Egitto

Precedente Home Su Successiva

EGÌTTO


Abitato fin dall'età paleolitica e neolitica, le tracce rimaste dimostrano l'esistenza di una cultura caratterizzata dalla coltivazione dell'orzo, del grano, dall'allevamento di animali domestici (buoi, maiali, pecore, capre), dalla lavorazione abbastanza evoluta e varia della ceramica, dalla fabbricazione di armi e oggetti d'uso di pietra polita. Con la scoperta dell'uso dei metalli, comincia la fase eneolitica il cui inizio si può datare intorno al 6000 a.C. Già molti secoli prima dell'eneolitico il Nilo aveva normalizzato il suo corso e raggiunto pressappoco l'aspetto che ha attualmente e anche il clima del paese era diventato quale è oggi. La vita si era organizzata ed evoluta. Insieme con i primi oggetti metallici, gli oggetti litici e ceramici raggiunsero una straordinaria perfezione tecnica, ben maggiore che in altri paesi nella stessa fase. In questa età, che si suol chiamare anche predinastica e che dura oltre duemila e cinquecento anni e arriva fino alla fondazione del primo Impero (ca 3238 a.C.), comparve la scrittura geroglifica che, superata la fase ideografica, divenne presto alfabetica; venne inoltre istituito il calendario di 365 giorni. Le popolazioni che abitarono l'Egitto nell'età preistorica mostrarono una così serrata e conseguente unità di sviluppo culturale, che sono da considerare autoctone e non influenzate da altre culture. Sembra che molti secoli prima dell'età storica, nella regione più prossima al Mediterraneo, a est e a ovest del Delta, si fossero formati due regni distinti, unificatisi poi in un unico regno del Nord che avrebbe sopraffatto il regno frattanto costituitosi al sud, attuando per un certo periodo l'unità del paese. Si sarebbe poi avuta una nuova scissione. Infatti, e questo appare certo, in secoli più vicini all'età storica esisteva in Alto Egitto un regno con capitale Nhen (Hierancopolis), e nel Basso Egitto un altro regno con capitale Seb'ewe (Tell el-Farain). Fra questi due stati non correvano sostanziali differenze di civiltà, di usi, di costumi, ecc., ma indubbiamente a Nord, per il diverso clima e la diversa produttività del suolo, le condizioni economiche dovevano essere più floride. Queste diversità spinsero, gli uomini del Sud alla conquista del Delta. Un re del Sud, Scorpione, avrebbe sopraffatto il re del Nord, Nefer (che alcuni vogliono identificare con Mene), raggiungendo nuovamente l'unità del territorio Secondo la tradizione Mene (per i greci Menes) sarebbe infatti il primo Re o Faraone dei due regni uniti. Egli avrebbe fondato la «Fortezza bianca» che poi divenne Menfi (forse da Men-Nefer = la buona dimora). Si arriva così agli inizi dell'età storica.

Questa si suddivide secondo i seguenti periodi:

ANTICO IMPERO (3238-2065 a.C.):
Epoca tinita (I e II Dinastia) 3238-2778;
Epoca menfita (III-V Dinastia) 2778-2423;
I Epoca intermedia (VI-X Dinastia) 2423-2065.

MEDIO IMPERO (2065-1580 a.C.)
      I Epoca tebana (XI e XII Dinastia) 2065-1785;
Il Epoca intermedia (XIII-XVII Dinastia) 1785-1580, conquista degli Hyksos.

NUOVO IMPERO (XVIII-XX Dinastia) 1580-1090 a.C.


BASSO IMPERO (1090-332 a.C.):
      Epoca dei Re sacerdoti (XXI Dinastia) 1090-950;
      Epoca dei Re libici (XXII e XXIII Dinastia) 950-730;
      I Epoca dei Re saiti (XXIV Dinastia) 730-715;
      Epoca dei Re etiopi (XXV Dinastia) 715-663;
      Il Epoca dei Re saiti (XXVI Dinastia) 663-525;
      Epoca del dominio persiano (XXVII-XXX Dinastia) 525-332.

IMPERO DEI TOLOMEI ED EPOCA ROMANA (332 a.C.-640 d.C.).

EPOCA MUSULMANA (640-1922).

NUOVO REGNO ( 1922-1953).


REPUBBLICA (18 giugno 1953).


