Il R. Cacciatorpediniere

"NICOLOSO DA RECCO"

Classe "Navigatori" - (già classificato Esploratore Leggero)

(12 unità)

 Motto: ARDISCI E VINCI

Sigla: DR

Il R. Cacciatorpediniere "NICOLOSO DA RECCO"

 

GENERALITA'

Esploratore leggero della classe "Navigatori" (composta da 12 Unità: Tarigo - Malocello - Pancaldo - Da Noli - Vivaldi - Usodimare - Pessagno - Da Recco - Zeno - Da Verrazzano - Da Mosto - Pigafetta). Dal 1938 venne classificato, con i gemelli di classe, cacciatorpediniere.

Costruito nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona, venne impostato il 14/12/1927, varato il 05/1/1930 e consegnato il 20/5/1930.

Il R. Cacciatorpediniere "NICOLOSO DA RECCO" in allestimento ad Ancona nel marzo 1930

 

Venne ufficialmente radiato dai ruoli del Naviglio Militare il 15/7/1954.

Le Unità della classe "Navigatori", al loro apparire suscitarono entusiasmi, critiche e polemiche accese in quanto racchiudevano in se pregi e difetti. Comunque i difetti, una volta ovviati, non furono tali da impedire a queste dodici Unità di compere un'attività brillantissima sia in pace che in guerra. Furono infatti fra le unità che ebbero al loro attivo il maggior numero di miglia percorse.

 

CARATTERISTICHE

La classe "Navigatori" aveva le seguenti caratteristiche iniziali:

Dislocamento: 2605 tonn. (a pieno carico);

Lunghezza: 107,7 mt. - Larghezza: 10,2 mt. - Immersione: 4,2 mt (a pieno carico);

Apparato generatore: 4 caldaie a tubi d'acqua con surriscaldatore Tipo Odero, con una scorta di combustibile sino a 630 tonn. di nafta;

Apparato motore: 2 gruppi di turbine Tosi (il Da Recco) da 55.000 HP di potenza e n° 2 eliche a tre pale, del tipo Scaglia;

Velocità massima: 38 nodi;

Autonomia: 3800 miglia a 18 nodi;

Armamento:

- n° 6 cannoni da 120/50 in tre impianti binati

- n° 6 Lancia siluri da 533 in due impianti trinati

- n° 2 mitragliere da 40/39 a.a.

- n° 4 mitragliere da 13,2 a.a. in due impianti binati

- sistemazioni per la posa di campi minati.

L'equipaggio era formato da 173 uomini (dei quali n° 9 ufficiali).

 

ATTIVITA'

Dopo la consegna alla Marina Militare eseguì un breve periodo di addestramento al termine del quale dovette ritornare in cantiere per lavori di alleggerimento e modifica delle sovrastrutture ed il miglioramento della stabilità.

Come ammiraglia della Divisione Esploratori e come Capo del 1° Gruppo, partecipò, partendo da La Spezia il 1°/12/1930, alla lunga crociera atlantica in appoggio alla prima trasvolata Italia-Brasile degli idrovolanti S 55 del generale Balbo; rimase assente dall'Italia oltre cinque mesi, rientrando il 27/5/1931.

L'esploratore Nicoloso Da Recco , nave ammiraglia della Divisione Leggera, riceve la visita del Presidente della Repubblica Brasiliana (Rio de Janeiro, 16/1/1931)

 

Col rientro dal Brasile iniziò il periodo di vita di Squadra, con frequenti esercitazioni e crociere in porti esteri del Mediterraneo.

Dopo aver partecipato in novembre ai festeggiamenti per il cinquantenario dell'Accademia Navale di Livorno, l'8 dicembre del 1931 ricevette a Genova la Bandiera di Combattimento offerta dal Comune di Recco.

Dal 1936 al 1938, durante la guerra civile spagnola, fu dislocato a Tangeri, a Cadice e nelle acque del Mediterraneo occidentale.

Dopo il declassamento a cacciatorpediniere, il 5/9/1938, l'unità divenne Capo Squadriglia della 16ª Squadriglia C.T., dipendente della 2ª Squadra.

Il Cacciatorpediniere Nicoloso Da Recco in uscita dal porto di Napoli l'11 maggio 1939, in occasione della rivista in onore di Re Paolo di Jugoslavia.

  

Nel marzo 1939 fu a Tripoli e nell'aprile dello stesso anno operò in Albania.

Il 22 ottobre 1939, dopo aver fatto parte del Naviglio della Scuola Comando, partì da Taranto, ove era stata nuovamente dislocata come Capo della 16ª Squadriglia. Si trasferì a Lero e rimase nell'Egeo fino al 30/4/1940.

Dopo il rientro a Taranto, la 16ª Squadriglia fu posta alle dipendenze dell'VIII Divisione della 1ª Squadra e, con essa, il Da Recco operò nel maggio in Albania.

Iniziata la guerra, effettuò le missioni in cui l'VIII Divisione venne impiegata. Le principali, a cui il Da Recco partecipò, furono:

 7 - 9 luglio 1940, protezione a distanza di convogli per la Libia. Nel pomeriggio del giorno 9, prese parte ad azioni di fuoco contro aerei nemici che attaccavano la 1ª Squadra Navale, reduce dallo scontro di Punta Stilo.

