Una supplica per istituire la parrocchia di Cavallino, 1696

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Nel libro Culto dei santi nella terraferma veneziana, edito nel 1967, il Musolino, in quella che sarebbe stata “la madre di tutte le storie” della chiesa della Visitazione di Maria a s. Elisabetta, riferisce della supplica presentata il 6 aprile 1696 da Giovanni Matteo Alberti al vescovo di Torcello affinché la chiesa di Cavallino venisse eretta in parrocchiale.

Può essere interessante leggere per intero la supplica in questione (che qui trascrivo da una copia del secolo scorso), cercando di immaginare, a circa trecento anni di distanza, quale fossero le condizioni di vita della piccolissima comunità cristiana di Cavallino.  

<<Illustrissimo e rev. signore

L’isola del Cavallino è pervenuta nella padronia di me Giovanni Mattheo Alberti humile servo di vostra signore illustrissimo e reverendissimo ritrovandola in deserto infelice e per l’insalubrità dell’aria, e per la sterilità del terreno  per il più paludoso et inutile, a forza de’ miei sudori con il cimento della salute, et eccessivi dispendi ne vado riducendo qualche parte in miglior positura, e rendendola habitabile con minor pericolo dell’aria, resa meno nociva, et da cavamenti considerabili praticati, et da altre operationi.

Quando divenni padrone di detta isola vi trovai sopra il suo giro solo dieci persone habitanti, et hora ascendono a 90 e più. Sopra l’isola istessa vi è la sua chiesa per la costruzione della quale dovei io soccomber a spesa considerabile.

Questi habitanti si attrovano in grandissime angustie per il loro interesse più importante, et premuroso che è quello delle loro anime mentre si attrovano senza il pronto soccorso delli ss. sacramenti. Però ricorro humiliato al zelo ardentissimo et religiosissimo di vostra eccellenza illustrissima et reverendissima. come pastore destinato dal Signor Iddio a tutto  il gregge della sua diocese, et padre amorosissimo di questi popoli, et implorando il valido sussidio della sua riverita autorità et giustitia humilmente supplica la erettione, et instiutione in parochia della stessa chiesa con il iuspatronato in me miei heredi, et successori che avranno causa da me, et miei heredi in perpetuo di presentare un sacerdote per paroco a vostra signoria illustrissima et reverendissima, et successori perpetuamente, con facoltà di rimoverlo ad nutum praesentantis con le seguenti conditioni.

Farò quello occorerà per il decente ornamento di detta chiesa parochiale, utensili, suppelettili sacre, tabernacolo con l’erettione del Tribunal delle Penitenze, fonte battesimale, et ogni altra occorrenza. La necessità di questi poveri popoli, la premura di queste anime, li emergenti nati con frequenza che molti delli habitanti sono morti senza poter esser soccorsi con li ss. sacramenti, la distanza di 9 e 7 miglia rispettivamente ad altre chiese divisi dalle acque, et segregati in un isola sono giusti motivi che accompagnano la mia humilissima supplicatione, et li voti di quei poveri habitanti che anellano al loro spirituale sovenimento.

Corrisponderò al paroco ducati 100 all’anno obbligando in perpetuo li frutti et rendite che si ritragono dalli accennati fondi, per la sopra detta somma da corrispondere al parroco che farà pro tempore per il di lui congruo, et di sopra stabilito sostentamento.>>