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CLAUDIO ROCCHI 

UN UOMO IN UN MONDO DI UOMINI

di Maria Laura Giulietti (da Ciao 2001 n. 8 del 24 febbraio 1974)

 

 

Claudio Rocchi o la musica dello spirito. Claudio Rocchi o il misticismo indiano. Menestrello portatore di buone vibrazioni, poeta con negli occhi le immagini di una terra promessa, vuole che la musica doni pace e serenità agli uomini. Claudio Rocchi o l’utopia. Accerchiato da fedelissimi gira alla ricerca di un candore perduto tra gli spazi del Tao. Così attraverso Viaggi e Voli Magici è arrivato all’Essenza.

Con voce esile e profetica, accompagnato da delicati arpeggi di chitarra, da numerose varietà di percussioni, da suadenti accordi di piano, ha intessuto il nuovo album, ideologicamente legato da un innocente dialogo di bambina.

I sette brani che lo compongono hanno alla base il credo filosofico che da anni viene portato avanti sia da Claudio che dal suo entourage nella vita e nei dischi. Cercando di dimenticare uno spirito di élite che coinvolge solo i pochi tralasciando i molti, i testi appaiono forzatamente profetici e saggi. In “Essenza” – il brano che dà il titolo all’album – si dice: “Hai imparato a ritrovare la tua voce in ogni suono. Hai chiarito la tua essenza, quel che porta è vibrazione. Puoi scordare l’illusione, che ti toglie e che divide… E puoi entrare per la porta che è l’inizio e anche la fine”. Pur coinvolgendo emotivamente e tenendo presente un preciso modo di essere e di pensare, questo liricismo astrale rimane impalpabile e lontano, nebuloso.

Più interessante è il testo di “E’ per te” dedicato a quei “fratelli che cuciono il vestito con un ago senza filo dritto giusto nelle vene”. La voce riverberata e l’instancabile ritmare delle percussioni creano una atmosfera carica ed allucinata, mentre sitar e chitarre rifiniscono i contorni di un mosaico irreale.

Compiutamente riuscito è “Radici e semi”, una specie di “Regola d’Oro” della non-violenza: “Hai da essere sincero come linea nella vita. Non scordare un donno vecchio per un torto più vicino. Hai da credere in te stesso come regola d’agire. La coscienza parla sempre chiara e forte, vuoi sentire? Hai da non aver paura per potere andare avanti: vince il debole sul forte, vince il tenero sul duro…”. Quando l’uomo riesce a scovare i suoi errori può anche riuscire ad estirparli, così se si è ricevuto un torto è meglio non dimenticare il dono che era stato fatto prima, anche se costa fatica.

Ne “Il passo da fare” si riflette il pensiero della società di Lao Tsu,  l’uomo che per primo coltivò la virtù del Tao, cioè l’innocenza universale, piena di liberi impulsi e di istinti, l’armonia primordiale, l’istituzione comunitaria: “Il viaggio più lungo comincia col muovere il piede di un passo. Coltivala dentro la voglia di dare, questo è il passo da fare. Fai che si allarghi nella tua famiglia, sarà già più grande. Famiglia e famiglia, villaggio che vive virtù come amore. Villaggio allargato, impara ad amare qual che la terra ti ha dato. Cancellalo dentro il confine inventato: l’universo è il tuo stato”.

Sottolineato da un delicato piano e dall’immissione di una seconda voce femminile, il brano, brevissimo, riesce proprio perché spoglio di false pretese e di giochi linguistici oziosi: “L’universo è il tuo stato”, asserzione che ricorda il contenuto della vuotezza, l’attività della non-azione taoista, con l’uomo che deve spaziare nella sua cerebralità declinando le logorazioni artificiali lasciando fare alla Natura che è saggia e immortale.

“Per sciogliere un fiocco abbiamo spesso fatto un nodo” – brano di chiusura – tratta il problema della auto-distruzione, componente insita negli uomini che anziché gettarsi nelle braccia della semplicità si rifugiano nel complicato per poi commiserarsi. Eppure abbiamo un’arma a disposizione: “---E che cosa possiamo fare se non amarci e darci forza?… Che cosa dobbiamo capire se non la via dell’amore?”.

La musica, intimista, si libra essenziale nella sua semplicità; molti gli spunti sia intenzionali che non; da citare i musicisti ed i collaboratori: assistente Gianni Prudente, Mino De Martino alla 6 e 12 corde, Lorenzo Vassallo, Bruno Perosa e Chris Sacca percussioni varie, Elio d’Anna sassofono soprano e flauto convincente in “Radici e semi”, Eugenio Pezza al piano e mellotron, Claudio Ronco al sitar, Giorgio Menzio al basso, Maria Teresa e Vanilla voci, più altri amici.

La copertina, simbolica e delicata, è di Gabriele Di Bartolo. L’Essenza è Claudio Rocchi, Cantante-confessore, musicista gustoso alla chitarra e alle tastiere, autore mistico e vibrante , uomo in un mondo di uomini.

                                                                                                                                                                        Maria Laura Giulietti

                                                                                                                                                                        foto di Carlo Silvestro 

 

 

Ciao 2001