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DUELLO MADRE

UNA MUSICA PER VIVERE INSIEME

di Dario Salvatori (da Ciao 2001 n. 6 del 10 febbraio 1974)

 

 

Il free jazz non è più un mito, fin da quando S. Francesco e Katmandu andavano predicando in giro per il mondo. Negli anni Sessanta apparvero le barbe e i capelli lunghi dei giovani profeti di vent’anni, che dimostrarono come l’immagine di Cristo, o degli apostoli e dei profeti erano con loro.

Nello stesso istante in cui la tecnica raggiungesse il suo apogeo, i giovani rifiutarono i fasi valori creati dalla civiltà occidentale. E’ stata sotto tutti gli aspetti una generazione d’oro, una generazione che non si è lasciata costipare, non ha trattenuto il proprio io, non ha avuto paura di lasciarsi andare ai ritmi naturali della natura.

Ecco i primi risultato in campo jazzistico: Duello Madre. Una valida proposta; un gruppo di ragazzi che devono aver consumato i sacchi di long playing Impulse, Brunswick e Actuel, prima di decidere di suonare insieme. Per quanto riguarda il jazz credo che il Perigeo, fra le loro mille difficoltà, almeno da un anno a questa parte stia facendo scuola; lo dimostrano gruppi come i Semiramis e, in maniera più pura, Duello Madre.

Certe paure, certe manchevolezze formali sono oggi state abbandonate del tutto, proprio dopo aver visto l’esempio del Perigeo, che in questo senso ha avuto un po’ il compito di rompere il ghiaccio. Se i musicisti e i talenti da liberare erano come i quattro del Duello Madre, ben vengano certi tentativi!

Sto scrivendo d’impeto e di impulso, dato che non ho molte notizie intorno al gruppo. Per ora ho il loro primo disco, che ascolto molto spesso, e mi basta. So però che quelli del Duello Madre stanno molto bene insieme, ascoltano dischi insieme, proprio per crearsi una comunanza d’idee. E questo è molto importante; ricordiamoci per esempio che quasi tutte le esperienze più valide dei freemen neri derivano tute dalla vita in comune, dove la musica era vista come il risultato naturale della somma di loro esperienze su diversi piani.

Ho avuto l’impressione che questi ragazzi quando suonano cercano di far arrivare la musica dall’insieme, dal fatto di trovarsi in un certo ambiente, in certe condizioni, che ogni volta sono diverse: è giusto perciò che anche la musica sia diversa. Dal punto di vista delle “scelte” non sono stati presi dalla falsa gloria o dall’eccitazione anfetaminica di tutto questo mondo di stars.

IL Duello Madre è un gruppo poetico-visivo-musicale che crede in quello che fa: “Quando abbiamo formato questo gruppo, ci siamo proposti di lasciare indietro tutte le cose che ci avevano inibito, di smantellare tutte le strutture musicali ed umane, che avevamo accumulato, inconsciamente e no, nelle precedenti esperienze con altri gruppi. Per un anno ci siamo isolati, parlando di noi, cercando di capirci, suonando e studiando con entusiasmo, con sconforto, esaltandoci, provando cose mai fatte prima, attraversando momenti di gioia, scoprendo noi stessi. Finalmente abbiamo creduto di arrivare a qualcosa di nostro, di veramente nostro e allora abbiamo cominciato a suonare quello che vedevamo dentro di noi, creando giochi di note che sentivamo, godendo di poter suonare liberamente. Poi c’è stato l’incontro, determinante per noi, con il maestro Giampiero Reverberi, il nostro produttore, che ci ha aiutato, dandoci la forza necessaria per continuare. Adesso eccoci liberi come la musica che cerchiamo di interpretare e di comunicare”.

Per ora di pratico c’è questo loro primo long playing, inciso con la complicità e sotto la supervisione di Giampiero Reverberi. A proposito di questo esperto musicista jolly, Duello Madre sono stati i primi ad ammettere il suo aiuto, facendolo addirittura figurare sotto i loro nomi nel disco. Questo è molto importante, perché, come è ormai noto a tutti, Giampiero Reverberi figura sempre, “dietro le quinte” nelle registrazioni di gruppi italiani più o meno famosi.

C’è addirittura un gruppo italiano, senza dubbio fra i più famosi che recentemente ha cercato anche di mietere allori in Inghilterra, che ha il suo asso nella manica proprio nel maestro appartenente alla floridissima scuola della città con il lanternino. Il gruppo in questione ha fatto celle tastiere il suo più grande interesse, solo che non svela il segreto di Reverberi, che poi non è neanche tale.

Duello Madre dunque si colloca su piani differenti.. Non ci sono tastiere, le parti conduttrici sono sempre affidate al sax o al flauto di Pippo Trentin o alla chitarra di Marco Zoccheddu, mentre i due ritmi sono il bassista Bob Callero e il Batterista Dede Lo Previte.

Quindi un long playing più che altro strumentale, con un solo brano provvisto di testo, l’iniziale “Aquile blu”, dovuto a Pippo Trentin e a Marco Zoccheddu. In questo brano si assiste ad una rivalutazione dello schema metrico tradizionale del tipo A-B-A (“C’era un vento di libertà - e sta soffiando forte – spazzerà via tutte le città.”), e del tipo A-B-B (“Risparmierà tutti quelli che – hanno vissuto cercando la realtà – un nuovo mondo verrà.”), precedentemente usati a senso unico solo nella musica leggera.

La rivalutazione dei testi (anche se in questo caso non sono validissimi e soprattutto non brillano di originalità; nel contenuto e nella forma vocale ricordano molto da vicino il “Palepoli” degli Osanna), sarà per il futuro molto importante. Del resto che ad un certo punto i gruppi italiani di rock si toccano con certe punte della musica leggera, come fatto strutturale, è stato egregiamente dimostrato dal Banco del Mutuo Soccorso, proprio perché è l’unico gruppo nostrano che non risente in particolare di qualche esperienza estera.

Quindi le promesse per il Duello Madre ci sono. Adesso si tratta solo di ascoltarli dal vivo e di verificare il loro “act” sul palcoscenico.

                                                                                                                                                                            Dario Salvatori

 

 

Ciao 2001