1. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (SOGGIORNO) - NOTTE

 

Un casa anonima, pulita, ordinata. UN UOMO IN MANICHE DI CAMICIA canta con trasporto una patetica canzone alla Sanremo, accompagnandosi come può con un’obsoleta PIANOLA ELETTRICA.

 

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

(cantando)

C’è gente che ricorda i guai miei/ C’è gente che loro, no, non stanno zitti mai/ Gente che farei a meno se/ Tu fossi ancora qui con me/ Se tu fossi ancora/ La mia orsacchiot-ta premurosa/ Ti farei dono --

 

Prova un accordo diverso.

 

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

(cantando)

Ti farei dono della luna/ Di sogni e sogni e speranze miei.

 

Si ferma soddisfatto: prende la matita che tiene infilata sopra l’orecchio e scrive un paio di note su uno spartito.

In un’altra stanza qualcuno sta PIANGENDO.

 

 

 

 

2. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (CUCINA) - NOTTE

 

UNA DONNA CON UN GREMBIULE è seduta al tavolo della cucina.

Piange disperatamente tenendosi la testa fra le mani.

L’uomo in maniche di camicia si siede vicino a lei.

 

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

Che c’è, Jennifer?

 

JENNIFER (donna col grembiule) lo guarda un momento e subito riprende a piangere con più foga.

L’uomo si guarda un attimo intorno e tira fuori da sotto il tavolo un capiente contenitore di vetro in cui galleggiano due specie di uova sode.

 

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

Tieni, amore, riprenditi pure le tue ovaie. Non mi servono più.

JENNIFER

Questa è la tua soluzione per tut-to!

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

Ma cosa c’è che non va? Hai una bella casa, credi nella religione giusta...

 

DIDASCALIA: MAZDEISMO SASSANIDE

 

 

 

UOMO IN MANICHE DI CAMICIA

(continua)

Abbiamo otto figli meravigliosi, di cui uno laureato in fantacalcio, un aspirapolvere che fa invidia a tut-to il quartiere --

 

Jennifer si soffia il naso.

 

JENNIFER

Gianfranco... ho finito le ricette!

GIANFRANCO (uomo in maniche di camicia)

E che vuoi che sia!? Te ne scrivo una io, dai!

 

Prende un foglio e una matita e inizia a scrivere.

 

GIANFRANCO

Risotto alla Sciamana. Per due. Prendere mezzo chilo di riso e toglierlo dalla scatola, versare in un contenitore senza fori, questo è importante, e lasciare riposare per dieci minuti... anzi, guarda, cin-que minuti. Quindi versare tutto per terra e mangiare a volontà.

 

Gianfranco passa il foglio a Jennifer, ma al posto della

donna c’è ora una sedia vuota.

Due gambe inerti penzolano davanti alla faccia contrariata di Gianfranco.

 

GIANFRANCO

Comunque io mi accontento di due würstel.

 

Un piede è infilato in una ciabatta di pelo sintetico; l’altro, rimasto nudo, esibisce luccicanti unghie dipinte.

 

GIANFRANCO

E magari qualche patatina.

UNA VOCE MASCHILE (F.C.)

Credo che tua moglie sia morta, Gianfranco.

 

Un esatto CLONE DI GIANFRANCO è seduto al tavolo della cucina.

Gianfranco salta in piedi e sfodera una spada di plastica.

 

GIANFRANCO

Chi sei, spettro ingannevole!? Il residuo di un incubo notturno, l’ombra del  mio senso di colpa o solo l’orribile sintomo di un’inci-piente calvizie?

CLONE DI GIANFRANCO

Sono Pierpaolo.

 

Gianfranco lo guarda aspettando di saperne di più.

PIERPAOLO (clone di Gianfranco)

Tuo fratello.

 

Gianfranco sta ancora aspettando.

 

PIERPAOLO

Gemello.

 

Gianfranco ripone la spada e torna a sedersi.

 

GIANFRANCO

Scusa, me lo dimentico ogni volta.

PIERPAOLO

Forse c’è un rimedio per tua moglie.

GIANFRANCO

Certo che c’è! Dovrò iniziare a cucinare!

PIERPAOLO

Gianfranco, ascolta...