Nell'epoca tinita, sotto le due prime dinastie, avvenne la fusione spirituale del paese e si organizzò lo Stato centrale. Il paese abitato (la valle del Nilo fertilizzata dal limo delle inondazioni) venne detto dagli indigeni Keme (= terra nera) o anche Ti-mure (= terra zappata), per distinguerlo dal deserto, detto Tosre (= terra rossa); il Nilo fu chiamato Horpe o anche Jetr-o (= grande corrente). Il nome Egitto, dato a tutto il territorio dai Greci, deriva dal toponimo indigeno di Menfi, traslitterato dai Babilonesi in Hikuptah. All'epoca della prima dinastia tutto il paese fu diviso in 42 distretti o nomi (22 nell'Alto e 20 nel Basso Egitto). Il Faraone era considerato sovrano assoluto, egli però si circondò di consiglieri e il suo governo fu piuttosto democratico e quasi paternalistico. Era assistito da un Primo Ministro, al quale fu affidata anche l'amministrazione della giustizia. Gerarchicamente, dopo di lui venivano i Ministri del tesoro, dei lavori pubblici e il supremo comandante militare. L'organizzazione burocratica centrale e periferica era sviluppatissima e ben strutturata. Sotto le due dinastie menfite proseguì lo sviluppo dell'E., che raggiunse una delle fasi più floride. Ad opera di Imhotep, architetto di Soser, sorsero i grandi monumenti di el-Saqqarah a cui seguiranno la falsa piramide di Meidum e le tre piramidi di el-Gizah. Sotto la V Dinastia l'E. estese le sue conquiste in Siria, in Libia, in Nubia e fino in Somalia. Sebbene sotto la VI Dinastia si combatterono fortunate guerre ai confini meridionali della Palestina, incominciò tuttavia la decadenza, che si accentuò durante la breve VII Dinastia di Manetone e ancor più durante l'VIII. La carica di Primo Ministro, fino ad allora sempre tenuta da un principe di sangue reale, passò a semplici funzionari e aumentò la potenza dei governatori e dei nomarchi, le cui cariche diventarono ereditarie. L'E. divenne così un paese a regime feudale. Dei Faraoni della X e dell'XI Dinastia si sa piuttosto poco, ma è noto che durante il loro regno i Beduini invasero il Delta e si ricostituì un regno indipendente in Alto Egitto, sotto lo scettro del monarca di Tebe. Inoltre il monarca di Eracleopolis si fece riconoscere legittimo discendente dei Re menfiti. Scoppiò allora fra il Re di Eracleopoli e quello di Tebe una lotta che si concluse nel 2060 con la vittoria di Montuhotep II re di Tebe, che riunì l'intero Egitto sotto il suo scettro. Con lui iniziò (XI Dinastia) il Medio Impero. Durante il lungo e glorioso regno del figlio Montuhotep III e quello di Montuhotep IV, si rafforzò l'amministrazione interna, si ridusse il potere feudale dei monarchi, si estesero le conquiste in Libia, Nubia e sul confine palestinese, che venne rinforzato e guarnito di fortini per evitare l'infiltrazione clandestina di gruppi di Semiti. Montuhotep IV fu spodestato dal suo ministro Amenemhê-e che iniziò la XIII Dinastia. Per duecento anni i Re di questa Dinastia mantennero alto il prestigio dell'Egitto, ma con la morte della regina Sebknofrewie (1785-84 a.C.) iniziò una rapida decadenza e ben presto imperversò l'anarchia.

