ANNO 2008

Aprile - Maggio - Giugno
(
Trimestre anno 2008)

 

"A r s P o e t i c ae"
(L'Arte della Poesia)

 

Foglio periodico letterario - artistico -

Qui canit Arte canat...

 

Fondato e redatto a cura da:
Sandro Ciapessoni
Via Dignano, 6 - 35135 - PADOVA
Telef. 049612286

 

©

 

Tutti i testi qui contenuti sono di proprietą
dei vari Autori;
pertanto sono tutelati a norma di Legge.

 

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SOMMARIO:

Articoli:

"Gabriele d'Annunzio": di "Sandro Ciapessoni"

"Speciale Tremezzina":
Clemens Wenceslaus Maria von Brentano: "di Sandro Ciapessoni"

"Dialogo fra la mia mente e il cuore..." di Daniella Pasqua"


Opere Poetiche:

Antonia Migliaresi: "Cuore inamidato...".
Sandro Ciapessoni: "Così rammenterò...".
Daniella Pasqua: "Questo amore...".
Michela Tommasin : "Il mio vuoto...".
Gianna Comelli: "Primo amore...".
Ilde Andreaggi Petek : "Catene di coralli".
Luciana Bianchi Cavalleri: "Lacustre ipnosi...".

"Salotto degli Autori e dei Lettori"

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Siti Web Autori:

Sandro Ciapessoni: http://digilander.libero.it/ciapessoni.sandro
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Daniella Pasqua: http://www.daniellapasqua.it
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Daniella Pasqua: http://it.geocities.com/daniella_pasqua_poesie
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Comelli Gianna:
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ARTICOLI:

Gabriele d'Annunzio : di Sandro Ciapessoni.

Quando d'Annunzio nell'estate del 1891, conobbe a Napoli la principessa siciliana Maria Gravina Cruyllas de Ramacca come moglie del conte Anguissola di San Damiano, Maria era già madre di quattro figli. Il marito, nell'ottobre del 1892, sorprendendo gli amanti nell'appartamento di via Caracciolo a Napoli, dove s'incontravano da mesi, denunciò la coppia per adulterio.
Il 9 gennaio 1893 dalla loro relazione nacque Renata, (che chiamerà in seguito Cicciuzza e più avanti "Sirenetta") la figlia prediletta da d'Annunzio. Il 29 luglio 1893 gli amanti furono condannati per adulterio a cinque mesi di reclusione e, solo grazie ad una Regia amnistia, la sentenza fu sospesa. Seguirono mesi di convivenza nella "splendida miseria", così il Poeta definiva il suo non nuovo... stato economico. Benché d'Annunzio mantenesse i rapporti con la principessa Gravina per molti anni, a causa del mantenimento di Renata, già nel 1894, la relazione amorosa con la principessa, la si può considerare estinta.
Il 2 maggio 1895 la principessa Gravina partorì un secondo figlio che d'Annunzio non volle riconoscere. Quando nel 1903, l' Attrice Eleonora Duse si offrì per sovvenzionare l'istruzione di Renata al Collegio di Poggio Imperiale a Firenze, d'Annunzio potè liberarsi della principessa Gravina, frattempo più volte condannata per debiti e destinata in seguito a finire i suoi giorni, gestendo una pensione di seconda categoria a Montecarlo.
Durante la permanenza col padre alla “Casetta rossa” a Venezia, Renata Anguissola conosce il Tenente di vascello Silvio Montanarella che sposa nell’agosto del 1916. Da questa unione nascono 8 figli che rendono nonno il Poeta per la prima volta. Renata, figlia molto amata dal Poeta che la chiamava affettuosamente “Cicciuzza”, viene ricordata per la sua vicinanza ed assistenza al padre nel periodo in cui era in convalescenza a Venezia, nella “Casetta rossa”, per l’incidente all’occhio destro verificatosi dopo un ammaraggio brusco nelle acque di Grado, nel 1916. A lei si deve la trascrizione e il riordino dei cartigli scritti dal Poeta bendato, utilizzati in seguito per la redazione del Notturno, pubblicato nel 1921. Renata muore nel 1976 e viene sepolta nel cimitero del Vittoriale.

