S. Maria del Carmelo alle Mesole. Documenti inediti

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Pur essendo l’edificio di culto che si conserva per maggior numero di anni nel Litorale Nord, nel senso che altri precedenti sono stati completamente ricostruiti, di S. M. del Carmine  - in origine dedicato alla Visitazione della Beata Vergine - si conosce attualmente molto poco, e la datazione viene fissata genericamente al secolo XVII. Propongo qui  alcuni documenti inediti che dovrebbero restringere ai primi venti anni di quel secolo l’epoca dell’erezione del piccolo oratorio.

Il primo è il testo di una lettera che parte dalla curia vescovile di Torcello nel 1598 ed è indirizzata al prè Giovanni di Rossi, arciprete nella cattedrale di Torcello; al sacerdote si ingiunge di non voler andar oltre nel ritenere di propria giurisdizione Le Mesole che spettavano invece a Treporti.  Non si parla di edifici sacri, ma ci si riferisce solo alla località e alla sua popolazione, segno evidente che l’oratorio ancora non esisteva.

Circa venti anni dopo, nel 1620, in un elenco di luoghi sottoposti all’episcopato di Torcello, compare anche <<Le Mesole. Ha chiesa ma non ha prete, perché la cattedrale fa la cura anche in quel luogo.>> Sembrerebbe dunque ribaltato, ora in favore della chiesa cattedrale di Torcello, la titolarità della giurisdizione, ma quello che più conta è la notizia che esisteva la chiesetta.

Il terzo documento, del 1623, è una lettera di Andriana Correr indirizzata alla Inquisizione, per un presunto caso di magia. La Correr, infatti, scriveva che <<essendo io patrona di una cierta isoleta chiamata Le Mezole soto l’obedienza di Torcelo, pasando i Tre porti dove mi atrovo una giezola et per mia divocion et chomodo (...) [lì fu]  ritrovato sull’altar alqune erbe.>> La presenza di quelle erbe avevano fatto sospettare alla nobildonna qualche presenza maligna, e perciò ne informava chi di dovere.