Le cinque Dinastie che si successero furono di usurpatori di bassa origine e di scarsa levatura. Il paese fu invaso a Sud dai Cusciti e a Nord dagli Hyksos (v.) (Heq'ew-he' sôve = principi della montagna) che penetrarono nel Delta verso il 1730 a.C., ponendo la capitale in Avaris e, dopo una cinquantina d'anni, da Avaris invasero tutto l'E. Questa conquista fu facilitata dal loro armamento superiore (carri da guerra trainati da cavalli, fino allora ignoti agli Egizi) e dalle miserabili condizioni del paese. Il predominio degli Hyksos che fu reale e stabile sul Delta e nel Medio Egitto, precario nelle province meridionali rimaste ai Sovrani di Tebe che pagavano un tributo, durò circa 150 anni. Il re tebano Kamose condusse fra il 1580 e il 1575 la guerra di liberazione, che fu portata a termine dal fratello Ahmose I (1571-1549 a.C.) il quale espugnò Avaris, inseguì gli Hyksos in Palestina e li annientò dopo tre anni di resistenza. Con questo Faraone ebbe di fatto inizio il nuovo Impero e la reale ripresa del paese. Sotto i Re che seguirono, i Thutmose, gli Amenofi (Amenhotpe) i Ramesse, l'E. conobbe un periodo di straordinario splendore e di floridezza all'interno e di prestigio all'estero. Thutmose III (1496-1442), in particolare, comprese la necessità di far uscire l'Egitto dal suo isolamento e di garantirne la potenza conquistando saldamente un Impero in Asia: occupò quindi la Siria e la Palestina e costrinse al tributo Hittiti, Ciprioti Cilici, Assiri e Babilonesi. Il contatto con quei popoli e con quelle fiorenti civiltà giovò molto all'Egitto, e i loro tributi permisero il diffondersi di un largo benessere e la costruzione di mirabili opere pubbliche. Sotto Amenofi III (il Memnone dei Greci) il paese raggiunse forse il massimo splendore. Amenofi IV, mistico fanatico, sconvolse il paese con la sua lotta religiosa per tentare di introdurre il monoteismo, ma l'imposizione del culto di Aton non gli sopravvisse. Il successore, il giovanissimo Tutankhamon, ritrasferì la capitale da el-Amarna a Tebe e ripristinò il culto di Ammone. Setohe I rafforzò le conquiste con guerre fortunate e Ramesse II (1299-1233 a.C.) dopo lunga lotta piegò gli lttiti nel 1278. Ma sotto il suo successore cominciò un periodo di anarchia e di depressione cui pose fine Ramesse III (1200-1168), il quale riconquistò i paesi già assoggettati in precedenza e sconfisse i «popoli del mare», ma concesse troppi privilegi agli invadenti sacerdoti di Ammone. Questi divennero sempre più potenti sotto Faraoni che seguirono finché, nel 1090, il sommo sacerdote Herithor usurpò lo scettro proclamandosi Faraone. Questi non riuscì però a pacificare il paese e per domare le frequenti sommosse assoldò mercenari libici i cui capi divennero di fatto arbitri del paese e, dopo 60 anni, uno di essi, Sesonk, divenne Faraone e fondò la XXII Dinastia. La decadenza e sempre più grande, la confusione e l'anarchia aumentano sotto le Dinastie che seguirono. Una certa ripresa si ebbe soltanto con Psammêtek I della XXVI Dinastia (II epoca saita). Egli riconquistò tutto il paese, domò i feudatari, favorì i commerci, rafforzò i confini, sconfisse gli Assiti in Siria e in tal modo diede al paese un periodo di benessere. Morì nel 610 a.C. mentre domava una rivolta degli Sciti. I successori Nekô, Psammêtek II, Apriês, Amasis dimostrarono buona volontà ma non sempre pari abilità e certamente non ebbero pari fortuna: l'Egitto declinò ancora. Infine, mentre regnava Psammêtek III, nel 525 Cambise conquistò l'Egitto, abbandonato dagli alleati. I Re persiani si considerarono successori dei Faraoni. Vari tentativi di rivolta degli Egizi per riconquistare l'indipendenza non ebbero effetto. Infine nel 404 Amyrtaios, Faraone della XVIII Dinastia riuscì a proclamare l'indipendenza del paese, che fu mantenuto libero da ingerenze persiane anche dai suoi successori. Ma nel 342 Nectanebis fu sconfitto da Artaserse III (i Persiani non avevano mai abbandonato l'idea di riconquistare l'Egitto) e si rifugiò nella Nubia. Nel 332 riuscì facile ad Alessandro Magno occupare tutto il paese che non era difeso né dai Persiani né dal Faraone. Dopo di lui regnarono sull'Egitto i Tolomei Lagidi; l'ultima di essi, Cleopatra, morì nel 30 a.C., e i Romani, che già occupavano il paese, ridussero l'Egitto a loro provincia.

Nei quasi cinque secoli dell'età protostorica, sotto le due Dinastie tinite, l'architettura si sviluppò grandemente e apparvero tombe reali più vaste e complesse di quelle predinastiche (a Saqqarah, per es.). La primitiva mastaba si complicò assumendo la forma di una piramide: l'anello di congiunzione fra i due tipi è dato dalla tomba di Nebekta. Le piramidi vere e proprie furono tipiche del periodo menfita (piramide romboidale di Dahshur di Snefru a Meidum, e infine il complesso di el-Gizah, tutte del XXVII sec. e della prima metà del XXVI a.C.). Accanto alle piramidi sorsero i templi funerari, complessi edifici ove oltre al santuario c'erano grandi portici, magazzini, abitazioni, ecc. Durante la IV Dinastia i templi furono in genere piccoli, ma molto vari di pianta e di struttura, appropriato ognuno al culto della singola divinità. Sotto la V Dinastia cominciarono a prevalere i templi solari, i quali vennero costruiti secondo quello schema che poi diventerà tradizionale e si perpetuerà. In questo periodo già comparvero tutti i più importanti tipi di capitello: palmiforme, lotiforme, papiriforme aperto e chiuso, protodorico. Durante tutto l'Antico Impero le tombe private perfezionarono e fissarono il tipo della mastaba, costituita dal pozzo funerario e dall'edificio a parecchi locali, fra cui essenziale la cappella e il tipico corridoio (Serdah) dove si conservavano le statue del defunto. L'esterno era caratterizzato dalla falsa porta e dalla tavola delle offerte. Non manca nessuno degli elementi essenziali della tomba regale (eccetto la piramide). Nell'età delle due prime Dinastie, la scultura divenne sempre più espressiva e le conquiste tecniche e la padronanza della materia aumentarono di generazione in generazione. Le statue di Soser, di Rahotpe e Nofre ne sono esempi cospicui. Anche la piccola statuaria, figurette d'uomini e di animali in pietra o in alabastro o in scisto, si sciolse dalle forme arcaiche e convenzionali. Ma l'epoca della grande statuaria fu l'età menfitica: le opere più cospicue furono le statue di Chefren, di Micerino, quella di Ranofer, il ritratto del governatore (il cosiddetto sheikh el-balad), i due scribi del Louvre e del Cairo, il nano Gnemhopte, il busto di Ankhaf (ora a Boston), il gruppo del funzionario con la moglie (ora al Louvre). Anche il bassorilievo fece grandi progressi a partire dalla III Dinastia: scioltezza di disegno, delicatezza e morbidezza del basso modellato ne furono le caratteristiche. La pittura seguì da vicino le conquiste del bassorilievo (cui era strettamente legata, poiché i bassorilievi di questa età erano dipinti): le famose oche di Meidum, per citare un pannello decorativo dei più noti fra quelli pervenutici, basterebbero da sole a testimoniare l'eccellenza della pittura egiziana di questo periodo. Il così detto periodo intermedio e anche tutto il periodo del medio Impero, segnarono una fase di arresto. Non che mancassero opere cospicue di architettura, di pittura, di scultura, ma in genere difettarono la forza e la purezza del disegno e del modellato che avevano caratterizzato la grande arte dell'Antico Impero. Col Nuovo Impero, l'Egitto, liberatosi dalla dominazione straniera, risorse a nuova vita e l'arte acquisì anche esperienze di altri popoli. Il complesso dei templi di el-Karnak e di Luxor, di questo periodo, i templi delle Valli dei Re e delle Regine, e quello rupestre di Abu Simbel, sono fra le architetture più straordinarie create dalla fantasia dell'uomo.

