“Proteggi e restaura l’integrità
dei sistemi ecologici terrestri…controllando e sradicando gli organismi non
autoctoni o geneticamente modificati che siano dannosi
per le specie autoctone e per l’ambiente e impedendo l’introduzione di questi
organismi dannosi.”
Organismi geneticamente modificati (OGM)
La spinta ad una industrializzazione crescente nel campo
agricolo ha comportato, nei Paesi industrializzati, grandi problemi ambientali.
Accanto a questo
grave fenomeno che porta progressivamente all’uniformità genetica delle
coltivazioni, esiste anche una perdita di biodiversità
delle specie selvatiche da cui l’uomo ha ricavato le varietà coltivate dovuta
all’abbandono delle pratiche agricole tradizionali, all’alterazione o alla
distruzione di habitat naturali. Un esempio significativo
per capire l’importanza della biodiversità per
l’agricoltura è fornito dalla patata, la
cui coltivazione può essere messa in crisi dall’attacco di un fungo parassita,
la peronospora. Nel 1840, in Irlanda, la peronospora distrusse i campi
provocando una terribile carestia che uccise 1 milione di persone.
Oggi
l’introduzione degli OGM in agricoltura non fa che aggravare la già precaria
situazione portandola a conseguenze difficilmente prevedibili. L’introduzione di OGM
Nell’ambiente, può infatti comportare cambiamenti nella capacità di
adattamento delle specie all’ambiente.
Lo sviluppo di OGM è molto di più che una forma accelerata di selezione
di piante, animali e microrganismi basato sui naturali processi di
riproduzione.
Alcuni
effetti negativi degli OGM
-La riduzione
della biodivesità : è un
altro effetto dell’introduzione di OGM nell’ambiente:
nuove specie con diverse caratteristiche potrebbero competere più
vantaggiosamente con quelle che si sono selezionate naturalmente facendole
scomparire per sempre ed innescando processi da cui non è facile prevedere lo
sviluppo sia in termini ambientali che economici e sociali.
-Le possibilità di allergia. Esemplare è stato il caso della soia in cui
sono stati inseriti i geni della noce brasiliana per renderla più ricca di metionina, un amminoacido che il nostro organismo non sa
produrre. La soia così creata si è rivelata fortemente allergenica
per gli allergici alla noce e solo in extremis si è evitato che venisse commercializzata. Questo esempio fa anche capire
l’importanza dell’etichettatura dei prodotti transgenici
per informare le persone allergiche sulla insospettabile
presenza in cibi o materiali di sostanze alle quali gli interessati potrebbero
essere allergici.