D'Annunzio non era uomo da guardare a certe convenzioni, quando conobbe la principessa la strinse nella morsa delle sue premure e delle sue attenzioni e nell'aprile del 1892 la indusse a cedergli. Ma il pensiero ritornava a Barbara alla sua Barbarella (Elvira Natalia Fraternali in Leoni). Nel frattempo, approfittando del credito artistico cui il Poeta godeva, fece stampare nell'aprile dello stesso anno, cioè nel 1892, il suo romanzo "L'Innocente " concepito nato e steso durante il rapporto con l'amata Barbarella, ma successivamente poi dedicato alla principessa Maria Gravina Cruyllas de Ramacca. Nel maggio del 1892, aveva raccolto in volume le "Elegie romane", quest'ultime dedicate all'amico Enrico Nencioni. Il volume in prima edizione vide la luce con l'Editore Zanichelli di Bologna. Dopo l'entusiasmo dei primi tempi gli ambienti intellettuali e mondani della città, gli divennero indifferenti se non addirittura ostili. Gli intellettuali finirono così col rimproverargli l'eccentricità del suo comportamento e l'assurdità dei suoi atteggiamenti. Ggli ambienti aristocratici lo emarginarono a causa del legame con la principessa Gravina, e la situazione economica cominciava a farsi pesante. Svriveva un giorno da Ottajano, dove fin dal 1891 si era trasferito con la principessa Gravina in casa della principessa Gallone, all'amico Pasquale Masciantonio:
"Da stamani è ricominciata la sfilata lugubre della gente a cui dobbiamo denaro. Venti volte ho udito battere alla porta e ho udito le voci villane; e venti volte sono rimasto soffocato da una collera chiusa ed amarissima, [...] Addio, perdonami. Qualunque cosa accada pensa che io non sono se non una vittima di una forza cieca brutale e invincibile...". Tuttavia nonostante queste tristezze, d'Annunzio lavorò sodo, magari sotto lo stimolo della necessità ma sempre proficuamente. In quel periodo pubblicò sul "Mattino" di Napoli, il nuovo quotidiano dell'amico Scarfoglio e sulla "Tribuna" di Roma, alcuni articoli importanti sull'attività giornalistica, come quelli su Richard Wagner, Nietzsche e Zola. Sempre in quegli anni compose la maggior parte delle liriche del "Poema paradisiaco" che fu edito nella primavera del 1893 dal Treves che finalmente aveva riagganciato. Lo stesso dicasi per la "Odi navali" , queste però pubblicate dall'editore Bideri e sempre a Napoli provvide alla revisione e rielaborazione dell' "Intermezzo di rime". Nel contempo la sua fama a dispetto dei detrattori nostrani e casalinghi (succede sempre così... n.d.r) oltrepassava le Alpi e dal di là delle Alpi rifluiva più consistente in Italia per effetto del successo che in Francia aveva avuto la pubblicazione , prima a puntate, sul "Temps" e poi in volume presso l'editore Calmann - Levy, della traduzione dell' "Innocente". Ricordiamo che i tre romanzi - i Romanzi della Rosa - concepiti durante il legame con l'amatissima Barbarella, sono stati i più ricercati. Purtroppo a Napoli, la situazione si era fatta insostenibile. I creditori di Roma avevano trovato il recapito di Napoli e d'Annunzio si vide ancora una volta sequestrare tutto ciò che possedeva. Da Ottajano si era trasferito a Resina per essere più vicino alla città. Alla fine del dicembre 1893, grazie all'intervento dell'amico Masciantonio, potè lasciare Napoli. Quindi sistemate provvisoriamente la principessa Gravina e Renata in un appartamento del Masciantonio a Roma, si trasferì in Abruzzo, dove solamente nel marzo del 1894 a Francavilla , potè farsi raggiungere dalla famigliuola. Nell'aprile dello stesso anno, terminò il "Trionfo della Morte" e nell'autunno dello stesso anno, iniziò gli abbozzi per "Le vergini delle rocce" . Mentre lavorava sul romanzo, compì anche alcuni viaggi: Venezia, poi la Grecia; non rinunciò a compiere una lunga crociera nel Mediterraneo sullo yacht di Edoardo Scarfoglio. Nonostante la delusione che egli stesso provò di fronte alla Grecia moderna e nonostante che ad un certo punto abbia addirittura interrotto il periplo perché sofferente del mal di mare, d'Annunzio raccolse in quei giorni un ricchissimo patrimonio di immagini, di idee che avrebbero trovato presto espressione nelle sue opere, specialmente nella "Città morta" e nel suo ineguagliabile impareggiabile capolavoro: "Laus vitae". Appena rientrato a Francavilla, così scriveva il 6 settembre del 1895 , all'editore Treves:
"Vi confido [...] un segreto. il mio lungo e vago sogno di dramma fluttuante, s'è alfine cristallizzato. A Micene ho riletto Sofocle ed Eschilo, sotto la porta dei Leoni. La forma del mio dramma è già chiara e ferma. Il titolo: "La città morta".

Tragedia in prosa di cinque Atti di Gabriele d'Annunzio. Iniziata nel 1895 e pubblicata a Milano nel 1898, venne rappresentata in francese al Thèatre de la Renaissance di Parigi il 21 gennaio 1898; interprete l'Attrice Sarah Bernhardt, e in italiano al Teatro lirico di Milano il 20 Marzo 1901.

Sandro Ciapessoni.

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"Speciale Tremezzina"
di Sandro Ciapessoni .

