Sandro Ciapessoni

 

 

D E L O

 

ed esser mi parea là dove foro
abbandonati i suoi da Ganimede,
quando fu ratto al sommo concistoro.

(La Divina Commedia - Purgatorio - CantoIX)
Dante Alighieri.

 

Azzurro e salso assedio
cinge lo scoglio di Latona dea,
e il raggio mattutino dell'aurora
albeggia di morbido amaranto,
le gonfie vele degli alti cirri in cielo.

Quiete son l'onde amiche
che nel disteso Egeo purifican la prora
al già consunto legno,
mentre... distante un volo di gabbiani,
il masso di scogliera della "brillante" Delo,
accoglie un mio pensiero antico:
antico più del giorno di mia vita...

"i moti e le abissali monodie
dei misteriosi ed ancestrali
cantici del mare".

Mi riconduce a Delo
ignoto ed impalpabil vento
di nostalgie divine;
il fascino di ninfe, dei miti e degli dèi,
dei tripodi infuocati di profumato mirto;
di mute pietre...
vestigia traspiranti onori e glorie
cui sommi fasti e storia,
impegnano mia mente a rievocar memoria.

Su quel lontano inospitale scoglio
m'affascina -solinga-, quell'incavata pietra
ai pie del monte Cinto.

Quivi, Latona madre
costretta dalla dea a ingrato esilio,
ebbe a posar su quella nuda terra
i geminati dèi: Artèmide triforme
e il faretrato musagete Apollo.

Ma un soffio arcano spinge le mie vele
verso quel bianco sasso sorgente dall'Egeo,
mentre il pensiero, corre a rievocare un sogno
e un'ombra... .

Ma un simulacro antico scorgo!
E un volto!...
E il volto fatuo della fanciulla dea!...
dolce retaggio di quel vermiglio sole
che illuminò le bionde chiome d'Eos
poetessa di levante, tra ninfe dellEgeo.

Fanciulla, e amante nei miei sogni!
Fonte di sollievo
ai travagliati moti del dolore!
Nulla è disperso dalla mente mia
e brace è il mio rimpianto,
poetessa del mattino!...

Quando mi consolavi sul bianco lido in Delo,
ignuda dea scolpita nel rosso del tuo sole;
quando mi consolavi sull'arenil di Nàxos
mentre il gran carro d'Hèlios fiammeggiante
squarciava l'orizzonte dell'aurora.

Or che l'eterno sole
schiude i confini tra l'orizzonte e il mare,
poso il mio piede sulla tua spiaggia eterna
per rinverdir speranze, amori e sogni.

Purificato per tuo voler benigno
simile a bianca e immacolata rena,
io mi ritrovo in questa tua dimora,
e alto... alto sollevo il mio guardar nel cielo
ampio respiro a sconfinati esìli:
ivi porrò sui cumuli difformi
vaganti verso occaso,
i resti e le amarezze del carro quotidiano.

Alba Poetessa!
Dolce miraggio e gemma di levante,
io son tornato a Delo,
e in te, porrò le mie speranze.

Un volo di gabbiani
poco distante dalle carene stanche,
batton festanti l'ali...
Forse... una marina brezza?

Una marina d'Eos?...
Pace... pace rosata d'Eos!

 

 

Torna a: I cantici di levante