 

Gianfranco addenta un uovo sodo.

 

GIANFRANCO   

(masticando)

Dimmi.

PIERPAOLO

Quello che voglio dirti è che forse esiste un modo per far tornare in vita tua moglie.

GIANFRANCO

Sarebbe?

PIERPAOLO

Conosco un medico che fa al caso tuo.

GIANFRANCO

Non sarà mica il dottor Paraurti?

PIERPAOLO

La scienza medica ha fatto progres-si enormi dall’ultima volta che ne abbiamo parlato.

GIANFRANCO

Quello non è un medico.

PIERPAOLO

Solo perché uno non è laureato in medicina, non pratica la profes-sione e non possiede nemmeno uno stetoscopio, adesso non è un medico!

GIANFRANCO

Ho detto di no.

PIERPAOLO

Cerca di ragionare.

GIANFRANCO

E’ colpa del dottor Paraurti se ora Mariuccio sta su una sedia a rotelle!

 

In un angolo c’è Mariuccio sulla sua carrozzina.

 

MARIUCCIO

È vero.

PIERPAOLO

Avresti preferito che fosse morto?

GIANFRANCO

Non si muore di balbuzie, Pier-paolo!

PIERPAOLO

All’epoca sì!

 

Silenzio.

 

GIANFRANCO

Ti ricordi com’è successo, vero?

 

3. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (CUCINA) - MATTINA

 

Gianfranco sorseggia una tazza di caffè.

 

GIANFRANCO

E fu così che nacque l’icono-clastia.

 

Pierpaolo ha una lunga e folta barba finta.

 

PIERPAOLO

(alzandosi dal tavolo)

Allora io vado.

 

GIANFRANCO

Sii prudente, ti prego.

 

Pierpaolo prende un motorino appoggiato a un mobile e parte.

 

4. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER - MATTINA

 

Pierpaolo sfreccia per la casa: il paesaggio casalingo scorre rapidamente dietro il suo profilo, ripetendosi come nei cartoni animati fatti in economia.

 

5. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (CUCINA) - GIORNO

 

DIDASCALIA: 14 ANNI DOPO.

Gianfranco è esattamente nella stessa posizione di prima, vestito come prima, in tutto e per tutto identico a prima. Entra Pierpaolo.

 

PIERPAOLO

Scusa, ho dimenticato il

casco.

 

Prende il casco e se ne va.

 

6. INT. AMBULATORIO DEL DOTTOR PARAURTI – GIORNO

 

Una stanza sporca e disordinata. Appesa ad una parete, in mezzo a quadretti anatomici sbiaditi, una motosega.

Ad una scrivania sono seduti Pierpaolo e un UOMO IN CAMICE.

Quest’ultimo è seduto su una poltrona girevole e dà le spalle al suo interlocutore.

 

PIERPAOLO

Allora, può farlo?

UOMO IN CAMICE

Posso e non posso.

PIERPAOLO

Credo di capire.

UOMO IN CAMICE

Crede di capire o capisce, signor Pierpaolo? Vede, non è la stessa cosa.

PIERPAOLO

Dottore --

DOTTORE (uomo in camice)

Credere e comprendere non sono sinonimi, signor Pierpaolo.

PIERPAOLO

Lo so, dottore.

DOTTORE

Lo insegnano ancora a scuola?

PIERPAOLO

Sì.

 

Pierpaolo dà uno sguardo all’orologio da polso.

 

 

 

 

DOTTORE

Allora perché... perché, le chiedo, così tanti esseri umani credono e così pochi comprendono?

PIERPAOLO

Non saprei.

DOTTORE

La gente crede a tutto e non sa niente, signor Pierpaolo. Io, invece... io non credo a niente e tutto comprendo.

PIERPAOLO

Siccome alle otto c’è la coppa UEFA --

DOTTORE

Tutto comprendo!!!

PIERPAOLO

Sì, dottore.

 

Il dottore si gira verso Pierpaolo. Ha due baffetti nazisti.

 

DOTTORE

Vede, signor Pierpaolo, il punto non è se io posso o non posso. Il punto è se lei può.

PIERPAOLO

Credo di aver capito.

DOTTORE

Crede di aver capito o –-

 

PIERPAOLO

No, ho capito! Ho capito.

