MESSA DI PRIMA COMUNIONE(Giovedì Santo)

Da pasqua a oggi si sono succeduti nella comunità eventi e iniziative di molto rilievo, anche se del tutto normali in una comunità parrocchiale.

Abbiamo vissuto l’esperienza della prima comunione nel giovedì santo: esperienza difficilmente ripetibile in quanto c’era stato un accordo totale tra genitori e catechisti. Perché il giovedì santo? La prima risposta semplice: perché Gesù in quella sera ha istituito l’eucarestia. E’ vero ma è bene soffermarsi su quelle parole: "Fate questo in memoria di me". E’ troppo semplice pensare all’Eucarestia come la presenza reale di Gesù . In questo modo si pensa solo alla devozione a Gesù presente, all’adorazione del Figlio di Dio. E tutto si ferma lì. Fatta la festa, tutto è come prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dice il filosofo danese, Kierkegaard: "Cristo non vuole ammiratori, ma discepoli. Non sa che farsene di chi lo loda, vuole che lo segua".

Chi si muove solo sul piano dell’ammirazione vede in Gesù un personaggio del passato che rimane vivo solo come un mito capace di suscitare ancora una forte e feconda suggestione. Chi vede nell’Eucarestia solo il miracolo della transustanziazione si preoccupa di rendere belle le chiese, i riti e per ‘obbligo’ va a messa . Gesù ci dice che è arrivato il tempo in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dove sta la verità del rito? In ciò che significa profondamente. Dove sta la verità della comunione? Nella com – unione che giorno dopo giorno vivo con i miei fratelli e le mie sorelle. Solo allora io sono capace di riconoscere il "corpo di Cristo"; quando in chiesa io farò la mia "comunione", sarà vera.

Gesù dà la sua vita in modo totale, vita di una persona giovane e sana. Si spezza per i fratelli, diventa pane spezzato da essere mangiato perché le persone siano salve. Ora ci dice : fate questo anche voi in memoria di me. Date la vostra vita. Spezzatevi per gli altri. In questo modo la memoria del suo gesto diventa vera per ognuno. Ecco la verità dei cristiani che si accostano al pane consacrato e spezzato: incontrare ogni giorno Cristo che continua a spezzarsi.

E’ una storia che non finisce con una festa ma è solo un inizio alla grande anche per i bambini chiamati a seguire il maestro sulla via della croce. Imparare a donarsi giorno dopo giorno. Ai bambini glielo abbiamo detto?

Perché, nella preparazione ai sacramenti, parliamo loro solo di festa e di conseguenza di regali e non raccontiamo loro tutta la verità: essere cristiani è una cosa

 

 

 

 

 

seria. Incontrare Cristo vuol dire non incontrare un’icona statica e fissa, ma una presenza attiva e dinamica e positivamente inquietante dentro la storia degli uomini.

Elenco dei bambini: Covello Maria Giovanna, Argenti Alessandro, Adorni Silvia, Biamonti Paolo, Maestri Linda, Otrzonsek Marcello, Mercadanti Sofia, Balestrieri Francesco, Capellupo Claudia, Magnani Luca, Bianchi Federica,, Longhi Matteo, Merusi Alice, Fracassi Natascia, Riganò Noemi, Perrone Diletta, Marroni Andrea, Papaleo Laura, Pellacini Michael,

Della Malva Loreta, Rossetti Marco, Castagneti Valentina, Arcadi Alessandro, Pongolini Giulia, Pelizza Marco

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CRESIME

Il 22 e il 29 settembre si sono celebrate le cresime: padre abate ha tenuto due importanti omelie. Una riguardava la scelta tra Dio e gli idoli e l’altra sul cristianesimo come religione di relazione. Sono cose grosse per dei pre – adolescenti o forse anche per tutti coloro che hanno seguito la celebrazione per dono dello Spirito Santo. Ancora una volta ci imbattiamo con una fede che chiede l’impegno della nostra vita per rendere il mondo più giusto. Anche i ragazzi nelle loro spontanee preghiere hanno ricordato gli attentati che hanno sconvolto il mondo. Non sarà più come prima dell’undici settembre. Sono state scisse le certezze basate su un progresso anche troppo facile che non prendono in considerazione la globalizazzione del mondo che continua a fare tante vittime tra quelli che non riescono a tenere il passo con questo tipo di economia. Le ingiustizie hanno sempre generato violenze e atti di terrorismo o guerre. I profeti del nostro tempo continuano ad essere ammirati ma non ascoltati( la parola del papa cade nel vuoto e non riesce a scalfire le coscienze).

