PARTE PRIMA
ESISTENZA

Ignoranza disastrosa.

Il treno era in moto. 1 viaggiatori scambiavano qualche parola; parlavano del più e del meno. Una donna carica di acciacchi esclamò:
- Che vita! Meno male che si muore e ci si va a riposare in Paradiso!- Un tale rispose: -Ma che Paradiso! Quando si muore, tutto finisce! Non c'è Paradiso e neppure inferno!-
- Scusate, signore, se m'intrometto io! Come Sacerdote sono tenuto a dire la mia parola. Avete detto. Non c'è Paradiso! Quest'affermazione è una conclusione e alle conclusioni si giunge dopo molto studio. A quali studi religiosi vi siete applicati per essere convinto di ciò asserito?-
- Non occorre studiare la Religione avere delle convinzioni!-
- Io invece ho studiato seriamente il problema religioso e sono sicuro di non errare, dicendo: Il Paradiso c'è!". Studiate, meditate, aprite gli occhi e sappiate guardare!
- Cosa intende dire ?
- Che tanti parlano come voi, perché non sanno guardare! D'ordinario si guarda in basso, a destra o a sinistra, e si trascura di guardare dentro ed in alto
- Spiegatevi meglio!
- Si guarda in basso per cercare i piaceri corporali, tutto ciò insomma che soddisfa momentaneamente. Gli occhi a destra ed a sinistra , per vedere come fanno gli altri: nel commercio, in famiglia, lungo le vie.. . Bisogna guardare anche dentro . . . nel proprio cuore, nella coscienza, per constatare il marciume morale e per scrutare il mistero della più grande aspirazione umana, che è la felicità! E' necessario puntare lo sguardo in alto, per conoscere con l'intelligenza il Creatore di quest'universo meraviglioso! Se si guardasse meglio, si parlerebbe con più assennatezza!

La ragione.

Il Paradiso, l'eterno godimento o felicità perfetta, deve esistere. La ragione umana ne vede la convenienza. L'istinto è una forza misteriosa, naturale, che spinge a qualche cosa; finché un istinto non trova l'oggetto corrispondente, sta a disagio. Si avverte la sete; si va allora in cerca di acqua; il corpo vivente va in smania finche non si sia dissetato. La natura creata, frutto d'infinita sapienza, non froda gli esseri nel loro istinto. Ad ogni istinto corrisponde l'oggetto adeguato. Si avverte la fame e c'è il pane; si hanno gli occhi ed esiste la luce; l'intelligenza tende alla verità e riesce a scoprirla; il cuore umano ha l'istinto di amare e trova l'oggetto del suo amore. Ma tra tutte le tendenze della creatura umana ce n'è una prepotente, incessante, tormentosa; è la sete della , gioia perfetta. È un fatto che tutti cercano la felicità, o nell'amore o nella ricchezza o nella soddisfazione dell'amor proprio; ed è anche un fatto che nessuno sulla terra è felice. Si hanno dei momenti di gioia misti quasi sempre a qualche amarezza.
Ma chi può dire: Io ho trovato la gioia duratura?
Se c'è in tutti gli uomini la tendenza alla felicità, necessariamente questa deve esistere. Se così non fosse, noi ci troveremmo davanti ad un assurdo: la natura, che non inganna gli esseri, neppure le bestie, nelle loro tendenze, ingannerebbe l'uomo, il re del creato!

Un fatto

Persone bizzarre se ne incontrano.
Si racconta che un tale aveva allestito un grazioso villino. Sul cancello pose una targa con lo scritto: "Il proprietario cede gratuitamente il villino a chi è felice". Da lì a poco passò per quei pressi un bel giovane, novello sposo. Colpito dalla lusinghiera dicitura, esclamò: Il villino appartiene a me! Io sono felice! - Si presentò al padrone. Questi, sicuro del fatto suo, volse delle domande: Ma voi siete proprio lice? - Sì! Sono giovane; godo ottima salute; ho bell'aspetto; sono anche ricco; ho trovato una sposa ideale. . . - Eppure voi non siete felice; se veramente foste tale, non desiderereste il mio villino . . . 1 beni, di cui vi credete ricoperto, sono passeggeri. Sarete sempre giovane? Vi aspetta la vecchiaia. Avete la salute ? Domani potreste essere a letto infermo. Siete ricco ? Avete più preoccupazioni di un semplice benestante. La vostra sposa è ideale? Vedrete quanti crepacuori potrebbe darvi nella convivenza! ... Dovete convenire con me a dire: Per il momento ho delle gioie, ma realmente non sono felice! -

La felicità deve esistere.

