"Resoconto Consiglio Comunale del 28 Gennaio 2004" Mercoledì 28, davanti ad una notevole folla, si è tenuto il
Consiglio comunale a che aveva all'ordine del giorno l'approvazione di due piani attuavi contestati dal Comitato
di Balatro e dintorni che aveva presentato osservazioni, relative sia al deposito di oli infiammabili (Kerosene),
in zona Tavarnuzze e sia riguardo al Centro ippico di Via di Picille meglio conosciuto come "Il Borro".
Già sul primo piano attuativo i consiglieri contrari hanno espresso perplessità, non solo riguardo al piano di
intervento ed al luogo prescelto, ma sulle cause che hanno portato alla scelta di questo sito.
Sia Lazzeri (FI)
che Ronchi (PRC)
hanno espresso la loro sorpresa per il fatto che guarda caso, dove si trovava precedentemente il deposito, in via
di Picille, è stato edificato dallo stesso proprietario che oggi chiede un nuovo sito di stoccaggio degli infiammabili,
dimostrando che concedere di edificare viene, nel nostro Comune, ancor prima di chiedersi come e dove l'esistente
deposito poteva o doveva essere spostato.
Così ora ci ritroviamo questo piano attuativo, presentato come una necessità
inderogabile, quando il suo posizionamento avrebbe potuto essere benissimo condizionato alla concessione a costruire
nel vecchio sito, ad esempio, in modo che l'Amministrazione avesse una maggiore forza contrattuale per pretendere un
sito diverso da quello che viene presentato, in aperta zona agricola.
Gli interventi del dirigente ing. Polloni non
hanno convinto, non tanto per le argomentazioni, ma per i precedenti errori che ora lasciano spazio a nessuna
possibilità per pretendere un sito diverso. È vero che i VV.FF hanno dato parere positivo, ma è altrettanto vero
che non sta a loro stabilire se il sito sia ambientalmente compatibile per quella attività, diciamo noi.
La convenzione, di durata determinata, sarà gravata da una fidejussione a garanzia del ripristino dei luoghi a fine
concessione. Il piano è stato approvato con i voti della maggioranza (DS, Margherita, SDI, Comunisti Italiani),
Consociativismo, perché nei corridoi del palazzo si è cercato di trovare un accordo tra maggioranza ed opposizione
sotto gli occhi di tutti nell'ottica consociativa di non scontentare nessuno, facendo per contro capire chiaramente
quale sia il modus operandi di questa amministrazione che nella migliore delle ipotesi rivendica una decadenza
decisionale da "consiglio sciolto" ma che comunque è sempre attenta a non scontentare gli interessi di taluni,
agendo da consiglio nel pieno dei poteri ed anche più, come è sembrato rivendicasse il consigliere DS. Luzzi quando
ha lanciato strali contro i Comitati rei di opporsi al corso del "governo" usando forme di democrazia partecipativa
a dir poco "giacobine".
(Lo scusiamo perché evidentemente Luzzi ha ritenuto, in un raptus di megalomania, che lui, o il
suo partito, appartengano ad una casta "oligarchico-plutocratica e magari anche di stampo teocraico o altro", deputata
a censurare le più elementari forme di democrazia partecipata delle quali i Comitati sono una legittima e
disinteressata espressione in difesa degli interessi diffusi, mentre probabilmente tralasciava che da nessuna parte
è scritto che noi dobbiamo assoggettarsi al "puzzo" dei cavalli di pochi e non solo.)
Di tutt'altra portata è stato invece l'intervento di Ronchi, di PRC, che in sostanza ha osservato come la causa di
queste figuracce che l'amministrazione si trova ad incassare, derivino da scelte non partecipate con la cittadinanza
interessata e pertanto prive di una condivisione che non può che portare alla nascita di Comitati.
La riunione "consociativa" ha partorito un documento comune tra la Casa delle Libertà e la maggioranza nel quale
vengono fissate alcune elementari questioni da sanare che riguardano gli accessi al maneggio da via di Picille e
la strada privata del maneggio.