DOTTORE

Se vuole che riporti in vita sua moglie --

PIERPAOLO

Non è mia moglie --

DOTTORE

Se vuole che la riporti in vita, lei, signor Pierpaolo... lei dovrà superare tre malagevoli ed asper-rime fatiche.

 

Il dottore si alza in piedi.

 

DOTTORE

(declamando)

Dovrà abbattere la temibile Idra di Abbiategrasso, terrore ed indicibi-le pena dei mortali; sconfiggere il crudele Nesso e i suoi centauri al-meno tre a zero; debellare per sem-pre l’orrenda piaga dell’hip hop.

 

DIDASCALIA: IL SUPERAMENTO DI DETTE FATICHE È, PER BREVITÀ, OMESSO.

 

 

 

 

7. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (SOGGIORNO) - GIORNO

 

Gianfranco è seduto sul divano. In mano stringe un elaborato cocktail.

 

GIANFRANCO

(dopo un sorso)

Quindi lei non intende dire che il mondo è una sua rappresentazione? Sua personale, intendo.

 

Suona il CAMPANELLO.

 

GIANFRANCO

(alzandosi)

Con permesso, scusi.

 

Gianfranco apre la porta d’ingresso.

 

GIANFRANCO

Buonasera, dottore.

 

Entra il dottore con un’ingombrante valigetta di pelle.

 

DOTTORE

Non c’è suo fratello?

GIANFRANCO

Sono io.

 

Gianfranco indica in direzione del divano.

GIANFRANCO

Il professor Arthur Schopenhauer, un mio caro amico.

DOTTORE

(accennando un inchino)

Molto piacere.

GIANFRANCO

È qui di passaggio.

DOTTORE

(a Gianfranco)

Pensavo fosse morto.

     SCHOPENHAUER (F.C.)                SOTTOTITOLI

Ich lodere und schaudere vor   Avvampo e fremo di sdegno e

Empörung und Wut!           di furor!


DOTTORE

(a Gianfranco)

Che ha detto?

GIANFRANCO

Non ne ho idea, non so il tedesco.

DOTTORE

Senta, dov’è il corpo di sua moglie?

GIANFRANCO

Ci è proprio sopra, dottore.

 

Il dottore fa un salto indietro: abbandonato sul pavimento in maniera scomposta c’è il corpo di Jennifer.

 

 

GIANFRANCO

Che si fa? È quasi ora di pranzo.

DOTTORE

(prendendo la valigetta)

Si allontani, per favore.

 

Il dottore apre la valigetta e tira fuori un campanellino dorato. Gianfranco aggrotta la fronte.

Il dottore avvicina il campanello ad un orecchio di Jennifer e lo SCUOTE per qualche secondo.

La donna non dà segni di vita.

 

DOTTORE

E va bene, passiamo alle maniere forti.

 

Il dottore fa un cenno a Gianfranco.

Questi, di colpo seduto alla pianola in frac, inizia a suonare la celebre MARCIA NUZIALE di Mendelssohn.

 

MONTAGGIO – Tentativi di resuscitare Jennifer

 

- Il dottore sventola davanti a Jennifer una rivista di moda.

- Dà fuoco a una bistecca in soggiorno.

- Sintonizza il televisore su TG2 COSTUME E SOCIETÀ.

 

 

 

8. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (SOGGIORNO) - NOTTE

 

Il dottore, Gianfranco e il cadavere di Jennifer sono seduti sul divano. Il dottore spegne la TV col telecomando.

 

DOTTORE

È più difficile del previsto.

GIANFRANCO

Che si fa ora?

 

Il dottore prende il polso della donna.

 

DOTTORE

Un momento... ma questa donna non è morta!

 

Gianfranco sfodera una pistola: due LAMPI DI LUCE illuminano il volto del dottore.

 

GIANFRANCO

Ora sì.

 

9. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (CAMERA DA LETTO) - NOTTE

 

Jennifer è distesa al centro di un letto matrimoniale circondato da fiori e ceri luminosi, acconciata come i cadaveri nei giorni della veglia funebre.

Il dottore e Gianfranco sono in piedi di fronte al letto.

 

DOTTORE

C’è un solo modo.