CRONACA DI UNO SCOLARO VAGANTE
(Aus der Chronica eines fahrenden Schülers)

Racconto di Clemens Wenceslaus Maria Brentano (1778-1842). Il primo titolo era: "Il povero Enrico" (Der arme Heinrich, 1802) che successivamente fu cambiato in: "Il vecchio Cavaliere e i suoi" (Der alte Ritter und die Seinigen), per poi assumere definitivamente nel 1818 l'attuale titolo che fu pubblicato (si ritiene) incompleto, così com'è apparso a noi nella rivista "Sängerfahrt" del Förster.
Il racconto - che personalmente ritengo trattasi di chiara Opera letteraria sotto tutti gli aspetti, e non tanto "semplice racconto" come erroneamente viene presentato e dato a interpretare…) venne rimaneggiato ancora dall'Autore, ma le aggiunte non sono tuttora mai state pubblicate. L'opera illustra nella forma prosastica ed anche poetica, episodi narrati dal protagonista e da sua madre.
E' purtroppo difficoltoso ricuperare una prima edizione di questa pubblicazione anche in lingua tedesca. Esistono in commercio edizioni successive che si sono rivelate non più conformi all'originale. Ho confrontato il testo tradotto in lingua francese; è assai più consone all'originale della prima edizione. In italiano non esiste la traduzione che riporta oltre che il carattere di prosa, anche quella forma poetica tipica dell'Autore, stile quest'ultimo che impreziosisce tutto il contesto letterario dell'Opera di Clemens W. M. Brentano.
L'espressione romantica che pervade in tutto il tessuto letterario di quest'Opera, non è dato tanto dallo scenario medioevale, quanto dal calore intimista e autobiografico, il quale conferisce all'opera una spontanea semplicità. Giovanni, lo "scolaro vagante" dal mantello sgualcito e contornato dalla più sconsolante miseria, incontra il malinconico cavaliere Veltlin von Türlingen, il quale gli offre ospitalità nel proprio castello. Giovanni, nella sua buona fede, gli apre il cuore e narra la propria storia: gli parla di sua madre Elsa, che lo aveva allevato con l'amore, col timore verso il Creatore, con la pratica della modestia e della povertà; con l'amore verso la natura, del rispetto altrui e dell'onore. Confida a questo suo protettore che sua madre gli aveva rivelato essere egli figlio di un timorato gentiluomo, che lei aveva conosciuto quando entrambi erano ancora bambini, proprio nel giorno della morte della propria madre, (cioè della nonna materna del fanciullo Giovanni).
Segue poi un dettagliato racconto, primo anello di una catena di eventi che si susseguiranno durante il decorso della vita del fanciullo. Eventi che assumono e descrivono quali una autobiografia dell'Autore. Sull'evento della morte della mamma di Elsa, si snodano un susseguirsi di circostanze che vanno ad incidere profondamente sul carattere, sull'animo del bambino. Emerge fortemente il ricordo di quello stesso giorno, quando la madre morente le aveva chiesto una croce benedetta che si trovava rinchiusa in un pesante baule munito di consistente coperchio e che le sue mani di bimba non riuscivano a sollevare. Dopo una accorata preghiera inspiegabilmente il coperchio si era fatto improvvisamente leggero.

Segue a questo apparente "miracolo", il racconto dei sogni e delle visioni della moribonda avvolti in un'atmosfera dove natura e religione assumono aspetti di vecchi motivi mistici. Si passa così dalla vita alla Morte senza quell'angosciante dolore, tutti assorti poeticamente nella solennità del Momento che s'avanza.

L'elegante alternarsi della prosa e del verso rende una particolare intensità a questo passaggio. Nell' Opera le esaltazioni più vive sono riservate al sentimento materno, sempre ricorrente sotto diversi aspetti in molti scritto del Poeta Clemens, non scevro di sentimentalismo, di un pacato romanticismo con spunti lirici che assurgono a vera poesia.

Non sarà per l'immediato futuro, (così di è stato promesso - assicurato) ma ho buone speranze per credere che mi sarà dato possibile avere una traduzione fedele il più possibile al testo originale in lingua italiana, di alcune opere del Poeta Clemens Wenceslaus Maria Brentano. Se avrò questa fortuna, il testo o i testi, saranno qui fedelmente portati a conoscenza per una facile lettura.

Sandro Ciapessoni.

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DIALOGO FRA LA MIA MENTE E IL CUORE:
della Poetessa e Pittrice Daniella Pasqua di Brescia.

(Mente = "M" - Cuore = "C")

Mente (rivolta al cuore):"Si può sapere che cos'hai?".
Cuore:"Nulla, perché?".

M: "Cerco di guardare con gioia a questa vita, ma sento un peso che mi àncora al dolore e…devo purtroppo ammettere che sei tu!".
C: "Certo... per te tutto è semplice! Sei razionale, nulla ti scalfisce che sia bello, che sia brutto… Che importanza ha?".