A parer nostro non è ben chiaro chi dovrebbe effettuare questi interventi,
come tanti altri particolari, ragion per cui è stato richiesta copia audio della seduta e copia della convenzione per valutare anche i termini della fidejussione.
Alla resa dei voti: favorevoli, Ds, SDI, Comunisti Italiani, contrari PRC, astenuti
(per ragioni diverse)
Casa delle libertà e (Verdi-Margherita)
Non c'è stata la bagarre tra le opposte fazioni che tutti si aspettavano, a partire dalla V.S Dal Pino, ma si è
capito benissimo che la riunione "consociativa" aveva lo scopo di mediare interessi trasversali tra i quali
tuttavia non c'erano quelli della collettività locale più volte etichettata come "quelli delle ville di Picille"
in chiave vetero populista da soviet.
Certo rispetto all'iniziale progetto presentato, che in pratica cementificava la valletta con un ecomostro, per buona
pace di Luzzi, qualche passo è stato fatto, ma non quello più importante che doveva derivare dalla palese evidenza di
incompatibilità ambientale di un'intervento invasivo non fosse altro perchè insiste su un fazzoletto di terra incastrato appunto,
in un borro. Osserviamo inoltre che le analisi tecniche e di sicurezza eseguite, secondo noi, hanno sorvolato sul
contesto in cui "l'Associazione Sportiva il Borro" ha dichiarato di operare fin dall'inizio, facendosi fiore
all'occhiello dell'attività equestre terapeutica per soggetti down. Come si fa a ritenere sicuro, con soggetti di
tale natura, un sito ove sfidiamo chiunque a rimanere su una barella d'ambulanza quando la pendenza della strada
raggiunge anche il 30%. Con quali mezzi si pensa di effettuare il soccorso di emergenza? Sempre con l'elicottero?
Ammesso che lo stretto fondo valle ne consenta l'atterraggio.
Ci sono bastate queste constatazioni per capire che l'attività terapeutica
qualificante era solo uno specchietto per le allodole ed un probabile mezzo per ricevere aiuti dalla Regione.
Tralasciando per il momento le questioni tecniche, il Comitato ha peccato nell'aver voluto credere che questa
Amministrazione avesse al primo posto, tra le sue priorità, la tutela del benessere e della qualità di vita dei
cittadini che vivono il loro territorio partecipando anche all'economia dell'Amministrazione. Dopo, semmai,
sarebbero venuti coloro che considerano il nostro territorio come terra di conquista o per fare business.
Nonostante queste evidenti contraddizioni, l'amministrazione (Dal Pino) e i DS (Burgassi) si sono detti pienamente
soddisfattati per il lavoro svolto, sia dagli uffici che dal "meccanismo" della partecipazione popolare, confondendo
forse la partecipazione con la ricezione di osservazioni che, a questo punto, sono servite solo a procurar loro un
alibi per poter dire di "aver ascoltato tutti".
Si sono invece ascoltate tutte le volontà dei proponenti i progetti, anteponendo talvolta le loro possibilità economiche
all'interesse generale. Vogliamo vedere su quale base sarà calcolata la fidejussione per il ripristino dei luoghi
e su quali garanzie reali.
Abbiamo assistito a giochi e giochetti per far credere che la viabilità non fosse determinante, così come gli
sbancamenti che furbescamente sono stati rimandati alla fase esecutiva, come se non fossero fondamentali per
l'esistenza stessa del progetto.
L'unica cosa che si è voluto approvare subito sono state le dimensioni del
Centro: quasi 21.000 mc ed ulteriori superfici aperte.
Questo intervento rende l'idea del vuoto di significato che parole
come Valorizzazione (per chi? diciamo noi), e riqualificazione (di cosa, diciamo noi), principi ispiratori del
PRG e del RU assumono in questo contesto e viene sempre più da chiedersi se effettivamente esista una plutocrazia
con poteri in grado di dare significati diversi alle etimologie conosciute.
Per cui ci sentiamo di ricordare ai cittadini di Balatro ed in generale a chi comincia a capire come funziona
la politica, una nota battuta.
Meditate gente, Meditate.....