Durante la XVIII Dinastia e buona parte della dinastia seguente, la statuaria produsse opere d'impareggiabile bellezza. La statua di Thutmosi III giovinetto (ora a Torino) è forse il supremo punto d'arrivo della scultura egiziana. Questa subì una notevole influenza, divenendo più veristica e sciolta, durante il periodo di Tell el-Amarnah. Le statue e i rilievi di Amenofi IV e della sua famiglia (bellissimi i ritratti di Nefertite), già per gran parte a Berlino, sono mirabili opere d'arte. Così le posteriori statue di Tutankhamon, di Setohe I, di Ramesse II. La pittura e le arti minori (stupendi i lavori di oreficeria) raggiunsero anch'esse il loro culmine di perfezione in questa età. Poi iniziò una nuova decadenza. Rimase la grande abilità tecnica ma venne meno il soffio dello spirito vivificatore dell'arte, quel soffio che aveva fuso in un unico risultato il realismo della scuola menfita e la idealizzazione del primo Impero tebano nutrendoli di nuovi fermenti. Un grazioso manierismo avrebbe dominato tutta la bassa epoca, morbido nel periodo saita, più crudo poi, fino alla conquista di Alessandro. Allora lo spirito dell'ellenismo, senza distruggere le forme tradizionali dell'arte egizia, insensibilmente si insinuò con la sua raffinatezza, la sua eleganza e anche con la sua pedanteria e la sua vanità. Il Cristianesimo sembrò portare un soffio di rinnovamento a partire dalla fine del IV sec. (arte copta: v. Copti), ma la conquista araba impedì che quei germi potessero svilupparsi. La lingua parlata nell'antico Egitto subì nel corso dei secoli variazioni notevoli, dovute e all'evoluzione nel tempo e alla molteplicità dialettale. Queste variazioni, sebbene attenuate, si riflettono sulla lingua letteraria che viene distinta in tre periodi, antico egiziano, neo egiziano, demotico. I documenti scritti che possediamo vanno dal 3250 ca. a.C. fino alla fine del V sec. d.C.

AMENHOTEP (Eg) Amenhotep è un caso molto raro nel quale un uomo è assurto alle glorie divine. Era lo scrivano dell'omonimo re Amenhotep III, questi dopo la sua morte gli decretò glorie divine (il motivo è sconosciuto) e cosa alquanto strana il suo culto si estese rapidamente tanto che Tolomeo IV (in pieno periodo ellenistico) gli fece costruire un tempio sopra la sua tomba.

AMMONE (Eg) Epiteto del dio Min, significa colui che si nasconde. Ammone  in questa veste è raffigurato come un re con la veste corta e la collana. In origine Ammone era il dio di Tebe. Quando Tebe divenne la capitale Dell'Egitto Ammone aumentò d'importanza incamerando pure le caratteristiche di Ra e divenendo così Ammon-Ra poté fregiarsi del titolo di re degli dei. Difatti era l'unico dio egizio ad essere adorato in tutto l'Egitto.

AMSET (Eg) Figlio di Horus.