M: "Ascolta: non è forse tutto uguale? Ricorda: dipende tutto da come guardi e vivi ogni situazione. Sono sicura che io sto meglio di te".
C: "Sarà! - Ma tu non sai cosa significa provare emozioni come: amore, felicità… Certo! anche dolore ed amarezza; ma gli uni sono vincolati agli altri; cioè divisi, non si capirebbe l'alto valore degli uni e degli altri. Ma dimmi: i sentimenti per te cosa sono?".

M: "Sei troppo complicato ed è per quello che soffri. Io non faccio altro che cercare di renderti meno gravose, come dici tu, queste sensazioni".
C: "Forse hai ragione, ma se io non fossi legato a te, tu saresti priva di sostanza, di umanità e di personalità… di amore.

M: "Sì, non posso negarlo… infatti se io non ci fossi, tu cuore, rimarresti vittima di te stesso".
C: "Allora comprendi? - Io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me - Alcune esperienze mi hanno afflitto e il cercare di curare queste ferite, mi è purtroppo faticoso, ma se tu mi aiuti a comprendere con la tua ragione, sicuramente potrei superare meglio questo mio malessere.".

M: "Sì, posso proteggerti dagli assalti negativi della vita, ma solo se tu riuscirai a valutare gli avvenimenti anche da un'altra prospettiva, e cercando di capire che il sole può arrivare anche là, dove ci sono le ombre più oscure; però non è tanto facile, sai?… avverto però che tu sei più forte di me!".
C: "Se vuoi possiamo trovare un compromesso, vuoi?".

M: "Dimmi: quale?".
C: "Cercherò di farmi distrarre da stimoli positivi che mi porrai davanti, però non dovranno urtare al mia sensibilità, so che tu ami elevazioni che io non potrei capire…".

M: "Ciò che è insito in me non è facile da controllare, ma qui dovrai intervenire tu per perfezionare il tuo desiderio. Credo che se trovassimo un accordo, sono sicura che staremmo veramente bene entrambi".
C: "Sì, come le verdi foglie che sul frondoso ramo mosse da brezza procurano benessere e refrigerio al Cuore ed alla Mente, io farò del mio meglio per mantenere questa promessa e se dovessi cedere, lascerò a te ogni decisione".

M: "Ben detto! Ed ora adagiati e lasciati guidare, vedrai che la tua pena, pian piano, svanirà".
C: "E sia…".

Daniella Pasqua.

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Breve Commento: In questa edizione la Poetessa e Scrittrice Signora Daniella Pasqua, ci presenta un suo personale stato d'animo che esposto come "dialogo o diario" fra la Mente ed il proprio Cuore, tende a dissipare, a conciliare alcune "situazioni" che sovente tra queste due Entità trovano dissidio o contrasto. E' un'analisi psicologica che può benissimo sostituirsi a interpretazioni astratte che facilmente sfuggono al controllo della mente umana, ma anche viceversa, cioè al controllo pulsante del proprio Cuore che spesso (per la ragion del cuore... ) tendono ad ottenere il sopravvento, annullando così ogni ragionevole e razionale proposta che la Mente ci può proporre. Ad una attenta lettura, il "Dialogo" è formato da due parti ben determinate. La prima parte troverà la sua conclusione, là quando il Cuore così si esprime: "tu saresti priva di sostanza, di umanità e di personalità… di amore". La seconda parte prende immediatamente inizio dalla risposta che la Mente dà al Cuore. E cambiano anche le "due tonalità" del dialogo. Esso si fa più armonioso, non è più un gelido ragionamento, scambio di opinioni; la Mente ora è stata toccata dalla parola "Amore"... e sente, avverte quel magico tepore che l' Amore" dona e può donare... In chiusura di questo commento che doveva essere "breve", sento di dover affermare che la lettura di questo "Dialogo". mi ha riportato nella mentale visione dell'ultimo verso del seguente Canto del Divino Poeta: "Paradiso - Canto XXXIII - Verso 145." [... ] l'amor che move il sole e l'altre stelle" Felice lettura e serena meditazione. A Lei Poetessa i miei complimenti.

Sandro Ciapessoni.

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OPERE POETICHE:

CUORE INAMIDATO…
della Poetessa e Pittrice, Signora Antonia Migliaresi di Roma

Questo cuore inamidato
non ascolta sussurri di passione
né avverte bagliori di sentimento.

Chiuso nel rigido involucro,
estraneo a coinvolgimenti,
non cede a docili parole.

Non conosce dolcezza
né lo commuove il desiderio
di chi, con teneri gesti
vorrebbe ammaliarlo:
la ruvida corteccia resiste
a caldi e passionali approcci.

