Vivian Lamarque
Poetessa bambina

Il signore d'oro

Il signore delle impronte

Nella luce del cielo alle diciassette di quella sera
le cose erano erano stagliate così bene oh ci
fosse stato quel signore a vederle con lei le
cose stagliate dell'universo.
Invece non c'era quel signore a vederle? era anda-
to via?
Sì, le strade avevano rubato i suoi passi, messo le
sue impronte in fila con le punte girate in là.


Il signore andato via

Era un signore andato via.
A lei qui rimasta tantissimo mancava.
La traccia da lui lasciata segnava ovunque intorno
a lei l'aria.
Come un quadro spostato per sempre segna la pa-
rete.


La signora non gelosa

Una signora che stava diventando gelosa non lo
diventò.
Nemmeno un po'?
Sì un po' sì, ma pochissimo, come un solletico al
contrario che invece di far ridere manca poco
a piangere.


La signora dell'ultima volta

L'ultima volta che la vide non sapeva che era l'ul-
tima volta che la vedeva.
Perchè?
Perchè queste cose non si sanno mai.
Allora non fu gentile quell'ultima volta?
Sì, ma non a sufficienza per l'eternità.


P.S. Il bambino delle cantine

Avendo bevuto tanto vino era un bambino
ubriachino.
Allora barcollava?
No, ma dava baci a tutte le bambine, dietro
i barili, nelle cantine.


Eppure...
(è forse il caso di iniziare così a discutere di poesia?)
Eppure...
(o anche)
Forse...
(d'altro canto persino l'immenso genio di Montale amava molto queste parole)
Eppure, leggendo il "Signore d'oro" di Vivian Lamarque pensavo tra me e me che qualcosa mi aveva colpito profondamente in quelle pagine - ottime pagine anche da un punto di vista strettamente materiale, d'altronde la Crocetti fa sempre libri di ottima qualità, e sono sempre stato dell'idea che sia davvero impossibile leggere un buon libro in un'edizione non all'altezza...)
Pensavo che qualcosa, magari senza giungere a un livello pienamente cosciente, emanava da una scrittura decisamente infantile per catturarmi, quasi per irretirmi, ma, e questo è quello che mi ha colpito, per parlarmi di me.
E' lo stesso fascino del Piccolo Principe, delle cose semplici, di un'alba in un mattino di primavera.
Eppure...
Eppure la poesia di Vivian Lamarque non è semplice, piuttosto immediata, questo sì: facile da comprendere, da empatizzare, e al contempo poesia ricercata, tesa nell'inseguire il linguaggio "bambino".
(E perchè la decisione di parlare come i bambini? Forse perchè la verità è più chiara agli occhi innocenti di un bambino? Potrebbe essere un idea interessante...Oppure, non so se ci avete mai pensato, perchè i sentimenti si esprimono sempre con parole semplici, infantili, e la sofferenza e l'amore, tanto per citarne due, trasformano sempre in bambini.)
Ma cos'altro mi ha colpito di questo libro, a parte questa freschezza e questo linguaggio che avvicina la poesia a tutti, anche ai bambini, finora tenuti a debita distanza da molte forme di letteratura, se si escludono le fiabe (alcune tra l'altro bellissime)? Credo che ci siano molti spunti interessanti, e che non sia il caso di discuterli tutti in questo momento, e mi limito perciò a dare alcune idee, quelle che mi stanno più a cuore....
Nelle pagine di Vivian Lamarque c'è la vita: l'uomo così come è nella realtà, alle prese con le cose semplici dell'esistente, cogli oggetti, coi sentimenti, spesso in modo ripetitivo (e anche la scrittura di ogni poesia segue la stessa ripetitività)
Ed è bello pensare che anche se ognuno di noi è diverso dagli altri, così come ogni signore nel libro è diverso dagli altri, proprio perchè è identificato fortemente da una sua peculiarità precisa (Il signore lontano, Il signore naturale, Il signore del pergolato ...), è anche vero che ognuno è il riflesso di tutti i signori, in un mix di peculiarità che ci contraddistingue.
E per finire, volevo solo rispondere a chi si aggrappa a un'idea un po' rigida della poesia, a chi paragona Vivian Lamarque a un bambino delle elementari, denigrando una poesia che si spinge volontariamente verso la semplicità, ma non verso la banalità, che la poesia è emozionante anche perchè non la si può definire...la poesia accade e basta, non è codificabile, comprende molto, ed è accumunata solo dalla bellezza.
E a me pare che nelle poesie di Vivian Lamarque qualcosa accada.

A cura di Gianni Migliarese




PAGINA INIZIALE DI V.LAMARQUE

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