ANUBI o ANUP o ANUPEV (Eg)  figlio di Osiride, raffigurato con testa di sciacallo. Aiutò la dea Iside a seppellire Osiride e per tale motivo divenne dio dei morti e guida delle anime. I Greci e i Romani lo identificarono con Ermete, perché anch'egli conduceva nell'oltretomba le anime dei morti.

APEPI (Eg)
divinità egiziana raffigurata in forma di coccodrillo o di serpente. Capo dei demoni che ogni notte assalivano il dio Ra.

APIS o API (Eg) Era il toro sacro particolarmente adorato a Menfi. Di colore nero e pezzato di bianco nella fronte, nei fianchi, nelle zampe e nella coda. Dava oracoli battendo le zampe e accettando o rifiutando il cibo offerto. Da vivo veniva tenuto in un tempio e venerato come Osiride o Ptah. Alla sua morte riceveva sepoltura in un'apposita necropoli, il Serapeo. Si riteneva che lo spirito si incarnasse in un altro toro che aveva le stesse caratteristiche.

APOFI  (Eg) Serpente che attaccava il dio Ra durante il viaggio nel regno dei morti. Il Libro di Apofi conteneva le formule magiche contro di lui.

ARPOCRATE (C1-Eg) Dal greco Har-pe-chrod cioè del dio egizio Horus che era raffigurato come un fanciullo e in tale modo con un dito in bocca. I greci scambiarono il gesto per un chiaro ordine al silenzio e dato che nel loro Olimpo non avevano un tale dio, accettarono ben volentieri Arpocrate a questa mansione.

ATON (Eg) Il faraone Amenhotep IV cercò di abolire il politeismo e di istituire un culto monoteistico, per fare ciò, egli divinizzò il disco solare Aton. I dogmi di tale religione erano molto più profondi e di livello molto avanzato della religione politeistica egizia.

ATUM (Eg) Inizialmente era il dio locale di On (Eliopoli). Il culto fu imposto da Amenofi IV Akhenaton che lo dichiarò unico oggetto di adorazione. Secondo la leggenda Atum, nato dall'acqua primordiale prima di ogni altro essere, creò se stesso poi il dio Shu e sua moglie Tefnut. In seguito divenne dio del sole tramontante, e poiché il sole tramonta a occidente dove gli Egizi pensavano si trovasse il regno dei morti, Atum ebbe pure la carica di protettore delle anime dei defunti. Venne raffigurato inizialmente come un dio dalla testa di falco, poi come un disco dalla cui parte inferiore escono raggi terminanti in mani che offrono alla coppia regale un segno di vita. Fu padre di Sev e Tefnuta e nonno di Gheb e Nut e bisnonno di Osiri, Iside, Seth e Nefti. Per questo fu detto Capo dei nove dèi di On.

BASTET (Eg) Dea della gioia, del canto, delle danze e del vino. Era raffigurata come una donna con testa di gatto, con un sirto in una mano e un cestino nell'altra.

BEBI (Eg) Conosciuto anche col nome di Omomi, era, un mostro che nell'aldilà divorava i peccatori.

BEHDETI (Eg) Dio di Behdet. Si fuse con Horus e il suo simbolo era il disco solare alato. Era il condottiero dell'esercito di Ra. Proteggeva dai pericoli e il suo simbolo si trovava in tutti i luoghi e sulle prue delle navi. BES (Eg) Era il dio egizio della danza dall'aspetto di nano.

BES  (Eg)
dio dell'antico Egitto, figurato come un nano grottesco munito di coltelli o di strumenti musicali, derivato probabilmente dalla figura dell' «iniziatore» delle società primitive. Era ritenuto benefico, protettore del talamo e delle nascite, difensore contro i coccodrilli e i serpenti, amico delle donne e della letizia.

CARRI DEL SOLE E DELLA LUNA (AV) Il concetto della Luna e del Sole come carri. Gli antichi immaginavano che questi corpi celesti erano dei carri che volavano nel firmamento. L'idea del carro del sole e della luna si ritrova nella cosmogonia di molti popoli, quali: Egizi, indiani d'America, germanici, Indiani, Israeliti, Greci, Romani ecc. ecc..

CHEB  (Eg)
nell'antico Egitto, era il nome del padre di Osiride.

CHAREV (Eg) Lago dell'aldilà Egizio.

CHENTI-AMENTIJEV (Eg) Dio di Eboz, nella necropoli della città di This. Fu assorbito da Osiri.

CHEPRER (Eg) Dio del sole che sorge. Si credeva che Cheprer rotolasse per il cielo la sfera del sole.

CHNUM (Eg) Dio delle cataratte del Nilo e dell'acqua fresca. Era raffigurato con testa di pecora o come vasaio.

CHONSU (Eg) A Tebe era il dio della Luna.

CNEF (Eg) Presso gli Egizi era l'Essere Supremo, raffigurato come un serpente con testa di sparviero e con in bocca l'uovo primigenio, dal quale nacque il mondo.