 4 marzo 1941, di base a Brindisi, fu presente al bombardamento della costa greco-albanese. Il 26 marzo uscì per partecipare alla missione a sud di Creta, culminata con lo scontro di Capo Matapan. Nel rientro, il 29 marzo, effettuò scorta ravvicinata alla corazzata Vittorio Veneto colpita da siluro.

 Estate 1941 trasferito a Palermo per la scorta ai convogli libici nel canale di Sicilia. Eseguì scorte a convogli e ad unità isolate, salvataggi di naufraghi, caccia a sommergibili nemici con lancio di torpedini da getto, trasporti rapidi di truppe e materiali, crociere protettive ed uscite in appoggio ad aerei nazionali ed a navi che eseguivano pose di sbarramenti di mine. Al suo attivo l'abbattimento di numerosi aerei nemici; di questi, ben quattro durante un solo attacco il 21/6/1942 mentre scortava un convoglio da Napoli a Tripoli.

Il Cacciatorpediniere Da Recco al rientro da una missione di guerra nell'estate del 1940

 

 Il 2 novembre 1942, durante un trasporto rapido di munizioni da Taranto a Tobruk, la formazione del Da Recco venne attaccata da bombardieri e siluranti nemici. Un siluro lanciato da uno di questi a distanza ravvicinata cadde in coperta verso prora, fortunatamente senza esplodere, ma sfasciandosi e causando danni di una certa entità al ponte. L'aereo venne abbattuto.

 Il 1° dicembre 1942, partì da Palermo per scortare fino a Tripoli un convoglio di quattro piroscafi carichi di truppe insieme alle Torpediniere Procione e Clio ed ai CC.TT. Folgore e Camicia Nera. Durante la notte, aiutati dal radar e dai bengala lanciati dagli aerei, tre incrociatori e sei cacciatorpediniere nemici piombati all'improvviso sul convoglio, aprirono un intenso fuoco contro le nostre navi. Le unità di scorta, dopo aver cercato di coprire con cortine fumogene i mercantili, si gettarono all'attacco contro le navi nemiche aprendo il fuoco e lanciando siluri. Il CT. Folgore venne affondato ed il Da Recco venne fermato da due colpi a prora che provocarono l'esplosione del deposito munizioni con conseguente gravissimo incendio nella parte prodiera. I mercantili furono colati a picco mentre il Da Recco, in preda alle fiamme, rimase fermo e fortunatamente non venne più attaccato. Durante al notte l'equipaggio riuscì a circoscrivere l'incendio e, rimesse in moto le motrici, poté dirigere lentamente verso Trapani, aiutato anche dai CC.TT. Da Noli e Pigafetta usciti per soccorrerlo.

 Dopo venti giorni di permanenza a Trapani, si trasferì a Taranto dove rimase in arsenale dal 9 gennaio al 26 giugno 1943.

 Nel luglio 1943 riprese servizio eseguendo scorte ad unità della Marina che eseguivano pose di sbarramenti mine nelle acque dello Jonio.

 L'8 settembre 1943, al momento della proclamazione dell'armistizio, si trovava a Taranto ed il giorno seguente si trasferì a Malta in base agli ordini degli Alleati.

In tre anni di guerra aveva percorso 68.318 miglia per un totale di 4256 ore di moto effettuando 176 missioni di guerra fra cui 70 per scorta e protezione traffico.

Il Cacciatorpediniere Da Recco mimetizzato, in una foto eseguita nell'estate del 1942

 

 Durante il periodo della cobelligeranza fu spesso impiegato per la scorta a convogli alleati o per il trasporto di personale e materiali alle corazzate Vittorio Veneto e Italia (ex Littorio) internate ai Laghi Amari, in Egitto.

 Dal 5 febbraio al 26 ottobre 1944 rimase fermo a Taranto per un periodo di grandi lavori.

 Successivamente, e fino all' 8 maggio 1945, data di cessazione delle ostilità, il Da Recco venne nuovamente adibito al collegamento Taranto - Laghi Amari.

Alla fine del secondo conflitto mondiale il Da Recco era l'unico dei dodici esploratori classe "Navigatori" ad essere ancora a galla.

Nel periodo post bellico, a causa delle difficoltà di trasporto via terra e delle distruzioni, venne usato come trasporto rapido di persone e materiali tra Tranto e Napoli prima, e quindi tra Catania e Malta dal 25/9/1945 al 7/2/1946.

Rientrato a Taranto e, ormeggiato alla banchina torpediniere, concluse in quel porto la sua attività. Infatti, pur non essendo più impiegato in mare aperto rimase in servizio ancora qualche anno.

Il Cacciatorpediniere Da Recco alla fine della sua attività (Taranto, 1 agosto 1951)

 

Dal 1°/3/1948 al 30/11/1950 fu sede del Comando Dragaggio. Dal 1° gennaio 1951 alzò l'insegna di nave ammiraglia della 1ª Divisione Navale (Siluranti).

Il 15 luglio 1954 passò in disarmo in attesa di radiazione, che avvenne con decreto del Presidente della Repubblica in data 30 luglio dello stesso anno.

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