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 Vampiri si nasce
 Intervista a Daniela Serri & Daniela Orrù
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serri & orrù
Daniela Serri e Daniela Orrù (in arte Dany & Dany) hanno inaugurato in questi giorni la serie Dàimones, prosecuzione della saga di Lemnisca. La testata è pubblicata dalla neonata casa editrice Idea Comics, frutto della collaborazione delle due fumettiste sarde con Massimo Dall’Oglio, di cui è uscito in contemporanea Donnell & Grace Blue Lights. Oltre a questi due volumi, Dany & Dany hanno pubblicato una storia di vampiri sulle pagine della rivista “Gruppo Misto”, ed è possibile vedere numerose illustrazioni a tema vampiresco sul loro sito internet. Inoltre hanno avuto un certo successo con i loro fumetti “shounen-ai” (un sottogenere dello shoujo manga, cioè del fumetto per ragazze che tratta storie d’amore tra “lui e lui”): La Luna nel Pozzo ed Eikon. In occasione dell’uscita della loro ultima opera, vi proponiamo uno speciale sul mondo di Dàimones ed un’intervista in esclusiva.

Catafalco: Quali fra autori e disegnatori di fumetti hanno contribuito alla vostra formazione artistica?
Dany & Dany: Veramente tanti e nessuno in particolare. Ad elencarli tutti verrebbe fuori un papiro… Anche perché la nostra formazione artistica è lontana dall’essersi “formata”. Al momento, abbiamo un occhio attento per Fuyumi Sorio (la regia semplice ed efficace che caratterizza i suoi manga è fonte continua di ispirazione), per Takehiko Inoue (che dire… è un maestro!) e per Naoki Urasawa (vorremmo imparare a tenere il lettore incollato alle nostre storie esattamente come ha fatto lui con noi). Un nome immancabile e sempreverde è Neil Gaiman! Semplice, diretto, profondo e raffinato al tempo stesso. Peccato che i disegni che danno vita ai suoi fumetti siano spesso da dimenticare… Ed infine, Ayami Kojima: non ci dispiacerebbe affatto che i nostri personaggi “ereditassero” l’eleganza e il magnetismo dei suoi volti maschili.

C.: E quali fra quelli che si sono occupati di vampiri, secondo voi, lo hanno reso nella maniera migliore?
D. & D.: Argh… domanda difficile. Ci troviamo costrette a rispondere “nessun fumettista di nostra conoscenza”, pur sapendo di apparire antipatiche. Questa non significa che non riconosciamo le capacità o le competenze di chi si è occupato di vampiri nel fumetto, ovviamente. Si tratta solo di nostri gusti personali e fortemente istintivi.

C.: Come mai avete deciso di orientarvi verso lo stile manga per i vostri fumetti?
D. & D.: Ad essere sincere, non abbiamo deciso. È stato del tutto naturale e spontaneo maturare uno stile filo-nipponico di disegno, fin da quando eravamo bambine. Però possiamo dire di continuare a sceglierlo e confermarlo ogni volta che gli addetti ai lavori del mondo dell’editoria italiana di fumetto ci consigliano di cambiare tratto perché il nostro è, per l’appunto, “troppo manga”. Cambiare segno per noi sarebbe un controsenso e significherebbe fare violenza su noi stesse. Il nostro stile di disegno non è frutto del caso e certo non è un vezzo, ma il filtro grafico che abbiamo elaborato per raffigurare la realtà e raccontare delle storie che ci rappresentino. Abbiamo le idee fin troppo chiare in proposito.

C.: Sulle pagine del vostro sito è possibile vedere delle vostre fan-art dei personaggi delle Cronache dei Vampiri di Anne Rice. Cos’hanno di speciale le sue storie secondo voi? Ci parlate di queste fan-art?
D. & D.: C’è stato un periodo in cui sentivamo che le Cronache di Vampiri della Rice stessero a noi come la scarpetta a Cenerentola. Ovvero, leggevamo Intervista col vampiro, Scelti dalle tenebre, La regina dei dannati e percepivamo una parentela estetica fortissima, irresistibile, e una sensibilità comune nel tratteggiare le psicologie dei personaggi. È stato amore a prima vista.
Le fanart sono saltate fuori per gioco, fra noi, a nostro uso e consumo insomma. Appena le abbiamo pubblicate su internet, inaspettatamente hanno riscosso un successo tale tra i fans della Rice di tutto il mondo, che molti ci scrivono di immaginare Lestat, Louis & Co. esattamente come li raffiguriamo noi.
La nostra passione per la scrittrice di New Orleans, però, è sbiadita dopo i primi tre romanzi delle Cronache. In particolare con Memnoch the Devil il nostro entusiasmo è precipitato in caduta libera alla “Will il Coyote” e si è schiantato definitivamente con i romanzi successivi. Fine della parentela.

