La Comunicazione Facilitata in Italia

   La Comunicazione Facilitata è stata introdotta in Italia da un genitore
, Patrizia Cadei, la cui formazione è stata curata direttamente dal prof. Biklen, Direttore del già citato Istituto all'Università di Syracuse. Inizialmente, onde evitare appropriazioni scorrette del metodo, l'informazione e la formazione sono state seguite direttamente dalla Sig.ra Cadei attraverso l'ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici). I risultati sono stati talmente incoraggianti da indurre il Prof. Biklen a sollecitare la formazione di gruppi di supervisione al metodo in vari punti d'Italia.
   La Cadei, madre di Alberto, un ragazzo affetto da autismo è dunque la prima ad impiegare la tecnica della Comunicazione Facilitata in Italia. Il suo primo contatto con questo metodo è avvenuto per puro caso nel 1992 durante un viaggio negli USA, in seguito al quale Cadei ha contattato Biklen, che le fornì materiale più dettagliato, da cui scaturì quella che si può definire, probabilmente, la prima esperienza di Comunicazione Facilitata in Italia.
   Avvantaggiata dall'essere membro dell'
Italian Autism Society, la Cadei intraprese un'intensa attività di pubblicizzazione della nuova tecnica, che considerava estremamente positiva, spostandosi per diversi anni attraverso l'Italia, sempre accompagnata dal figlio, che nel frattempo faceva importanti passi avanti verso la scrittura indipendente.
   Nel 1997 è stato tenuto a Roma, presso la sede dell'ANGSA, il
"Corso di Formazione Pratico per Insegnanti sulla Comunicazione Facilitata con il Bambino Autistico", riconosciuto dalla regione Lazio. D'altronde, l'ANGSA Lazio non era nuova ad attività concernenti la Comunicazione Facilitata: nel 1996 aveva organizzato il "Convegno Internazionale sulla Comunicazione Facilitata", a cui presero parte varie figure rappresentative sia nazionali (Cadei e Benassi) che internazionali (Biklen).
   Attualmente, a Roma, è attivo un
"Centro Studi sulla Comunicazione Facilitata" diretto da Francesca Benassi, la quale, oltre ad un'intensa attività come facilitatrice, prima presso l'ANGSA Lazio, quindi con la Cooperativa Didasco, ha pure diretto il corso di formazione per insegnanti sopra menzionato, ed inoltre, collabora sin dai primi anni '90 con Cadei che, similmente, ha istituito, insieme all'ANGSA Liguria, un "Centro Studi e Ricerche sulla Comunicazione Facilitata".
   La proposta di Cadei è di considerare facilitatori solo le persone che siano state formate presso uno dei centri riconosciuti e che abbiano lavorato per almeno 8 mesi con una persona con disabilità, sotto un'adeguata supervisione.   Il Centro Studi sulla Comunicazione Facilitata, ha anche altre regole:

  • la Comunicazione Facilitata si applica rispettando la consequenzialità di specifiche fasi;
  • qualsiasi persona con disabilità viene inizialmente preparata da un supervisore esperto che stabilisce il programma da far poi portare avanti alla famiglia, agli insegnanti e agli operatori coi quali la persona dovrà lavorare;
  • è fortemente sconsigliato l'uso della tecnica agli psicoanalisti, salvo esplicita richiesta del facilitato.
   Mentre negli USA, il Facilitated Communication Institute della Syracuse University, in virtù della sua indiscussa autorità in tema di Comunicazione Facilitata, si è fatto carico di fornire delle linee guida sull'applicazione del metodo stesso, in Italia invece è mancata una figura di uguale rilevanza per stabilire parametri circa l'utilizzo della Comunicazione Facilitata.
   Recente è un tentativo in questa direzione ad opera di Cadei, a seguito del quale sono nati e attualmente attivi in Italia 12 centri di supervisione (cfr. elenco qui sotto), gestiti da neuropsichiatri, neurologi e due pedagogisti, con il loro staff di terapisti in grado di utilizzare il metodo della Comunicazione Facilitata.

I 12 Centri per la Comunicazione Facilitata in Italia sono i seguenti:
  • Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale Giovanni XXIII (Bari): dott.ssa Silvana Bitetto, neuropsichiatra; sig.ra Luisa Tricarico, psicomotricista.
  • Centro Ricerca Autismo dell'USL 20 (Verona): dott. M. Brighenti, neuropsichiatra.
  • Istituto "A. Quarto di Palo" (Andria, BA): dott.ssa T. Calvario, neurologa.
  • Cooperativa "Didasco" (Roma): Francesca Benassi, logopedista.
  • Centro Studi Futura (Ottaviano, NA): prof. R. Ascione.
  • ASL 5 (Bari): d.ssa A. Dellarosa, neuropsichiatra.
  • Cooperativa di intervento (Mestre, VE): sig.ra Zambon, psicomotricista; sig.ra Orvieto, logopedista; dott. S. Vitali, neuropsichiatra.
  • ANGSA Piemonte: d.ssa M. Millari, pedagogista.
  • Cooperativa Cultura e Lavoro (Terni): d.ssa M. Garotti, psicologa.
  • Cooperativa Olis (Carrara): sig.ra I. Piccini, psicomotricista.
  • ANGSA Marche: d.ssa A. Foglia, biologa; sig.ra L. Dottori.
  • ANGSA Liguria - Centro Studi sulla Comunicazione Facilitata: sig.ra P. Cadei.

I Centri sono organizzati recentemente in un Gruppo di Coordinamento dei Centri Italiani, dove si propone anche un iter di formazione (vedi http://www.geocities.com/HotSprings/Spa/2576).



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