Pensa che sia espressione di forza
non mostrare il frutto dolce
che pur… al suo interno alloggia…
strenuamente lo protegge,
in una spessa corazza!

Non sa che è forza d'animo
rivelare la propria debolezza;
intenerire e farsi intenerire,
carezzare con gesti e parole,
e… quando la vita lo richiede
anche al pianto… abbandonarsi.

Antonia Migliaresi.

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Breve commento: Lirica che elegantemente offre uno squarcio di malinconia sofferta ma sopportata con fiducia nella speranza di un futuro migliore. Rime ben composte nella piena osservanza della metrica sì che la stessa si fa canto nella propria lettura e questa peculiarità che distingue la Poetessa nell'Arte della poetica, è un fattore assai importante. Conosciamo l'eleganza e lo stile della Poetessa Antonia Migliaresi, stile apprezzato e da tutti condiviso. Complimenti Poetessa!

Sandro Ciapessoni.

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COSÌ RAMMENTERÒ…
(20 aprile 2004 -
vive memor quam sis brevis aevi)
di Sandro Ciapessoni di Tremezzo (Como) ma abitante a Padova.

Pallida no, ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi
parea posar come persona stanca;
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi...

Così rammenterò il tuo transire
che fisso ormai è nella mente mia
dal dì che a nulla valse il mio pregare
nell'ora cui la Morte vinse Amore.

Greve m'è il giorno d'esta vita amara,
inanimato spirito mi sento,
seguo un cammino già tracciato e vinto;
esisto per seguirti in tua Dimora
lungi dalle passioni della vita…
lieviti che aggravano il mio patire;
amata Sposa, reclinami…

reclinami al... Dormire.

Così in quel sembiante accanto a Morte
così rammenterò il tuo dolce sguardo,
il braccio destro tuo al Cielo volto…
e mano aperta… pietosa di saluto:
pallide gote nell'estremo addio,
e nel silenzio grave di quell'ora
nulla parola uscia dal labbro tuo.

Aperta ti fu così o amata Sposa
la sempiterna via del Paradiso.

sendo lo spirto già da lei diviso
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
morte bella parea sul suo bel viso.

(F. Petrarca - Trionfo della Morte, cap.I, vv 166 -172 )

Sandro Ciapessoni.

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Mia breve dissertazione: Mia Moglie Gisella mi è mancata il il 25 febbraio 1988. Il 20 aprile 2004 fu riesumata la Salma per la definitiva sistemazione e fu l'ultima volta che in questa mia terrena vita, rividi le sue amate Spoglie.

Sandro Ciapessoni.

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QUESTO AMORE…
della Poetessa e Pittrice: Signora Daniella Pasqua di Brescia.

Questo amore disperato
che non dà nulla per scontato,
che ti spoglia e ti riveste
e che arriva inaspettato.

Amore che tutto dà,
amore che tutto toglie…
annulla e mai consola,
affascina e distrugge.

Questo amore deluso,
così crudelmente mortificato
eppure inseguito, anelato
sognato, vissuto, idealizzato.

Non viene mai afferrato…
Sfugge di mano
come paglia che brucia nel vento.

Quel che rimane
sono solo dei dolci sogni
o insopportabili amarezze
o incolmabili rimpianti.

Amore che tutto dà e tutto toglie!

Daniella Pasqua.

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Breve Commento: Argomento principale è sempre l'Amore. Non mi dilungherò più del necessario in questo commento. Nello stile della Poetessa Daniella, predomina questo nobile sentimento. Essa ci illustra le sue emozioni provate con la genuinità e naturalezza che rende il suo scritto ameno alla lettura e ne fa compartecipe lo stesso Lettore, grazie proprio a quella genuinità che spontaneamente sorge dal suo canto. E' un canto sincero che sgorga dal profondo del suo animo e dal calore del suo cuore; emozioni a noi presentate ed offerte con delicata dolcezza. Buona e serena lettura. A Lei Poetessa Signora Pasqua le mie congratulazioni.

Sandro Ciapessoni.

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IL MIO VUOTO...
della Poetessa Signora Michela Tommasin di Noventa Padovana.

Continuo a camminare…
continua il mio viaggio, ma
tutto quello che vedo mi riporta a te.

In quest' esplosione di sentimenti forti
che devastano il mio cuore,
non so se piangere o sorridere.
Solo questo io so:
che tu sei sempre con me!

Non aspettarti ch'io non soffra...
Anticiparmi il tuo partire?...
Prepararmi al duro fatto
che te ne saresti andato via?

Sto cercando di fare
tutto quello che avresti fatto tu!

Parlo di te al presente,
ti penso al futuro,
ti ricordo al passato, e,
non mi rendo conto che tu non ci sei più.

