Homepage
The Movie (Il Film)
Summaries (Riassunti)
Comments (Commenti)
Movies in the 1969 (I film del 1969)
Historical situation (La situazione storica)
Movie keywords (Per una migliore lettura del film)
Write me (Scrivimi)

 

THE MOVIE - IL FILM

Titolo: Una notte con Maud, My night at Maud's

Titolo originale: Ma nuit chez Maud - Six contes Moraux 3

Anno: 1969 (Francia)

Durata: 110 min.

Attori: Barrault (Francoise), Becker (Maria, figlia di Maud), Dubot (amica bionda), Fabian (Maud), Kogan (vioncellista), Leger (predicatore), Ranzier (studentessa), Trintignant (narratore), Vitez (Vidal)

Genere: Dramma

Soggetto e sceneggiatura: Eric Rohmer

Fotografia: Nestor Almendros

Coreografia: Nicole Rochline

Montaggio: Cecile Decigis

Coproduzione: Du losange renn la gereville FFP carasse deux mondes. La pleiade simar.

Distribuzione: Fida

Suono: Jean Pierre Ruh

Prima: Maggio 1969 Festival di Cannes.

Back (Torna)

 

SUMMARIES - RIASSUNTI

(1) << The narrator (Jean-Louis), a devout Catholic, moves to a provincial town and vows to marry Francoise, a pretty blond he notices at mass. Vidal, an old school friend, invites him to visit the recently divorced Maud, and the narrator ends up staying the night, having philosophical discussions in her bedroom. Next morning the narrator engineers a meeting with Francoise. >> (Summary found in IMDB, written by Will Gilbert: wgilbert@uwaterloo.ca)

(2) << Si racconta d'un giovane ingegnere di provincia che non osa rivelare il proprio amore a una ragazza. Alla fine riuscirà a sposarla, ma capirà che lei gli nasconde qualcosa e scoprirà nel suo passato un amore difficile per un uomo sposato. Nonostante tutto la coppia avrà una vita serena. [Voto: 3 stelle su 5] >> (Cinema 2000, Esedra Srl, 1999, edizione SuperMiti)

(3) << Michel, un giovane ingegnere, dopo esser vissuto dieci anni in America, trascorre ora la sua serena esistenza a Clermont-Ferrand. Una sola persona lo interessa, Francoise, una ragazza di cui egli è sicuro d'essere innammorato anche se gli riesce difficile fare la sua conoscenza perché essa percorre la città su di un motorino. Frattanto egli ritrova un vecchio compagno di scuola, Vidal, ora professore di filosofia, il quale lo conduce una serata da un'amica, Maud. Costei, giovane, divorziata e affascinante, partecipa vivacemente alla discussione che l'aggressivo e ironico Vidal ha provocato. Una volta partito Vidal, durante la notte lo scambio di idee continua e, alle confessioni del giovane, Maud risponde rivelando le ragioni del suo divorzio: la passione del marito per una studentessa e la morte tragica del suo amante. Il giorno dopo Michel rivede Francoise e riesce a fermarla ottenendo un appuntamento. La sera successiva i due si rivedono, ma la ragazza, pur innammorata di lui, sembra riluttante ad accettare l'amore del giovane. La sincerità reciproca riesce però a fugare gli ultimi dubbi e togliere corpo all'ombra della vita di Francoise. Alcuni anni più tardi, mentre conducono il loro bimbo al mare, Michel e Francoise incontrano Maud che li saluta. Dal fatto che le due donne si conoscano Michel comprende che il marito di Maud fu l'amante della moglie. Fugato l'ultimo segreto, Michel e Francoise riprendono la vita tranquilla. >> (CinEnciclopedia, EDS Ente dello Spettacolo Roma).