Se la vita dell'uomo fosse soltanto terrena, cioè se tutto cessasse con la morte, l'uomo sarebbe un vero deluso. Si ha un'anima spirituale, intelligente e volitiva, distinta ma non separata dal corpo. Lo spirito non può essere distrutto né dal tempo né da forza materiale. L'anima sussiste anche dopo la separazione dal corpo e se non può trovare la felicità nella vita terrena, passeggera, deve trovarla fuori dal creato, nella vita dell'al di là.

L'assurdo.

Questa vita è incompleta, Ripugnano alla ragione gli assurdi. Se non ci fosse il Paradiso, o il premio nell'altra vita, perché fare il bene e compiere atti di eroismo, sino ad affrontare la morte? Perché operare il bene, se non si aspetta una ricompensa? Sulla terra molte opere buone non sono ricompensate, anzi neppure conosciute. Il senso di giustizia esige che i malvagi siano puniti. Quanti malfattori restano invece impuniti nel mondo! Quanti onesti ed. amanti della giustizia sono oppressi! Se tutto finisse con la morte, si dovrebbe dire: Meglio essere malvagi che onesti! - Ma questa proposizione è contraria alla retta ragione, la quale esige la ricompensa del bene e la punizione del male. A certe verità, d'importanza capitale, quale sarebbe l'esistenza della felicità perfetta, l'intelligenza umana può portare solo un piccolo contributo, chiamato di convenienza. Ma gli argomenti fortissimi ed inconcussi li appresta la Rivelazione Divina.

Chi non crede al Paradiso?

Taluni, per millanteria o per falsa convinzione, dicono che il Paradiso non esiste.
I motivi dell'incredulità sono : 1. L'ignoranza delle verità rivelate da Dio; 2. L'irriflessione sul problema o sul perché della esistenza dell'uomo sulla terra; 3. L'interesse personale. Commentiamo il terzo punto.
Chi non osserva i Comandamenti di Dio e si lascia dominare dalle passioni, ha interesse di dire a se ed agli altri: "Il Paradiso non c'è!", perché, ammettendolo, deve necessariamente ammettere anche l'inferno, il che non gli fa comodo. I più restii a credere al Paradiso sono coloro che vivono nell'impurità. Se si parla di questa verità ai giovanotti ed alle giovani di condotta poco morale ed anche a quelli che convivono senza il Sacramento del Matrimonio, o si arrabbiano, o rispondono con una risatina di scherno, o si allontanano crollando le spalle, ovvero esclamano: Sciocchezze! .. . Il Paradiso è solo in questa vita! Sono troppo sensuali e non possono assurgere allo spirituale. L'uomo animale non comprende le cose dello spirito di Dio!

La Rivelazione.

Che esista Iddio, Creatore dell'universo, è certo. Che sia esistito Gesù Cristo, nessuno lo mette in dubbio, neppure i più insensati storici o filosofi; e poi, venti secoli di storia sono imperniati sul Cristo e l'attuale umanità o crede in Lui ovvero lo combatte. La vita e gl'insegnamenti di Gesù sono stati e sono tuttora minuziosamente studiati dai più grandi geni. I quattro Vangeli, scritti in diversi luoghi e in diverse lingue dai discepoli di Gesù, concordano perfettamente; i primi lettori del Vangelo, testimoni dei fatti narrati, non poterono impugnare nulla, neppure i più accaniti nemici della dottrina del Cristo. Nessun fatto dell'umanità è così solido come la esistenza storica di Gesù. Non mi propongo di dimostrare la Divinità di Gesù Cristo!
Alla mia tesi basta un rapido accenno. Gesù disse di essere il Figlio di Dio, uguale all'Eterno Padre, e di essere venuto al mondo per redimerlo dal peccato ed insegnare la via del Paradiso. Fu condannato a morte per questo motivo, quale bestemmiatore. Provò la sua Divinità con la sublimità della sua dottrina, che di certo non aveva appreso nella bottega di Nazaret. Si mostrò padrone di tutti gli elementi della natura, operando ad un semplice cenno innumerevoli e strepitosi miracoli: cambiare l'acqua in vino, moltiplicare i pani, calmare il mare in tempesta, imperare ai demoni, liberare da ogni malattia, chiamare a vita i morti e ... risorgere Egli stesso da morte. Gesù con i miracoli intendeva dimostrare che era il Figlio di Dio Incarnato, vero Dio e contemporaneamente vero uomo, e per conseguenza presentava la sua dottrina come divina, assolutamente vera, pena l'inferno a ehi l'avesse rigettata.