Aspettiamo tutti, Chiesa e mondo, una nuova Pentecoste per le nostre comunità, le nostre chiese.

Nova franchigia annunziano

i cieli, e genti nove;

nove conquiste, e gloria

vinta in più belle prove;

nova, ai terrori immobile

e alle lusinghe infide,

pace, che il mondo irride,

ma che rapir non può.

(La Pentecoste di A: Manzoni).

Lo Spirito può dare la pace interiore derivante dalla vere fede in Dio. La stessa poesia manzoniana passa poi ad una invocazione corale della Spirito affinché la sua presenza sull’umanità intera abbia a manifestarsi in una attuale e ininterrotta pentecoste. L’umanità vista alla luce del cristianesimo non conosce differenze vere di stirpe, razza, lingua essendo tutta idealmente compresente nel corpo mistico della Chiesa, e avverte, credente o non credente, l’imperiosa necessità di una luce superiore che la illumini e la guidi nel travaglio della vita terrena.

Elenco dei cresimati: Belli Giacomo, Belletti Flavio, Belli Giada, Bondani Martina, Brianti Edoardo, Casadonte Ilario, Coloretti Francesca, Covati Francesco, Dall’olio Paola, Faelli Davide, Ferretti Federico, Magri Sarah, Malpeli Nikolle, Manotti Michele, Manzini Alina, Menozzi Alessandro, Negri Alessandro, Papaleo Chiara, Schiaretti Luca, Strozzi Lorenzo, Talignani Jacopo, Tebaldi Nicola, Torelli Deborah, Viani Emanuele, Zannino Denise.

, Bacchieri Mosè, Carpena Debora, Cobianchi Francesca, Cornini Nikolas, Daraio Anna Maria, Fiorente Giuseppe, Guasti Jacopo, Mignone Marzia, Mori Jessica, Mura Andrea, Navi Matteo, Papaleo Emanuele, Papaleo Gregorio, Papaleo Massimiliano, Peschiera Veronica, Ravasini Stefano, Rosace Caterina,, Rotondo Giuseppe, Savi Thomas, Simoni Sara, Tagliaferri Elisabetta, Uccelli Silvia

Continueranno la vita della comunità cristiana (sacramenti, gruppo, catechesi)? Alcuni adulti della comunità si impegnano ad essere loro vicino per una vera esperienza cristiana. Affidiamo le nostre speranze a Maria che, come ha dato alla luce Gesù la prima volta, faccia crescere Gesù nei cuori dei nostri adolescenti.

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CONSIGLIO PASTORALE.

 

In settembre, abbiamo fatto la prima riunione del consiglio pastorale. E’ stato composto tenendo in considerazione le indicazioni emerse dai fogli distribuiti in occasione delle benedizioni pasquali e dal criterio della maggior possibile rappresentatività di tutte le realtà culturali e umane del nostro territorio. Le decisioni pastorali verranno prese nelle riunioni e tutti coloro che intendono lavorare volontariamente nella parrocchia per servire la comunità dovranno attenervisi perché la parrocchia, pur essendo ricca di varie esperienze cristiane, possa indirizzare gli sforzi tutti per il Regno di Dio e la formazione di cristiani veri.

Elenco: Don Giovanni Pelizziari, Don Ettore Paganuzzi, Suor Antonia, Suor Pia, Alfieri Alessio, Manotti Andrea, Astolfi Sergio, Ercolini Stefania, Miante Massimo, Fontana Massimo, Ravazzoni Antonia, Zallocco Marco, Bertoli Michele, Zaccomer Miriana, Marsilli Barbara, Paterlini Silvia, Rotondo Michele, Bertoli Roberto, Tinti Franco, Zuelli Lina, Re Marta, Franzini Chiara, Aliani Andrea, Franzoni Patrizia, Baldassini Fabrizio, Montagna Mariolina, Vitali Stefano, Buraldi Anselmo, Stocchi Aldo

