Sandro Ciapessoni

 

DANIA
Dedicata a Daniela

 

 

Rammento in sul crespo
spumeggiar dell'onde,
il rischiarato bianco
del navigar di vela;
quando nel colorito
crepuscolare della sera,
vermiglio raggio
dolcemente rifletteva
al lumeggiar di luna,
la bianca mia carena.

Oh Dania!
Così ho sognato
nel tacito notturno
di navigar remoto
d'antica mezza estate...

Infinito era il mistico silenzio
sotto l'Orione e Cassiopèa madre;
indicibile era quel sapor dei baci
mentre leggera brezza di mistrale
il volto noi spruzzava
col profumato dono
di quel turchino e salso azzurro mare.

Dania!
Inusitata amabile dolcezza
era l'ascolto del pulsar di cuore
ove l'amor gioiva,
ove vita scorreva pregna e sazia mai
sotto quel pallido biancore
del virginale e candido tuo seno.

Tu sorridevi o amata mia fanciulla,
tu sorridevi al mesto tuo poeta.

Negli occhi tuoi, brillavano
simile a folgori
le luci della celeste volta.

Astri non erano, no!
che avvolgevano noi;
l'immensità del mare
la vastità del cielo
ma dalle tue luci si diffondeva
l'avvolto di tutto il gran mistero.

Poscia novella Aurora
sorgiva da levante,
e al nostro legno
-- e ai naviganti amanti - ,
guida a giusta rotta
ci addussero i gabbiani
fin sulla scarsa rena
recinta dagli scogli
ove, non sazi ancor d'amare,
ivi, noi approdammo.

Era la solitaria spiaggia
del bianco "Miramare".

Fra i miei ricordi cari
io tengo ancora una conchiglia
raccolta su quella poca rena;
ma in essa oltre al sentir dell'onde
odo una voce
che ancora mi sussurra:

"Raggio di sole,
raggio di sole!
mio dolce,
dolce ed unico tenero Amore".

Dania! E' il tuo "respiro"
che lieve e soave ancora,
asilo di conforto,
il cuore mi consola.

 

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