Storia delle
Chiese di San Francesco
Dicembre 2004
a cura di Alberto Anelli

CASTROLIBERO
Frazione Santa Lucia
Provincia di Cosenza (Italy)

In Contrada Santa Lucia si trovano due Chiese dedicate a San Francesco di Paola.
A Realizzare i due luoghi di culto fu un monaco, tal Ferdinando Paura, che ben presto venne in contrasto con la nobile famiglia degli Zupi. Ecco le due versioni dei fatti:

La versione degli Zupi.
Sulle due Chiese dedicate a San Francesco scriveva nel 1912 Carlo Zupi:

"…E' nel territorio di questo villaggio che giù, sulla spianata, poco prima che la strada rotabile s'incomincia a svolgere intorno alla collina su cui sorge Castrolibero, si trovano due chiesette, l'una di fronte all'altra, ed entrambe dedicate a San Francesco di Paola. La più antica è quella posta sul confine orientale del latifondo Santa Lucia, di diritto patronato della famiglia Zupi. E che è stata edificata nel 1868 nel modo seguente. Ferdinando Paura di Raffaele, da Castrolibero, era un contadino che aveva a mezzadria del terreno facente parte del latifondo Santa Lucia, di proprietà del signor Giovan Battista Zupi fu Carlo, ricco proprietario nativo di Cerisano. Nel 1868 il Paura, mosso da un vivo sentimento religioso verso San Francesco di Paola, concepì il disegno di edificare una cappella, dedicargliela ed aprirla al pubblico culto ad onore del suo Santo prediletto. Ma l'idea del Paura non poteva mettersi in pratica perché egli non disponeva di mezzi necessari alla bisogna; ed allora si rivolse al suo padrone Giovan Battista Zupi, per aiuti, e questi prestò non solo la sua annuenza, ma permise al Paura di edificare detta cappella al limite orientale del suo Latifondo Santa Lucia, concedendogli il suolo gratuitamente, bastevole per la edificazione della cappella, della sagrestia e dell'abitazione del Paura istesso. Inoltre concorse alle spese di costruzione, fornendogli il legname occorrente, ed altri materiali, e il 4 gennaio 1877, cioè dopo che la chiesa era stata costruita ed aperta al pubblico culto, venne stipulato regolare contratto col Paura, fissando diritti e doveri da ambo le parti, col patto esplicito che, alla morte del Paura, la chiesa dovesse restare di proprietà esclusiva dello Zupi. Questa chiesetta, che prima era composta di una sola navata con bellissimo altare di stucco e sul vestigio di detto altare la nicchia con la statua del Santo, ebbe dal principio il concorso di molti fedeli, che tuttora vi accorrono da ogni parte della nostra Provincia non solo, ma anche da fuori, ed in ogni tempo molte grazie hanno ottenuto dal Santo Calabrese, come ne fanno fede i doni votivi che numerosi si vedono appesi alle pareti della chiesetta, e le cospicue offerte in oggetti d'oro e d'argento, che continuamente vi affluiscono. In pochissimi anni si sono raccolte ingenti somme, ed il Paura, avendo constatato che il Santo fruttava alla chiesa tutti questi doni ed oblazioni, invece di pensare ad ingrandire la chiesetta primitiva, sol perché non era di sua proprietà, venne nella determinazione di costruirne una seconda di maggiori proporzioni, e parimenti dedicarla al Santo miracoloso di Paola.
Il novello tempio sorse in un poderetto di sua proprietà e di fronte a quello già esistente. La morte però non gli permise di vedere finita l'opera da lui principiata, che fu poi completata dagli eredi, ma la nuova chiesa, per ragioni di leggi canoniche, restò chiusa al pubblico, ed invano aspetta dalla Curia Arcivescovile di Cosenza il permesso di aprirla al pubblico culto. Intanto alla primitiva chiesetta il popolo di Castrolibero accorre numeroso ad ascoltare la messa ed a venerare l'antica e miracolosa statua del Taumaturgo di Paola, mentre dai più lontani paesi, come dalla vicina Cosenza una turba immensa di gente accorre piena di fede e di entusiasmo all'epoca della celebrazione della festa del Santo, che ha luogo due volte all'anno, e cioè: il 2 aprile e la prima domenica, prima del 16 luglio.
Detta chiesa, in forza del citato istrumento, è passata in completo possesso al signor Carlo Zupi, autore del presente cenno storico, come erede universale del fu Giovan Battista, suo zio; e ne ha affidato la custodia ad un frate questuante che provvede alle esigenze quotidiane del culto. Con l'obolo che i diversi devoti continuano di giorno in giorno a portare, la chiesetta va acquistando sempre maggiori proporzioni, ed infatti ora è stata trasformata a croce latina con tre altari, vi si è eretto un bel campanile, e si spera quanto prima, poter fare divenire questa chiesetta, un tempio bellissimo e degno del taumaturgo Calabrese.
Castrolibero (Casino Santa Lucia 22 marzo 1912
Carlo Zupi "

(Tratto da Carlo Zupi - Breve cenno storico sulla Chiesa di S. Francesco di Paola in Castrolibero (Cosenza) in Biblioteca civica di Cosenza


La Chiesa dedicata a San Francesco di proprietà degli Zupi
(Foto dei primi anni del 1900)

 


La Chiesa dedicata a San Francesco della famiglia Paura
(Foto dell'anno 2000)


La versione dei fatti tramandata dalla famiglia PAURA:

