Sandro Ciapessoni

Infocati amori

 

 

E S P É R A

A Liliana.

e chino sulle mie carte, ascolto il pensiero
dell'anima mia, e memorie scrivo per te, amica
mia diletta.
Sandro Ciapessoni.



A ingentilir le brezze
sui pergoli di rose,
spiran cortesi i venti d'Anditìlos
e Thira e Naxos ed Ikarìa e Delo
attendono le Ninfe della sera.

Su cupree ed alte erubescenti nubi,
sacerdotessa ai riti della Luna
e avvolta in ampio manto porporino,
Espéra mi risveglia e mi ristora
sfiorandomi sul viso e con passione,
pudico bacio, tal d'innocente amore.

Dai boschi della Lidia, ai verdi atolli
di Kithnos e di Kea, rossate chiome
dominano il cielo, e sulle ninfe
Cicladi, scende sereno a colorar
le spumeggianti creste dellEgeo,
il rosso tramontar del Sole,
cui l'astro tinge... i flutti di Nerèo.

Sull'onde ancora tiepide
del giovinetto Autunno,
le Càriti sorelle -tre divine-,
discendono le chine dell'Olimpo
ben spoglie d'ogni velo...
e ciò, per lor destino.

Con Ebe giovinetta...
il "bel germoglio eterno della vita",
con garbo e con amabil compitezza
mi additano il tramonto sull'Eubèa.
Eufròsine gioiosa mi rallegra,
e Talia, la fiorente, m'innamora,
mentre le azzurre luci
de' la splendente Aglàia, fisse
sugli orizzonti accesi della sera,
infiammano... mia tarda primavera.

Talia!...
Natura rifiorente e amica!
Per tua mercè, nell'ore del tramonto
non serrano le rose, i profumati petali
nell'isola del Sole!

Per tua mercè, all'imbrunire,
quando l'occaso incendia l'orizzonte,
sui flutti dellEgeo fioriscono i colori
e le passioni, cui mente umana
si sazia ... o si dispera!

Ma tu, Espéra!...
fanciulla di quel bacio!...
col tuo violento manto porporino
trascini il tuo color sanguigno
sovra Micene ed Argo,
e scagli il mio pensier turbato
a Pèlope, ad Atreo...
cui termin pose al germogliar semenza,
il primordiale e inesorabil Fato!

Tu che del Sol tramonti la sua fiamma,
or che l'Eubèa tinte ha le sue sponde
d'accecanti e tormentati amori,
tu mi rammenti ancora e con disgrado
qual capo dei Locresi...
Aiace dOilèo,
che sull'altar di Atena in Tèucria terra,
volle spregiar nell'empio suo furore
Cassandra inerme, già vinta creatura;
ma tomba sua divenne
per volontà di Pallade guerriera,
e a pareggiar l'iniquo sacrilegio,
lo stesso mar d' Eubèa.

Si placan le passioni
col riposar del Sole.
Con l'apparir di Luna
sull' imbrunito cielo dell' Egeo,
un tiepido sciamar di brezze
dalla Lidia, si spinge verso Skìros
lambendo Kos e Thira.

Oh Paradissi e Rodo!...
Col sorgere di stelle...
dolce penombra aurata
dai raggi di Selène,
mi addolcirà il riposo
sui verdi poggi dell' isola del sole.

Non torneran la notte sull' Olimpo
le Càriti divine
ed Ebe giovinetta,
quel "bel germoglio eterno della vita",
ma veglieran miei sogni e il mio pensare
dai bianchi pergoli di Paradissi in fiore.

Sul rifiorito cielo
del mare di Nerèo,
sommessa ed incantevol melodia
or mi rammenta Orfeo.

È un canto!
È il canto di sua lira?

 

 

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