel lontano
massiccio, quel niveo crinale
dove costrutto il forte nido tiene,
ben terso e custodito,
rapace… l'aquila reale.

Ma pur grato ti è l'udir poco distante
lo scorrere festoso del ruscello,
acqua ancor pura fresca di sorgente,
linfa che scorre a dissetar radici e fiori;
acqua che nel laghetto del pianoro
ritempra le tue membra e dolcemente
rispecchia il tuo ristoro.

Ecco le gioie a cui tu sempre aneli;
il cinguettar festante
di lodole al sorger mattutino,
e, dalla lontana gola d'alpe
udir nell'ovattata pace del sereno
eco che da lontano ti sussurra:
"Bimba, fanciulla amata
qui io ti terrò; e più… più non temere… "

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