C.: Quali sono stati i libri e film che hanno fatto nascere la vostra passione per i vampiri?
D. & D.: Possiamo dire che in latenza era già presente quando da adolescenti leggemmo Il ritratto di Dorian Gray. Sebbene Oscar Wilde non scrisse affatto di un vampiro, secondo noi c’è molto di “vampirico” in Dorian Gray. Poi c’è stato il Dracula di Coppola, che cominciò a stuzzicare in sordina le nostre corde; finché non è arrivato il film di Intervista col vampiro e ci ha travolte come un fiume in piena. Da lì abbiamo scoperto i romanzi delle Cronache di Vampiri della Rice e, a ritroso, classici come Il vampiro di Polidori e Carmilla.

C.: Il mondo che avete creato per Lemnisca/Dàimones è molto ricco di eventi, personaggi, ambientazioni. Con quale creazione letteraria/cinematografica/fumettistica riscontrate le maggiori affinità?
D. & D.: Beh, anche in questo caso, molte e nessuna in particolare. Divoriamo film e libri in quantità (anche se mai quanti vorremmo purtroppo, per questione di tempo)… Sono davvero troppe e indistinguibili le “affinità elettive” che riscontriamo e di cui facciamo tesoro.
Per quanto riguarda Dàimones, tuttavia, fin dall’inizio il nostro obiettivo è stato creare un vampiro diverso da quelli proposti finora in letteratura, cinema e fumetti. Per il nostro modo di concepire le cose, infatti, sarebbe stato poco stimolante usufruire di una figura preconfezionata e già collaudata da altri. L’input per la storia di Dàimones ci venne da una semplice ipotesi: e se vampiri si nascesse? Non una nascita in senso metaforico, intesa come ingresso nel “mondo delle tenebre”, ma in senso concreto e fisico, come quella di un qualunque essere dotato di DNA. Questo ci portò a rileggere in chiave pseudo-scientifica una serie di elementi tipici della letteratura vampirica, ma al tempo stesso non ci proibì di conservarne invariati degli altri, come ad esempio le atmosfere gotiche, l’estetica decadente e il fascino ambiguo di queste creature notturne.

C.: Nelle tavole di prova di Lemnisca c’è un personaggio di nome Lidia, che non è comparso nelle storie finora pubblicate. Ce ne parlate? E qual è il vostro personaggio preferito di questo vostro fumetto?
D. & D.: In effetti, la serie di Dàimones è tuttora in lavorazione e stiamo attuando notevoli rimaneggiamenti rispetto alla prima stesura. Per cui non sapremmo dire con certezza cosa manterremo della prima bozza di Lidia. Però è certo che sarà il primo personaggio umano a comparire: si tratta di un’archeologa che, indagando sulla morte misteriosa di una persona a lei cara, entrerà in contatto con i vampiri. Questo personaggio nasce dopo che siamo venute a conoscenza di branche “misteriose” dell’archeologia e in particolare degli O.O.P.ART: questo acronimo sta per “out of place artifacts”, letteralmente manufatti fuori posto, cioè ritrovati in zone geografiche in cui non avrebbero dovuto trovarsi e corrispondenti a periodi storici impossibili per i paradigmi attuali. Oltre agli oopart sono stati rinvenuti anche altri numerosi reperti “anomali” tali da mettere in crisi non solo la concezione storica del mondo che si dà ormai per acquisita, ma persino quella scientifica. Oopart e reperti anomali, infatti, non sono la cosiddetta “eccezione che conferma la regola”. La nostra fantasia ne trasse subito ispirazione: immaginammo che un antropologo si ritrovasse tra le mani dei resti organici appartenenti al genere Homo, ma inclassificabili. E, oltre a questi, una serie di tracce che farebbero pensare all’esistenza di una razza antropomorfa ed ematofaga sviluppatasi parallelamente a quella umana e in totale mimetismo rispetto ad essa. Insomma, i nostri vampiri.
Per quanto riguarda i personaggi di Dàimones è quasi impossibile per noi dire quale sia il nostro preferito… Certo, nella storia abbiamo dato più rilievo ad alcuni rispetto ad altri: Kael, Aidan e Iulia sono il motore della vicenda e abbiamo lavorato a fondo e a lungo sulle loro psicologie, storie personali, percorsi, etc. Comunque Dàimones è e rimane una storia corale e in ogni personaggio c’è qualcosa che ci sta a cuore rappresentare.

