LE VOCI DEL MARE - LA POLENA

Un Ercole barbuto che stringe fra le mani un grosso martello: è la polena lignea della corvetta a ruote « Monzambano » che si conserva al Museo navale di La Spezia. Si tratta di un cimelio storico, come spesso accade per altre polene di antiche navi giunte intatte fino ai nostri giorni. La polena è quella figura in legno che ornava la prora delle imbarcazioni d'un tempo. In genere aveva forma umana ed era quasi sempre allusiva al nome della nave. NelIe galee era una testa di cinghiale, di serpente o di drago. Nelle navi tonde la polena prendeva vari nomi: bestione, leone, marzocco, serpe, toro. Successivamente essa ebbe forma di statua, raffigurante il busto di principi o di altri personaggi. Sulle antiche navi si dava inoltre questo nome anche al locale adiacente alla polena vera e propria, nel quale venivano in genere sistemati gli impianti igienici dell'equipaggio.

La polena dei «Monzambano», è molto antica: ha quasi un secolo e mezzo. Venne scolpita sul finire dei 1840, un anno prima di essere posta in opera sulla prora dei mercantile napoletano « Mongibello », costruito nel cantiere di Castellamare di Stabia e varato appunto nel 1841. Nel 1848 l'unità fu acquistata dalla marina sarda e ribattezzata « Monzambano ». Il suo dislocamento era di 900 tonnellate; aveva un apparato motore, di fabbricazione inglese, che le consentiva di raggiungere la velocità di 11 nodi. Andava anche a vela, essendo munita di due alberi: il trinchetto a vele quadre e quello di maestra a vele auriche. Era armata con quattro cannoni e il suo equipaggio si componeva di 120 uomini.

La corvetta partecipò attivamente al blocco navale di Trieste durante la prima guerra d’indipendenza. Poi fu impegnata nella spedizione di Crimea, nel bombardamento di Ancona del Settembre 1860 e nel bombardamento di Gaeta nel Febbraio dei 1861. Nei mesi immediatamente successivi all'unità d'Italia, venne utilizzata lungo le coste meridionali della penisola e della Sicilia in crociere di vigilanza per la repressione del brigantaggio. Infine dal 1867 alla sua radiazione, avvenuta nel 1875 operò, trasformata in nave idrografica, lungo le coste italiane. La « Monzambano » è entrata nella storia per motivi non belIici, ma per una particolare missione che le venne affidata alla fine di Settembre del 1848. L'unità fu mobilitata per andare in Portogallo a imbarcare la salma di re Carlo Alberto, morto in esilio a Oporto il 19 Aprile, e a ricondurlo in patria.

 

A sinistra: la  poiena  della  corvetta sarda a ruote « Monzambano » (1831 1875). Al centro: Polena  dell' avviso « Aquila » aggregato alla squadra navale sarda. A destra: Polena del vascello napoletano « Minerva » sul quale venne impiccato l'ammiraglio Caracciolo.

 
Un'altra polena famosa che si conserva al Museo navale di La Spezia è quella appartenente al vascello napoletano « Minerva », a bordo dei quale fu impiccato l'ammiraglio Caracciolo. A Venezia invece, nel locale Museo navale, si ammira fra le tante, la polena dell'avviso a ruote «Aquila », costruito in Inghilterra nel 1841 per conto dell'armatore siciliano Vincenzo Florio. Adibito coi nome di « Palermo » a scopi commerciali, il piroscafo fu ceduto dal Florio nel 1848 al governo provvisorio siciliano, entrando così a far parte della marina rivoluzionaria. Il 2 Agosto 1848 venne catturato da navi borboniche, iscritto nei quadri dei naviglio militare dei Regno delle Due Sicilie e armato con quattro cannoni da nove libbre. Nel Settembre 1852 l'unità venne posta in disarmo per essere rimodernata e trasformata presso i cantieri di Castellamare di Stabia.

Rientrò in servizio due anni dopo con il nome di «Aquila». Sotto bandiera borbonica, nel 1860, partecipò alle operazioni di disturbo contro le forze garibaldine che, terminata l'occupazione della Sicilia, passavano in Calabria. In quella occasione costrinse il piroscafo « Torino »ad incagliarsi ed autodistruggersi sulle coste calabre, senza tuttavia impedire il trasbordo di Nino Bixio e delle sue truppe. Il 17 Marzo 1871 l'avviso a ruote « Aquila » venne ufficialmente iscritto nel ruolo dei naviglio militare italiano e adibito a servizi di trasporto. Prima della sua radiazione, avvenuta il 31 Marzo 1875, l'unità compì un'importante missione: s'incaricò nel Febbraio 1874 della posa dei cavo sottornarino nelle Bocche di Bonifacio.

 

Da NAVI e MARINAI