(4) << Un giovane ingegnere, Michel, dopo dieci anni trascorsi in America ritorna a Clermont-Ferrand. Il suo cuore? Gli sembra di essere innamorato di Françoise, una ragazza deliziosa ma sfuggente ai suoi appuntamenti. Questo fino al giorno in cui Vidal, un compagno di infanzia ora professore di filosofia, gli presenta un'amica, Maud. Questa e l'ingegnere si raccontano le rispettive vite durante una notte intera. Michel viene a sapere che la donna ha recentemente divorziato dal marito dopo avere scoperto la sua passione per una studentessa e dopo la morte tragica del suo amante. Una lunga chiacchierata che rinforza l'animo di Michel. Il giorno dopo lo aspetta l'appuntamento probabilmente decisivo con la bella Françoise. "La mia notte con Maud", uno dei film più belli firmati Eric Rohmer. >> (TSI 2)

Back (Torna)

 

SOME COMMENTS - COMMENTI

<< I rendez vous di Eric Rohmer sono i rendez vous di sguardi.  Come sempre in un appuntamento nel cinema di Rohmer la distanza fra sguardo/desiderio/traiettoria dei corpi/topografia e cinema si assottiglia; nel senso della visione, nel vedere semplice, nel lasciar vedere semplice, nell'ossessivamente semplice di Rohmer, la visione finalmente quasi scompare, tende a scomparire e restano solo corpi, gesti, traiettorie, come se il quadro, il frame, l'inquadratura, la visibilità finalmente decadesse... come accade rarissimamente al cinema. Neanche in un tutto più grande avviene questo! a volte al contrario c'è un'accensione esacerbata, esasperata di visibilità tra il negare e il visibile. E in Rohmer invece c'è stata questa caduta, questa sospensione.. del visibile, del desiderio stesso di vedere. In questo senso non si tratta di pudore, ma addirittura di... quasi di violenza.  In questo modo quello che emerge è una sorta di anatomia... terribile anche se si tratta pur sempre di storie borghesi, alto-borghesi, piccolo-borghesi, medio-borghesi, facilmente situabili e soprattutto molto precisamente situate. La stazione allora, la stazione di forme, questa forma che è la morale in Rohmer è quella di una costellazione, è quella per cui gli incontri, i desideri, gli appuntamenti, le traiettorie - e questo rende arduo, lieve ma arduo parlare di morale - non sono l'esecuzione di desideri o di disegni dei soggetti, e non sono neanche l'espressione di tali desideri, la proiezione, l'instantaneo accadere, ma in qualche modo è come se fosse quasi il contrario; come se dentro delle costellazioni, dei reticoli dati, ci si trova anche  a muoversi per una sorta di fatalità, fatalità leggera che può dar luogo alla commedia, che è sempre commedia. Perché non arriva mai a essere tragedia per coloro che le vivono, queste storie di Rohmer, in questo cinema; e l'unica tragedia è quella dello spettatore! E' lo spettatore che ridà al cinema la tragedia. La tragedia è quella di chi vede, di chi crede di vedere, di chi crede di sapere di chi crede di potersi porre nel luogo, vuoto, di un soggetto che sai capire gli appuntamenti. Si capisce perché fuori si ride, perché è una commedia, perché si piange, perché è un melodramma, o perché si segue semplicemente la meccanica degli eventi col piacere della narrazione. Questo è il luogo falso dello spettatore, il luogo della falsa assunzione di divinità da parte dello spettatore, il falso luogo degli spettatori... morali.  Mentre egli stesso, lo spettatore, mentre vede, in questo momento, si trova di nuovo fatalmente in un luogo dove crede di toccare a sua volta tutti gli altri occhi, crede di poter  essere in mezzo agli altri occhi che s'incontrano, d'essere il "je" che è in mezzo a questo rendez vuos, che fa anche pensare a una resa , a un arrendersi. >>

(Enrico Ghezzi, Trascrizione (mia) di un commento in occasione di  una serata dedicata al cinema di Eric Rohmer, RAI3)

 

(1) << Only Rohmer could concoct a love triangle based on the age-old Pascal Paradox. To risk all for the ultimate gain. A gamble. The level of dialog is seldom equaled in other films (even his own); this one's a delight from start to finish. It is also lovingly photographed and charmingly acted. A first rate film all around, and my favorite of all time. Start with this one, then try "Chloe in the Afternoon" and "Claire's Knee". His more recent movies downplay the level of sophisticated dialog, perhaps because it is less that way itself. >> (Keith Weston, NC, 26 September 1998 on IMDB)

(2) << This film is often credited as a "comedy." I can't agree with that at all. This is a highly intelligent film exploring some of the conflicts a moralist is forced to deal with simply on account of his being a moralist. There are some fun moments, but far too few to call this a "comedy." Nonetheless, a very enjoyable film. And especially enlightening if the viewer has any background in the life and philosophy of Blaise Pascal. >> (Chicago, IL, 20 February 1999 on IMDB)