DEDUN  (Eg)
dio della Nubia dalla forma di ariete. Di origine antichissima, entrò nel pantheon egizio come signore della Nubia alla conquista del paese; in seguito fu assimilato a Khnum di Elefantina e ed Ammone di Tebano.

DUAMTEF (Eg) Figlio di Horus.

DUAT (Eg) Parte della sfera celeste che si trova sotto l'orizzonte e Ra per fare il giro attorno alla terra deve percorrere di notte, difendendosi da mostri che lo insidiano. Duat assume perciò il significato di regno della notte.

ERMÈTE Trismegisto (Eg-C1)
(tre volte grandissimo) personificazione greca della divinità egizia Thot o Tehuti. Era considerato un antichissimo sacerdote-Re dell'Egitto, fonte di ogni pensiero e sapere e gli si attribuivano l'invenzione dell'alfabeto e della scrittura, le prime leggi e istituzioni civili e un gran numero di sacri scritti, gelosamente custoditi dai sacerdoti egizi, dal significato oggi difficile da comprendere, detti libri ermetici.

FENICE (Eg-AS1) Mitico uccello che giunto a tarda età si uccideva sopra un rogo e poi rinasceva dalle proprie ceneri. I Cinesi avevano un mitico uccello dal corpo di Drago e testa di Fagiano, simbolo dell'immortalità e fregio dell'imperatrice.

GED  (Eg)
amuleto egiziano che simboleggiava il concetto di durata e stabilità temporale, e riproduceva forse il fusto diramato di un albero, feticcio del dio Osiride, oppure un altare a quattro gradini.

GHEB (Eg) dio egiziano della Terra che costituiva, insieme alla dea Nut, la coppia dell'Enneade eliopolitana. Veniva nominato con l'epiteto di Principe degli Dei. In certe raffigurazioni porta un'oca sulla testa, geroglifico del suo nome. Dato che i morti finiscono sotto terra Gheb è anche dio dei morti.

HAPI  (Eg)
simboleggiava lo Spirito del Nilo da cui dipendevano le inondazioni e la fertilità.

HATHOR o ATHOR  (Eg)   Divinità solare dell'antico Egitto, in origine sede celeste del dio falco Hor, poi personificata come sua madre e perciò identificata con Iside. Fu venerata come dea della fecondità e dell'amore, protettrice della musica. I Greci la assimilarono ad Afrodite. Veniva raffigurata con testa e corna di vacca il suo ventre rappresentava il Firmamento.

HEH (Eg) Divinità dell'infinito.

HEKET (Eg) Dea Egizia protettrice delle partorienti, aveva il corpo di rana.

HORUS (Eg) Dio Solare, immaginato come un falco che sollevato in cielo illuminava la terra coi suoi raggi. È raffigurato anche come un bambino sul dorso di un coccodrillo, recante in mano per la coda animali dannosi. Dai Greci fu assimilato ad Apollo (Horoapollo), e venerato anche come Arpocrate, dio del silenzio. Nel periodo della decadenza Horus è raffigurato come uomo con testa di falco indossante una divisa romana, una corona doppia e a volte seduto a cavallo. Il più famoso tempio a lui dedicato fu quello tolemaico di Edfu.

IMHOTEP (Eg) Personaggio realmente esistito intorno al 3600 a.C., persona altamente colta e intelligente. Riuscì ad accentrare nella sua persona tante cariche: fu sacerdote col grado supremo di lettore dei libri sacri, ministro, e luogotenente della capitale, abile ingegnere e progettista, infatti, il tempio del dio Horus fu costruito secondo i suoi progetti 3000 anni dopo. Aveva ambizioni sia nel campo letterario sia in quello scientifico, medico e stregone gli si attribuisce l'invenzione della mummificazione. Alla sua morte la gente che era stata guarita e quella che sperava in una guarigione miracolosa si recava sulla sua tomba a pregarlo, sicché pian piano si formò il culto divino di Imhotep. In seguito i sacerdoti per dare maggiore importanza a Imhotep e a loro stessi, gli affibbiarono il dio Ptah come padre. Era raffigurato come uomo rasato a testa scoperta e impegnato nella lettura d un libro.

ISIDE
sposa di Osiride  e madre di Horus, coi quali forma una triade suprema. Il suo mito è complesso e ha numerosissime versioni. Iside è principalmente, nella mitologia egiziana, la massima divinità della natura e della fecondità la madre di tutte le cose, la dea universale, adorata sotto forme svariatissime, ma per lo più con corna o testa di vacca, animale a lei sacro. I Greci identificarono Iside con varie loro divinità (Era, Demetra, Afrodite, Selene, Io, ecc.); il culto della dea egizia venne trapiantato in Grecia e più tardi in Roma, e nel periodo ellenistico si diffuse in tutto il bacino mediterraneo, in forma misterica. Faceva parte del tribunale dell'aldilà.

