Sandro Ciapessoni

 

 

NOTTE FERRAGOSTANA...

 

 

Mentre io scrivo
queste mie meste rime,
cala la cupa notte
sull'ultima mia Contrada.

E' notte ferragostana:
gonfie nubi ingombrano minacciose
il ribollente cielo.
Lampi e tuoni... angosce tenebrose
m'evocano in quest'ora
il non lontano mio "Iudica me Deus..."

Cala la notte in questa vuota Valle
e senza cruda Morte nel mio cuore
un mistico silenzio adorno di mistero,
trasporta ormai il mio pensier vagante
in altra terra al mio pensar, diletta:
ai Rododendri alpestri,
al limpido ruscello del bel monte
cui lieto sol conobbi
in non lontano giorno,
il gaio mormorar
del lieto suo bel canto.

Solo lassù dove la Pietra Rossa
accoglie ancora il bel nitor del cielo,
solo lassù potrò sentir la cetra
cantar le melodie cui tanto anelo.

Sulla radura accanto alla "casetta"
di certo non sentirò giammai
quel bel trillar di Lodola gioiosa;
solo un ricordo caro
pari sarà, al dolce vespertino
ammanto della sera.

Sento che mai conoscerò
quelle... desiate terre!
La Grande Valle cui la notte sfugge...
quel limpido ruscello
che ancor nel cuor mi punge...

(m'accora il mormorar suo d'inverno,
m'intenerisce il gaio suo rifiorir di primavera)

Certezze da tempo attese...
ora svanite come folate
di capriccioso gelido vento.

Oh tanto atteso limpido bel rivo,
dal mio pensiero, e dal mio labbro
mai tu potrai sentire: "Ti perdo per l'amore".
Tu scorri come sangue in queste vene
e mi riscaldi sempre
il gelido mio cuore.

Ti sciogli così lontano...
ed eri allora tanto così
tanto così a me vicino! Ed io... io ti sentivo!
e pure, io già t'amavo.

L'animo mio nutrivasi del tuo bel canto,
erano i cieli puri e Voce mi parlava.
Oh limpido ruscello
che scorri in seno al monte...
se un giorno ti vedrò
modesto come un fiore,
ti canterò felice
"T'ho visto per l'amore".

Triste notte ferragostana!
Il cuore mio è gonfio d'amarezza
come nel firmamento in questa notte
spente sono le stelle...

Spente! spente sì
come le caduche morte foglie
che frullano su nuda e trista terra,
allo spirar del turbinoso vortice
nell'ora dell'impietosa
ultima sua guerra.

 

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