(3) Eyes Wide Shut & Ma nuit chez Maud: << ...In epoca di iperboli ritmiche, effetti speciali, adrenalinico agitarsi, Kubrick sceglie tempi lunghi, modalità di racconto pressoché obsolete (è dai tempi di Gertrud di Dreyer o de La mia notte con Maud di Rohmer che non si vedeva un film nel quale la parola rivestisse una simile importanza), cadenze quasi ipnotiche: sotto questo aspetto, Eyes wide shut è un testo sperimentale in veste di megaproduzione, una delle operazioni più radicali che siano mai state portate a termine sotto l’egida degli studios e degli alti budget.
William ed Alice (Cruise trasforma la propria possibile inadeguatezza al ruolo in qualcosa di funzionale ad esso, conferendo al personaggio uno spaesamento sonnambolico, un’ebetudine perennemente inalberata che molto gli risulta giovevole in termini di credibilità; la Kidman, carezzata e come corteggiata dalla macchina da presa, incarna in maniera mirabile i sussulti e le ripulse d’una figura femminile in bilico tra forza e fragilità, istinto e ragione, sensi e senso) si studiano, s’affrontano, soffrono, si smarriscono, piangono, infine si ritrovano: ed è stupenda la sequenza prefinale, la disperazione di lui appena rischiarata dalle luci di un’alba che lo vede confuso, dolente, vinto, cercare rifugio nelle braccia della propria compagna, a letto. >> (Tempi Moderni, Francesco Troiano)

(4) Ma nuit chez Maud is a Rohmer's "moral tales": << Eric Rohmer is now working his way through his third series, Tales of the Four Seasons following The Six Moral Tales and Comedies and Proverbs. Although each film can be appreciated as an autonomous work, even the most memorable - say Ma Nuit chez Maud and Le Rayon Vert - can only be fully understood in context of the whole series. [...] In the Six Moral Tales (La Boulangere de Monceau - 1962, La Carriere de Suzanne - 1963, Ma Nuit Chez Maud - 1969, La Collectionneuse - 1966, Claire's Knee - 1970, Love in the Afternoon - 1972) the formal opposition which generates the moral drama Rohmer sees as `the opposition of two registers--one natural, the other human; one of desire and appetite, the other of heroism and grace.' A moral structure underlies the formal structure. At the centre is a male, initially too sure of himself to the point of hypocritical smugness. The environment in which the learning experience takes place is carefully chosen as a direct projection of the protagonists' moral problems (bearing in mind the meaning of `moral' as Rohmer defines it above) . The main protagonists are intellectual, self-conscious and capable of recognising a significance in the events they experience and of commenting on them either in the course of the film or in a voice-over, which is,however, not necessarily reliable. They are also likely to lead themselves astray through endless rationalisations when they would be better served by giving up their egotism and intellectual pride in favour of a simple acceptance of the world. >>  (National Library of Australia, Guides to the Screen Studies Collection, Eric Rohmer's Moral Tales)

(5) << Coerente è... Eric Rohmer... Dietro questo pseudonimo si nasconde Jean-Marie Maurice Schérer, laureato in letteratura francese, professore di liceo, redattore dei Cahiers [...] >>. I racconti morali si << ricollegano alla feconda tradizione dei moralisti della letteratura francese. L'azione è ridotta all'indispensabile: prima di agire, i personaggi analizzano i propri sentimenti, riflettono, formulano ipotesi, si soffermano in congetture. Al centro di storie raffinate e intellettuali stanno figure femminili colte nella prima giovinezza, apparentemente incerte di fronte alle scelte della vita, spesso seducenti e vittoriose su maschi che non sanno capirle a fondo. Il caso gioca un ruolo importante in questo cinema, e in particolare in Ma nuit chez Maud, dove il protagonista (Trintignant), si è destreggiato tra due donne, senza comprendere nulla di loro. >> (Cristina Bragaglia, Storia del cinema francese, Newton Compton editori Srl, 1995, p.68)

Back (Torna)

 

