Sandro Ciapessoni

 

CHIARE FANCIULLE... (Castàlia)

 

 

Chiare fanciulle dalle dorate chiome
vestite sol coi raggi della luna,
nelle sorgenti alpine vanno a cercar ristoro.

Son le sembianze loro, indefinite e vaghe;
- tal è l' aspetto occulto -,
eppur desiate assai, son da cantori e aèdi.

Le spensierate amabili fanciulle
sono le "ninfe", alle muse, sacre.
Spiriti eletti sono, all' arti del poetar
e della cetra, e all' arti dei colori
e degli allori.

Questo è il bel sito ove Castàlia intreccia
i sacri lauri pe' i serti dei poeti;
quivi l' aurata ninfa, fuggì i desiri
del musagète Apollo.

O nàiade Castàlia fanciulla delle fonti!
Per ricusar l' iddio, la fonte del Parnaso
assunse al tuo destino.

Alla tua fonte ora, per volontà divina
attingono il sapere arcadi ed aèdi.
Alla tua fonte, l' iddio citaredo
con dolce melodia... ma con rimpianto,
empie di Delfi il cielo.

Castàlia fuggitiva al dio dell' arti belle,
oggi dimora ovunque presso le fonti
baciate dalle stelle.

Là, dove l' acqua dei rivoli montani
in singolar ruscello si conduce
fra il verde degli allori e dei castagni.

Il solitario canto del ruscello
si perde nel frascato a fondo valle,
e nella notte, terse le vie del cielo,
l' illanguidito raggio di Selène
avvolge con dolcezza, Castàlia e le sue chiome.

La giovinetta sacra lambita è dalla fonte;
con amorosa grazia ed armonia,
le ciocche bionde... posan leggere
sul delicato seno.

Adorno è il capo di glorioso alloro.
È il serto consacrato dalla vestal d' Apollo!
Castàlia l' ha costrutto... la ninfa, a noi lo dona.

Il profumato anelito nell' aere,
ricorda -ascoso-, l' alpestro ciclamino.
L' aulente aroma del selvaggio timo...
Frondoso è il "capelvenere", dai tufi sporge...
e le accarezza... il viso.

 

 

Torna a: I cantici di levante