Che cosa ci si può attendere dal C.P ? Collaborare in modo intenso per vivere la vita della comunità in modo da formare persone che conoscano e amino di più il Signore Gesù. Al C.P spetta elaborare le linee programmatiche dell’azione pastorale della parrocchia. Aiutare il cammino dei singoli e delle famiglia per la santità, cioè rivestirsi di Gesù, vivere in comunione, cioè l’unione nello Spirito Santo, e credere in una nuova missionarietà. Il CP deve aiutare tutti a collaborare perché si agisca in modo unitario ed efficace per la formazione di veri cristiani superando i personalismi che in modo inevitabile si creano anche nelle migliori famiglie

A tutti loro la comunità parrocchiale augura buon lavoro

 

PELLEGRINI A ROMA

 

Il 5.6.7 ottobre, dopo varie peripezie, abbiamo fatto il pellegrinaggio a Roma in occasione della beatificazione di Suor Eugenia Picco. L’iniziativa era partita con tanto entusiasmo, poi dopo le ultime tragiche vicende molti si sono ritirati. Eravamo in ogni modo 48 persone. Visite significative: catacombe di San Callisto, San Paolo, Musei vaticani, Cappella Sistina, Domus aurea, Santa Maria maggiore. Capolavori che ci hanno affascinato: la Pietà di Michelangelo, Il Mosè in San Pietro in vincoli, gli affreschi della Sistina. Abbiamo vissuto momenti di intensa spiritualità. Tutto il gruppo è stato meraviglioso e il soggiorno a Villa Campitelli di Frascati delizioso con un'ottima e abbondante cucina.

Così è stata presentata Suor Eugenia nella messa papale.

"Come Gesù ha scelto il pane, cosa tanto comune, così deve essere la mia vita, comune… accessibile a tutti e, in pari tempo, umile e nascosta, come è il pane".

Nasce a Crescenzago (Milano) l’8 novembre 1867 da Giuseppe Picco e Adelaide Del Corno: Il padre è un valido musicista de "La scala" di Milano, cieco. La madre è una donna frivola che non ama il marito, ma ama il denaro, i successi, i viaggi. Eugenia è spesso affidata ai nonni e incontra i genitori solo nelle brevi soste che si concedono tra una soste che si concedono tra una tournée e l’altra, fino a quando la madre torna sola, senza il marito, facendolo credere morto. Del padre, Eugenia non saprà più nulla. Da questo momento la madre costringe la figlia ad abitare con lei e con il suo convivente, dal quale, in seguito avrà due figli. Eugenia cresce in un ambiente irreligioso e moralmente guasto, dovendo fare i conti con i desideri mondani della madre che la vuole cantante di successo e con il convivente della madre che la molesta e infastidisce spesso.

"Pericoli ed occasioni in casa e fuori" dirà Eugenia, ma ricorderà pure quella istintiva forza di pregare nel silenzio della chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, ove ogni giorno si reca per invocare Dio quasi senza conoscerlo. Una sera del ,maggio 1886, Eugenia sente in sé la chiamata alla santità e da quell’istante mirerà, con fedeltà, alla perfezione. Decide di volere Gesù, la santità. Entra nella famiglia delle Piccole Figlie dei sacri Cuori di Gesù e di Maria. Insegnante del Convitto, mastra delle novizie e poi superiora. Animatrice saggia e prudente della Congregazione, madre dei poveri e degli emarginati, suor Eugenia pone il suo fulcro nell’Eucarestia. Grande zelo per la salvezza delle anime.

Nel 1919 subisce l’amputazione dell’arto destro.

Vita di purezza, obbedienza, mortificazione, di eroismo di opere virtuose, vive l’ordinario più umile in modo straordinario per fare la volontà di Dio. Muore santamente il 7 settembre 1921.

La luce che ha accompagnato i passi di Eugenia bambina, guardata solo da Dio, la luce balenata all’improvviso dei giorni della sua giovinezza, la luce che l’ha condotta alla santità, la luce che, attraverso lei, ha raggiunto la vita di tanti fratelli e tante sorelle disorientati e confusi, diventa messaggio per l’oggi, dove si insiste tanto sui condizionamenti psicologici negativi, che possono provenire da situazioni difficili, senza tener conto adeguatamente di quello che può la grazia accolta e assecondata.