E' proprio vero,
dopo i grandi discorsi di circostanze
emergono i grandi silenzi del dolore
ma ormai oggi,
può parlarti solo il mio cuore,

Mi fosti luce e faro in mezzo al mare
ed ora... ti sei spento,
ma il vetro che circonda la tua luce
è ancora incandescente, ed io
continuerò a trattenermi il suo calore
dentro di me.

Una cosa sola continuerò a ripeterti
sperando che , come un'eco
arrivi nei tuoi lontani lidi:

"aspettami!...".

Michela Tommasin.

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Breve commento: Presento in "Ars Poeticae" la Signora Michela Tommasin di Noventa Padovana. Con ottimo successo ha editato alcune sue Liriche nel Premio Campania - Gesualdo Bufalino, come pure in "Organizzazione Culturale Avvenire d'Abruzzo". Il suo stile poetico semplice e di scorrevole lettura, offre altresi una buona musicalità di ritmo, per cui la lettura dei suo versi si snpda piacevole e immediatamente comprensibile in tutto il suo assunto poetico. Ai Lettori, formulo l'augurio per una serena lettura.

Sandro Ciapessoni.

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PRIMO AMORE...
della Poetessa Signora Gianna Comelli di Sale Marasino - Brescia.


N
ella mia mente, il tuo viso.
Occhi languidi color del cielo
e chioma lunga,
incantevole il tuo sorriso.

Sorridendomi,
quella fossetta nel mento
rendeva il volto tuo,
eternamente adorabile.

Quale sortilegio è potuto accadere,
in questa buia notte?
Tu più non sei
che un nostalgico pensiero!

Non voglio avvilirmi;
soltanto… dolcemente ricordarti…
abbasso le ciglia
e in quell'attimo di eternità...
un battito d'ali...e le tue labbra
delicate… lungamente agognate
si posano ora…sulle mie….

Gianna Comelli.

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Breve commento: Eloquente è il titolo che già chiaramente ci anticipa il contenuto della Lirica. Qui prevalgono i ricordi, forse i rimpianti, di certo, le nostalgie. Espressioni ben composte in rime ordinate e facili alla lettura. Abbiamo già notato il precedenti liriche la chiara linea espressiva di questa Poetessa. Al Lettore auguro una felice lettura.

Sandro Ciapessoni.

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CATENE DI CORALLI...
della Poetessa e Pittrice prof.ssa Ilde Andreaggi Petek di Padova.

Catene di coralli
in collane di rocce
accarezzano il silenzio del mare
in arcipelaghi ricamati
sotto il volto delle nuvole.

Onde s'impreziosiscono
nel luccichio di due anime
nel cerchio antico dell'amore.

Una mano felice plasma
l'immagine del poi
sulla terra isola
gocciolata dal cielo
come seme prolifico
come sogno illusorio.

Domina incontrastato
su negatività terrene
dipingendo in colori di fiamma
passioni cantate
dal frastuono di battiti
di cuori innamorati.

Ilde Andreaggi Petek

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Breve Commento: Il ricordo di una Terra prediletta, amata... un ricordo che trova pace nella Pittura che anch'essa spontanea sorge dal cuore di questa sensibile Poetessa e Pittrice. In questa lirica vediamo un "dipinto" reale, un dipinto evocativo steso... "in colori di fiamma...". Poetessa Signora Andreaggi, i miei complimenti!

Sandro Ciapessoni.

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LACUSTRE IPNOSI...
della Poetessa Signora Luciana Bianchi Cavalleri di Como.


C
ome ninna d'infantile culla, in primordiale ipnosi,
lo sciabordìo d'acqua mi conduce fantasie sopite
e un mondo piccolo, di ninfe e di segreti invoca.

Il celato nuoto di persici e lucci sotto sponda
è tale all'esistere silente dei miei sogni:
in identica immersione, timida e vitale.

Incantate policromie di rive ed acque
si fondono a memorie bianconere-ocra:
concentrici cerchi, in lenta dispersione.

Sfila allungandosi la scia distesa da un battello,
dondola argentea poi s'espande, evanescente:
oggi, neppure quello svasso mi par vero.

Mi specchio all'amico lago che m'assorbe:
in esso svaporo e mi dissolvo, piano...
e il senso dell'eterno, mi sovrasta.

Luciana Bianchi Cavalleri

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Breve commento: Il motivo dominante in questa Poetessa Lariana, è la sua terra d'origine, il suo lago che con le proprie sue sinergie sa offrire emozioni non comuni. Fedeli interpretazioni di questi "magici" sentimenti, noi li leggiamo in questa bella Lirica, dipinto soave e colorito di un lago dove l'Autrice si sente evaporare e dissolversi... "e il senso dell'eterno, misovrasta". Quest'ultimo verso della Lirica (endecasillabo perfetto) mi ha colpito molto. Complimenti a Lei Poetessa .

Sandro Ciapessoni.

