LA TEORIA

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Fondamenti teorici della Grafologia  
Se noi osserviamo l’atto del camminare, ci accorgiamo che, in condizioni di normalità, esso non rimane sotto il dominio della volontà, se non per la decisione di spostarsi da un luogo ad un altro. Il movimento specifico della deambulazione, il piegare il ginocchio, l’appoggiare il piede, il calcolo della lunghezza del passo e della altezza del sollevamento del piede, l’adeguazione del passo alla natura del terreno, ecc. sono fenomeni che raramente raggiungono il livello della coscienza. Anzi possiamo notare che, quando sopravviene il controllo di questa, il movimento stesso diventa più lento e meno sicuro. Inoltre è di osservazione quotidiana la distinzione del modo di camminare di una persona da quello di un’altra. Il ritmo, la lunghezza del passo, il modo di porre il piede, i caratteristici gesti che accompagnano il camminare, come la postura del tronco e il movimento delle braccia, sono propri di ogni individuo e ci permettono di identificare una persona dal suo modo di camminare.
Un fatto analogo, anche se più complesso per l’alta elaborazione del movimento, avviene nella scrittura. L’apprendimento della scrittura avviene con atti di volontà coscienti, ma a mano a mano che essa diventa automatica, cade sotto il dominio del subconscio, cioè sotto il dominio dell’involontarietà non cosciente. Quando il bambino si sforza di eseguire il modello calligrafico che gli presenta la maestra, compie degli atti, dei movimenti che sono volontari e coscienti e la scrittura che ne deriva è molto simile a quel modello. Poi poco per volta per soddisfare alle leggi di praticità e di economicità che governano tutto l’agire umano(guai se i nostri gesti fossero tutti a livello della coscienza!) la scrittura diviene automatica ed entra nel dominio del subconscio. Cioè lo scrivente traccia le lettere senza dover controllare con l’attenzione i movimenti della mano. I quali movimenti vengono lentamente definiti, modulati, deformati, modificati sotto la spinta della tonalità nervosa individuale, una spinta che in parte è ereditaria, in parte innata, in parte acquisita dall’esperienza.. Anche la scrittura dunque, come il camminare, come l’espressione mimica, il gesticolare, ecc., presenta modalità che, nel divenire automatiche, non sono più sotto il dominio della volontà, ma cadono nella sfera del subcosciente e, nello stesso tempo, sono del tutto individuali e irripetibili. Anzi, più il movimento, o a mano a mano che il movimento, diviene automatico, più si manifesta la sua individualizzazione. Cioè l’individuo imprime nella scrittura le sue tendenze personali, che nel manifestarsi utilizzano la mimica simbolica che è presente in ogni atto che è divenuto automatico.
L’incedere, ad esempio, impettito è la proiezione di un temperamento borioso, come il gesticolare agitato è segno di uno stato d’animo nervoso, il camminare ingobbito è segno della presenza di uno stato di depressione e così via. Analogamente nella scrittura la pressione che si imprime nella penna è il segnale della forza volitiva, come l’allungo dei tratti orizzontali (ad esempio, i tagli della "t" slanciati verso destra come fossero una spada) è il segnale dell’aggressività, mentre l’arretramento degli stessi tratti è la rivelazione di uno stato di impaurimento. Per chiarire ulteriormente i concetti di mimica e simbolismo, aggiungeremo un esempio di parallelismo tra mimica comportamentale e simbolismo della scrittura: l’invasione dello spazio/foglio con una scrittura grande è indice di assenza di inibizioni, di sicurezza e, a volte di megalomania, così come è indice di mancanza di remore ed inibizioni l’entrare, ad esempio, in un bar, salutare tutti a voce alta e attirare su di sè, senza paura, l’attenzione di tutti. Chi si comporta così invade lo spazio/bar come colui che scrivendo con caratteri grandi invade lo spazio/foglio.
Il simbolismo della scrittura
Tutti sappiamo che la scrittura può essere veloce o lenta, piccola o grande, chiara o oscura, larga o stretta, curva o angolosa, ordinata o disordinata, uguale o diseguale, pendente in avanti o rovesciata all’indietro, ecc. Ciascuna modalità, ciascuna forma rientra in una struttura di simboli, ai quali la grafologia nel suo evolversi scientifico e nella sua ricerca continua si studia di dare un significato psicologico.
Diamo qui di seguito alcune indicazioni sommarie sul significato generale dell’espressione grafica con le seguenti avvertenze:
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   come per tutte le attività scientifiche, anche il collegare le infinite modalità della scrittura con gli infiniti tratti della personalità è   un lavoro che non è a tutt’oggi terminato, nè deve mai terminare, non potendosi accontentare mai dei risultati raggiunti;
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    le indicazioni che si riferiscono ai particolari segni non devono essere viste come delle indicazioni assolute a se stanti, ma              devono essere inquadrate in un contesto generale della scrittura e quindi della personalità. Facciamo un esempio: se una scrittura piccola, che in sè è segno di timidezza, si trova in un contesto energico (pressione forte), veloce, slanciato vigorosamente verso destra, perde il suo specifico significato di inibizione, perchè la personalità sopperisce alla insicurezza di fondo con altre caratteristiche che la correggono, attenuano o annullano;
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    il test grafologico da solo non ha un valore assoluto, ma solo orientativo (può fungere da campanello di allarme, ad esempio) e pertanto deve essere accompagnato da altre informazioni (anamnesi personale, ad esempio), altri test, altre osservazioni.