KA (Eg) Gli Egizi distinguevano l'uomo in tre elementi: il corpo, l'anima e il Ka, che faceva intima parte della persona e svolgeva compiti spirituali. Si può affermare che era qualcosa di simile al Genio dei Romani e al Daimon dei Greci.

KAMEFIS  (Eg)
dal significato di «il toro di sua madre», epiteto del dio Min, la più importante divinità del Copto (Quft), che divenne uno degli attributi di Ammone creatore.

KEDESH (Eg) Dea del cielo, regina degli dèi. Raffigurata su un leone e regge in una mano dei fiori e nell'altra dei serpenti.

KHNUM  (Eg)
ritenuto il creatore delle diverse forme vitali, che modellava al tornio. Raffigurato con la testa d'ariete, o come un ariete, il suo culto era molto diffuso nell' antico Egitto.

KHONSU  (Eg)
dio lunare, membro della triade tebana come figlio di Ammon e di Mut. A Kharnak è ancora conservato un tempio in suo onore; rappresentato, tra le altre raffigurazioni, con un disco lunare, o come un bambino.

LIBRO DEI MORTI (Eg) Era una raccolta di preghiere, di invocazioni, formule magiche e norme comportamentali per lo spirito del defunto. Era posto all'interno del sarcofago così che lo spirito potesse leggerlo e avere tutte le informazioni sul come comportarsi davanti agli dèi. Ognuno doveva avere il suo personale e doveva custodirlo gelosamente.

MAAT (Eg) Dea della Verità e della giustizia. Nel tribunale dell'aldilà giudica i morti.

MIN (Eg) Dio delle carovane e dei mercanti. Min era pure il dio della fertilità e del raccolto. Era figurato come uomo azzurro ornato di piume e con un grosso membro eretto a significare la fertilità.

MONT Montu o Mentu (Eg) dio egiziano della città di Hermonthis (l'attuale Erment). Inizialmente venne rappresentato con la testa a forma di sole (ieracocefalo) e successivamente con la testa di un toro, suo animale sacro. Era dio della Guerra.

MUT  (Eg)
la dea egiziana della regione di Tebe. Secondo la tradizione era la moglie di Ammone e veniva raffigurata come un avvoltoio e in seguito come una donna. Le fu dedicato un tempio a Karnak, fatto costruire da Amenofi III.

NECHBET (Eg) Dea protettrice dell'Egitto Superiore. Figurata come Avvoltoio o come serpente.

NEITH  (Eg)
dea egiziana antropomorfa dal carattere guerriero, ma anche marino. Identificata dai Greci con Atena, viene ritenuta di origine libica derivata, probabilmente, da una antichissima divinità cacciatrice del mediterraneo.

NEFERTUM
divinità egizia che rappresenta il loto primordiale dal quale era uscito il dio Sole. In seguito divenne il figlio di Ptah e Sekhmet nella triade di Menfi.

NEFTI (Eg)
dea egizia; era le sorella di Iside, Osiride e Set, di quest'ultimo anche la moglie. Nel mito osiriaco aiutava la sorella Iside a trovare i pezzi del cadavere di Osiride per poi compiere i riti funebri. Viene rappresentata come una donna con il simbolo geroglifico del suo nome sul capo.

NEPRI (Eg)
dio egiziano del grano, spesso identificato con Osiride.

NILO (Eg) Divinificazione del fiume Nilo. Era chiamato padre degli dèi e degli uomini, dispensatore delle messi.

NUN (Eg) divinità egiziana dell'Acqua primordiale. Esisteva prima della creazione del mondo ed era considerato origine di tutte le cose. Naunet era il suo corrispettivo femminile, non aveva né templi né culto.

NUT (Eg)
divinità egiziana del cielo, sorella e moglie di Gheb, dio della terra; madre di Osiride, Iside, Set e Nefti. Solitamente era rappresentata come una giovane donna dal corpo inarcato ad abbracciare la terra, o come una giovenca.

OKEN (Eg) Nella mitologia egizia era il traghettatore delle anime dei defunti col battello di Chnum.

ONURI (Eg) Dio egizio dell'aria.

OSIRI (Eg) Divinità agricola, occupandosi di agricoltura finì col rappresentare anche la Luna, il Cielo, il Nilo e la stessa Terra e in questa veste divenne anche dio dei defunti. Osiri muore per poi rinascere.

PAKHET  (Eg)
(Graffiante), dea egiziana del territorio di Beni Hasan. Figurata come una feroce leonessa del deserto, il suo santuario principale risale alla 18ª dinastia. Circondato da un immenso cimitero di gatti che prova la popolarità del suo culto e l'influenza della dea gatta Bastet sulle antiche dee leonesse in bassa epoca.

PETBE (Eg) Dio della ricompensa.

PSAI (Eg) Dio egizio del Destino.

PSICOSTASÌA
(dal greco=pesatura delle anime), nell'antica religione egizia, cerimonia del giudizio alla quale ogni defunto doveva sottostare. Condotta dal dio Thot, si svolgeva in presenza di Iside e Nephtis. Presente anche nel mazdeismo e nel lamaismo.