MOVIES IN THE 1969 - I FILM DEL 1969

I film più visti in Italia nel 1969

1. Il medico della mutua 6. Riusciranno i nostrio eroi...?
2. La ragazza con la pistola 7. Bora Bora
3. Serafino 8. Straziami ma di baci saziami
4. Dove osano le aquile 9. 2001: Odissea nello Spazio
5. C'era una volta il West 10. Vedo nudo

I film più visti in Italia nel 1970

1. Nell'anno del Signore
6. Indagine su un cittadino...
2. La caduta degli dei
7. I girasoli
3. Il prof. Guido Tersilli...
8. 007 - Al servizio segreto...
4. Amore mio aiutami
9. Un maggiolino tutto matto
5. Fellini - Satyricon
10. I Clan dei Siciliani

 

Mostra del cinema di Venezia:

Dal 1969 al 1979 i premi vengono aboliti

Festival del cinema di Cannes:

              Liste des 32 long métrages présentés

ADALEN 31 (Les troubles d’Adalen) - Bo WIDERBERG ANDREI ROUBLEV - Andreï TARKOVSKI ANTONIO-DAS-MORTES - Glauber ROCHA BICE SKORO PROPAST SVETA - Aleksandar PETROVIC CALCUTTA - Louis MALLE DILLINGER E MORTO - Marco FERRERI DON'T LET THE ANGELS FALL - George KACZENDER EASY RIDER - Dennis HOPPER ESPANA OTRA VEZ - Jaime Camino VEGA DE LA IGLESIA ET L'ANGLETERRE SERA DETRUITE - Janos VEICZI FARARUV KONEC - Evald SCHORM FLASHBACK - Raffaele ANDREASSI GLI INTOCCABILI - Giuliano MONTALDO IF - Lindsay ANDERSON ISADORA - Karel REISZ L'AMOUR DE LA VIE - François REICHENBACH LE GRAND AMOUR - Pierre ETAIX LES DESERTEURS ET LES NOMADES - Juraj JAKUBISKO MA NUIT CHEZ MAUD - Eric ROHMER MANDEN DER TAENKTE TING - Jens RAVN MATZOR - Gilberto TOFANO METTI, UNA SERA A CENA - Guiseppe PATRONI GRIFFI MICHAEL KOHLHASS DER REBELL - Volker SCHLONDORFF NIHON NO SEISHUN - Masaki KOBAYASHI POLOWANIE NA MUCHY - Andrzej WAJDA SLAVES - Herbert J. BIBERMAN SWEET CHARITY - Bob FOSSE THAT COLD DAY IN THE PARK - Robert ALTMAN THE APPOINTMENT - Sidney LUMET THE PRIME OF MISS JEAN BRODIE - Ronald NEAME VSICHNI DOBRI RODACI (Chronique Morave) - Vojtech JASNY Z - COSTA-GAVRAS

 

Palme d'or:

If (Linday Anderson)

Chiffres de l’année:
32 longs métrages, 14 courts métrages, 12 à La semaine de la critique, 64 longs métrages à la 15ne des Réalisateurs.

Contexte:
De l’avortement du festival de 68, beaucoup croyait à la mort de l’événement. Et au contraire il en est ressorti plus fort, et plus ancré dans son époque.
Sa réforme le conduit à ouvrir la Quinzaine des Réalisateurs, La grande force de Cannes est d’accepter la critique, de s’en nourrir et de s’améliorer grâce à elle. On l’a remarqué en 58, et c’est encore le cas à l’aube des années 70. Cannes mue, et change de ton.
Ce sont donc des oeuvres anti-conventionnelles, corrosives, cyniques, accusatrices, et donc suscitant la polémique qui ouvrent le bal et font parler d’elles. De la Palme d’Or If à Z de Costa-Gavras. Ce qui vaudra un emportement colérique de la part de Montand vis-à-vis de la presse.
Luchino Visconti, président du jury, voulait distinguer un cinéma innovant et audacieux. Le Festival s’est accroché au fil du temps. Devenu très politique depuis 68, il est même devenu un tremplin pour la future flower power generation: Easy Rider a atteint son mythe sur la croisette, avec l’odeur sulfureuse du Hasch. On salue aussi le provoquant et contestaire Marco Ferreri. Et Altman fait son apparition un an avant M.A.S.H.
Un an après le clash, les stars sont de retour: les fidèles comme Omar Sharif, Trintignant, Vanessa Redgrave et les nouveaux tels Liv Ullman, Malcom McDowell, Jack Nicholson, .... Annie Girardot démarre sa plus belle décennie sur les marches du Palais. Et pour la première fois la soirée de clôture est diffusée à la Télévision Française. Une nouvelle ère commence. Le cinéma devient instrument de dénonciation.