 

CIRCOLO ANSPI

 

Nuovo consiglio: Don Ettore Paganuzzi, Alfieri Alessio, Manotti Andrea, De Giacomi Angela, Bertoli Michele, ertoli Roberto, Boni Katia, Bono Angela, Fontana Leonarda, Franzoni Anna Maria, Franzoni Patrizia, Tanzi Maria, Fronti Giuseppe, Piazza Susanna, Carpena Marina, Santoro Graziella, Moreni Vittoria, Ferrari Paola, Zileri Nicola, De Monti Luciana, Baldassini Fabrizio

 

BRIANCON

 

Campo estivo parrocchiale di comunità. Giovani e adulti insieme per una bella esperienza di vita comunitaria. Testimonianze e riflessioni

 

Caro X,

hai un sacco di barba, hai un mucchio di peli sulla faccia, quando ti abbraccio è come da bambini che abbracciavi un grande e ti grattava la faccia. La barba il simbolo della maturità, dell'anzianità, insomma della saggezza: ed è una cosa bella perché quando ci siamo conosciuti mica ce la avevi e adesso si, insomma sei passato da piccolo a grande intanto che ci conoscevamo.

A me però che la barba ce la avevo già quando siamo diventati amici mi viene un po’ d'ansia.

 

Un po’ perché sono passati degli anni e anche io devo essere cresciuto, ma spero che sia successo senza accorgermene dato che mi sembro uguale da sempre, certo per degli aspetti mi sento di essere cambiato e mi sembra in meglio, ma tutto quello che non ho cambiato in meglio, quello dove sono rimasto quello di prima è come se fosse peggiorato; perchè se non si impara col passare del tempo, o meglio se non si impara con la vita, non c'è maestro/educatore/incontro/libro o che ne so che te lo insegni.

Ma l’ansia mi viene anche perché ripensando alla mia storia ho un bellissimo ricordo e una grandissima stima di Enrico il mio educatore ma a un certo punto ho preso il volo (e fra parentesi è stato il periodo in cui ho fatto le peggio stupidate), e questo sta succedendo tra di noi. Come i genitori vorrebbero sempre che i loro figli restassero bambini anch'io vorrei venti besbolisti di 16 anni dietro di me che si bevono tutto quello che gli dico.

Ma la vita non funziona così, la vita se diventa statica/immobile diventa morte, morte di una persona che decide di smettere di crescere perché è convinta di essere arrivata, morte di un rapporto fra due persone morosi o amici che quando le situazioni cambiano non hanno il coraggio di adeguarsi e far crescere il loro rapporto per stare al passo con la loro crescita personale.

 

Per cui a volte ho paura perché vedo il bego del nostro rapporto educatore - ragazzetto che sta morendo e mi vien da dire ecco è finito tutto e questo unito alla para di non aver insegnato niente a voi del gruppo mi butta giù da matti, ma se ci penso bene non è quello che sta succedendo, non è quello che dobbiamo lasciare succedere, il tempo passa e il nostro bego deve diventare una farfalla (perdona l'esempio smelenso) è stupendo quando chiacchieriamo insieme perché non c’e più tutta la differenza di un tempo, certo molte esperienze io le ho già fatte per cui spero mi perdonerai i miei toni da vecchio saggio, ma quello che voglio è aiutarti a vivere al meglio le tappe obbligatorie della tua crescita.

A voi ragazzi devo tantissimo, perché è per molta parte grazie a voi che ho scoperto la mia fede, senza rendermene conto la vostra presenza mi ha sempre interrogato, l'esempio che volevo darvi mi ha spinto a chiedermi il perché di tanto sbatti e la risposta me l’ha data una persona che ha vissuto sulla terra ed ancora è viva in mezzo a noi.

 

Cristo è stato per me l'esempio del perfetto educatore, ha dato fiducia ai suoi ragazzi sempre e incondizionatamente, Pietro lo ha rinnegato, Giuda lo ha tradito, pensa che era il cassiere del loro gruppo e Gesù ha dato in mano a lui tutti i loro averi. Gli ha dato tutto se stesso e non ha avuto paura di lasciarli liberi o di dirgli cose difficili temendo non le capissero; perché sapeva di non essere solo nel suo compito; e così ho scoperto è anche per me, devo avere fiducia in voi e fede in Dio che non ha lasciato cadere a vuoto i miei sforzi e mi ha ricompensato con il vostro meraviglioso e scalcinato gruppo che si scuote, fatica, sbaglia, si corregge e continua a vivere a dimostrazione dell'amore di Dio verso di noi..

