Umberto
Veronesi,
Oncologo ed ex ministro della Salute, lancia la
proposta:
istituire un Registro nazionale per il
Testamento Biologico
Liwing will un diritto di tutti noi tutelato dal prof
veronesi |
Umberto Veronesi, oncologo ed ex ministro della
Salute, lancia la proposta: istituire un Registro nazionale per il Testamento
Biologico, gestito dalla stessa Fondazione Veronesi e con un comitato di
giuristi, che collaborano con la Fondazione, che farebbero da garanti.
Trascorrono poche ore ed e' gia' 'boom' di adesioni: centinaia sono infatti le
richieste giunte via e-mail da stamani alla Fondazione . Centinaia di cittadini
che chiedono di poter depositare le proprie Dichiarazioni anticipate di
volonta'.
Una proposta, ha spiegato Veronesi nel corso della Tavola rotonda promossa
dalla Fondazione, per riaprire e rilanciare il dibattito sul Testamento
Biologico. Una questione 'spinosa' che vede gia' varie proposte di legge
depositate ma poi ''insabbiate''. L'idea del Registro e' sostenuta anche da una
decina di giuristi che collaborano con la Fondazione, tra i quali il presidente
della Cassa Forense Maurizio de Tilla, ma registra gia' le prime critiche dal
fronte cattolico, per bocca del Cardinale Ersilio Tonini.
Il Testamento Biologico, ha spiegato Veronesi, ''non e' altro che l'espressione
di direttive anticipate, ovvero la dichiarazione di cosa una persona vorrebbe o
non vorrebbe avere in termini di assistenza medica nel caso in cui non fosse in
futuro capace di esprimere la propria volonta'. Se sono cioe' in coma - ha
esemplificato l'esperto - e' giusto che il medico sappia qual e' la mia
volonta'. Ed e' anche opportuno educare a cio' i giovani, perche' e' giusto che
pure i ragazzi si pongano questo problema''. Quindi un auspicio: ''Mi auguro -
ha detto Veronesi - che sui progetti di legge in materia, attualmente
'insabbiati', si possa riprendere il dibattito nella prossima Legislatura.
Credo non sia semplice fare una legge, ma credo anche - ha proseguito - che sia
ormai comune ed esteso nella popolazione il bisogno di autodeterminazione e di
poter decidere del proprio futuro, compreso il termine della vita. Sono quindi
convinto - ha detto - che una legge debba essere fatta''.
Insomma, il Testamento Biologico, ha detto l'ex ministro della Salute, ''rappresenta
un passo successivo ed ulteriore verso il riappropriarsi delle decisioni sulla
propria esistenza ed e', quindi, un passo di ulteriore civilta'''.
Sulla stessa linea i giuristi intervenuti all'iniziativa: ''Attraverso il
Testamento si possono indicare - ha ribadito il presidente della Cassa Forense,
nonche' presidente del Comitato Scienza e Diritto della Fondazione Veronesi,
Maurizio de Tilla - un individuo puo' indicare i trattamenti sanitari che
intende ricevere nel caso in cui non sia piu' in grado di prendere decisioni
autonome. Non va dunque confuso con l'eutanasia. In Italia - ha aggiunto - non
esiste una normativa sul Testamento Biologico e questo crea un vuoto normativo
in cui prevale, alla fine, la discrezionalita' del medico''. Del resto, ha
sottolineato il giurista Guido Alpa, ''il rifiuto del trattamento medico e' un
esercizio del diritto alla salute dichiarato all'articolo 32 della Costituzione
italiana, che puo' consistere, nel caso di adulti, anche nell'esercizio
negativo del diritto''. In effetti, gia' oggi e' possibile fare il Testamento
Biologico anche se, ricordano i giuristi, questo non ha valore vincolante ma
solo di 'direttiva' rispetto al medico.
Boccia invece l'idea del Registro il cardinale Tonini: ''Una sorta di
concentrazione di tutti i testamenti - ha detto - mi sembra un voler esaltare
questa pratica''. Ma sul Testamento Biologico Tonini precisa: ''Finché l'
individuo chiede nel Testamento quale assistenza e cure vuole ricevere e quali
no e' libero di farlo, ma non si puo' accettare che possa chiedere l'
eutanasia. Lo Stato stesso non potra' dare valore giuridico a tale richiesta
rimanendo innocente''. Dunque, si' alle Dichiarazioni anticipate di volonta',
ribadendo pero', ha concluso il Cardinale, che e' cosa ben diversa dall'eutanasia,
''pratica, quest'ultima, che non puo' avere valore giuridico perche' si
costringerebbe lo Stato a disconoscere i valori su cui si basa''.
|
||||||||||||||