STORIA DELLA MOTOCICLETTA


Biciclo di Daimler del 1885


Bicicletta a motore di Hildebrand del 1886

I PRIMI TENTATIVI

Inventore della motocicletta è considerato con una certa inesattezza all'ingegnere tedesco Gottlieb Daimler che, nel 1885 costruì e fece funzionare su strada un biciclo di legno con motore a benzina. Però questo non fu il primo biciclo a motore perché un certo Chapuis ne aveva costruito uno a vapore nel 1870; inoltre la sua tecnica costruttiva non ebbe alcun seguito; a Daimler si deve comunque il merito di aver perfezionato il motore e di essere stato uno dei pionieri dell'industria automobilistica.

Nel 1886 il tedesco Hildebrand costruì una bicicletta che, anche se era mossa da un motore a vapore, presentava una struttura che sotto alcuni aspetti assomigliava a quella di una motocicletta..


Bicicletta con motore a due cilindri orizzontali e paralleli di Hildebrand e Müller
del 1894.

L'INIZIO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE.

Nel 1894 Hildebrand e Müller costruirono una bicicletta con motore a benzina, con due cilindri orizzontali e paralleli, iniziando a produrla industrialmente. Questo segnò l'inizio dell'industria motociclistica. La trasmissione era di tipo diretto, infatti ogni pistone era collegato direttamente alla ruota posteriore mediante una biella e una manovella fissata al mozzo

Particolare del sistema di trasmissione nella bicicletta a motore di Hildebrand e Müller.


Bicicletta con motore di Holden del 1896

Nel 1896 l'inglese Holden realizzò una bicicletta con motore a quattro cilindri e a quattro tempi, con una trasmissione diretta come la precedente, di modello uguale a quella delle locomotive: fu questa la prima quattro cilindri costruita nel mondo e probabilmente la prima motocicletta con freno sulla ruota anteriore.

Motocicletta dei fratelli Werner del 1898

Motocicletta con motore centrale e trasmissione mediante cinghia e puleggia alla ruota posteriore
IL MEZZO PRENDE FORMA
Un grande merito nello sviluppo della motocicletta, spetta ai fratelli Werner, russi emigrati a Parigi, che nel 1898 applicarono un motore a benzina al cannotto di una bicicletta, con trasmissione mediante puleggia e cinghia di cuoio sulla ruota anteriore. Il mezzo, che aveva una potenza di 3/4 di cavallo e raggiungeva una velocità di 35 km/h, si diffuse rapidamente in tutta Europa. Anche se i fratelli Werner non furono gli inventori della motocicletta poiché parlare di invenzione della motocicletta è in ogni caso inesatto, sono coloro che per primi ne hanno dimostrato le possibilità pratiche di costruzione, di buon rendimento e di vendita a prezzo accessibile. Nel 1901 essi costruirono una motocicletta con motore centrale e trasmissione mediante cinghia e puleggia sulla ruota posteriore (di questo mezzo non siamo riusciti a trovare delle immagini ma pensiamo che fosse simile a quella rappresentata a sinistra); per questo mezzo coniarono il nome "motocicletta".

Gilera VT 317 del 1909
I PERFEZIONAMENTI
Nei primi anni del '900 sorsero in tutto il mondo migliaia di ditte artigianali che producevano motociclette; a Milano nacque la Gilera.
La prima moto realizzata da Giuseppe Gilera fu la VT 317 del 1909.
Velocissima (100 km/h sulle strade dell'epoca) vantava soluzioni tecniche molto avanzate come le valvole in testa e la distribuzione ad aste e bilancieri. La potenza era di 7 cavalli a 3000 giri e la lubrificazione era affidata ad una siringa che iniettava l'olio nelle tubazioni del motore e… alla memoria del pilota. Non aveva il cambio, volano e frizione: la potenza era trasmessa direttamente dall'albero motore alla ruota motrice per mezzo di una cinghia in cuoio. In seguito la Gilera si trasferì ad Arcore, dove diede vita ad uno stabilimento dal quale uscirono macchine fra le più perfette nel mondo.

Della Ferrera del 1913

Guzzi del 1925, con motore monocilindrico di 500 cc di cilindrata
A Torino sorse la Della Ferrera, che nel 1913 produsse una moto con un motore bicilindrico di 500 cc di cilindrata e, nel 1921, nacque a Mandello del Lario (sul lago di Como) la Guzzi, che produsse una monocilindrica di 500 cc di cilindrata, con trasmissione a catena e il caratteristico volano.
Negli anni successivi si ebbero ancora numerosissimi perfezionamenti che riguardavano sia il motore che il telaio, però la struttura complessiva non subì grandi cambiamenti. Dopo la seconda guerra mondiale si affermarono motociclette leggere e maneggevoli, di piccola cilindrata, fra le quali quella dalle concezioni più innovative fu probabilmente la Vespa della Piaggio.