"Fu nel 1867 che per ispirazione divina venne in mente a Ferdinando Paura di Raffaele di lasciare la vanga e darsi alla vita spirituale. Abbandonò la famiglia e perigrinando di Santuario in Santuario piantò le tende a S. Lucia Frazione di Castrolibero. Fu quivi che il Sig. Giovanni Battista Zupi gli concesse un appezzamento di terreno per edificare una chiesuola a patto che dopo la morte del Paura avrebbe dovuto rimanere di proprietà della famiglia Zupi. Il Paura annuì e si diede all'opera. Non un solo momento lasciò di lavorare e con tenacia e santa pazienza riuscì con la questua a ragranellare i primi fondi onde dar principio all'opera designata. Fu un miracolo. Appena avvenne la posa della prima pietra si faceva gara da parte del pubblico ad offrire l'obolo e la mano d'opera, tanto che nel 1869, cioè appena due anni dopo, il Paura potè vedere coronato di gran successo il suo ideale. Consacrata la chiesa il Paura vestì il saio e di Ferdinando si chiamò Francesco, fu allora che fra Francesco sentì il bisogno di un aiuto e ne invocò la grazia, grazia che non fecesi aspettare - poiché dopo pochi giorni si presentò spontaneamente un tale Alessandro Costabile e chiese di farsi frate - Vestì l'abito e cambiò il nome in Fra Antonio. Questi accudiva alla questua continua - mentre Fra Francesco era necessario in chiesa, ove da ogni parte della Provincia accorrevano per chiedere grazie al Taumaturgo di Paola. Non passò molto tempo ed il frate Antonio si stancò ed a nulla valsero le insistenze del fra Francesco per farlo rimanere in convento. Si svestì e ritornò alle ordinarie occupazioni. Intanto le esigenze del culto crescevano, gli obblighi aumentavano ed era necessario un compagno. Si rivolse allora il fr. Francesco ad un suo fratello di nome Giuseppe. Il quale dopo entrato in Convento, prese il nome di Fra Luigi ma anche questi dopo poco tempo seguì le orme del primo. Visto e considerato che non era né facile, né possibile sottostare alla vigile regola dei Paulotti imposta e scrupolosamente osservata di fra Francesco.
Questo ultimo fatto non consigliò il fra Francesco a cercare nuovi compagni e pregò un altro suo fratello a nome Carmine, ammogliato,di coadiuvarlo nella questua offrendogli un compenso adeguato al lavoro che veniva a prestare. Il Carmine quantunque occupato nell'arte da barbiere accettò e si diede a lavorare. Dopo pochi anni, sia per il lavoro coscienzioso che il Carmine prestava e sia per procurare un servo a S. Francesco l'eremita mandò a studiare nel Seminario di Cosenza un figlio del Carmine istesso a nome Raffaele, giovane colto e vocato a Dio, ma a Dio stesso piacque di arruolarlo nella schiera dei suoi Angeli ed a soli 23 anni da Diacono lo chiamò a sé. Dopo tale sventura il Fra Francesco si ammalò. Malattia che, dopo guarito lo lasciò spossato, spossatezza che più dipendeva dalla pessima alimentazione perché non fu possibile ai medici di indurlo ad alimentarsi con brodo di carne ed altro essendo attaccato alla regola dell'ordine fino allo scrupolo. Fu allora che in vista della malferma salute si presentò agli eredi del fu D. Giovanni Battista Zupi per avere ceduto, dopo adeguato compenso, la chiesuola, onde ampliarla e renderla corrispondende alla fede acquistata. I Signori Zupi si negarono ed allora fra Francesco, per tema che dopo la sua morte quel culto venisse abbandonato pensò di edificarne un'altra e di fatti dopo pochi anni sorgeva nella stessa contrada un nuovo tempio, tempio che contribuiva poco ad abbreviare poco la vita dell'umile fraticello e di fatti non si era neppure ultimato il tetto e lo eremita morì. Circa due ore prima della sua morte chiamò vicino al suo tavolaccio l'unico suo erede Francesco Paura al quale raccomandò vivamente il completamento della nuova chiesa. L'erede non mancò e dopo pochi mesi, con denaro della propria sacca fece ossequio all'ultimo volere del suo fu zio.
Dopo ornata e resa degna del pubblico culto si fece istanza al compianto Monsignor Sorgente per la benedizione, ma questi si negò. Si tentò una seconda volta ed allora fu disposta una visita del reverendissimo Canonico Dattilo per rapportare se la chiesa era o no meritevole della benedizione ecclesiastica. Il sufferito Canonico nulla trovò ad osservare e quindi si aspettava la benedizione di giorno in giorno ma altra idea venne in mente all'Ecc. Vescovo e cioè quella di avere ceduta la proprietà della chiesa al cui il Paura si negò tenuto presente che la chiesa in parola era stata soltanto costruita con l'obolo dei fedeli, ma, ancora, con varie migliaia di lire del suo.
Ora son 12 anni che le cose così perdurano ed è per questo che il sottoscritto viene ad implorare dall'Eccellentissimo Arcivescovo Mons. Trussone la benedizione di detta chiesa obbligandosi a sottostare a qualsiasi controllo circa la amministrazione della stessa. Le bacio il Sacro Anello. Ubb.mo Francesco Paura.
Castrolibero 22 settembre 1913"

(In Archivio Storico Diocesano Cosenza - Pubblicato per i tipi della Santelli editore 1992 in - A. Savaglio: "Le chiese di Castrolibero")

SIAMO NEL 2004
Attualmente la chiesa della famiglia Zupi non è utilizzata per il pubblico culto. Dopo varie peripezie è stata restaurata alla meglio la chiesa che fu del frate Paura e aperta al pubblico in particolari giornate.

Alberto Anelli

 

Vai alla contrada Santa Lucia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 








HOMEPAGE