La sirena
(“ol córen”) dello stabilimento,
che per decenni risuonava tre volte prima dell’inizio di ogni turno di lavoro, ha smesso di suonare dal gennaio 1990.
Le campane delle chiese suonavano già prima dell’avvio della fabbrica (1909) e continuano a farlo ancora oggi.
Eppure le ricostruzioni storiche su Dalmine hanno posto l’attenzione sulla centralità dell’azienda, considerata, al più, come luogo privilegiato della classe operaia.
In primo piano sono stati posti gli edifici promossi dall’impresa nel progetto di “città aziendale”, relegando la zona comunale restante nell’anonimato.
Queste descrizioni, che guardano solo alla fabbrica e agli ultimi cento anni, non aiutano a cogliere la complessità
(7 quartieri)
di questa città.
Il libro assume come punto di vista quello del territorio e si pone i seguenti obiettivi:
far emergere
la pluralità delle storie sottese
al comune artificiosamente creato nel 1927;
delineare un breve profilo di persone o vicende
che hanno aiutato il territorio a riconquistare
una propria autonomia;
evidenziare
il contributo della “Chiesa che è in Dalmine”
nel cammino che la città
sta compiendo
per darsi una nuova identità