Il più potente
cavaliere di Asgard, Orion, la cui stella rappresenta il Drago a
due teste, è l'ultimo a scendere in campo contro i cavalieri, che
hanno ormai raggiunto il palazzo. Dopo aver lasciato Andromeda,
impegnato a battersi contro Mizar, e Cristal, svenuto per la
fatica di distruggere una frana di massi davanti all'ingresso
della sala principale del palazzo, Pegasus giunge di fronte ad
Orion, possessore dell'ultimo zaffiro, e cerca di batterlo. I suoi
tentativi sono però destinati al fallimento, Orion è infatti
invulnerabile. Ciò poiché durante l'addestramento Orion uccise
un drago e si bagnò del suo sangue che, coprendolo, lo rese
invincibile. La difesa di Orion è dunque insuperabile, ma la sua
forza è soprattutto nell'attacco, e così Pegasus, travolto dalla
"Spada di Asgard" uno dei colpi segreti di Orion, perde
i sensi. Prende il suo posto in battaglia Phoenix, appena
sopraggiunto, ma alla fine anche lui è sconfitto, proprio come
Andromeda e Cristal, colpiti entrambi dalla "Spada di
Asgard". Pur ferito, Pegasus si rialza per continuare a
combattere, e le sue parole sullo stato di Ilda sollevano dei
dubbi nel cavaliere, che aveva notato alcuni strani cambiamenti.
Orion deve comunque lottare e così Pegasus subisce il suo colpo
più forte, gli "Occhi del Drago" e, nonostante
l'intervento di Tisifone che cerca di fermare il colpo, è
scagliato al suolo. Resta solo Sirio, appena sopraggiunto ma privo
dell'armatura, a poter sconfiggere Orion. I colpi di Dragone sono
però inefficaci, e Sirio, che tenta anche la pienezza del Dragone
prima di capire che se la dovesse usare, lo zaffiro si perderebbe
nello spazio, subisce sia la "Spada di Asgard" che gli
"Occhi del drago". Pur privo di armatura, Sirio si
rialza e scaglia il Drago Nascente, mentre Orion usa gli
"Occhi del Drago". Sirio viene travolto e ferito
gravemente, ma per la prima volta anche Orion subisce il colpo.
Sirio narra che, secondo il mito, quando Orion si bagnò del
sangue del drago, una foglia si posò sulla sua schiena, impedendo
al sangue di bagnare quel piccolo punto. Siccome però loro non
possono colpire alle spalle per codice d'onore, il punto debole è
raggiungibile solo dal torace e corrisponde al cuore. Sirio poi
ricorda a Pegasus il loro incontro nella guerra galattica e lo
esorta a colpire come allora poiché il suo punto debole è lo
stesso di quello di Orion. Sembra tutto finito, ma il cavaliere
d'Asgard si rialza, il colpo di Sirio si è infatti fermato
sull'armatura, ma ciononostante Dragone è soddisfatto: "il
mio obiettivo era solo mostrare a Pegasus dove colpire, non con
parole, ma con azioni. A lui ora la conquista dell'ultimo zaffiro,
nelle sue mani la salvezza dell'umanità." Afferma prima di
svenire. E così, mentre lo spirito di sincera amicizia di Sirio e
Pegasus accentua i dubbi di Orion, il cavaliere di Atena si rialza
e, riesce, con colpi precisi, ad andare vicino al cuore di Orion,
vulnerabile solo mentre il cavaliere scaglia gli "Occhi del
Drago". Lo scontro è però interrotto dall'arrivo di Syria,
cavaliere di Nettuno, che, dopo aver rivelato che è stato proprio
Nettuno a dare l'anello magico ad Ilda, attacca i cavalieri con il
suono ipnotico del suo flauto. Orion allora, persuaso della
veridicità delle parole di Pegasus, lo affronta l'ultima volta e,
colpito al cuore, gli consegna il suo zaffiro. Fatto ciò si volge
contro Syria e, siccome non riesce ad evitare il suono del flauto
neppure rompendosi i timpani, si scaglia contro il cavaliere di
Nettuno e lo porta con se nello spazio con un colpo simile alla
Pienezza del Dragone, sacrificandosi. La scomparsa di Orion
rattrista i cavalieri, consapevoli che se le circostanze fossero
state diverse, loro ed Orion sarebbero potuti essere amici e che,
proprio come loro, Orion è un guerriero pronto a sacrificarsi per
ciò in cui credeva.
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