Sandro Ciapessoni

 

ED ERA PARADISO...
Innocentina... la graziosa Cinciallegra.

 

Improvvidi!
Così ci colse all'improvviso
il rosso tramontar di sera,
mentre io la posavo, lieta e festosa
nel sostenuto ramo del talamo dimora,

Era il tenero suo nido
pregno del sapor dei Gigli
di sue montane gole.

L'atteso suo "gabbiano"
s'era posato intanto
nel morbido giaciglio,
e la "vezzosa penna"
sotto le luci
delle tremanti stelle,
la sua gioiosa melodia
cantava alla notturna stella.

"Ecco il diadema
della Boreal Corona!...
posamelo sul nido fino a domani,
fino a domani, e... ancora!".

"Conducimi per mano
o amato mio Poeta
nel vortice di Orféo
vieni... non indugiare!
lascia ch'io mi sazi
col nettare suo d'amore!".

Sbocciavano così
sulla rosata e profumata "grazia"
i delicati miei e vellutati baci:
poscia,
nel gran silenzio della notturna quiete
udivasi soltanto il mormorar di stelle,
mentre sul viso mio
una carezza amata
lieve e gentile,
l'amore conciliava
col "dolce suo bel dire".

"Dulce loquentem!..."
ancora rammentavo...
negli occhi suoi era il taciuto Amore;
inerte il labbro suo or m'accennava:..
Agnosco veteris vestigia flammae".

 

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