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"Salotto degli Autori e del Lettori"
(riguarda l'ediziione del 1° Trimestre 2008.- Genn. Febbr. Marzo )
Ricordo che tutti, anche i Lettori, possono partecipare inviando a:
ciapessoni.sandro@libero.it
le loro opinioni.

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Dalla Poetessa prof.ssa Signora Ilde Andreaggi Petek di Padova
Padova: 14 dicembre 2007

Caro signor Ciapessoni,
La ringrazio per le Sue attenzioni nei miei confronti. [...] Purtroppo... le mie attività extra si sono bloccate e mi dispiace soprattutto per la mia pittura, la mia amata! Con stima e simpatia. Congratulazioni per la Sua assidua poetica.

Ilde Andreaggi Petek.

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Dalla Poetessa e Scrittrice Antonia Migliaresi di Roma.
Roma: 21 gennaio 2008

Con questo numero di "Ars Poeticae" penetriamo come portati per mano, nella penna di Sandro Ciapessoni nel momento più intenso della vita sentimentale del grande Poeta e Scrittore Gabriele d'Annunzio. L'amore per "Barbarella" (Elvira Natalia Fraternali in Leoni) viene descritto con partecipazione ed ammirazione e con il sentimento di chi conosce profondamente il Vate avendo studiato ogni sua opera nei minimi dettagli. Le oculate citazioni di lettere scritte a Barbara nel periodo della relazione amorosa con il d'Annunzio, danno una precisa idea di quello che è stato il sentimento profondo che ha legato i due amanti e, dell'influenza che ha avuto sulla produzione letteraria relativa a quel periodo. Questo amore non resta limitato al periodo di tempo in cui si è svolta la relazione, ma resterà nel cuore del grande Poeta per tutta la sua vita. È proprio questo il punto che mette in evidenza Sandro con la sua encomiabile e approfondita esposizione.
Per quanto riguarda la "Tremezzina", continua la descrizione storica della famiglia Brentano . Interessantissima è la vita dello scrittore Clemens Wenceslaus Maria che ad un certo punto della sua vita, essa s'interseca con quella di Anna Katharina Emmerick subendo un'importante svolta. È proprio questa svolta che trasforma completamente la vita del Brentano, come evidenzia Sandro Ciapessoni. Il Brentano, che precedentemente aveva vissuto disordinatamente e permissivamente, viene letteralmente catturato dal misticismo della Emmerick e cambia completamente il suo comportamento e il modo di sentire.
Sandro ci presenta perle di storia lariana che, grazie alla sua pregevole opera, vengono conosciute e diffuse. Sandro può essere definito, oltre che poeta e scrittore, anche storico, o più appropriatamente cultore della storia dei luoghi di cui è originario e che porta nel cuore.
Do il benvenuto alla nuova scrittrice Nicole Tosato di Padova, che con le sue "Comete" ci porta in firmamento di riflessioni e pensieri che portano luce al complicato cammino dell'esistenza.
Sentita e commovente la poesia "Il tuo sorriso gaio" della poetessa Signora Daniella Pasqua di Brescia.
Precisa e coinvolgente la descrizione della lirica "Quadro" ce ci fa la poetessa Gianna Comelli di Sale Marasino (BS)
Tra passione e sentimento ci trasporta il caro poeta Sandro Ciapessoni di Tremezzo ma abitante a Padova, attraverso la sua dolcissima poesia "Dania". Ogni verso, ogni parola è un inno al sentimento più bello: la persona amata è cantata con un'intensità e un amore che la paragonano a quanto di più eclatante, più fantastico possa esistere in tutto l'universo. Il sentimento forte e passionale è profondamente radicato nel cuore del Poeta , è qualcosa di unico e irripetibile che resterà per sempre nel più profondo del suo cuore.
Entriamo nel pieno dei ricordi della Poetessa Ilde Andreaggi Petek di Padova, attraverso l'incisività dei sui versi che ci dipingono paesaggi rimasti vividamente impressi nello scrigno dei ricordi.
Complimenti vivissimi a Sandro Ciapessoni per questo suo lavoro che arricchisce la conoscenza e il sentimento di tutti noi lettori.

Antonia Migliaresi.

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Dalla Poetessa Signora Gianna Comelli di Sale Marasino (Brescia)
12 Febbraio 08

Carissimo Amico poeta Sandro,
riguardo a quello che ho letto nel Periodico "Ars poeticae", è con infinita gratitudine che ti scrivo per cercare di farti capire ciò che con le parole non riesco a dire. Ti ammiro, ti stimo e ti apprezzo per tutto ciò che scrivi; mi domando come fai!... Sei veramente grande!
Alle Poetesse presenti in queste pagine, dico che ciò che elaborano è meritevole degli elogi più sentiti, quindi mi congratulo con tutte e ringrazio infinitamente chi ha avuto parole così belle e sincere nel commentare i miei semplici scritti, ma ritengo i loro scritti di gran lunga migliori. Un abbraccio, un saluto e un sorriso cordiale a te Maestro e a tutti, e che sia foriero di tante cose belle a tutti i partecipanti al Periodico.