 

Gesù, che si mostra a noi attraverso gli altri, io lo ho trovato negli occhi tuoi e dei tuoi amici, tutte facce di gente che capisce se menti o dici la verità, e io che non volevo perdere quegli occhi sinceri ho cercato la Verità per non farli scappare, ed è strano scoprire adesso che la Verità era proprio nell'innocenza e nell'onestà di quegli occhi. A me Gesù mi ha un po’ imbrogliato la risposta la sapeva già ma si nascondeva nella vostra voglia di conoscere perché solo quando ho saputo accettarlo mi ha fatto conoscere il tesoro nascosto.

 

Ecco cosa penso significhi "se non ritornerete come bambini non vedrete il regno di Dio": che dobbiamo vivere con il cuore puro dei bambini, con lo stupore aperto alla novità, pronto a gioire di ogni scoperta e di ogni dono.

Ecco come bisogna essere, attenti (o meglio vigilanti) e disponibili ad accettare che le cose cambino.

 

Per cui adesso per me Cristo ha deciso di mostrarsi in un tipo con la barba e pure la patente, e a me tocca rimettermi in gioco perché non voglio perdere nessuno di voi due, né tu né la divinità che porti dentro.

 

E allora si ricomincia, e spero che anche tu vorrai continuare a camminare con me; ora lo capisci quando le cose, anche se costano fatica, vale la pena di farle e che le amicizie non vivono sull'abitudine e sul darsi ragione l'uno con l'altro.

Il frutto di questi anni è stato che io ho perso il diritto di "superiorità", di aver sempre ragione e di sputar sentenze e tu il diritto di impegnarti quando ne hai voglia, di far le cose come ti vengono senza pensarci; e anche se sembra che ci abbiamo perso tutti e due, credimi se anche vendessimo tutto per quella perla preziosa faremmo in ogni caso l’affare più grande della nostra vita.

Ti volevo dire che ti voglio bene e spero che restiamo amici ed è proprio strano che mi ci voglia una pagina intera per dirtelo.

 

Grazie di tutto.

 

Con grandissimo affetto.

 

Tuo Y(M.Z)

 

Al ritorno da Briancon

 

" Che bella vacanza, peccato sia già finita! Addio vacanza, da domani si ricomincia."

E’ finita così, con tanto entusiasmo, un pizzico di malinconia e tanti propositi per il futuro, il nostro campo estivo di Comunità che proprio non ci va di chiamare vacanza.

Non è per fare i difficili a tutti i costi, ma questa definizione ci sta un po’ stretta se, come sostiene il nostro vocabolario, " Vacanza è tempo che trascorre in assenza del titolare". E’ dunque un periodo, solitamente troppo breve, che ci consente di vivere in modo diverso, ma già sapendo che presto ricomincerà la vita normale.

Il nostro campo estivo costituisce invece un traguardo che ci permette di realizzare un modello di vita frutto di un intero anno di preparazione.

I concetti ribaditi negli incontri formativi settimanali, per giovani e adulti, trovano in questa esperienza pratica applicazione, e la gioia dello stare insieme, vivendo in fraternità, non è più un bel sogno ma una realtà da sperimentare giorno per giorno.

Per questo la partecipazione ad un campo di comunità, per essere pienamente consapevole, deve iniziare tanto tempo prima e proseguire poi per tutto l’anno.

Il più bel campo del mondo non avrebbe valore se la sua fine coincidesse con un tranquillo ritorno alla normalità e non fosse di stimolo a proseguire sulla strada tracciata anche a casa, nella nostra comunità.

Ora sono già in tanti a domandarci dove e quando si farà la prossima vacanza; la risposta è:

" Qui, adesso"

Naturalmente senza dimenticare il Titolare della nostra vita.

 

MAZZIN DI FASSA

 

Vacanze estive insieme ragazzi e ragazze delle medie con Don Ettore , Dott. Fernanda e tanti altri della compagnia di Amistad. I Salesi era forse il gruppo più numeroso. Giochi, gite splendide sui monti alti della zona del Pordoi. Vivere in una bella compagnia con tanta amicizia rispettando, però, le regole.