GIANFRANCO

Sono pronto, dottore.

DOTTORE

Lei ama sua moglie?

GIANFRANCO

(con trasporto)

Più di qualsiasi altro elettro-domestico.

DOTTORE

Solo con la forza dell’amore si può sconfiggere la morte.

GIANFRANCO

Sì, l’ho sentito dire.

DOTTORE

È pronto, signor Gianfranco?

GIANFRANCO

Mai come ora, dottore.

 

Gianfranco chiude gli occhi, stringe forte le labbra e si

preme gli indici sulle tempie, come se volesse raccogliere

ogni sua più remota facoltà mentale.

Il dottore gli molla un ceffone.

 

DOTTORE

Amore fisico.

GIANFRANCO

Mi scusi.

 

DOTTORE

(indicando la donna)

Forza.

 

Gianfranco sale carponi sul letto. Entra Pierpaolo.

 

PIERPAOLO

(indicando il letto)

Posso?

DOTTORE

Prego. Più si è meglio è.

 

Entra Mariuccio in sedia a rotelle.

 

DOTTORE

(a Mariuccio)

Si sbrighi!

 

Il dottore si mette due occhialetti da presbite.

 

     SCHOPENHAUER (F.C.)                SOTTOTITOLI

Folgt mir, meine Getreuen!      Seguitemi, miei fidi!


 

10. INT. CASA DI GIANFRANCO E JENNIFER (CUCINA) - GIORNO

 

Invitanti polpette sfrigolano allegramente in padella.

Jennifer è impegnata sui fornelli. Gianfranco la osserva sorridente standosene seduto a tavola con le dita intrec-ciate dietro la nuca.

 

GIANFRANCO

È magnifico essere di nuovo insieme, vero amore?

JENNIFER

Sì.

GIANFRANCO

Poi magari andiamo al cinema, okay?

JENNIFER

Va bene.

GIANFRANCO

Così smetti di dire che non ti ci porto mai.

JENNIFER

Sì.

GIANFRANCO

Ti amo, Jennifer.

JENNIFER

Anch’io.

 

Gianfranco prende il telefono portatile e compone un numero.

 

DOTTORE (al telefono)

Pronto.

 

Gianfranco volta le spalle alla moglie e si ripara la bocca.

 

GIANFRANCO

(a bassa voce)

Questa non è mia moglie, dottore.

DOTTORE (al telefono)

Non dica stupidaggini, per favore.

GIANFRANCO

Le dico che non è lei! Non è mia moglie e basta!

DOTTORE (al telefono)

Cosa glielo fa pensare?

GIANFRANCO

Un sacco di cose.

DOTTORE (al telefono)

Cosa?

GIANFRANCO

Non vuole farmi i würstel, per esempio.

DOTTORE (al telefono)

Per piacere!

GIANFRANCO

Non si depila le ascelle.

DOTTORE (al telefono)

Sul serio?

 

Gianfranco dà una rapida occhiata alla donna: questa rigira le polpette senza alcun entusiasmo.

 

 

 

 

GIANFRANCO

E poi dice di essere Susan Sontag: scrittrice, attivista, intellet-tuale, femminista.

 

12. INT. AMBULATORIO DEL DOTTOR PARAURTI - GIORNO

 

DOTTORE

Susan Sontag, ha detto!?

 

Le sopracciglia del dottore s’inarcano smodatamente sfidando ogni legge fisica.

 

DOTTORE

Per l’amor di Dio, esca immedia-tamente di lì! Esca subito!!! Pronto, mi sente!? ESCA DI Lì!!!

 

Dal telefono esce solo un SEGNALE INTERMITTENTE.

 

DOTTORE

(riattaccando)

Mio Dio...

 

Il dottore si alza in piedi facendo forza con entrambe le braccia sulla scrivania, come se quel semplice movimento gli costasse una fatica immane.

 

 

 

DOTTORE

(tra sé)

Susan Sontag... così ci incontriamo di nuovo.

 

Improvvisamente risoluto: si cala sul volto una mascherina da chirurgo, stacca dal muro la motosega e con un gesto deciso l’accende.

Un luce indomita e fiera gli brilla negli occhi.

 

DOTTORE

E ora al lavoro!