Gianna Comelli.

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dalla Poetessa e Pittrice Signora Daniella Pasqua di Brescia
Brescia: 15 febbraio 2008.

La lettura della vita del grande d'Annunzio, dà spunti per poter riflettere. Una vita - romanzo, vissuta nella sua pienezza; certo… una storia straordinaria e "inimitabile", (come del resto lo stesso Vate, si autodefiniva) ma che per certi aspetti potrebbe anche far meditare. Come Poeta e Scrittore ci ha lasciato Opere di grande pregio. Nell'articolo del Maestro Sandro Ciapessoni è sottolineata la dedizione e la completa estraneità alle vicende del mondo quotidiano quando scriveva; ciò fa notare quanto amore nutriva per questa Sua grande Arte.
La Sua vita di grande amatore è risaputa, e a ciò che è ormai comprovato, pare avesse un grande dono; quello di saper farsi amare… Infatti rimaneva indimenticabile nel cuore delle Donne. Ciò fa pensare che in lui vi era il grande desiderio di donare amore, ma in modo più ampio e creativo, sì da trarne fonte per le sue sublimi Opere, dagli scritti prosastici, alle Opere teatrali, alle sue Poesie, a tutto il suo scibile letterario.

Maestro Ciapessoni, nel Suo articolo dedicato al poeta Clemens Wenceslaus Maria Brentano (1778 - 1842) e al suo lavoro nell'intento di farci conoscere la vita della Beata Anna Katharina Emmerick, ho colto tanto insegnamento. La spiritualità, la semplicità, la devozione che questa Donna ha donato al Signore è ammirevole. In questa era in cui la carenza dei valori e della morale lascia spazio alla violenza e all'odio, il mio pensiero corre alla ricerca del bisogno, della estrema necessità di una guida spirituale, esemplare, che possa aiutare chi si sente perduto o avvolto nelle spire del male. È stupefacente leggere certi aspetti delle rivelazioni che Anna Katharina Emmerick ha lasciato al poeta Clemens Brentano, suo "predestinato confidente", una ricchezza per i posteri che purtroppo è dato a pochi da leggere. È davvero incomprensibile che non siano state tradotte in italiano tali scritture, Poesie e Fiabe comprese: Per l'Opera sulla beata suor Anna Katharina Emmerick è come aver tolto all'umanità un diritto: quello di conoscere delle Verità, delle Rivelazioni molto importanti per i Credenti.
Un sincero ringraziamento a Lei maestro Ciapessoni, per aver posto in evidenza questi argomenti molto interessanti, profondi e significativi.
Encomiabile la Sua poesia " Dania…", come del resto… Lei conosce già quanto apprezzi le Sue opere!
Il mio benvenuto per la nuova giovane Scrittrice Nicole Tosato, scrittura scorrevole ed incisiva: brava.
Per le altre Poetesse il mio saluto e la rinnovata ammirazione per la loro espressività e creatività.

Daniella Pasqua.

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RINGRAZIAMENTO AI COMMENTI VARI.

E' tempo anche da parte mia, per un doveroso ringraziamento a tutti i partecipanti alla vita di questo Periodico "Ars Poeticae" nato con un semplice foglio nel gennaio del 2006 in forma bimestrale ottenendo in breve spazio di tempo un lusinghiero successo. E' un successo che devo e riconosco a tutte le Poetesse (presenti e non presenti) che hanno partecipato fino ad oggi con la partecipazione delle loro opere, ma anche soprattutto con la partecipazione dei propri lusinghieri commenti che hanno contribuito a migliorare sempre le edizioni alle scadenze stabilite. Un segno di particolare riconoscente gratitudine è da me qui rivolto alla Signora Poetessa Matilde De Martino di Agrigento, alla Poetessa Signora Antonia Migliaresi di Roma, alla Poetessa signora Daniella Pasqua di Brescia, alla Poetessa Signora Gianna Comelli di Sale Marasino (BS), alla prof.ssa Poetessa Signora Ilde Andreaggi Petek di Padova, fedeli e valide Collaboratrici al buon esito di questa modesta rivista. Ho vagliato attentamente non solo le loro Opere ma anche i loro commenti; ho sinceramente apprezzato il loro impegno nell'Arte, impegno dato con sincera passione e spontaneità. Non posso sottovalutare queste loro costanti iniziative ed attenzioni, pertanto per quanto mi è concesso, vorrei considerare la Loro partecipazione alla vita di "Ars Poeticae" quale meritata presenza di "Collaboratrici onorarie". Un caro saluto ed una calorosa stretta di mano. Al prossimo numero, caramente,

Sandro Ciapessoni.


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