PREGARE PER AVERE LE RADICI

SALMO 1


Bruno Moriconi, ocd.

  



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Meditare la legge del Signore
Il Signore Cammina sulla via dei giusti
La Porta stretta

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Collocato alla porta del Salterio (il libro delle Lodi di Israele), il Salmo numero uno non è una preghiera, ma una beatitudine. Vi si dichiara "beato" chi illumina la propria vita con la meditazione della Legge del Signore, poiché, come un albero che affonda le radici presso un corso d'acqua, dà frutti ad ogni stagione. Senza cercare qua e là, va dritto dove può trovare vero conforto e riposo.


SALMO 1
1 Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
2 ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
3 Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
4 Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
5 perciò non raggiungeranno gli empi nel giudizio
né i peccatori nell'assemblea dei giusti.
6 Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.


MEDITARE LA LEGGE DEL SIGNORE
Le parole del salmista sono queste:"Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia sulla via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte" (vv. 1-2).
La "Legge del Signore" (Torah) non è ciò che si potrebbe pensare (una serie di precetti e di norme), ma la storia del bene che il Signore ha fatto per il suo popolo. Essa è narrata nei primi cinque libri della Bibbia (il Pentateuco), detti appunto Torah o Legge (del Signore). Mentre chi trova rifugio in questa storia d'amore "sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere" (v.3), non è così per chi va a confondersi sulla via dei peccatori o a sedersi al circolo degli stolti buontemponi.
Fra peccatori (chatta'im) e stolti (lezim) non c'è molta differenza. Anche il peccatore, infatti, come dice la radice del suo nome (chatta') è uno che sbaglia bersaglio e, proprio come gli stolti, non vede la giusta direzione della vita. Non volendo sapere da dove viene, non sa neppure dove andare e, così, non per volontà di Dio, ma per sua insipienza, la sua via non lo porta da nessuna parte.
E' ciò che esprimono le parole finali del salmo: "Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; perciò non raggiungeranno gli empi nel giudizio né i peccatori nell'assemblea dei giusti. Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina" (vv. 4-6). Mentre il giusto è tale perché "aggiusta" costantemente la sua vita nella meditazione delle opere del Signore ed è così ben radicato e fecondo, coloro che cercano fuori sono come pula e se li porta il vento.


IL SIGNORE VEGLIA SUL CAMMINO DEI GIUSTI
Dio conosce la via del bene, ma quella sbagliata non può conoscerla. Conosce certamente i peccatori e li ama, ma non può conoscere il peccato, visto che esso è un "errare" fuori dal bene e, quindi, da Lui.
Anche il giusto è un peccatore, ma cerca nella giusta direzione che porta verso il Signore. Cerca sulla via di casa e, come il Padre misericordioso della parabola (Lc 15), il Signore veglia sul suo ritorno. L'empio, invece, cerca in direzione contraria ed il Signore non può che vederlo di spalle e sempre più lontano.
Come si vede, questa "beatitudine"è un insegnamento sullo scopo fondamentale della vita e, pur non essendo una preghiera, dice in che cosa essa consista essenzialmente, qualunque ne sia la forma: un compiacersi o un essere grati delle opere del Signore e nel meditarle giorno e notte. Qualsiasi vera preghiera, infatti, sia essa di lode o di supplica, non ha altro fondamento che l'amore di Dio. Come, del resto, la vita.
Apparentemente, il Salmo sembra trattare del destino del giusto (vv.1-3) e degli empi (vv. 4-5), riassunto nell'ultima dichiarazione: "Il Signore veglia sulla via dei giusti, mentre la via degli empi va (da sé) in rovina" (v.6). Di fatto, è un ammonimento al credente, affinché si tenga saldamente aggrappato a Dio, origine della sua esistenza ed unica fonte di vitale fecondità. Solo la meditazione ininterrotta (giorno e notte) di questa verità scritta nella storia può tenerlo lontano dal pericolo di imboccare la via della morte e condurlo su quella della vita.


LA PORTA STRETTA
Un ammonimento simile era già risuonato sulla bocca di Yhwh nell'AT e risuonerà anche sulla bocca di Gesù. "Ti ho proposto la vita e la morte, la benedizione e la maledizione", diceva il Signore ad Israele. "Scegli la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, ascoltando la sua voce e aderendo a Lui: perché Lui è la tua vita e la lunghezza dei tuoi giorni; perché tu possa dimorare sulla terra che Il signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe di dare loro" (Dt 30,19-20).
"Entrate per la porta stretta", diceva Gesù ai suoi discepoli, "poiché spaziosa è la porta e larga la via che conduce alla perdizione; e molti sono quelli che vi si incamminano. Quanto stretta è la porta ed angusta è la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli la trovano!" (Mt 7,13-14). Il cristiano lo sa qual'è la via che conduce alla vita! Il riconoscimento dell'amore del Padre che lo ha amato per primo (1Gv 4,7-21) e tanto ha amato il mondo da dare il proprio Figlio, non per giudicarlo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui (Gv 3,17).
La Legge che il cristiano medita è questa. Radicato in essa dallo Spirito Santo che lo conduce a Gesù, vive e dà frutto, nonostante le proprie debolezze.

 

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