Il premio divino.

Gesù insegnò la sua celeste dottrina, perfetta sotto tutti gli aspetti, conforme alla retta ragione, apportatrice di vera pace, però richiedente sacrifici, ed anche gravi, quali sarebbero la perfetta purezza anche nei pensieri e l'amore dei nemici. Per invogliare a seguirlo, era necessario presentare un premio, in qualche modo adeguato ai sacrifici; e Gesù, non una volta, ma di continuo diceva : Il premio sarà eterno! . .. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché mio discepolo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompen8a (S. Matteo, XI, 42). Il maestro per eccitare gli alunni allo studio, ricorda loro gli esami e la promozione; il capitano ricorda ai soldati, pronti alla battaglia, il frutto della vittoria: la gloria e la libertà. Osserviamo come Gesù si sia comportato durante la vita pubblica nel promettere il premio delle buone opere.

Le Beatitudini.

Gesù, vista la folla, salì sul monte e, come fu seduto, gli si accostarono i suoi discepoli. Allora egli cominciò ad ammaestrarli, dicendo: Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli. Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che piangono, perché saranno consolati, Beati i famelici ed i sitibondi della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli. Beati voi, quando vi oltraggeranno e perseguiteranno e, mentendo, diranno di voi ogni male per ragione mia. Rallegratevi ed esultate, che grande sarà la vostra ricompensa in Cielo (S. Matteo, V, 1...).

Episodio Evangelico.

Un giovane si accostò a Gesù e gli disse: Buon Maestro, che dovrò fare di bene per avere la vita eterna? - E Gesù gli rispose: Se vuoi entrare nella vita (in Paradiso), osserva i Comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre ed ama il prossimo tuo come te stesso. Ed il giovane a Lui: Tutto questo l'ho osservato sin da fanciullo. Che altro mi manca?- Se vuoi essere perfetto, va', vendi quanto hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel Cielo; poi vieni e seguimi! - Ma il giovane, udito ciò, si allontanò contristato assai, perché era molto ricco.
Allora Gesù disse ai discepoli: In verità vi dico che difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli! E vi dico di più: È facile per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli! Udito questo, i discepoli esclamarono: Chi potrà dunque salvarsi? E Gesù, guardatili, disse loro: Questo è impossibile all'uomo; ma a Dio è possibile tutto (S. Matteo, XIX, 16).
San Pietro, riflettendo sulle parole di Gesù, desideroso di andare in Paradiso, ma nello stesso tempo timoroso di non salvarsi, chiese al Maestro a nome dei discepoli: Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Che cosa ce ne verrà ? Gesù soggiunse: In verità vi dico che voi che, mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. E chi avrà lasciato casa, fratelli o sorelle, padre o madre, o moglie o figli o i campi per amore del mio nome, riceverà il centuplo in questo secolo e poi avrà la vita eterna! (S. Matteo, XIX, 27).

Incoraggiamento.

Gesù Cristo per incoraggiare tutti ad andare in Paradiso, portò la parabola degli operai. Un padrone uscì di buon mattino in cerca di operai per la sua vigna; trovatili, pattuì la paga del giorno. Uscì anche all'ora terza e poi all'ora sesta ed alla nona; trovati degli uomini oziosi, li mandò nella sua vigna. Verso il tramonto, cioè un'ora prima che finisse il lavoro, mandò altri alla vigna. Alla fine della giornata, tutti ricevettero la paga. Questa parabola dimostra che il Paradiso è riservato non solo a quelli che sin dall'infanzia si danno a Dio, ma pure a quelli che si rimettono sulla buona strada nella gioventù o nella virilità o nella vecchiaia; possono salvarsi pure coloro che nell'ultima ora della vita detestano il male e ritornano a Dio. Gesù provò questa verità, allorché dall'alto della Croce disse al ladrone pentito: Oggi sarai con me in Paradiso! (S. Luca, XXIII, 43)

Minaccia divina.