(go to Cannes Festival)

 

Academy Awards - Oscar:

Miglior film: Un uomo da marciapiedi (Midnight Cowboy) di Schlesinger (Miglior regia)

Miglior film straniero: L'orgia del potere di Costa-Gavras

 

Premio David di Donatello:

Miglior regia: Zeffirelli

Miglior regista straniero: Kubrick e Polanski

 

Festival di Berlino:

Orso d'oro: Rani Radoni (Early Works) di Zilnik

Orso d'argento: Lima, De Palma, Zadek, Bergnstrahle, Petri

Back (Torna)

 

THE HISTORICAL SITUATION - LA SITUAZIONE STORICA

Francia 1968: Con l'occupazione della Sorbona ha inizio il << maggio francese >>.

Francia 1969: Dimissioni di Ch. De Gaulle: presidente il gallista G. Pompidou. Iniziano a Parigi le trattative per la pace in Vietnam.

 

Italia 1968: L'occupazione dell'Università di Trento dà il via al movimento studentesco che si diffonde in tutta Italia.

Italia 1969: Lotte sindacali per i rinnovi contrattuali (<< autunno caldo >>). Attentato terroristico di Piazza Fontana (sedici morti e una novantina di feriti): ha inizio la << strategia della tensione >>.

 

Altri fatti (1968-1969): Le truppe del Patto di Varsavia intervengono a Praga in Cecoslovacchia contro il << socialismo dal volto umano >> di A. Dubcek. Assassinato negli USA M.L.King. Nixon eletto presidente degli USA. Tre astronauti statunitensi compiono il primo volo orbitale alla Luna

In Germania Brandt è nominato cancelliere. Gravi incidenti al confine Cino-Sovietico. Colpo di stato in Libia: Gheddafi al potere. Arafat presidente dell'OLP. Nixon decide il ritiro delle truppe statunitensi dal Vietnam. Armstrong e Aldrin sbarcano sulla Luna.

Back (Torna)

 

MOVIE KEYWORDS - PER UNA MIGLIORE LETTURA DEL FILM

(1) Blaise Pascal e la << scommessa >>:

LA SCOMMESSA (ALCUNI  FRAMMENTI):

Incomprensibile che Dio esista e incomprensibile che Dio non esista;... Noi conosciamo l'esistenza e la natura del finito perché siamo finiti ed estesi come esso. Conosiamo l'esistenza dell'infinito e ne ignoriamo la natura, perché ha estensione come noi, ma non limiti come noi. Ma non conosciamo né l'esistenza nè la natura di Dio, perché è privo sia di estensione sia di limiti. Tuttavia, grazie alla fede ne conosciamo l'esistenza e nello stato di gloria ne conosceremo la natura. Ora, ho già dimostrato che si può benissimo conoscere l'esistenza di una cosa, senza conoscerne la natura.

...Se c'è un Dio, è infinitamente incomprensibile, perché, non avendo né parti né limiti, non ha nessun rapporto con noi. Siamo, dunque, incapaci di conoscere che cos'è né se esista. Chi biasimerà allora i cristiani di non poter dar ragione della loro credenza, essi che professano una religione di cui non possono dar ragione? ... Allora, Dio esiste o no? Ma da quale parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito. All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla. ...Scommettere bisogna: non è una cosa che dipenda dal vostro volere, ci siete impegnato (vous etes embarqué).

...Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità. La vostra ragione non patisce maggior offesa da una scelta piuttosto che dall'altra, dacché bisogna necessariamente scegliere. Ecco un punto liquidato. Ma la vostra beatitudine? Pesiamo il guadagno o la perdita, nel caso che scommettiate in favore dell'esistenza di Dio. Valutiamo questi due casi: se vincete, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla. Scommettete, dunque, senza esistare che egli esiste.

