IL R. Cacciatorpediniere "BOREA" (2°)

Classe "Turbine" - 8 unità

Sigla: BR

Motto: "ROMANAMENTE"

Il R. CT. BOREA fotografato nel 1932

 

GENERALITA’

Gli otto cacciatorpediniere della classe " Turbine " (Turbine, Nembo, Borea, Aquilone, Euro, Zeffiro, Espero ed Ostro) furono del tutto simili a quelli della classe " Sauro ". Soltanto la loro lunghezza risultò maggiore (3 metri) con conseguente aumento di circa cinquanta tonnellate del dislocamento standard.

La maggiore dotazione di combustibile e di acqua elevò altresì il dislocamento a carico normale ed a pieno carico dei " Turbine " rispetto ai " Sauro ".

Alle prove effettuate con un dislocamento medio di 1.270 tonnellate (9% in più di quello dei " Sauro ", le unità superarono ampiamente la velocità contrattuale di 36 nodi. Poiché l’apparato motore risultò solo del 5% più potente di quello dei "Sauro ", giova notare che l’allungamento dei " Turbine " ebbe notevole incidenza sulla velocità. Ciò risulta ancora più evidente se si considera che l’Aquilone, alle prove a tutta forza della durata di quattro ore, mantenne la media di 39,48 nodi, battendo tutti i primati di velocità sino ad allora raggiunti dai cacciatorpediniere italiani.

Anche questi caccia, dopo l’installazione delle prime centrali di tiro sulle altre unità sottili della Flotta, sistemarono, a partire dal 1933 tali apparecchiature.

Le buone considerazioni fatte circa le qualità generali dei tipi " Sauro ", possono essere ripetute anche per questi cacciatorpediniere. L’appesantimento dei " Turbine ", fu però meno sensibile, limitato a qualche decina di tonnellate. Conseguentemente, la velocità massima e l’autonomia dei " Turbine " rimase sempre decisamente superiore a quella dei " Sauro ".

All’inizio del Secondo Conflitto Mondiale questi caccia avevano ancora un notevole valore bellico. Purtroppo sei di essi andarono perduti nei primi tre mesi di guerra, ma i superstiti Turbine ed Euro, che prestarono servizio durante tutto il conflitto 1940-43, dimostrarono di essere unità idonee a molteplici impieghi.

 

CARATTERISTICHE

Lunghezza:

93,2 m.

Larghezza:

9,2 m.

Immersione:

2,9 m. (scar.)

3,57 m. (car. norm)

3,85 m. (pieno car.)

Dislocamento:

1210 t. (scar.)

1560 t. (car. norm)

1715 t. (pieno car.)

Appar. Motore:

3 caldaie Yarrow e 2 turbine Parsons

Potenza:

40.000 hp

Velocità:

36 nodi

Combustibile:

nafta 300 t. (car. norm) e 446 t. (pieno car.)

Autonomia:

3200 miglia a 14 nodi e 660 a 33 nodi

Armamento:

4 cannoni da 120/45 mm binati

3 cannoni da 40/39 mm a.a. sostituiti poi

con 2 cannoni da 40/39 mm a.a e 2 mitragliere da 13,2 mm
6 lanciasiluri da 533 mm in impianti trinati
Sistemazioni per la posa delle mine con 52 mine

Equipaggio:

145 (dei quali 6 ufficiali)

 

ATTIVITA'

Costruito nei cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, venne impostato il 29/4/1925, varato il 28/1/1927 e consegnato alla Marina il 19/11/1927.

Fu per breve tempo assegnato alla 5a Squadriglia Ct dell’Armata e nel marzo 1928 entrò a far parte della la Squadriglia della quale seguì l’attività addestrativa che si svolse prevalentemente nel Tirreno. Effettuò una missione a Iviza (Baleari) nel 1928, un’altra a Tripoli nel 1929 e nell’estate 1930 fu con la squadriglia ed altre unità della Squadra in crociera nell’Egeo toccando Nauplia, Salonicco, Rodi ed altre isole del Dodecaneso.

Fra l’ottobre 1936 ed il novembre 1938, durante la guerra civile spagnola, oltre alla normale attività di Squadra e dipartimentale, effettuò alcune crociere di vigilanza (4 nell’autunno 1936 con base a Trapani), di repressione del contrabbando di guerra (3 nell’estate 1937) e alcune missioni di scorta e di controllo con base alle Baleari (estate 1938).

Alla fine del 1938 fu per breve tempo distaccato a Tobruk; nella primavera 1939 partecipò alle operazioni in Albania e nell’autunno dello stesso anno fu nuovamente a Tobruk per turno con unità similari.

Il R. CT. BOREA fotografato verso la fine degli anni '30

 

L’attività durante il conflitto 1940-43 fu di breve durata e si limitò a due missioni di scorta fra la Sicilia e l’Africa Settentrionale.

La notte del 17 settembre 1940 era attraccato alla banchina nel porto di Bengasi. Alle ore 01.00, durante un attacco aereo britannico sul porto, una bomba scoppiò sotto la chiglia dell'unità provocando una via d'acqua. La nave affondò rapidamente.

Fu ufficialmente radiato dai ruoli del Naviglio Militare il 18/10/1946

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