Come il pastore rivolge tutte le premure al gregge e lo guida e conduce al pascolo, sopportando il caldo ed il freddo, attraversando valli e burroni ed esponendo anche la vita per difendere una sola pecorella, così Gesù, Pastore Eterno delle anime, ha dato la vita per procurare loro il Paradiso. Tra quelli che ascoltavano i suoi divini insegnamenti, c'erano i Farisei, che con la loro ipocrisia falsavano la legge di Dio, vivevano male essi e spingevano gli altri ad imitarli. Gesù vedeva nei Farisei dei lupi rapaci e li rimproverò fortemente minacciandoli di non ammetterli in Paradiso:- Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché serrate in faccia alla gente il Regno dei Cieli; né ci entrate voi, né lasciate entrare chi è alla porta! (S. Matteo, XXIII, 13).-

Il servo vigilante.

Gesù desiderava che il pensiero del Paradiso fosse dominante in ognuno e perciò raccomandava la vigilanza continua:- State vigilanti! Beato quel servo che il padrone, venendo, troverà vigilante. Vi dico in verità che lo preporrà a tutti i suoi beni (S. Luca, XII, 43).Portò la parabola dei talenti, per invogliare a lavorare per l'altra vita: Disse il padrone al servitore: Bene, servo buono e fedele! Poiché sei stato fedele nel poco, ti darò autorità sul molto. Entra nel gaudio del tuo Signore (in Paradiso). (S Matteo, XXV, 21).

I beni.

Il padre desidera il vero bene dei figli. Sapendo Gesù che gli uomini corrono facilmente dietro ai beni della terra, cioè alla ricchezza ed ai piaceri, esorta i suoi seguaci ad arricchirsi dei beni celesti, eterni: Non vogliate accumulare tesori sulla terra, dove la ruggine e la tignola consumano ed i ladri dissotterrano e rubano; ma fatevi dei tesori nel Cielo! (S. Matteo, VI, 19), - Fatevi degli amici col mammona d'iniquità (cioè, fate elemosina), affinché quando morrete essi vi ricevano negli Eterni Tabernacoli (S. Luca, XVI, 9).

La via del Cielo.

Gesù parla all'umanità con autorità divina, cioè con sicurezza assoluta; perciò dice: Io sono la via, la verità e la vita! (S.Giovanni XIV, 6). - . . . Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce di vita! (S. Giovanni, VIII, 12). - Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché, chi vorrà salvare la sua vita, la perderà e chi sacrificherà la sua vita per amor mio, la salverà! (S. Matteo, XVI, 4).

Anime privilegiate.

