Si tratta della sua autobiografia in 40 capitoli nei quali descrive la sua vita presa nel suo aspetto esteriore ed interiore con riferimenti continui alle grazie e favori concessi da Dio.
I primi sette capitoli contengono il racconto della sua vita fino al momento in cui Dio interviene facendole capire come sia importante non lasciare mai l'orazione.
Nel cap. 8° presenta la sua esperienza di risposta a Dio esortando a fare altrettanto: "Non capisco perché molti non osino applicarsi all'orazione mentale, né di che abbiano paura…. Se per quelli che non servono Dio, per non dire che l'offendono, l'orazione è apportatrice di tanti beni, ed è anzi così necessaria che nessuno può immaginare un maggior danno del tralasciarla, perché dovrà trascurarla chi lo serve e gli vuol essere fedele? E' una cosa che non capisco, a meno che non sia per voler sopportare con maggior pena i dolori della vita e chiudere a Dio la porta per la quale suole inondarci di consolazione. Mi fanno compassione questi che servono Dio a loro spese. Non così chi pratica l'orazione. Le spese di costui le paga tutte il Signore: per un po' di violenza, gli dà tanta gioia da divenirgli leggero qualsiasi travaglio."
Dopo qualche capitolo nel quale cerca di convincere chi legge a darsi all'orazione nel cap. 11° (e fino al 21°) comincia a parlare dei quattro gradi di orazione che illustra col paragone di colui che vuole innaffiare un giardino.
Li descrive secondo l'esperienza di quei tempi: il primo modo è quello di cavare l'acqua dal pozzo, con molta fatica, il secondo è quello di servirsi di una gran ruota che si deve far girare con qualche fatica di meno, il terzo è quello di derivarla da un fiume o da un ruscello, cosa molto più leggera ed proficua anche per il terreno che ne resta meglio imbevuto, il quarto è quello di una buona pioggia che viene dal cielo.
Dal cap. 22° in poi riprendendo il racconto della sua vita con le grazie che il Signore le ha accordato, consiglia e suggerisce il modo di comportarsi sia alle anime che ai direttori spirituali.
|