PTAH (Eg) Antichissimo dio egizio raffigurato come figura umana che regge in mano uno scettro. Ritenuto il creatore degli dèi e degli uomini, era protettore degli artisti e degli artigiani. Sposo di Sekmet, dea della guerra. I suoi sacerdoti presiedevano alle opere pubbliche, quando Ptah fu soppiantato da Atum i sacerdoti si trovarono col problema di vedere declassato il loro dio o di trovare il sistema di inserirlo nella cerchia di Atum. Scelsero di identificare Ptah con l'acqua primigenia dalla quale era nato Atum diventando a questa maniera il padre di Atum che così non era più in condizione di essere un concorrente.  Era venerato specialmente a Menfi, dove era stato eretto un tempio grandioso in suo onore (centro del culto).

RA (Eg) Dio del sole (pricipale dio a carattere cosmico). Conisiderato creatore primordiale dell'universo e creatore quotidiano del mondo (sincretizzato con Atum), si affermò come dio principale del pantheon egizio a partire dalla V dinastia (Antico Regno). Dio dello Stato e della giustizia, rappresentato con corpo umano e testa di falco sormontata da un disco solare e da un serpente con testa eretta, usurpò a Osiride la funzione di dio dell'oltretomba (ebbe Eliopoli come centro principale del culto). Secondo un'antica credenza il sole e la luna sono gli occhi di Ra.

RAETTAUI (Eg) Antagonista femminile di Ra.

RESHEP (Eg) Dio egizio della guerra, figurato con una lancia nella mano destra e con una clava nella sinistra.

SACHMIS o  SEKHMET  (Eg) Dea della guerra e della distruzione ma anche della medicina, figurata come donna dalla testa leonina, era sposa di Ptah.

SEKER (Eg)
dio egizio della necropoli menfitica di carattere funerario; era portato in processione all'inizio dei lavori agricoli e i partecipanti indossavano collane di cipolle (puzzavano da fare paura).

SEFCHETABVI (Eg) Dea della sapienza. Era chiamata padrona della biblioteca ed annotava le gesta dei faraoni.

SERAPIDE (Eg) Inizialmente era un dio del mare, in seguito divenne anche protettore della fecondità. Il suo culto era associato a quello di Osiri.

SETH (Eg) Originariamente era il dio dell'Egitto Superiore. Nella lotta che precedette l'unione dell'Egitto Superiore con l'Egitto Inferiore Seth ebbe la peggio e fu rimpiazzato da Horus e così seth divenne dio del male e della corruzione. È raffigurato come un animale con muso aguzzo e lunghe orecchie puntute, certamente raffigurazione di un animale di deserto o di steppa. Simboleggia la bufera, la guerra e la violenza. 

SFINGE (C1- EG) Esistono due Sfingi: quella egizia e quella greca. La prima rappresenta la potenza regale del faraone ed è un monumento funerario formato da un corpo leonino e dal volto del Faraone. La Sfinge greca invece è un mostro alato col corpo mezzo di donna e mezzo di leonessa nato dalla unione incestuosa del cane Ortro con la madre Echidna.

SOTIDE o Sothis (Eg) Dea egizia identificata con la stella Sirio al cui sorgere comincia la piena del Nilo e quindi l'abbondanza e la fertilità dei campi.

SOV (Eg) Dio dell'aria, figlio di Atum, sposo della sorella Tefnut e padre di Gheb e Nut.

TEFNUT  (Eg)  o Tefnet,  nella mitologia egiziana, dea dell'umidità che con lo sposo e fratello Shu costituisce la prima coppia di dei generata da Atum.

THOT (Eg) o Thóth o Thouth,  inizialmente era un dio lunare, col tempo divenne prima dio contatore del tempo, poi dio delle scienze e per chiudere in bellezza la sua carriera diviene dio della Giustizia e della Verità e con questo compito egli giudica sia gli dèi che i mortali. I Greci lo identificarono col loro Hermes (Mercurio). Era raffigurato come un uomo con testa d'ibis o di sciacallo. 

TOÈRI   (Eg)  nella mitologia egiziana, dea protettrice della famiglia, delle donne gravide, del parto e dell'allattamento, con l'aspetto di ippopotamo.

USHABTI
o Ushebti, statuetta egizia in pietra, legno o terracotta. Posta nelle tombe, aveva la funzione di rappresentare e sostituire il defunto, quando costui era chiamato a servire gli dei. In alcune tombe sono state trovate fino a 365 Ushabti, una per ogni giorno dell'anno.

VEPVAVET (Eg) Dio egizio della guerra, dopo l'unione dell'Egitto superiore con l'Egitto inferiore cedette il comando a Horus per diventare il condottiero delle anime nell'aldilà. Era figurato come sciacallo in corsa.