Chiaberge di Viu'

 

Origini della lepre “Esmeralda”

Tanto tempo fa, sotto l’albero di una quercia del Castello medioevale del Valentino di Torino,  l’albero più grosso di quel tratto di parco, in una tana di ampie dimensioni con tutto in ordine, pensate, perfino le tendine alle finestrelle di aerazione, e che tutt’ora esistono, venne alla luce, in circostanze di un chiar di luna, una lepre che come forma assomigliava alle tante lepri comuni che abitavano nel parco, ma questa bestiola, chiamata dai suoi genitori Esmeralda aveva qualcosa di differente. Il suo mantello di color argento scuro, orecchie acute, occhi azzurro cielo, e molto, molto intelligente oltre che essere vivace e furba.   I suoi genitori la portarono in vacanza a Viù nelle valli di Lanzo in provincia di Torino.  Andarono ad abitare nei boschi della Frazione Fubina, fino alla caduta della prima neve nel mese di novembre di quell’anno, che proprio non ricordo, poi ritornarono al Valentino per svernare.    Al Valentino l’inverno è mite perché il parco essendo curato dai giardinieri del Comune di Torino sanno dove depositare le foglie secche, il muschio, ed altro del bosco, poi è vicino al vecchio fiume il Po e al castello medioevale che è dotato di mura molto spesse con piccole nicchie e caverne adatte a ripararsi dal freddo e dall’umidità invernale. La nostra Esmeralda in quell' inverno divenne adulta cioè grande per procacciarsi il cibo e a giocare con i suoi amici leprotti e leprottine, in modo che a Pasqua quando i bimbi vanno a giocare nel parco, perché è ormai primavera, si univa a loro giocando a nascondersi e a fare: cucù tra gli alberi e le panchine dove ci sono tante mamme e tanti nonni che raccontano molte cose, e ti danno merendine dai gusti più svariati.  I genitori di Esmeralda decisero un giorno di cambiare casa definitivamente, scegliendo di abitare nelle valli di Lanzo. Presero tutti i bagagli e viaggiando con il tram n°  16  dalla fermata dell’Università, attraversarono Torino, passando per Porta Palazzo, presero poi la metropolitana esterna n° 10 fino al capolinea della ferrovia per Lanzo – Ceres, denominata “la Ciriè-Lanzo” presso la stazione delle ff. SS  Torino Dora.

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