Sandro Ciapessoni

 

 

SILENTI ARMONIE
 
 

 

Io lascio il mare d’Anfitrìte e Rodo.
Con Austro ed Euro si saziano mie vele
e verso Delo, scivola il cavo legno
sull’onde spumeggianti ed impetuose:
audace culla sui flutti di Nerèo.

Nel solco arabescato dai marosi,
crestato dai riflessi di Selène,
affondano rimpianti e nostalgie:
gli amabili ricordi d’Eufròsine
gioiosa, della fiorente Tàlia
ed Ebe, quel sol di vita eterna
della incipiente e fragil giovinezza.

E nella notte immersa dalle stelle,
or che le vele gonfie e generose
veleggiano il mio legno verso Delo,
io sento ancora con Euro sul mio viso
quel delicato dono d’Anfitrìte:
il tenue ed amorevol dolce effluvio
di sue sbocciate e profumate rose
che inondan di colori e rigogliose,
gl’ingentiliti e bianchi pergolati
della solare e quieta
isola del sole.

Sul mare aggentilito dalla luna
s’ode soltanto il rabbuffar di vele,
e dai profondi abissi dell’Egèo,
spento il mugghiar dell’onde sulle rupi
ravviva il mio guardare dal torpore,
e in ombra ancor velata dalla notte,
io scorgo i segni scuri e ormai vicini
di Tilos, frastagliata e dura costa,
sorella dello scoglio solitario
cui diede fama ai venti d’Anditìlos.

Sovra di me sta il cielo.
Nyx, figlia e dea del primigenio Caos
vivifica nel buio della notte
la gioia e lo splendore delle luci,
cui stelle ed astri brillano nel cielo..

E scorgo allora sull’apice infinito
delle dimore eccelse degli Eroi,
accanto alla gran lira dell’orfico
Poeta, la chiara ed amorevol luce
di Càllisto, alseïade ninfa
con Arcade fanciullo
da Zeus, fra stelle posta.

Riposta come faro
dall’immutabil dio
per indicare ai fragili mortali,
quale bilancia usare per navigar
col senno degli dèi, le vie celesti
ed ancor più le perigliose estese
vie del mare.

Càllisto ed Arcade
governano il mio legno,
mentre calante luna
col sorgere del sole,
acquieta l’onde e rabbonisce il mare.

Pallido azzurro tinge le sommità
del cielo dell’Eubèa;
morbido, il vellutato rosa
risorge dietro ai monti della Lidia.

Così, come nel cielo
si alternano i colori,
il mare dell’Egèo
col sorger dell’aurora,
volge in color smeraldo
la scura sua dimora.

Onde placate e brezza di levante...
Soave pace solitaria e amante!
Dolci armonie silenti
poggiano sul mare
mentre sull’orizzonte sorge il sole
ed Eos rosata, illumina il mattino.

Eos fanciulla, poetessa dei ricordi
e dell’aurora! Certo ti rivedrò
sul bianco lido in Delo...
ombra scolpita e ignuda
nel rosso del tuo sole,
simile a fiamma intensa,
speranza... e nostalgia d’amore.

 

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