Ricciolo, Fernanda, Nicola così raccontano:

dal 1 al 7 luglio si è svolta la vacanza per ragazzi delle medie a Mazzin di Fassa in Trentino. Da Sala siamo partiti in 45 accettando la sfida, educatori e ragazzi, di trascorrere quei giorni assieme per imparare qualcosa e non solo per divertirci. Lassù eravamo in molti(circa 400, provenienti da alcune città emiliane e alcuni dalla Brianza). Il tema della vacanza era piuttosto misterioso "ci guadagnerò il colore del grano"(Saint Exupery, Il piccolo Principe). Col trascorrere dei giorni fra gite, giochi, spettacoli, attività creative e sportive, messa e preghiera, il mistero si è svelato: Gesù si rende presente in mezzo a noi attraverso un’esperienza che è innanzitutto di bellezza, di fascino e risponde pienamente al desiderio che ciascuno di noi si sente nel cuore. La bellezza di stare assieme, di conquistare una cima, di far volare un aquilone ci fa scoprire che siamo stati fatti per un disegno buono ed il nostro compito è quello di farlo sapere al mondo.

Tu, finora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila.

E non ho bisogno di te.

Io finora per te non sono che una volpe uguale a centomila

E non hai bisogno di me

Vuoi giocare con me?

Addomesticami.

Ci guadagnerò il colore del grano.

Tu sarai per me l’unico al mondo

Io sarò per te l’unica al mondo.

La mai vita è monotona io do la caccia alle galline e gli uomini

Danno la caccia a me

Tutte le galline si assomigliano, gli uomini si assomigliano

E mi annoio perciò

Guarda in fondo i campi di grano in non mangio il pane e il grano

Per me è inutile.

Ma i tuoi capelli son colore dell’oro – addomesticami- e il grano ch’è dorato

Mi farà pensare a te

Vuoi giocare con me?

…………………………………..

 

BERCETO

 

Campo per i razzi delle elementari e prima media nei locali del Seminario di Berceto.

Giornate veramente belle e serene con tanti giochi, gite anche impegnative, momenti di meditazione, preghiera, piscina, ecc.

Due bimbi scrivono una poesia per Don Ettore per ricordare tutti momenti significativi del nostro stare insieme

Quel giorno sei arrivato e

Un dono hai portato

Hai portato l’allegria e

Hai fatto stare in compagnia

Il bel tempo era arrivato

E il Grest era incominciato

Poi a Berceto in compagnia

Camminate e allegria!

Le chitarre fanno festa

Quando canti la Messa

Vuoi tutti intorno a te

Nero, bianco o chissà che|

In questo mondo dove ognuno

Pensa per sé

Meno male che ci esisti te!

(Sebastian e Luana)

ATTIVITA’ DI CATECHESI ORDINARIA PARROCCHIALE

 

  1. Catechismo dei bambini: martedì, giovedì, sabato alle ore 14,30
  2. Incontro 2° e 3° media al sabato: ore 18
  3. Incontro: 1° , 2°, 3° superiore al sabato: ore 18
  4. Incontro giovani: Sabato ore 18,30
  5. Incontro giovani adulti: al mercoledì sera bimensili alle ore 21 (Gesù attraverso l’esperienza dell’evangelista Giovanni)
  6. Lettura biblica: al mercoledì sera, bimensile alle ore 21
  7. Gruppo sposi: una volta al mese, all’ultima domenica del mese alle ore 18
  8. Movimento focolari femminile: incontro alle ore 15 mensile
  9. Scuola di comunità di Comunione e Liberazione: settimanale.
  10. Il consiglio pastorale si incontra trimestralmente.
  11. Ogni gruppo di catechisti si incontra mensilmente con D. Ettore per programmare insieme l’attività
  12. Preparazione al matrimonio per fidanzati: se possibile in parrocchia(altrimenti dove stabilito dalla diocesi)

Sante Messe.

Don Ettore celebra all’Oratorio della piazza al martedì e al sabato alle ore 10(fino a quando la stagione lo permetterà) e al lunedì mattina dalle suore alle ore 7; mercoledì, giovedì, venerdì concelebra a Villa Benedetta alle ore 18.

L’Oratorio.

La chiesetta serve per l’attività di culto della comunità cattolica di Sala. Possiamo celebrarvi messe, rosari, matrimoni quando si ritiene necessario o utile per i fedeli.

 

 

 

 

 

Nel prossimo numero verrà presentato il progetto dei lavori che si intendono fare per adeguare i nostri ambienti alle nuove necessità dei giovani e adulti che intendono frequentare la parrocchia.

Le offerte si possono consegnare a Don Ettore o versarle sul conto della parrocchia Nella Banca popolare di Verona – Banco S: Geminiano e di S. Prospero di Sala Baganza(20767). Ricordo che la parrocchia può rilasciare ricevuta fiscale come offerte deducibili se le offerte provengono da aziende.