C.: Ci spiegate l’iter editoriale che vi ha portato da Lemnisca a Dàimones?
D. & D.: Hm, più che “iter editoriale”, parleremmo di “calvario” ed infine di “parto”. :)
Dopo Lemnisca, l’entusiasmo dei lettori e la richiesta insistente di un seguito ci spinse a mettere mano alla serie che avevamo in cantiere. La molla definitiva ci venne dalla proposta della Indy Press che ci offrì l’opportunità di attuare il progetto. Poi, purtroppo, la Indy ha chiuso i battenti e da un giorno all’altro ci siamo ritrovate dalle stelle alle stalle… La delusione fu tale da spingerci a parcheggiare il fumetto. E, in effetti, per un anno intero non abbiamo più toccato né matita, né china… Poi, alla fine del 2005, è scoccata la scintilla con Massimo Dall’Oglio, un fumettista di talento e un ragazzo pieno di entusiasmo e voglia di fare: siamo state subito contagiate da lui. Così, abbiamo deciso di unire le forze per dare vita ad un nuovo marchio editoriale, IDEAcomics, che esordisce nel Luglio 2006 con le sue due serie a fumetti: Dàimones (scritto e disegnato da noi) e Donnell & Grace bluelights (scritto e disegnato da Massimo Dall’Oglio).

C.: Con che cadenza e formato uscirà Dàimones?
D. & D.: Dàimones è un aperiodico: si tratta di un’autoproduzione, perciò è strettamente legata alle risorse umane ed economiche che saremo in grado di metterci di volta in volta. Sicuramente, la nostra volontà è di farlo uscire in tempi ragionevoli e conservando il formato di 56 pagine 17x24 cm.

C.: Quali sono le difficoltà in Italia per i fumettisti esordienti? Cosa consigliate a chi vorrebbe affacciarsi a questa professione?
D. & D.: Innanzitutto bisogna avere molta tenacia, costanza e forza di volontà. Nonché una buona dose di follia! Vanna Vinci ha definito il mestiere del fumettista “una malattia mentale” e ci troviamo molto d’accordo con lei. Per il resto, un consiglio pratico ed efficace è di andarsi a leggere gli editoriali pubblicati sul sito di Michele Medda, i quali danno un’idea molto realistica e priva d’illusioni, anche se amara, del mondo del fumetto italiano.
Le difficoltà sono tantissime ed è molto facile abbattersi, soprattutto perché in Italia l’editoria del fumetto è in crisi da almeno una decina d’anni. Se poi hai uno stile di forte ispirazione nipponica, come il nostro, sei proprio considerato un reietto. Non esistono proprio case editrici che considerino anche lontanamente di produrre un manga realizzato da Occidentali. L’unica via è l’autoproduzione. Per fortuna, all’estero la situazione è diversa e in paesi come la Francia, gli Stati Uniti, la Spagna e la Germania, si è capito che un manga-ka occidentale è una risorsa da sfruttare per contrastare in qualche modo l’invasione del mercato da parte dei manga giapponesi. Nel nostro piccolo caso, i diritti di ristampa dei nostri primi due fumetti (La luna nel pozzo ed Eikon) sono stati acquistati sia negli Stati Uniti che in Germania e gli albi verranno pubblicati tra l’autunno 2006 e l’inverno 2007.


Non ci resta che fare un grande “in bocca al lupo” a queste due talentuose fumettiste, e invitare i lettori a tuffarsi nell’affascinante mondo di Dàimones!


SITI INTERNET
DanyandDany.com
Idea Comics

SCHEDA LEMNISCA

SPECIALE “IL MONDO DI DÀIMONES”



* Intervista rilasciata il 19-07-2006.





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