Quale ne è il rischio? Vediamo. Siccome c'è eguale probabilità di vincita e di perdita, se aveste da guadagnare solamente due vite contro una, vi converrebbe già scommettere. Ma, se ce ne fossero da guadagnare tre, dovreste giocare (poiché vi trovate nella necessità di farlo); e, dacché siete obbligato a giocare, sareste imprudente a non rischiare la vostra vita per guadagnarne tre in un giuco nel quale c'è eguale probabilità di vincere e di perdere. Ma qui c'è un'eternità di vita e di beatitudine. Qui c'è effettivamente un'infinità di vita infinitamente beata da guadagnare, una probabilità di vincita contro un numero finito di probabilità di perdita, e quel che rischiate è qualcosa di finito. Questo tronca ogni incertezza: dovunque ci sia l'infinito, e non ci sia un'inifinità di probabilità di perdere contro quella di vincere, non c'è da esitare: bisogna dar tutto...

Obiezione. Coloro che sperano nella loro salvezza sono per quest'aspetto felici, ma, in cambio, soffrono per la paura dell'inferno. Risposta. Chi ha maggior motivo per temere l'inferno: chi ignora se ci sia un inferno e vive nella certezza della dannazione, se c'è, oppure chi vive nella sicura convinzione che c'è un inferno e, se questo esiste, nella speranza di salvarsi?

(Blaise Pascal, Pensieri, 1962, Giulio Einaudi editore, Torino, pp. 65-73)

 

 

(2) il Giansenismo:

 

Il Giansenismo prende il nome da Cornelio Giansenio (1583-1638), vescovo di Ypres e autore dell'Augustinus. Ha assunto con Jean du Verger de la Houranne abate di Saint-Cyran (1581-1643), amico di Giansenio, una connotazione antigesuitica in campo morale e nell'esperienza religiosa. Il Giansenismo si formò attorno a un gruppo di religiosi, rinforzato dalle monache cistercensi del monastero di Port-Royal, intesi ad una riforma dei costumi cristiani in senso rigoristico, contro il lassismo dei Gesuiti, ad un inasprimento della penitenza, ridotto dai Gesuiti ad un atto puramente formale, e ad una restaurazione della dogmatica dei Padri della Chiesa, e in particolare di sant'Agostino, contro le novità "filosofiche" dei teologi della Compagnia di Gesù. (G. Preti)

L'Augustinus (1640) venne duramente attaccato dai Gesuiti, che accusarono Giansenio di calvinismo e di negare la libertà umana. Venne condannato dalla Sacra Congregazione dell'Indice e dell'Inquisizione nel 1641; nel 1642 Urbano VIII vietò, con la bolla In eminenti, che si scrivesse e e si discutesse intorno a cinque proposizioni tirate fuori dall'Augustinus.

LE CINQUE PROPOSIZIONI:

I. Alcuni precetti di Dio sono impossibili ai giusti, nonostante che vogliano e si sforzino secondo le forze che hanno nella presente natura, perché manca ad essi la grazia che li rende possibili;

II. Alla grazia interiore nello stato di natura decaduta non si resiste mai;

III. Per acquistare merito o demerito non si richiede la libertà dalla necessità interna, ma soltanto la libertà dalla coazione esterna;

IV. I semi-pelagiani ammettevano per i singoli atti, anche l'inizio della fede, la necessità della grazia preveniente ed erano eretici in quanto concedevano alla volontà umana il potere di resistere o di obbedire alla grazia;

V. E' un errore semipelagiano affermare che Cristo è morto per tutti.

 

PASCAL E LE CONVERSIONI:

Pascal nacque a Clermont, che "curiosamente" è il luogo dove si svolge il film.

Ricordo inoltre che Pascal subì due conversioni. La prima fu quella che lo mise in contatto con Port-Royal. In particolare furono due medici, che avevano in cura il padre, a mettere fra le mani di Pascal le opere di Saint-Cyran, dalle quali egli fu, appunto, convinto. La seconda ebbe luogo nel 1654, quando Pascal incontrò sua sorella Jaqueline (entrata a Port-Royal nel 1652) e le confidò che, << pur in mezzo alle sue grandi occupazioni e alle cose del mondo che più potevano contribuire a farglielo amare >>, avvertiva << un gran disprezzo per esse e un disgusto quasi intollerabile per le persone che vi vivono >>. 

(Reale-Antiseri, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, 2, 1983, Editrice La Scuola, pp. 443-445, pp. 448-452)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contact Me!