Se volessi passare in rassegna i Santi e le Sante che godettero in vita le dolcezze delle celesti visioni, dovrei scrivere dei grossi volumi; accenno soltanto a Santa Teresa D' Avila, a San Giovanni della Croce, a S. Maria Maddalena De' Pazzi... e a Santa Gemma Galgani. Non è fuor di proposito una parola sulle anime privilegiate. Gesù, per convertire i peccatori, richiede sofferenze e amore generoso. Si degna scegliere, direttamente e personal- mente, delle anime, che perciò sono dette privilegiate, e con loro fa dei patti di amore. Richiede un cumulo di sofferenze, di ogni genere, fa dono dei dolori della sua Passione, trasporta talune di esse nell'oltretomba, temporaneamente, perché soffrano nel Purgatorio ed anche nell'inferno. Tuttavia Gesù concede a tali anime gioie di Paradiso, facendo pregustare innanzi tempo la beatitudine eterna. Per comprendere tutto ciò, converrà leggere la biografia di Santa Margherita Alacoque, di Marta Chambon, della Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero, di Suor Consolata Betrone, di Lucia Mangano...Di anime privilegiate ce n'è anche al presente, e forse più di quanto si possa pensare. D'ordinario Gesù richiede che durante la vita esse siano nel nascondimento; qualche volta ne permette la pubblicità, come si constatò in Teresa Neuman, la stimmatizzata di Baviera, ed in Padre Pio. Nella sua infinita misericordia e per i suoi santi fini, Gesù ha permesso che lo scrivente sia a contatto con un'anima privilegiata e la diriga. L'anima di cui parlo e di cui non posso fare il nome, soffre in modo indicibile; è atto di carità aiutarla con la preghiera. Ma chi può dire quanto goda, allorché Gesù le lascia intravedere il Paradiso? Riporto una scena, avvenuta nel mese di luglio 1955: 2 luglio. Festa della Visitazione di Maria Santissima.- Recitavo le ultime preghiere; erano le ore 22. Mi umiliavo davanti a Dio e baciai la terra. All'improvviso la mia celletta s'illuminò ed in un bagliore di luce vidi una bella Signora. Temendo fosse uno scherzo diabolico, dapprima presi l'acqua benedetta ed aspersi la celletta. La Signora sorrise. Trovandomi ancora nel dubbio, seguendo il suo consiglio, la invitai a pregare ed Ella pregò bene, anzi molto bene. Terminata la preghiera, la Signora continuò a sorridermi ed avvicinatasi mi disse: Hai fatto bene! Non temere, figlia mia! Sono la tua diletta Mamma Celeste! . . . Fiorellino, caro al Cuore del mio Figlio Gesù, tu spesso piangi. Non affliggerti tanto e non preoccuparti del tuo avvenire! Faresti un torto al Signore. Egli ti custodisce e ti tiene sul Cuore; tutto dispone per il compimento dei suoi disegni divini. - La Signora s'inchinò, mi accarezzò e mi baciò in fronte, tenendomi stretta. Poi continuò: Le sofferenze e le lacrime sono le gemme preziose, che orneranno la corona nel Regno dei Beati, ove tu, figlia mia prediletta, per dono gratuito della misericordiosa bontà del Signore brillerai di gran luce. Io, tua dolcissima Madre, ti aiuterò sino alla fine con materno interesse e tu stimati fortunata di essere la sposa prediletta dell'Onnipotente mio Figlio; ma non insuperbirti per sì gran dono, anzi voglio che tu, mentre da un lato consideri la tua dignità di sposa prediletta, dall'altro le tue labbra ripetano le parole che io dissi alla mia carissima cugina Elisabetta: "Fecit mihi magna qui potens est!" - confesso la mia grandezza, ma annunzio che è tutta opera dell'Onnipotente. Ripeti ancora: ~ perle che mi adornano, le ho ricevute da Colui che senza mj') merito mi ha amata. Egli mi ha eletta fra mille. A Lui, a Lui solo, ogni onore e gloria! - Questo sentimento di umiltà ti è necessario, figlia mia, come alla nave sono necessarie le vele ed i remi. Guai se ti appropriassi quello che non è tuo o il vento della superbia cominciasse a commuoverti! Tutto è frutto dell'amore misericordioso di Gesù, mio Figlio, che potendo scegliere tante altre anime, forse migliori di te, che avrebbero corrisposto con più fedeltà, ha voluto scegliere te, perché sei la più miserabile; e se ne avesse un'altra più indegna di te, l'avrebbe scelta .. . La tua vita è stata spinosa e ringraziane Gesù; pregalo incessantemente di darti la forza per continuare il doloroso cammino da Lui tracciato, per potere giungere là . . . guarda in quel luogo:(Padre mio, che belle cose ho visto!). Mi è sembrato di trovarmi già in Paradiso. era un'immensa distesa come il mare di cui non si poteva vedere il limite. Quanto sfolgorio di luce, che non so descrivere! E poi, canti melodiosi e moltissime schiere di Angeli attorno a Gesù e numerose anime predilette. Una portava il nome scritto su una fascia attaccata al petto "Santa Gemma Galgani"; il mio Angelo Custode teneva pure una fascia con il mio nome. Furono momenti di Paradiso, che non so descrivere. La Madonna continuò: In quel dolce riposo ti attendiamo, io e mio Figlio. La fiducia, l'amore a Gesù ed alle anime, la generosità, l'ubbidienza, la sofferenza continua e l'umiltà, ti porteranno al regno dei Beati. Mi sei cara e mi sarai sempre più cara, se così sarai sempre. Ti benedico e benedico tutti quelli che ti aiutano in questo doloroso cammino. Conclude il diario: Dopo questo colloquio, per ubbidire al mio Direttore Spirituale, mi sono messa a tavolino e ho scritto; il mio Angelo Custode, che mi stava a fianco, mi ha aiutato per non dimenticare nulla.

PRELUDIO - Il Paradiso


Pagina dell'Aldilà

PARTE PRIMA - L'Esistenza
PARTE SECONDA - L'Essenza
PARTE TERZA - Conclusioni Pratiche

 


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