Il simbolismo spaziale
La scrittura che occupa lo spazio sul foglio esprime gli orientamenti che dirigono più o meno coscientemente la persona. Il punto di osservazione iniziale è il rigo, il corpo centrale della scrittura, che ha al di sopra e al di sotto degli spazi, dentro i quali si spinge più o meno profondamente, con gli allunghi di certe lettere ("t", "l", "d", "p", "g", "q", ecc.), il tracciato grafico. Lo stesso rigo, che ha una sua dimensione (può essere piccolo, medio, grande) è il luogo dove l’IO cosciente proietta i suoi sentimenti, la sua sensibilità, il sentimento di sè, gli atteggiamenti di egoismo-altruismo, ecc. La parte alta della scrittura è la zona che dà indicazioni sugli aspetti intellettuali, spirituali, etico-religiosi, etico-morali della personalità; la parte bassa è la zona in cui la persona proietta l’istintualità, gli interessi materiali, la concretezza, la praticità, gli atteggiamenti erotico-sessuali. Nella nostra civiltà occidentale, inoltre, la scrittura procede da sinistra a destra. La sinistra è il punto di partenza da cui ci allontaniamo per andare verso una meta. A sinistra dunque stanno le esperienze passate, a partire da quelle della dipendenza dalla madre/famiglia. La destra è il punto di arrivo del nostro muoverci, è il simbolo della meta. A destra dunque si proiettano il futuro, le aspirazioni a realizzarsi, l’uscita dalla dipendenza dalla madre/famiglia e l’ingresso nell’autonomia.
Il simbolismo temporale
In fisica la velocità è il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato. Anche nella scrittura il procedere da sinistra a destra (spazio) può avvenire in un "tempo" più o meno veloce. Ci sono scritture che corrono veloci verso destra, altre che procedono pacate, lente, insicure e impacciate, altre ancora che sembrano voler ritornare con i loro convolvi verso sinistra. Il dinamismo del tracciato grafico simbolizza due aspetti della personalità:
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    Indica il tempo che lo scrivente impiega ad eseguire i suoi compiti. Ad esempio, la scrittura che procede troppo velocemente verso destra ci dice che la persona è impaziente di potare a termine le sue iniziative. Viceversa la grafia più lenta indica l’atteggiamento di chi procede con accuratezza, riflessione, verifiche. La velocità della scrittura esprime anche il ritmo delle operazioni mentali, la velocità dell’ideazione, che può manifestarsi, ad esempio, con rapidi e originali baleni, ma spesso poco attenti alla chiarezza espressiva o con modalità diligenti, meticolose, ma scarsamente originali.
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    L’accelerazione o il pacato procedere verso destra indicano anche l’atteggiamento prevalente dello scrivente. La scrittura che presenta un movimento contenuto in uno spazio ristretto (che si espande poco verso destra) è il segnale dell’introversione (che è concentrazione sull’IO). Quella che si allarga nello spazio è l’indizio dell’estroversione (che è direzione verso il mondo)
Il simbolismo della pressione
Alla dimensione dell’altezza (alto – basso) e a quella della larghezza (avanti – indietro) la pressione aggiunge la terza dimensione. Con la pressione, per così dire, la penna penetra in profondità. In realtà la penna effettivamente scalfisce il foglio, vi traccia un solco. Un tempo, quando si usavano i pennini flessibili divisi in due parti, il grafologo misurava la pressione della scrittura osservando i segni del divaricarsi delle due parti del pennino. Oggi con l’avvento delle penne a sfera alcune scuole osservano, più correttamente, il "solco" che la punta della penna a sfera lascia sul foglio. La mano che scrive esercita sulla penna una pressione più o meno forte, più o meno ritmata o variamente dislocata, che dà indicazioni sulla carica energetica (quantità – qualità - modalità) che il soggetto mette in atto nel suo agire, nel suo vivere, nel suo realizzarsi. Quindi la pressione che si esercita nello scrivere è il simbolo dell’energia psicofisica che si profonde nell’azione e indica la direzione o le direzioni verso cui la persona intende spendere la sua carica energetica e volitiva e l’intensità, il ritmo, l’incisività della stessa.
Il simbolismo della comunicazione
La scrittura di per sé è generalmente finalizzata alla comunicazione. La comunicazione ha una sua modalità (chiara, confusa, ecc.), una sua forma estetica (elegante, rozza, ecc.), un suo stile legato ai valori introiettati dalla persona (tendente al perfezionismo, trasandata, originale, esuberante, sbrigativa, ecc.). Anche la scrittura allora sarà chiara o oscura a seconda che la forma delle lettere sia più o meno decifrabile, elegante ed estetica o antiestetica, ossessivamente legata al modello imparato a scuola o modificata con libertà e originalità, semplificata o esuberante, piena di ricci arbitrari, ecc.

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